Tirocini all’estero di giugno

Hai finito l’università e vorresti partire per un tirocinio all’estero? O sei ancora studente e ti piacerebbe fare il tirocinio curricolare fuori dall’Italia o in un ambiente internazionale? Ecco alcune possibilità aperte per programmare la tua esperienza in un altro paese!

Tirocini per studenti e laureati – ERA Eu Agency for Railways – Valenciennes Cedex (FR)
Durata: per laureati – 10 mesi a partire da settembre 2020
per studenti superiori e universitari – fino a due mesi
Requisiti: laurea e conoscenza dell’inglese o del francese (dettagli sul sito)
Retribuzione: per laureati 1.300 euro circa mensili, rimborso di viaggio
Scadenza: call aperta fino a maggio 2020

Per laureati- Schuman Traineeships al Parlamento Europeo – Bruxelles e Lussemburgo
Durata: 5 mesi a partire da ottobre 2019
Requisiti: laurea attinente al tirocinio scelto, conoscenza di almeno due lingue ufficiali UE
Retribuzione: prevista una retribuzione di circa 1.313 euro al mese
Scadenza: 30 giugno

Per laureati – ITC International Training Centre – Torino (IT)
Durata: da 2 a 6 mesi
Requisiti: laurea attinente al tirocinio scelto (diritto del lavoro, ITC, risorse umane), conoscenza di almeno due lingue di lavoro dell’ITC, conoscenza delle applicazioni informatiche di base
Retribuzione: previsto un rimborso spese di 500 euro al mese
Scadenza: scadenze dal 16 al 30 giugno

Per laureati – Tirocinio all’EFSA European Food Safety Authority di Parma (IT)
Durata: varia, con inizio novembre 2019 o febbraio 2020
Requisiti: conoscenza dell’inglese almeno a livello B2, studi relativi alle aree di interesse scelte durante la candidatura
Retribuzione: 1.160 euro al mese
Scadenza: 1 luglio

Per studenti magistrali- Tirocinio presso l’ITLOS – International Tribune of law of the sea – Amburgo (DE)
Durata: 3 mesi con inizio a ottobre 2019
Requisiti: studenti di giurisprudenza, relazioni internazionali, relazioni pubbliche, scienze politiche, archivistica e traduzione; buona conoscenza dell’inglese e/o francese
Retribuzione: il tirocinio non è pagato ma è possibile candidarsi per un sostegno finanziario al Trust Fund for the Law of the Sea
Scadenza: 30 giugno

Per laureati – tirocini presso JRC- European Joint Research Centre – Ispra (IT), Geel ( BE)
Durata: dai 3 ai 5 mesi
Requisiti: laurea attinente al tirocinio scelto (settori sanitario, energia, trasporti, clima, spaziale, sicurezza, migrazioni e altri)
Retribuzione: 25% della retribuzione di un funzionario AD5/1
Scadenza: varie

Per neolaureati – tirocini in area legale e corporate unit presso l’ECHA – Agenzia europea per le sostanze chimiche – Helsinki (FI)
Durata: 6 mesi a cominciare da settembre
Requisiti: laurea attinente ala posizione, ottima conoscenza dell’inglese, buona capacità comunicativa e di lavorare in gruppo
Retribuzione: circa 1300 euro al mese
Scadenza: 16 giugno

Per laureati – tirocini settore economico, finanziario e comunicazione – presso la Banca Centrale Europea – Colonia (DE)
Durata: dai 6 ai 12 mesi con inizio a settembre
Requisiti: laurea attinente alla posizione scelta, conoscenza della lingua inglese a livello C1
Retribuzione: 1.070 euro al mese più contributo per l’alloggio
Scadenza: scadenze varie

Per studenti e laureati – tirocini presso le delegazioni UE nel mondo – sedi varie
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese o del francese, a seconda della posizione offerta, e studi attinenti (relazioni internazionali, scienze politiche e simili)
Retribuzione: prevista per i laureati
Scadenza: scadenze varie tra fine giugno e luglio

Un’estate per socializzare

Puntuale come ogni anno è arrivata la tanto agognata fine della scuola e puntuale anche l’esigenza di trovare una sistemazione divertente ma sicura per i figli quando i genitori sono ancora impegnati nelle attività lavorative.

Le vacanze estive sono, infatti, un periodo piuttosto lungo durante il quale bambini e ragazzini hanno necessità e diritto di distrarsi e divertirsi, allentando i ritmi frenetici della scuola e delle attività extra scolastiche, impiegando il loro tempo in attività a loro adatte.

Ci sono famiglie che possono contare sui nonni, pilastri del welfare italiano, o qualche altro parente vicino o lontano a cui lasciare i figli per qualche ora o addirittura per qualche settimana.

Ci sono, poi, famiglie che non hanno questa possibilità e che quindi già da qualche settimana si stanno muovendo alla ricerca di una soluzione.

Chi punta a cercare una baby sitter fidata e competente (in questo articolo potete trovare qualche suggerimento utile), chi invece opta per i centri estivi.

Occorre informarsi con un certo anticipo sul tipo di struttura presso la quale iscrivere il bambino e sarebbe meglio tenere conto delle abilità e degli hobby del bambino scegliendo un centro orientato in tal senso.

In questo senso la scelta tra centri estivi è ormai molto ampia in grado di andare incontro ai vari tipi di personalità, gusti, desideri e bisogni.

Tutti i centri estivi sono organizzati all’aria aperta; poi ovviamente ognuno differisce dall’altro per tipologie di attività offerte: da attività a stretto contatto con la natura, ad attività sportive (calcio, nuoto, pallavolo, pallacanestro, equitazione, vela, canottaggio…) attività artistiche, corsi di lingua per entrare giocosamente nell’uso di una lingua straniera, ecc.

Indipendentemente dal tipo di attività prevista, tutti i centri si pongono l’obiettivo di far divertire, svagare e socializzare i bambini o ragazzini partecipanti.

I centri estivi possono essere comunali o privati.

I centri estivi del Comune di Ancona sono rivolti ai bambini e ragazzi dai 4 anni ai 14 anni e coprono tutto il mese di luglio.

Per essere ammessi occorre presentare domanda di iscrizione da oggi fino al 20 giugno e attendere la formazione della graduatoria di ammissione in base a determinati requisiti (ISEE, n° figli iscritti, ecc.).

Prevedono la possibilità di scegliere la formula con o senza pasto e sono attivi dal lunedì al venerdì.

A differenza di quelli comunali, per i centri estivi privati i requisiti sono meno restrittivi; ovviamente sono meno economici ma rappresentano una valida alternativa ai primi.

In base al tipo di attività proposta, i centri privati possono accogliere i bambini a partire dai 3 anni fino all’età di 15 anni, prevedono formule settimanali, quindicinali o mensili, con possibilità di mensa o meno e prevedono attività fino al sabato.

Per rendervi la scelta più agevole abbiamo provato a riepilogare le informazioni sui centri estivi ad Ancona e dintorni in questo elenco, augurandoci il più possibile esaustivo:

Passando allo sportello Informagiovani potrete ritirare copia del materiale cartaceo relativo ai centri estivi. 

Cari giovani, vi aiutiamo o no?

In questi giorni stiamo lavorando a un progetto che, se tutto andrà bene, servirà a fare delle belle cose in questa città per i giovani, interessando ambiti e contesti diversi. L’obiettivo del progetto è quello di poter creare, nella città di Ancona, attività, servizi e occasioni che aiutino i giovani. Ecco, su questa parola, “aiuto”, ho avuto modo di confrontarmi con un’altra persona, che stimo, “addetta ai lavori” (che poi, i lavori in questo caso, sarebbero le persone più giovani). La questione è: cari giovani, vi aiutiamo o no?

Il confronto è nato dal fatto che secondo l’opinione dell’altra persona i ragazzi e le ragazze hanno bisogno comunque e sempre di una qualche forma di accompagnamento e stimolo alla scoperta di quelle che per loro sono, oggettivamente delle novità (il primo lavoro, la prima esperienza all’estero, la scelta di una carriera professionale o più in generale la direzione da prendere nella vita). Per intenderci: non è che stiamo parlando di un tutor (o una badante) fisicamente sempre presente. Piuttosto di una serie di soggetti, preparati e facilmente reperibili, che diano informazioni, consigli, suggerimenti, idee, ecc.

Pur condividendo il fatto che un ambiente (città, regione, nazione) in cui ci siano servizi efficaci sia migliore di uno in cui non ce ne sono (basti vedere il su e il nord del nostro Paese, dell’Europa e forse anche del mondo), credo però che la giovinezza (gioventù?) sia anche una fase della vita da dedicare alla sperimentazione e all’errore, due aspetti su cui oggi forse ai ragazzi e alle ragazze è concesso poco (con lo spiacevole corollario, secondo me, di ottenere esagerazioni, esasperazioni, hangover fisici e psicologici). A farmi venire in mente questa cosa sono due episodi (ripetuti ahimè) che ho vissuto direttamente proprio qui all’Informagiovani. Il primo riguarda la richiesta di certezze praticamente matematiche sulla “bontà” delle aziende presenti nei nostri annunci. Per carità, è sacrosanto cercare di evitare fregature o cadere in trappole da lavoro-facile-guadagno-alto, ma è altrettanto vero che per sapere se quella che state contattando sarà l’azienda dei vostri sogni, l’unico modo è conoscerla davvero. Che poi magari scoprite pure che siete voi a non essere il loro candidato ideale. Voglio dire: mandate la candidatura, incontratela e poi valutate (mandare un cv non è una dichiarazione notarile irrevocabile). Insomma, animo e coraggio!

Il secondo episodio, più preoccupante secondo me, è quello che capita quando riceviamo candidature in risposta ad annunci che pubblichiamo sul nostro sito in cui c’è scritto però che, evidentemente, a cercare personale non siamo noi (lo stesso dicasi per chi ci telefona chiedendo come inviare il cv, chi è il responsabile, come funziona il lavoro, cadendo nello stesso “malinteso”). Eppure gli annunci non sono romanzi complessi e leggerli con un briciolo di attenzione forse aiuterebbe anche a rispondere con maggior cura e selezioni a quelli più vicini alle proprie competenze.

Credo che entrambi i casi siano accomunati da una medesima incertezza, da una stessa ricerca di un aiuto e di un supporto, dalla stessa paura di non sbagliare. Come scrivevo sopra dalla stessa mancanza di sperimentare e di sbagliare che sono l’essenza della crescita. E allora torna la domanda: ma non è che mettendo troppi supporti nell’incerto cammino della gioventù, anche servizi come il nostro finiscono per non aiutarvi a imparare a camminare da soli? Non è che la nostra società sta diventando un po’ troppo ansiosa nei confronti dei giovani? Non è che, per caso, rischiamo di essere troppo apprensivi e, quindi, anche poco educativi? Insomma, cari giovani, vi aiutiamo o no?

Cv a puntate: impostazione e dati personali

Devi fare il cv e non sai da dove cominciare? Ecco punto per punto come preparare una buona presentazione!
Una delle domande che ci fate più spesso è “Devo fare il curriculum, come si fa?”
Oltre a suggerirti come impostarlo attraverso la nostra pagina dedicata, qui spieghiamo, sezione per sezione, quali sono le informazioni da inserire, in quale ordine e, soprattutto, perché.
Cominciamo con la scelta di un layout, o impostazione, o come molti lo chiamano, di un modello (attenzione però, ricordati che il cv non è un modulo da riempire, come abbiamo spiegato qui).
La scelta di come organizzare le informazioni sulla pagina è personale, ma va fatta soprattutto pensando al destinatario del cv: chi è il soggetto a cui lo invierò? per quale posizione o figura professionale? Sia che il tuo cv serva a rispondere a un annuncio sia che lo invii come auto-candidatura, queste sono le prime domande da farsi.

Il primo grande dilemma di solito è cv europeo o no? Il cv europeo, che molti considerano l’unico “valido”, è quello che ti servirà di sicuro se partecipi ad una iniziativa che prevede l’uso di fondi europei (un bando per borse lavoro, un corso di formazione, un’esperienza di mobilità all’estero) e per le selezioni e i concorsi della pubblica amministrazione. Alcune aziende lo preferiscono e ti chiederanno di inviare quello, ma non è detto che sia sempre la scelta migliore. Ripetiamo che il cv serve a evidenziare le caratteristiche che ti distinguono (in positivo, naturalmente) dagli altri candidati, e non a incasellare titoli e conoscenze in una griglia uguale per tutti, che in definitiva appiattisce il tuo profilo, e ti rende almeno a prima vista uguale agli altri.

Se non sai che impostazione scegliere, fai una ricerca su internet per immagini, verranno fuori molte versioni e modelli diversi a cui ti puoi ispirare per crearne uno adatto a te. Attenzione: molti siti offrono la possibilità di scrivere il cv inserendo i tuoi dati sul sito stesso. In questo modo quello che otterrai alla fine è un file da scaricare non modificabile, impaginato in maniera rigida e spesso non ottimale, e dovrai tornare sul quel sito ogni volta che devi fare una modifica.

Un consiglio che credo sia veramente utile è quello di organizzare tutte le informazioni su una pagina (due al massimo, ma solo se hai molte esperienze di lavoro e diversi corsi di formazione relativi alla figura per cui ti presenti), in modo chiaro, coerente, sintetico e completo.

Ricordati di assumere il punto di vista di chi non ti conosce, o comunque di chi non sa tutto di te: mettersi nei panni della persona che legge è fondamentale per non finire nel cestino dei cv non letti! Dall’altra parte c’è un’altra persona, spesso con molti impegni e poco tempo, e se gli presenti qualcosa che non leggeresti nemmeno tu, figurarsi lei, o lui. Pensaci!

Una volta scelta l’impostazione grafica, la prima sezione del cv è senz’altro quella dei tuoi dati e contatti. In questa parte vanno inseriti il nome e il cognome, la data di nascita, il numero di telefono al quale rispondi, l’email, e dove abiti. Se hai un domicilio diverso dalla residenza, indica il luogo in cui abiti al momento: questo dato serve a chi legge per capire se ti trovi già in zona, se devi spostarti e quanto, o se dovrai trasferirti nel caso ottenessi il lavoro. In questa sezione indica se hai un profilo LinkedIn, un contatto Skype, puoi inserire il link al tuo sito, blog o spazio online, sempre che sia coerente con la figura per cui ti candidi.
Questi sono i dati fondamentali di cui un datore di lavoro ha bisogno nel caso voglia contattarti per un colloquio. Per abitudine, o per cultura, molti si aspettano di trovare anche altri dati, che però a pensarci un attimo hanno poco a che vedere con il profilo professionale, con le capacità e le conoscenze necessarie a un lavoro o a un altro. Luogo di nascita, cittadinanza o stato civile sono dati personali che non cambiano, non aggiungono né tolgono alle tue capacità, a meno che non vuoi sottolineare che sei nato/a ad esempio in Francia, e fornire così un dato che spieghi la tua conoscenza del francese di livello madrelingua. Nel mondo anglosassone, ad esempio, sono dati che non vanno inseriti, perché soggetti ad essere usati in maniera discriminatoria.
Cercando in rete troverai siti di vario genere che parlano di cv, e alcuni sostengono che inserire il tuo stato civile serve al selezionatore a valutare la maggiore o minore disponibilità, soprattutto se donne. Secondo questa visione, che si augura superata, la tua situazione personale dovrebbe automaticamente corrispondere ad una disponibilità oraria o ad una capacità predefinita di organizzare la tua giornata. La scelta di inserire o meno questo dato è personale, ma ricorda che nella maggior parte dei casi vai a candidarti per una posizione relativa a ciò che sai e che sai fare, e non all’organizzazione della tua vita familiare e privata.
Un altro dato che è utile inserire in questa sezione è se hai la patente di guida, e quale. Nel caso in cui il luogo di lavoro sia poco raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici o includa orari serali, quando la possibilità di spostarsi con i mezzi è scarsa, indica se sei automunito/a, cioè se hai la possibilità di usare un’auto per gli spostamenti.
Quando hai completato di scrivere il tuo cv, ricontrolla i contatti che avete inserito: non ci crederai, ma spessissimo sono sbagliati, e così perdi un contatto di lavoro che potrebbe portare a qualcosa di buono!

 

La professione del light designer

Fra pochi giorni, esattamente il 9 giugno, scadono i termini per per iscriversi al corso gratuito, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, per Light Designer.

Si tratta di un corso rientrante nel progetto SIPARIO BIS BIS, il bando regionale volto alla formazione di figure professionali nel settore dello spettacolo dal vivo (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo).

Come già scritto in un altro nostro articolo, ogni spettacolo presuppone il concorso di molte e differenti professonalità, ognuna delle quali è indispensabile per la realizzazione di un prodotto artistico di livello, capace di riscuotere il consenso del pubblico. A tal fine le competenze di coloro che lavorano dietro le quinte sono imprtanti tanto quanto il talento degli attori che si esibiscono sul palco.

Tra queste figure professionali che da dietro le quinte contribuiscono alla buona riuscita di uno spettacolo ci sono tutti quei mestieri tecnici il cui apporto è fondamentale anche in fase progettuale.

Tra questi figure c’è senz’altro quella del light designer.

CHI È E COSA FA IL LIGHT DESIGNER

È il responsabile dell’illuminazione in teatro, a un concerto o in tutti gli eventi in cui la luce deve non solo illuminare ma anche emozionare.

Nell’ambito dello spettacolo dal vivo, è il responsabile dell’allestimento, della sistemazione e del cablaggio di tutte le apparecchiature che danno luce allo spettacolo. In collaborazione con regista, scenografo e coreografo, stabilisce il piano luci, ovvero il copione tecnico attraverso il quale viene definita la sequenza delle luci nonché i colori delle stesse e gli effetti che si alterneranno durante la rappresentazione.

Il lighting designer è un tipo di professionista che si occupa, nelle sue diverse sfaccettature, di illuminazione. Gestisce sia la parte tecnologica relativa ai vari tipi di luci e sia la parte più umana, emozionale e dinamica che si scatena quando si osservano delle luci particolari. In ambiente teatrale è quello che vi trasmette l’enfasi del momento, la tristezza, la gioia e il movimento seduto davanti ad una console.

Da non confondere con il tecnico luci, il quale ha una professionalità legata più alla tecnica che alla creatività, occupandosi infatti del posizionamento delle luci e del deposito dei cavi durante l’installazione di un impianto.

Il lighting designer, invece, unisce alle competenze tecniche sull’illuminotecnica, l’elettronica e l’illuminazione, una forte componente artistica, che si esprime attraverso il gusto e il senso estetico del designer.

COME SI DIVENTA LIGHT DESIGNER

Per diventare light designer occorre seguire dei percorsi di formazione professionale, come quello previsto dal bando SIPARIO BIS BIS, che prevede 300 ore di corso, alla fine del quale viene rilasciato un attestato di specializzazione di tecnico di teatro (light designer) riconosciuto.

Nello specifico questo corso è rivolto ai diplomati residenti o domiciliati nelle Marche e prevede garanzia di occupazione per almeno il 40% degli allievi formati.

Le informazioni su questo e altri corsi n partenza in ambito regionale sono consultabili alla pagina formazione del nostro sito.

Assegno per nucleo familiare, novità 2019

L’assegno per il nucleo familiare definito con l’acronimo ANF, conosciuto come assegno familiare, è una contributo economico erogato dall’INPS ai lavoratori per il coniuge e i figli dello stesso, a condizione che questi non prestino alcuna attività lavorativa retribuita. Spetta ai lavoratori dipendenti, parasubordinati iscritti alla gestione separata, pensionati da lavoro dipendente, lavoratori domestici e dipendenti agricoli e titolari di prestazioni a sostegno del reddito (come NASpI e cassa integrati)

La famiglia deve essere composta da due o più persone e il reddito complessivo della famiglia deve essere inferiore a quello determinato ogni anno dalla legge. Gli importi del reddito e degli assegni sono determinati annualmente dall’INPS e riportati in apposite tabelle valide dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo.

Inoltre condizione essenziale è che il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere composto da reddito derivante da lavoro dipendente e assimilato, per almeno il 70%.

Oltre al richiedente possono far parte del nucleo familiare: il coniuge; i figli minorenni o maggiorenni se impossibilitati a dedicarsi ad un lavoro a causa di difetto fisico o mentale ovvero figli maggiorenni fino a 21 anni se frequentanti una scuola secondaria di primo o secondo grado, un corso di formazione professionale, laurea o apprendisti se appartenenti ad un nucleo familiare composto da più di tre figli di età inferiore ai 26 anni; nipoti, fratelli e sorelle non coniugati minorenni o maggiorenni se (cumulativamente) impossibilitati a dedicarsi ad un lavoro a causa di difetto fisico o mentale, orfani di entrambi i genitori e non titolari di pensione ai superstiti.

L’importo dell’assegno varia in base al numero dei familiari e al loro reddito complessivo. Il periodo di corresponsione decorre dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo quindi  vorrà continuare a percepire la prestazione dovrà presentare una nuova domanda con decorrenza dal 1 luglio 2019.

Dal 1 aprile 2019 c’è una novità, i dipendenti dovranno presentare le domande ANF direttamente all’INPS in via telematica, collegandosi al sito www.inps.it se in possesso di PIN dispositivo o credenziali SPID oppure  rivolgersi ai Patronati, commercialisti e consulenti del lavoro.

Fino a quest’anno la domanda doveva essere presentata in modalità cartacea al datore di lavoro utilizzando il modello ANF/DIP  ma ora tale modalità è rimasta attiva solo per gli operai agricoli a tempo indeterminato.

Maggiori dettagli e chiarimenti possono essere consultati direttamente nel sito dell’INPS nell’apposita sezione oppure richiesti contattando il numero verde 803 164, gratuito da telefono fisso e il numero 06 164 164 da cellulare, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 20 e il sabato dalle ore 8 alle ore 14.

Europa, non funziona proprio così

Si sono appena concluse le elezioni per il nuovo Parlamento Europeo, e i risultati non sono una grande sorpresa. Passato il frastuono delle campagne elettorali e delle promesse audaci fatte per accaparrarsi voti, ecco il quadro che ne esce, e alcune conseguenze che si possono già prevedere (e non sono quelle che molti si aspetterebbero).

L’Italia, dove ha prevalso un partito antieuropeista (ha votato solo il 56% di quelli che potevano farlo), si ritrova in posizione isolata dato che i movimenti sovranisti non si sono ugualmente affermati negli altri paesi. Di fatto non solo sarà difficile imporre le nostre ragioni all’attenzione del Parlamento europeo, ma dovremo comunque affrontare i problemi che non spariranno grazie ai risultati delle elezioni.

La presenza dei rappresentanti dei partiti populisti e il rischio che questi movimenti crescano ancora richiederà senz’altro che l’Unione europea si occupi in maniera diversa di alcuni temi, riveda alcune priorità, come la gestione dei flussi migratori, in modo che sia veramente condivisa (ma non nel senso in cui è stato raccontato e spesso assicurato agli elettori).

Le destre nazionaliste, ad esempio, hanno molto insistito sull’idea di “Europa delle nazioni”, promettendo di portare a casa vantaggi o concessioni per i rispettivi paesi. Quando però si va a vedere che cosa propone ognuno dei partiti ci si accorge che le visioni sono piuttosto discordanti (qui c’è un simpatico video con sottotitoli in italiano). Dovremo quindi aspettare per vedere come si accorderanno e su cosa, mentre a livello internazionale l’urgenza è quella di trovare una forma di coesione che ci permetta di misurarci con le grandi potenze, emergenti e non.

L’elemento che sembra sfuggirci è che le regole e le decisioni, nell’UE come nei singoli paesi, non si definiscono da un giorno all’altro e a seguito della richiesta di una sola persona o di un partito, ma seguono un processo più complesso del pollice alzato o pollice verso. Sono frutto di negoziazioni e accordi che devono prendere in considerazione molti aspetti e spinte diverse, e che quindi necessariamente richiedono tempo e compromessi. (vale la pena, ancora una volta, dare un’occhiata a come funziona il Parlamento europeo e a quali sono le sue funzioni).

Un caso su tutti è quello della Brexit, di cui abbiamo già brevemente parlato. Dal giorno successivo al referendum di giugno 2016 c’erano molte persone, e molte ce ne sono ancora oggi, convinte che il Regno Unito sia già uscito dall’UE, e che quindi non ci si potrà più andare come prima. Ad oggi, dopo quasi tre anni, il Regno Unito fa ancora parte dell’UE, e stiamo ancora cercando di decidere come ridefinire i rapporti tra UK e UE per quello che riguarda tantissimi aspetti (movimenti di persone, merci, capitali, solo per dirne alcune).

Ora che le campagne elettorali sono finite, bisognerà vedere come il nuovo Parlamento procederà alle nomine delle varie cariche, (e non sembra che sarà semplice mettersi d’accordo), quali direzione prenderà, sempre comunque nell’ambito di quelli che sono i trattati dell’Unione e i suoi obiettivi. A livello nazionale, rimaniamo con i nostri problemi da affrontare e che non possiamo continuare ad attribuire all’Europa o ad altri fattori esterni (dall’economia debole al mercato del lavoro poco dinamico e all’altissimo tasso di abbandono scolastico, solo per citarne alcuni legati ai temi di cui ci occupiamo).

Per costruire un futuro migliore, (e sicuramente per affrontare qualsiasi tipo di elezione o decisione), in cui ci sia spazio e dignità per tutti, e non solo per alcuni a spese degli altri, dovremo cominciare ad avere un approccio alle questioni diverso da quello di spettatori nell’arena, dove vince chi urla più forte (anche se non si capisce cosa) e dove ogni confronto viene trattato come una prova di forza vinta dal più “cattivo”. Sicuramente l’esito di queste elezioni europee è (per chi lavora per la promozione delle opportunità europee, come noi) un test sulla comunicazione che ci dice chiaramente che c’è ancora molto da lavorare e da migliorare per rendere visibile quanto viene fatto, grazie all’UE, a vantaggio dei cittadini.

Da oggi una certezza che abbiamo è che continueremo a ricevere finanziamenti per la mobilità educativa dei giovani e di chi lavora per loro, attraverso il programma Erasmus+, a Garanzia Giovani, al Corpo europeo di solidarietà e le altre iniziative, come DiscoverEU, che mirano a farci crescere e farci sperimentare che è l’unione che fa la forza.

S.O.S. Babysitter

Con l’avvicinarsi della fine della scuola tante famiglie con figli da gestire iniziano a pensare a come organizzarsi con i pargoli durante le vacanze estive.

Chi ha parenti o amici vicini in grado di aiutarli, ha meno pensieri. Molti genitori, invece, dovranno mettersi alla ricerca di qualche persona che possa stare coi propri figli mentre loro sono al lavoro.

Ecco quindi che inizia la ricerca di una brava baby sitter.

Il lavoro di baby sitter è un’ottima occasione, soprattutto per i giovani, di trovare un lavoro part-time e guadagnare qualche soldo extra.

E allora come proporsi e come trovare lavoro come baby sitter? Una volta c’era il passaparola, poi il biglietto attaccato alla bacheca di qualche negozio o del pediatra; poi gli annunci sui giornali prima di carta dopo on-line. Al tempo di Internet e delle amicizie rarefatte dalla frenesia della vita contemporanea, per trovare una buona baby sitter servono altri metodi. E la soluzione, come ormai succede per tanti problemi, si trova in rete.

Da qualche anno si utilizzano, infatti, i siti di baby sitting, cioè piattaforme on line che permettono alle famiglie di trovare la baby sitter e alle baby sitter di presentarsi al meglio, favorendo l’incrocio attraverso un sistema di messaggistica semplice, veloce e sicuro.

Basta cercare on line la parola baby sitter ed escono diversi siti che possono aiutare nella ricerca della persona più adatta e dall’altra parte della famiglia più adatta.

Solo per fare qualche esempio, potete consultare gli annunci su questi siti: Babysits, Okaybabysitter, Sitly, Family welcome.

COME FUNZIONANO LE PIATTAFORME ON LINE?

Per tutte, il meccanismo è analogo. Da una parte si iscrivono i genitori, dall’altra le persone disponibili a occuparsi dei piccoli, che indicano la loro area di residenza e lavoro, le competenze, forniscono una fotografia e numeri di contatto. Le famiglie possono scorrere le banche dati disponibili e avviare il contatto.

In genere il servizio è gratuito per le baby sitter mentre è prevista una commissione, comunque conveniente, al momento del contatto per le famiglie che cercano.

Conviene registrarsi su più di un sito, in modo da riuscire a capire quale sia il migliore.

Certamente, i siti per trovare una baby sitter online non risolvono tutti i problemi. Infatti non esentano le famiglie dal lavoro più grande: scegliere la persona più adatta a prendersi cura del proprio o dei propri figli.

I profili sono più o meno completi, e i gestori dei siti si preoccupano di non ospitare contenuti inappropriati o profili falsi. Ma la scelta in ultima analisi rimane nelle mani dei genitori. Nessuno può garantire per nessuno, e il genitore deve accertarsi delle caratteristiche e dell’affidabilità della persona con cui entra in contatto. Ma questo succedeva anche quando ci si affidava al passaparola o agli annunci affissi nei negozi.

In realtà dei margini di sicurezza esistono. In molti casi, infatti, i siti corredano i profili delle babysitter con simboli di certificazione, perché si preoccupano di incontrarle, selezionarle e verificare le loro capacità. Per altre piattaforme, invece, è obbligatorio che i genitori lascino un commento a fine prestazione e basta scorrere queste valutazioni per capire se il candidato che ci interessa è davvero affidabile, con un sistema che assomiglia a quello di Tripadvisor.

Per concludere quindi potete seguire alcuni step:

  1. selezionate i profili adatti in base alle vostre esigenze (es: possesso di patente di guida, conoscenza di lingue straniere, ecc.)
  2. contattateli
  3. fissate un colloquio a casa vostra in modo da far conoscere alla baby sitter il bambino o i bambini, osservando le sue reazioni e mettendo in chiaro le aspettative reciproche
  4. definite gli accordi economici e contrattuali
  5. fate un periodo di prova.

Da ultimo chi cerca lavoro come baby sitter può iscriversi anche alla nostra banca dati lavoro compilando il form on line così come le famiglie che cercano baby sitter possono richiederci nominativi dalla banca dati compilando l’apposito form.
Il servizio è gratuito sia per chi cerca sia per chi offre lavoro.

Perché abbiamo “giocato” con i Lego

Il mese scorso, come forse qualcuno avrà notato dai post sui nostri social network (Facebook, Instagram) abbiamo dedicato una giornata a quello che ai più sarà sembrato un gioco con i mattoncini Lego. Vi spiego perché lo abbiamo fatto: potremmo trovarci qualche spunto utile e valido in maniera generale.

Cominciamo col dire le cose come stanno: non abbiamo giocato con i Lego, abbiamo partecipato a un workshop realizzato con il metodo Lego® Serious Play® (in sigla LSP). LSP è un metodo nato dall’intuizione, potremmo dire combinata, di alcuni ricercatori della casa danese costruttrice di mattoncini e di Robert Rasmussen un formatore (sperando che questa qualifica non lo offenda) che nel 2010 ha sviluppato l’idea di utilizzare le costruzioni per supportare gruppi e team nel prendere decisioni, sviluppare pensieri e idee, comunicare meglio. Chi utilizza questo metodo non è un formatore ma, più correttamente, un facilitatore. La differenza sta nel fatto che, a parte illustrare le modalità di svolgimento delle attività, il facilitatore non insegna nulla: la sua si potrebbe dire che è un’azione maieutica (i contenuti, le esperienze e un certo grado di conoscenza non vengono trasmessi da chi facilita a chi partecipa, ma sono già “nascosti” all’interno del pensiero dei partecipanti). Questa la teoria, descritta in maniera molto spiccia. E la pratica?

Nella pratica abbiamo passato una giornata intera in maniera divertente facendo prevalere il nostro istinto (per quanto possibile) sulla nostra razionalità grazie proprio al fatto che le cose che volevamo far emergere venivano fuori attraverso quello che costruivamo con i vincoli e le modalità che i facilitatori mettevano. Abbiamo così rappresentato con i mattoncini ( e qualche figura) noi stessi, la nostra equipe ma anche le nostre visioni, i nostri desideri, le nostre aspettative più recondite. Per quello che posso dire mi è sembrato davvero incredibile constatare come, se abbiamo un vincolo di tempo e non possiamo razionalizzare, a fare le scelte sono le mani (l’istinto): scegliamo un mattoncino di un certo colore e lo posizioniamo in un certo modo nel tentativo di costruire una torre nel tempo prestabilito (di solito quello di una canzone). Ci sembra di aver fatto delle scelte casuali ma poi, a guardar bene… non è mai così! Le nostre dita non vanno a caso ma si affidano alle indicazioni di quella parte del cervello più emotiva che di solito, per paura, trascuriamo sempre.

La mia impressione è che da questa giornata abbiamo imparato molto. Personalmente mi ha aiutato a vedere gli altri colleghi di lavoro, che peraltro conosco da anni, con occhi diversi; a mia volta ho capito più chiaramente che immagine e che considerazione hanno gli altri di me. Ho visto, letteralmente, nelle costruzioni con cui abbiamo rappresentato il nostro team quello che siamo e quello che potremmo diventare. Ho trovato anche bello il fatto che abbiamo ragionato su noi stessi e sul nostro modo di lavorare e collaborare: sono convinto che qualsiasi organizzazione, anche una piccola come la nostra, prima di porsi degli obiettivi debba capire e conoscere le persone con cui lavora, si confronta e comunica imparando a farlo nel migliore dei modi.

Se mi chiedessero di trarre un consiglio da questa esperienza, risponderei con qualcosa che ho imparato. Quando pensiamo alla carriera professionale di solito, con più o meno ambizione, abbiamo spesso in mente risultati, obiettivi, realizzazioni personali; faremmo bene invece anche a preoccuparci dell’ambiente e delle persone in cui quei traguardi li raggiungeremo, perché le persone che ci circonderanno faranno parte e saranno il motore del nostro successo. Che, a me, piace più chiamare evoluzione.

PS: un grazie sincero e particolare da tutti noi va ad Antonella e Fausto, i nostri facilitatori Lego® Serious Play®

Annunci di lavoro, offerte ingannevoli e avvertenze varie

Cercare lavoro, lo diciamo spesso, è un lavoro! E bisogna saperlo fare bene, a partire dalla scelta delle offerte a cui rispondere.

Oggi facciamo il punto proprio su questo aspetto, dato che spesso ci viene chiesto se gli annunci che pubblichiamo siano affidabili, o se lo sono le aziende che li diffondono (su che cosa ognuno di noi intende con il termine “affidabile” possiamo discutere un mese, ma questa è un’altra storia). Ne abbiamo già parlato, anche facendo esempi pratici, ma scommettiamo che un ripasso non sarà di troppo.

Le probabilità di trovare un lavoro attraverso annunci sono in genere scarse, questo va detto subito, perché ci sono altri canali e modalità di ricerca del personale che evitano alle aziende di ricevere decine di telefonate o email, e che permettono loro di intercettare più facilmente il tipo di candidati a cui sono interessate.

A livello locale, però, esiste ancora un margine di possibilità di trovare qualche contatto, sempre che siamo in grado di interpretare e scegliere gli annunci. Se volete provare non c’è niente di male, vi consigliamo solo di fare attenzione ad alcuni segnali. Per non perdere tempo e spesso soldi, ma anche speranza e fiducia.

 

Ci sono alcuni semplici segnali che ci possono subito far venire il dubbio che dietro all’annuncio o alla richiesta di contatto molto probabilmente non c’è una grande occasione di lavoro, o l’offerta non è esattamente quella che ci viene fatta immaginare, ed ecco quali:

  • nell’annuncio non c’è scritto per quale tipo di lavoro stanno cercando una persona, oppure le mansioni sono varie e diverse, e molto generiche. Quando trovate scritto solo “per ampliamento organico” o “azienda in crescita”, senza descrizioni specifiche del tipo di settore, o di professionalità necessaria e dei requisiti, potete già capire che non si tratta di una posizione di lavoro convenzionale.
  • vengono promessi o garantiti contratto e buoni guadagni, anche senza avere esperienza. Ricordate che il contratto è d’obbligo sempre, non c’è bisogno di scriverlo sull’annuncio, ed è molto improbabile pensare a lavori per i quali si guadagna tanto senza saper fare niente (lo sapevate già, vero?)
  • non sono specificati i requisiti necessari a candidarsi. Per quanto semplice possa essere il lavoro (e in questo caso difficilmente è necessario pubblicare un annuncio per trovare una persona), ogni impiego è diverso e richiede qualche dote specifica. Può essere un diploma, la patente, la conoscenza dell’uso del computer, di programmi di grafica o caratteristiche quali puntualità, flessibilità oraria, robustezza o resistenza fisica o un minimo di esperienza in mansioni simili, ma non ci sono lavori che non richiedono caratteristiche o competenze specifiche
  • quando chiamate o scrivete per avere maggiori informazioni vi dicono che le avrete solo presentandovi di persona: il nostro consiglio è di lasciar perdere, un’azienda seria è disposta a darvi almeno informazioni di base su mansioni, qualifiche e capacità richieste, luogo di lavoro, numero di ore o giornate lavorative
  • vi viene chiesto denaro: non si paga per lavorare
  • vi viene chiesta la firma o i vostri dati completi prima che abbiate capito bene di che cosa si tratta e abbiate deciso di accettare: chi vi mette troppa fretta in genere non vi sta offrendo l’occasione della vita, e nemmeno l’occasione dell’anno.

 

Facciamo qualche esempio pratico di offerte ingannevoli, che abbiamo ormai individuato e che evitiamo di diffondere attraverso il nostro sito.

C’è un’azienda, che cambia spesso nome, che pubblica ogni settimana un annuncio per segretarie e magazzinieri, oppure per operatori di inserimento dati, anche senza esperienza, ma poi a coloro che si presentano propone di lavorare come procacciatore di contratti di vario tipo. Attenzione, può succedere che vi promettono un certo compenso una volta concluse alcune decine di contratti (e ci potreste riuscire, magari attraverso le vostre conoscenze), e che poi alla scadenza del mese, quando state per raggiungere il vostro scopo, veniate mandati da un presunto cliente che poi non esiste: quindi niente contratto concluso, niente target raggiunto, niente compenso.

Ci sono aziende, che cambiano spesso nome, che pubblicano annunci vaghi, non dicono di che settore si occupano e cercano molte figure diverse, senza indicare requisiti, ma soprattutto danno un indirizzo a cui non troverete una sede dell’azienda indicata con una vera insegna, ma un capannone, una stanza in uno stabile anonimo, con il nome della presunta azienda stampato su un foglio di carta appiccicato sulla porta e poco altro. Questo è già un buon segno per capire che non è una azienda strutturata, stabile (soprattutto se avevano scritto di occuparsi di commercializzazione o logistica).

Altri soggetti vi propongono di fare un corso a pagamento (a costi anche molto alti) che magari include uno stage di sei mesi (non retribuito, in quanto curricolare) per poter poi avere il posto di lavoro. Anche questa è una modalità discutibile: una azienda interessata a voi e alle vostre caratteristiche vi offrirà un percorso di inserimento e formazione gratuito, incluso nel contratto.

Purtroppo questo tipo di tattiche di reclutamento sono abbastanza diffuse, e ce ne sono anche di più elaborate (trovate qui un elenco dettagliato). L’unico modo per non venire ingannati e non perdere tempo è scegliere con attenzione e fare le dovute ricerche.

Recentemente siamo venuti a conoscenza anche di una sorta di agenzia per il lavoro che assume personale, con contratto e busta paga, ma poi non paga i contributi se non in minima parte, per cui vi accorgete solo mesi dopo, verificando il vostro fascicolo previdenziale all’Inps, di non aver ricevuto tutto il dovuto. Questo tipo di illecito è praticamente impossibile da individuare in anticipo, per cui ricordatevi di controllare spesso il vostro profilo Inps e verificare i versamenti di contributi.

Qualche breve e semplice suggerimento per non finire in situazioni spiacevoli e complicate:

  • informatevi il più possibile sull’azienda, prima di rispondere e soprattutto prima di dare i vostri dati completi e andare a fare un colloquio.
  • ricordate che non esiste periodo di prova fuori dal contratto, ma esso è compreso, con la possibilità da entrambe le parti (lavoratore e datore di lavoro) di recedere dal contratto (cioè di interromperlo).
  • non firmate niente che vi venga messo sotto agli occhi senza la possibilità di leggere bene di cosa si tratta. Prendetevi qualche ora di tempo, prima di accettare un lavoro, per valutare l’offerta che vi viene fatta e magari per fare qualche ricerca su aspetti che non avete chiari, per confrontarvi con qualcuno, per capire se avete avuto tutte le informazioni necessarie.

Ultimi consigli per evitare brutte esperienze: ricordatevi che è molto difficile che qualcuno vi chiami a casa per proporvi un lavoro (a meno che non siate esperti di qualcosa, o chi vi chiama sia un amico). Ogni volta che qualcuno vi contatta al telefono, ricordate di prendere nome, telefono, indirizzo, e se non lo avete capito subito, non abbiate paura di chiedere due volte la stessa cosa e capire bene. Scrivetevi tutto e poi fate le dovute verifiche.

In definitiva, il rimedio per non essere vittime di tutta una serie di brutte esperienze durante il difficile periodo di ricerca del lavoro, è quello di essere cauti, informarsi bene e non credere al guadagno facile.

 

Ogni settimana noi ricerchiamo, selezioniamo e pubblichiamo annunci di lavoro: facciamo molta attenzione a evitare di diffondere quelli che possano in qualche modo rientrare nelle categorie descritte sopra. Vi ricordiamo che non è sempre possibile verificare, come spesso ci chiedete, che l’azienda sia seria, se non arrivando al contatto diretto o al colloquio e valutando che l’offerta si adeguata alle vostre aspettative, oltre che rispondente a quanto dice l’annuncio.

La casistica è vastissima, ma se avete dubbi su uno specifico annuncio di lavoro, venite e confrontatevi con noi, saremo felici di aiutarvi. In bocca al lupo e buona ricerca!

Scegliere di mettersi in proprio

Molto spesso agli operatori Informagiovani vengono chieste informazioni su come aprire un’attività in proprio e sull’esistenza di bandi che concedano finanziamenti alla creazione di nuove imprese.

A porre queste domande sono non solo i giovani che vedono nell’attività in proprio un’alternativa alla difficoltà a trovare un lavoro ma anche i meni giovani che, perso il lavoro, fanno fatica a reinserisi nel mondo del lavoro.

Siamo nell’era dell’incertezza, dell’accelerazione delle tecnologie e dei continui cambiamenti con la conseguenza che la carriera che si faceva una volta sempre nello stesso posto è ormai impossibile.

Il posto fisso non è più sicuro come un tempo e anche chi lo ha è consapevole del fatto che dovra cambiare lavoro spesso, formarsi di continuo ed adeguarsi ai cambiamenti.

La società attuale sta evolvendo verso forme sempre più liquide di business, le aziende nascono e muoiono nel giro di poco tempo.

Certamente il percorso che porta alla creazione di una nuova attività imprenditoriale è lungo e non orivo di rischi ma di fronte ad un mercato del lavoro sempre più difficile molti accettano di sfidare la sorte.

Chi decide di mettersi in proprio non sa a priori come andranno le cose ma sicuramente ha la possibilità di seguire un iter utile a raggiungere l’obiettivo.

Generalmente l’iter prevede 5 fasi: valutazione delle attitudini imprenditoriali, definizione dell’idea imprenditoriale, analisi del mercato e del prodotto, organizzazione dell’azienda e redazione del piano d’impresa.

Il punto di partenza sono le nostre passioni e le nostre attitudini ma questo non è sufficiente se slegate dal contesto in cui vogliamo operare.

La sola volontà non basta. Quello che vi serve è una buona idea, un’idea innovativa, vincente, in grado di generare valore e rispondere ai bisogni e ai desideri dei potenziali clienti/consumatori.  

Occorre osservare la realtà economica locale e nazionale, l’arena competitiva, il mondo del lavoro e le sue richieste per rendersi conto dell’effettivo potenziale di mercato del prodotto o servizio da lanciare.

Se avete già un’idea imprenditoriale ma non sapete come organizzarla, può esservi di aiuto il nuovo corso Parti con noi -Dal progetto all’impresa, organizzato periodicamente dalla Camera di Commercio di Ancona.

Si tratta di un corso gratuito che aiuta appunto gli aspiranti imprenditori a realizzare la loro idea imprenditoriale attraverso la realizzazione del Business Model Canvas, uno strumento che consente di comprendere elementi complessi che riguardano il funzionamento di un’intera azienda, in modo semplice ed estremamente intuitivo. 

Il corso si pone, quindi, l’obiettivo di favorire la maturazione dell’idea d’impresa e stimolare la messa a punto di un progetto imprenditoriale.

Come sempre per avere un’idea di quali corsi, gratuiti o a pagamento, siano in partenza in ambito regionale potete consultare i nostri elenchi sia on line alla pagina dedicata sia cartacei passando allo sportello.

Bando straordinario Servizio Civile Universale

Alla fine di aprile è stato pubblicato un bando straordinario del Servizio Civile Universale per la selezione di 766 volontari da impiegare in progetti volti all’accompagnamento di grandi invalidi e di ciechi.

Il bando è rivolto a tutti i ragazzi tra i 18 e i 28 anni compiuti, cittadini italiani, degli altri paesi dell’Unione Europea o non comunitari ma regolarmente soggiornanti in Italia.

Coloro che vogliono partecipare devono essere consapevoli che si tratta di un anno di volontariato, dedicato al servizio della comunità e contestualmente alla formazione personale e alla crescita individuale. Sicuramente potrà essere anche un’opportunità per avvicinarsi al mondo del lavoro.

Per candidarsi in primis si sceglie il progetto a cui si vuole partecipare, si presenta la candidatura presso l’ente di riferimento ed infine si sostiene la selezione. Superata quest’ultima si inizia l’anno di volontariato, in cui è previsto un primo periodo di formazione, durante il quale ci si prepara per svolgere le attività previste dal progetto presso la realtà ospitante.

Visto che si tratta di un bando straordinario in cui i progetti sono rivolti ad attività con grandi invalidi e ciechi, chi decide di candidarsi sa a priori che il target con cui andrà a svolgere le attività è ben definito, quindi è bene valutare la propria motivazione interiore per poter vivere al meglio quest’esperienza ed essere proattivi nel proprio ruolo all’interno dell’ente.

Il servizio civile universale ha una durata di 12 mesi, con un monte ore settimanale di minimo 25 ore e prevede l’erogazione di un assegno mensile di € 433,80.

Con Decreto del 2 maggio 2019 il bando è stato rettificato abbassando  il numero di progetti da 82 a 78 per un totale di 752 volontari  a fronte degli iniziali 766.

Qualora un interessato, nel frattempo, avesse già presentato domanda per uno dei progetti cancellati, può presentarne una nuova per un altro progetto inserito nel bando.

L’elenco dei progetti è consultabile grazie al motore di ricerca presente sul sito ufficiale.

Nella provincia di Ancona ci si può candidare per il progetto: “Accompagnamento Dei Ciechi Civili Ex Art. 40 – Ancona” promosso dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus.

Il progetto dell’Uici Ancona, disponibile nel sito, è rivolto a 12 volontari che, oltre ai requisiti richiesti da bando, devono essere in possesso di: conoscenze informatiche di base, patente B, diploma di scuola media superiore e predisposizione al lavoro di gruppo.

I candidati devono presentare una sola domanda presso l’ente promotore del progetto scelto entro il 3 giugno 2019 con raccomandata A/R o via PEC (Posta elettronica certificata intestata all’interessato). Attenzione! Qualora si scelga di consegnare la domanda a mano, la scadenza è fissata alle ore 18 del 31 maggio.

Per ulteriori informazioni, per consultare e scaricare il bando e i moduli di domanda potete contattarci all’Informagiovani, siamo a vostra disposizione!

Tirocini all’estero di maggio

Questo è il momento giusto per pensare a un tirocinio da fare dopo l’estate! Ecco la nostra selezione di offerte da consultare per trovare quello che fa per te!

Per neolaureati – Financial Analyst trainee presso ECHA – Agenzia europea per le sostanze chimiche – Helsinki (FI)
Durata: 6 mesi a cominciare da settembre
Requisiti: laurea in materie economiche o finanziarie, ottima conoscenza dell’inglese, attenzione ai dettagli, capacità di rispettare le scadenze, esperienza con Word ed Excel, buona capacità comunicativa e di lavorare in gruppo
Retribuzione: prevista
Scadenza: 20 maggio

Per laureati – tirocini presso la Corte dei Conti dell’UE – Lussemburgo
Durata: dai 3 ai 5 mesi, a partire da settembre
Requisiti: laureati con conoscenza soddisfacente di una seconda lingua dell’UE
Retribuzione: 1350 al mese (se disponibile da bilancio)
Scadenza: 31 maggio

Per studenti universitari o laureati – Media Internship allo Space Training Team dell’ESA Agenzia Spaziale Europea
Durata: 4 mesi
Requisiti: studi attinenti al settore e al dipartimento scelto
Retribuzione: previsto un rimborso spese
Scadenza: candidature accettate tutto l’anno

Per laureati – posizioni varie nei settori sostenibilità, sanità, nucleare presso il JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione europea) – sedi varie
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea attinente la posizione, conoscenza dell’inglese a livello B2, competenze informatiche
Retribuzione: prevista
Scadenze per la candidatura: varie tra il 13 maggio e il 6 giugno

Per laureati – tirocini presso le delegazioni UE nel mondo – sedi varie
Durata: 6 mesi per i tirocini per laureati, con inizio il 1 luglio
Requisiti: conoscenza dell’inglese o del francese, a seconda della posizione offerta
Retribuzione: prevista
Scadenza: scadenze varie a fine maggio

Per laureati – Human Resources Trainee presso Eurocontrol – Bruxelles (BE)
Durata: da 6 a 12 mesi
Requisiti: laurea attinente, buona conoscenza del francese e dell’inglese
Retribuzione: 900 euro mensili
Scadenza: 26 maggio

Per studenti – E-commerce Internship – con ESPA, Nottingham (UK)
Durata: 6 mesi, con inizio entro i prossimi tre
Requisiti: studi attinenti e conoscenze relative alla mansione, livello di inglese almeno B2
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza per la candidatura: al più presto

Per studenti – Business Development Internship – con ESPA, Londra (UK)
Durata: 6 mesi, con inizio tra giugno e luglio
Requisiti: studi attinenti e conoscenze relative alla mansione, livello di inglese almeno B2
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza per la candidatura: al più presto

Borse lavoro e borse ricerca: esperienza lavorativa e formativa

A partire dal 13 maggio 2019 è possibile presentare domanda per partecipare ai bandi per le borse lavoro e le borse ricerca, emessi dalla Regione Marche.

Le borse lavoro e/o ricerca rappresentano degli strumenti di aiuto economico per l’inserimento lavorativo e hanno come obiettivo quello di aiutare le persone a orientarsi verso un’esperienza lavorativa.

Quest’esperienza non implica alcun rapporto di lavoro dipendente con l’azienda o il soggetto che ospiterà il borsista, il quale infatti sarà retribuito da chi eroga la borsa. La borse lavoro/ricerca si configura, infatti, come esperienza formativa, volta ad aumentare le competenze e le possibilità occupazionali del borsista.

Da un lato c’è un’azienda che ospita, dall’altro c’è il soggetto che beneficia della borsa lavoro o ricerca e che quindi viene inserito in azienda a fianco dei dipendenti ma con la differenza sostanziale che il cosiddetto borsista non viene pagato dal titolare dell’impresa, ma da un ente pubblico tramite fondi pubblici: in questo caso la Regione.

Cerchiamo ora di analizzare nello specifico i due bandi.

BORSE LAVORO PER OVER 30

Vengono finanziate 1200 borse lavoro sull’intero territorio regionale, in proporzione diversa da provincia a provincia, in base alla percentuale di “popolazione attiva residente” e alle “persone in cerca di occuPazione”. Per la provincia di Ancona le borse finanziabili sono 416.

DESTINATARI:

Soggetti disoccupati iscritti al Centro per l’impiego, non percettori di alcun ammortizzatore sociale, che abbiano già sottoscritto il Patto di Servizio Personalizzato con un CPI regionale, residenti nelle Marche, di età 30 anni, in possesso di diploma di scuola secondaria di primo o secondo grado (quindi diploma scuola media inferiore o superiore).

SOGGETTI OSPITANTI

Le borse lavoro possono essere svolte solo presso datori di lavoro privati, imprese o associazioni senza fini di lucro iscritte nei pubblici registri che abbiano sede operativa nelle Marche.

DURATA E ORARIO

La borsa lavoro potrà essere svolta per un periodo massimo di 6 mesi e con un orario che può andare da un minimo di 25 a un massimo di 35 ore settimanali.

INDENNITÀ

Il borsista riceve un’indennità mensile pari a 700,00 euro lordi.

A questo link potete consultare il bando completo.

BORSE RICERCA PER UNDER 30

Vengono finanziate 300 borse ricerca sull’intero territorio regionale sulla base delle caratteristiche del tessuto economico produttivo e del numero dei disoccupati laureati.

DESTINATARI:

Soggetti disoccupati iscritti al Centro per l’impiego, non percettori di alcun ammortizzatore sociale, che abbiano già sottoscritto il Patto di Servizio Personalizzato con un CPI regionale, residenti nelle Marche, di età < 30 anni, in possesso di laurea triennale e/o magistrale.

SOGGETTI OSPITANTI

Anche in questo caso, i soggetti ospitanti i borsisti possono essere datori di lavoro privati, imprese o associazioni senza fini di lucro iscritte nei pubblici registri che abbiano sede operativa nelle Marche.

DURATA E ORARIO

La borsa lavoro potrà essere svolta per un periodo massimo di 9 mesi e con un orario che può andare da un minimo di 25 a un massimo di 35 ore settimanali.

INDENNITÀ

Il borsista riceve un’indennità mensile pari a 800,00 euro lordi.

A questo link il bando completo.

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA E SCADENZA

Sia per le borse lavoro sia per le borse ricerca, la domanda va presentata esclusivamente on line attraverso il sistema informativo Siform 2 a questo link: https://siform2.regione.marche.it a partire dal 13/05/2019 fino a esaurimento fondi e comunque entro e non oltre il 31/12/2020.

Per entrambi i bandi i CPI possono proporre e valutare assieme al soggetto disoccupato interessato i possibili soggetti ospitanti favorendone l’incrocio e il colloquio e stilano un elenco di soggetti potenziali ospitanti che può essere consultato sia presso i CPI sia on line al questo link.

Vi consigliamo comunque anche di muovervi in maniera autonoma per cercare un’azienda ospitante consultando anche le offerte di lavoro pubblicate dall’Informagiovani consultabili sia on line alla pagina dedicata (aggiornate settimanalmente) sia in forma cartacea allo sportello.

Al via le selezioni per diventare navigator!

Dalle ore 10 del 18 aprile è possibile presentare domanda per partecipare alla selezione pubblica per diventare uno dei 3.000 navigator che aiuteranno i beneficiari del Reddito di Cittadinanza a orientarsi nel mercato del lavoro.

Il navigator è una nuova figura professionale introdotta con il Reddito di cittadinanza (RdC) (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo) e che diventa la figura centrale di questo sistema fornendo assistenza tecnica ai Centri per l’Impiego (CPI) per conto dell’Anpal Servizi, società dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro che si occupa di promuovere e sviluppare l’occupazione sul territorio nazionale. I navigator aiuteranno, quindi, il personale dei CPI nella ricerca di lavoro per i beneficiari del RdC.

3000 sono le posizioni aperte sul territorio nazionale, distribuite secondo la ripartizione territoriale indicata nel bando; per le Marche le posizioni aperte sono 55, suddivise poi su base provinciale (17 quelle per Ancona).

A questo link è possibile prendere visione dell’avviso contenente i criteri di selezione, che cercheremo qui di sintetizzare.

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE

Possono partecipare alla selezione solo i candidati laureati (laurea magistrale/specialistica o del vecchio ordinamento) in una delle discipline previste da bando: settori economico, sociale, psicologico, giuridico, ecc. Sono ammesse ovviamente anche le lauree equipollenti.

Saranno ammessi al massimo 20 candidati per ogni posto ricercato; l’ordine sarà stabilito in base al miglior voto di laurea e in caso di parità verrà preferito il candidato più giovane di età.

PROVE D’ESAME

La prova d’esame consiste in un test a risposta multipla, da svolgersi in 100 minuti, composto da 100 domande su varie tematiche: cultura generale, psicoattitudinali, logica, informatica, politica del lavoro, RdC, contrattualistica, economia aziendale, sistema di istruzione e formazione e regolamentazione del mercato del lavoro.

Il punteggio minimo per superare la prova è di 60/100. La graduatoria viene stilata su base provinciale.

I candidati idonei ma non vincitori potranno essere chiamati, sempre in ordine di graduatoria, a soddisfare eventuali fabbisogni anche per la copertura di posizioni non coperte all’interno di province limitrofe a quella per la quale hanno presentato la candidatura.

DURATA DELL’INCARICO E COMPENSO

L’incarico di collaborazione durerà fino al 30 aprile 2021 e avrà un compenso lordo annuo di olre 27mila euro più un rimborso forfettario di 300 euro lordi mensili per le spese di viaggio, vitto e alloggio.

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Le candidature possono essere inviate esclusivamente on line sul sito https://selezionenavigator.anpalservizi.it/ entro e non oltre le ore 12.00 dell’8 maggio 2019.

Per accedere è necessario essere in possesso di un PIN INPS, o delle credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) oppure CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Vi consigliamo di consultare con frequenza il sito dell’Anpal per tenervi aggiornati sugli sviluppi del concorso.

Elezioni europee del 26 maggio, stavolta voto!

Manca solo un mese all’appuntamento del 26 maggio, il più importante dell’anno per l’Europa!

Tutti i cittadini europei che compiono 18 anni entro il 26 maggio potranno votare per eleggere i 751 deputati che li rappresentano al Parlamento europeo. L’Italia ha 73 parlamentari da eleggere (sarebbero stati 76 se la Gran Bretagna fosse effettivamente uscita dall’UE, cosa che non è ancora definitiva), che sono tanti e questo significa che come paese abbiamo un peso notevole sulle decisioni che si prendono.

Votare ti permette di scegliere chi prenderà queste decisioni e in quale direzione, secondo quale visione e quale idea di Europa vuoi che si realizzi. Non votando, altri decideranno per te ed è una responsabilità che non è consigliabile lasciare ad altri.

Votare alle elezioni europee significa dire la propria su ciò che l’Europa dovrà decidere per i prossimi cinque anni per quanto riguarda il commercio internazionale, la sicurezza, la protezione dei consumatori, la lotta al cambiamento climatico e la crescita economica. Gli eurodeputati non solo modellano la nuova legislazione ma controllano anche l’operato delle altre istituzioni europee.

Votare non è solo un dovere ma anche e soprattutto un diritto, quello di ricercare e promuovere i valori che più ti rappresentano, perché sono quelli che poi daranno forma alle leggi e ai regolamenti sulle questioni pratiche.

A volte non si vota per ragioni molto semplici ma di fondamentale importanza, come il non sapere come si vota? e quando? come si fa a scegliere chi votare se non so chi sono i candidati?
Cominciamo a rispondere a queste domande, per cercare di aiutare chi non ha esperienza o non ha avuto tempo finora di informarsi sui siti ufficiali.

Si vota domenica 26 maggio dalle 7 alle 23 (segnalo subito sul tuo calendario!) presentandosi al proprio seggio elettorale (quello indicato sulla tessera elettorale) con la tessera e un documento di identità valido (cioè non scaduto: e il tuo, quando scade?).

Chi non ha la tessera elettorale, perché ha compiuto da poco 18 anni, perché l’ha persa, o non ha più posto per i timbri (ogni volta che voti, avrai un timbro sulla tua tessera elettorale), può andare a prenderla all’ufficio elettorale del Comune di residenza, questo è quello di Ancona. Sono previste aperture straordinarie per permettere a tutti di ritirare i documenti necessari al voto.

Potrai votare indicando da 1 a massimo 3 preferenze per i candidati della lista che sceglierai (devono essere tutti della stessa lista!), nel caso delle Marche per la circoscrizione Centro. Molti dettagli, approfondimenti e risposte si trovano risposte a molte domande sul sito ufficiale dedicato del Parlamento europeo, e sul sito del Ministero degli Interni.

Per trovare il tuo candidato o la tua candidata, dovrai cercare e scegliere nelle liste del partito, movimento o gruppo politico che ha presentato le sue liste e da cui ti senti rappresentato. Sul sito del Ministero degli Affari Interni sono stati pubblicati lo scorso 18 aprile i contrassegni di quelli che hanno presentato i documenti necessari, e successivamente anche le liste e i candidati.

Il voto del 26 maggio sarà particolarmente importante per determinare cosa sarà l’Europa nel prossimo futuro, dato che, come abbiamo detto tante volte, l’UE non è uno stato, non è una istituzione rigida e predefinita, ma cambia e può cambiare nel tempo a seconda della forma che gli stati membri e i loro cittadini vorranno darle.

Questa volta ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità e scegliere il proprio futuro, ricordando quali sono i valori fondanti dell’Europa, quelli che ci hanno garantito per molti decenni pace, crescita economica, cooperazione, maggiori libertà e opportunità.
Abbiamo imparato negli ultimi tempi come sia facile trasformare la diversità in divisione, e come sia fragile e precaria la democrazia. L’UE si basa sul rispetto condiviso dei diritti fondamentali e dei principi democratici, e il tuo voto è importante per far valere questi diritti, per te e per gli altri.

Non serve che impegni tutta la giornata del 26 maggio, basterà che dedichi un’ora (forse meno!) per andare a esprimere il tuo voto!

Test accesso università: novità 2019

Dopo l’esame di maturità con le relative novità introdotte già per la sessione di giugno 2019, gli studenti del quinto anno che scelgono di proseguire gli studi iscrivendosi all’università dovranno sostenere i test di ingresso per accedere ai corsi a numero programmato nazionale o locale.

I corsi di laurea ad accesso programmato nazionale sono: il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua italiana, lo stesso corso erogato in lingua inglese, il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina Veterinaria, il corso di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico direttamente finalizzati alla formazione di Architetto ed il corso di laurea delle Professioni Sanitarie.

Con un decreto ministeriale pubblicato lo scorso 28 marzo 2019 sono state introdotte nuove modalità per i test d’ingresso anche queste saranno già attive da settembre 2019.

I test d’ingresso organizzati dal Miur (Ministero istruzione, università e ricerca) per accedere ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale sono prove che si svolgono in contemporanea in tutte le università statati italiane in un giorno stabilito dal Ministero. É sempre il Miur che definisce il numero di posti disponibili, gestisce il test e le graduatorie nazionali.

Il calendario per l’a.a. 2019/2020 è già pubblico, si inizierà il 3 settembre con Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua italiana, il giorno successivo ci sarà il test per Medicina Veterinaria ed il 5 settembre il test per Architettura. Poi l’11 ed il 12 settembre seguiranno i test  per le Professioni Sanitarie e per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua inglese.

Come al solito tutte le prove inizieranno alle ore 11.00 e avranno una durata di 100 minuti, duranti i quali i candidati dovranno rispondere a 60 quesiti a risposta multipla.

La novità, relativa  a tutti i test d’ingresso, consiste nel contenuto delle domande: meno logica  e più cultura generale. Infatti è stato dimezzamento il numero dei quiz di ragionamento logico che passano da 20 a 10, per aumentare di ben 10 domande i quesiti di cultura generale. Resta invariato il ‘peso’ delle altre materie.

Per le professioni sanitarie le prove d’ingresso non seguono un modello di test nazionale uguale per tutte le Università, ogni Ateneo ha la libertà di redigere il proprio test, ma il Miur detta delle linee guida a cui i diversi Atenei devono attenersi per formulare il loro test. Linea guida che ad oggi non sono ancora state pubblicate ma che gli scorsi anni prevedevano dei test con modalità identiche a quelle del corso di laurea di Medicina e Chirurgia.

Per le modalità di iscrizione ai test ancora non è stata resa pubblica alcuna nota ma come gli scorsi anni ci si dovrebbe iscrivere prima al portale Universitaly, dove indicare le proprie preferenze. Una volta conclusa la procedura indicata nel bando del Miur, si dovranno seguire le istruzioni contenute nei bandi delle singole università per perfezionare l’iscrizione e partecipare ai test 2019.

Un aspetto che non ha subito cambiamenti è quello riguardante l’assegnazione dei punti: il candidato potrà raggiungere al massimo un punteggio pari a 90 punti rispondendo correttamente all’intero questionario dato che per ogni risposta esatta si acquisisce 1,5 punti, per ogni risposta errata si perdono 0,4 punti e 0 punti per ogni risposta omessa.

Tutte le prove di accesso programmato a livello nazionale sono molto selettive quindi gli studenti che intendono provare, dopo essersi preparati al meglio, è bene che abbiano pronto un piano B. Questo potrebbe consistere nel valutare l’iscrizione ad un corso di laurea uguale ma presso le università private oppure l’iscrizione ad un diverso corso di laurea in università statali in cui sia previsto il numero chiuso ma a livello locale, ossia quando il test d’ingresso viene gestito autonomamente dal singolo Ateneo, con date e prove diverse in tutta Italia. Per la conoscenza dei bandi e delle relative scadenze vi invitiamo a consultare autonomamente i siti delle università oppure a contattarci via mail: formazione@informagiovaniancona.com per una ricerca specifica o un colloquio orientativo.

Buono studio per i prossimi mesi!

Summer School per studenti

Le Summer School, o scuole estive, sono programmi offerti da università e simili istituti di formazione superiore o accademica che durante l’estate accolgono persone esterne e le invitano a partecipare alle loro attività formative dedicate a temi specifici.

Le Summer School, che possono durare una, due o sei settimane, sono spesso rivolte a studenti universitari, come abbiamo visto qui, ma ce ne sono molte anche per studenti delle ultime classi delle scuole secondarie. E’ il caso dei corsi di lingua e cultura del paese di svolgimento o corsi teorico-pratici. In tutti i casi ci sono spazi e tempi per attività ricreative collaterali, come giochi, attività di team building, sport particolari, escursioni o altro.

Le summer school per studenti possono essere dedicate a presentare i programmi dell’università a possibili futuri studenti, e far sperimentare alcune attività e ambiti di studio esemplificativi. Ma spesso sono anche brevi campi di formazione e scambio, di pratica e approfondimento su un tema specifico, ad esempio molti si concentrano su aspetti o applicazioni delle nuove tecnologie.

Le Summer School aperte a partecipanti internazionali sono molto spesso in lingua inglese, ed quindi per partecipare è richiesta una conoscenza della lingua almeno di livello B2. I programmi aperti non solo a studenti universitari richiedono spesso di aver compiuto 18 anni per poter partecipare.

Partecipare a una Summer School è un’ottima occasione di usare una parte delle vacanze per immergersi in un argomento che ci appassiona, frequentare una università straniera e vedere com’è dal vivo, esercitare una lingua straniera, fare nuove amicizie e creare contatti interessanti, conoscere nuove culture e città nuove.

I costi di partecipazione variano da scuola a scuola, e cercando con attenzione e per tempo è possibile trovare programmi molto interessanti e gratuiti! Per i partecipanti sono previsti anche vitto e alloggio a carico dell’organizzazione promotrice, mentre i costi di viaggio sono a carico dei partecipanti.

Un’esperienza di questo tipo è perfetta per unire più vantaggi: esplorare una piccola parte di Europa, una cultura diversa, fare un viaggio e partecipare ad attività interessanti e divertenti, usare finalmente l’inglese imparato a scuola, arricchirsi e divertirsi in modi diversi dal solito.

Si tratta inoltre di una esperienza internazionale che aiuta ad aprire la mente, e che ha sempre più valore in un mondo globalizzato, sicuramente più complesso ma che offre anche tante possibilità per dedicarci proprio quello che ci piace. Una Summer School infatti può avere un valore orientativo, se ci fa capire che quel settore di studi è proprio quello che ci interessa, o ce ne fa scoprire di nuovi. E poi può costituire la base per lo sviluppo della futura vita professionale, e una voce da aggiungere al CV!

Ecco alcuni siti con offerte di Summer School rivolte anche a studenti delle scuole secondarie: