competenze trasversali soft skill

Cv a puntate: competenze trasversali e soft skill

Qual è la parte del cv più difficile da scrivere? Proprio quella della competenze trasversali, in cui devi saper raccontare che cosa sai fare, al di là delle conoscenze relative al tuo settore, e soprattutto come lo sai fare.
La maggior parte di noi, una volta buttata giù qualche riga sul titolo di studio e le esperienze di lavoro, pensa: “fatto!”. Invece è proprio in questa sezione del cv che possiamo differenziarci da tutti quelli che hanno il nostro stesso titolo di studio, e più o meno le stesse esperienze di lavoro.

Che cosa devi metterci? Di cosa dovresti parlare?
Cominciamo dalle competenze più semplici, che sono le conoscenze linguistiche e informatiche, o tecniche.

Nella parte del cv dedicata alle conoscenze linguistiche specifica qual è la tua madrelingua e le altre lingue che conosci, ognuna con accanto il tuo livello di conoscenza. Ti consiglio di utilizzare delle parole semplici, che facciano capire a chi legge che uso puoi fare di quella lingua (conoscenza base, intermedia, fluente, ottima) e magari se sai anche scrivere, e non solo usarle per parlare.
Attenzione però, non indicare il voto che avevi o hai a scuola, ma una autovalutazione del tuo livello di conoscenza della lingua. Se hai delle certificazioni, aggiungi anche quelle (nome e data di conseguimento). Naturalmente non scriverai che conosci l’italiano (o la tua madrelingua) molto bene… il tuo livello è, appunto, madrelingua! (cioè la conosci benissimo). Usa le definizioni dei livelli europei (A1, A2, fino al C2) solo se pensi che la persona a cui invierai il tuo cv le può capire.
Chi utilizza naturalmente, e in maniera corretta e fluente, due lingue, può indicarle entrambe come madrelingua. Chi invece non ha conoscenze linguistiche, e magari lavora in un settore o in una posizione per cui non servono, può eliminare del tutto la sezione relativa alle conoscenze linguistiche. Ricordiamoci che il cv serve ad evidenziare i punti di forza e le conoscenze, e non quello che non so o non so fare.

Poi, sezione competenze informatiche. Nomina i sistemi operativi che sai usare, i programmi e le applicazioni che conosci e che usi. Navigazione internet e posta elettronica ormai vengono dati per scontati. Attenzione invece a eventuali software di settore, ad esempio il CAD, programmi utilizzati in contabilità, o per la gestione del magazzino o dell’archivio.

Una storia a parte è quella dei canali social che utilizzi e che possono essere interessanti: sempre più aziende e professionisti li utilizzano per farsi conoscere, farsi trovare e promuovere i loro servizi e prodotti. Se ne sai usare alcuni in maniera almeno semi-professionale (non basta avere un profilo Instagram per poterlo usare come strumento di lavoro), indicalo in questa sezione.

Ora, andiamo alle importantissime soft skill, quelle che riguardano il modo in cui ti approcci alle cose, al lavoro, alle persone. Questa è la parte veramente più difficile da scrivere, perché implica un momento di riflessione su se stessi, e una certa dose di consapevolezza. Ma è anche la parte del tuo cv che molti datori di lavoro guarderanno con particolare attenzione, perché le soft skill sono sempre più rilevanti quando si tratta di scegliere un nuovo collaboratore. Prenditi qualche momento per riflettere su quali sono i pregi, gli aspetti positivi del tuo carattere e del tuo modo di fare, che magari anche le persone a te vicine ti riconoscono. Cerca di ricordare se ci sono state occasioni o esperienze nelle quali le hai utilizzate o le hai sviluppate, e menzionale brevemente in questa sezione.

Ecco le aree di competenze che di solito si trovano nei cv, e le domande a cui devi provare a rispondere. Quali sono le tue qualità personali, le capacità di relazione, di comunicazione, di organizzazione che hai sviluppato o sperimentato nel corso della tua vita, non solo professionale?
Sai gestire il tuo lavoro autonomamente? Sai adattarti in ambienti che non sono quelli che frequenti di solito, e sai capire i diversi contesti per adeguare la tua comunicazione o il tuo approccio alle persone? Hai già avuto esperienze di attività in equipe di lavoro multiculturali? Sai organizzare un evento, o una riunione, o delle attività ricreative per bambini?

Una volta messe a fuoco queste informazioni da inserire, puoi veramente considerare completo il tuo cv!

 

Apprendistato professionalizzante: formarsi lavorando

La Regione Marche ha emesso in questi giorni un avviso pubblico per la presentazione di progetti quadro per l’offerta formativa pubblica finalizzata all’acquisizione di competenze trasversali e di base previste dall’apprendistato professionalizzante.

L’avviso pubblico è rivolto agli enti di formazione pubblici e privati e ha come destinatari degli interventi i soggetti assunti nelle Marche a partire dal 01/01/2020 con il contratto di apprendistato professionalizzante.

Senza entrare nel merito dell’avviso pubblico, in questa sede vogliamo approfondire la forma di contratto di apprendistato professionalizzante.

L’apprendistato professionalizzante (D.Lgs 81/2015) è un contratto di lavoro che offre ai giovani l’opportunità di inserirsi nel mercato del lavoro formando le proprie competenze professionali.

È un contratto di lavoro a tempo indeterminato a causa mista, perché il lavoro si alterna con la formazione, ed è finalizzato a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica.

L’apprendistato professionalizzante rientra dentro una macrocategoria che è quella dell’apprendistato che è una tipologia di lavoro che viene incontro ai più giovani che devono per l’appunto “apprendere” un lavoro.

La formazione professionale è un elemento fondamentale per un lavoratore, perché permette di aggiornare ed ampliare le proprie competenze. Nel contratto di apprendistato professionalizzante, la formazione è inserita all’interno di un vero e proprio contratto di lavoro, la cui causa è lo scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione a cui si aggiunge l’obbligo formativo a carico del datore di lavoro.

La formazione prevista da questo tipo di contratto si articola in formazione di tipo professionalizzante, a cura dell’impresa (durata e modalità di erogazione sono stabilite a livello nazionale dai contratti collettivi o dagli accordi interconfederali), e formazione per l’acquisizione di competenze base e trasversali, disciplinata dalla Regione.

Possono essere assunti in tutti i settori di attività, pubblici o privati, con contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione professionale ai fini contrattuali i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Per i soggetti in possesso di una qualifica professionale l’età minima scende a 17 anni.

Il contratto di apprendistato professionalizzante è piuttosto conveniente sia per i giovani che per i loro datori di lavoro. Per i primi infatti si tratta di un contratto a tempo indeterminato che ha una natura duplice.

È, infatti, un contratto di lavoro a tempo indeterminato in 2 fasi: nella prima, alla prestazione di lavoro, si aggiunge la formazione con carattere specializzante (senza la quale non può dirsi un contratto di apprendistato), la seconda rientra nell’ordinaria casistica del rapporto di lavoro subordinato, nel senso che si può trasformare direttamente in un contratto a tempo indeterminato.

Anche per le aziende questo tipo di contratto ha un duplice vantaggio: possono formare le risorse di cui hanno bisogno, creare con loro un rapporto di fiducia e poi inserirle una volta per tutte e, inoltre, usufruiscono di tutta una serie di sgravi contributivi sia durante il periodo di apprendistato che nel primo anno dell’assunzione.

Il contratto può avere una durata che va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni, 5 per l’artigianato.

Così come per gli altri contratti di apprendistato, anche per quello professionalizzante, è fondamentale la figura del tutor cui farà riferimento l’apprendista per tutta la durata del lavoro. Il tutor può essere anche il datore di lavoro stesso.

La formazione svolge un ruolo fondamentale, l’apprendistato è infatti contrassegnato da un PFI, ossia un Piano Formativo Individuale che ha il compito di definire il percorso formativo dell’apprendista in coerenza con la qualifica che deve raggiungere e considerando le competenze di cui è già in possesso.

Tale formazione può essere interna o esterna. Nel primo caso viene erogata dentro l’azienda purché questa possieda requisiti di “capacità formativa”; cioè abbia la capacità di erogare formazione attraverso strumenti e materiali adatti a trasferire le competenze per acquisire le conoscenze aziendali. Nel secondo caso, invece, viene affidata a operatori istituzionalmente preposti alla formazione durante l’apprendistato.

I giovani potenziali apprendisti possono seguire gli sviluppi del bando alla pagina dedicata sul sito regionale.

tirocini estero novembre 2019

Tirocini all’estero di novembre

E’ sempre un buon momento per considerare l’idea di fare un tirocinio all’estero! Ecco delle occasioni per studenti e laureati.

Per neolaureati o studenti – tirocini presso l’UNHCR – Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite – Strasburgo (FR)
Durata: 6 mesi con inizio il 15 dicembre
Requisiti: studi attinenti, conoscenza del francese e dell’inglese, conoscenza dei diritti umani europei e dei rifugiati
Retribuzione: prevista
Scadenza: 8 novembre

Per laureandi o laureati magistrali, tirocini in IT Engineer, Data Science, Cyber Security presso Eurocontrol – Organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea – Bruxelles (BE)
Durata: tra 3 e 12 mesi
Requisiti: nazionalità di uno degli Stati membri di Eurocontrol o ECAC, studi attinenti, ottima conoscenza scritta e orale dell’inglese o del francese
Retribuzione: previsto un contributo mensile di 900 euro
Scadenza: varie tra il 12 novembre e il 30 dicembre

Per neolaureati, tirocinio in HR presso il CEDEFOP – Centro Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale – Salonicco (GR)
Durata: 9 mesi con inizio il 16 gennaio 2020
Requisiti: nazionalità di uno degli stati membri o di un paese in fase di pre-accesso, laurea attinente, conoscenza di due lingue ufficiali europee di cui una deve essere l’inglese
Retribuzione: circa 979 euro mensili
Scadenza: 21 novembre

Per laureati, tirocini presso Italian Translation Unit del Parlamento europeo – Lussemburgo
Durata: 5 mesi con inizio a marzo
Requisiti: conoscenza dell’italiano a livello madrelingua, buona conoscenza di altre due lingue ufficiali UE, laurea, copacità di comunicazione e di lavorare in gruppo
Retribuzione: prevista
Scadenza: 30 novembre

Per laureandi, laureati o dottorandi – tirocini presso l’UNICEF – Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia – USA e altre sedi nel mondo
Durata: 6 mesi
Requisiti: studi attinenti, conoscenza di almeno una delle lingue di lavoro dell’organizzazione (inglese, francese, spagnolo)
Retribuzione: alcune posizioni la prevedono altre no
Scadenza: varie a novembre

Per studenti o laureati – tirocini presso l’ESMA , Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati – Parigi (FR)
Durata: da 6 a 12 mesi
Requisiti: studi attinenti (area legale, economica, finanziaria e risorse umane), conoscenza della lingua inglese
Retribuzione: prevista sia per studenti (1100 euro mensili circa) che per laureati (1600 euro mensili circa)
Scadenza: 31 dicembre

Per laureati o dottorandi – tirocini presso EMBL European Molecular Biology Laboratory – Cambridge (UK)
Durata: 12 mesi
Requisiti: curriculum attinente
Retribuzione: 1000 GBP al mese
Scadenza: 15 novembre

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I componenti dei seggi elettorali

Nei mesi di ottobre e novembre di ogni anno vengono emessi gli avvisi pubblici per l’scrizione agli albi dei presidenti e degli scrutatori dei seggi elettorali.

Con il termine “seggio elettorale” si intendono sia il luogo dove gli elettori si recano per votare sia il complesso delle persone che prestano servizio nell’ufficio stesso.

Il seggio elettorale deve essere costituito appositamente presso ogni sezione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali o referendarie per sovrintendere allo svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio. Esso è formato da un presidente, da un numero variabile di scrutatori (uno dei quali svolge le funzioni di vicepresidente) e da un segretario; presso l’ufficio operano inoltre i rappresentanti dei candidati e delle liste.

Per svolgere le funzioni di Presidente di seggio elettorale è necessario essere iscritti nell’Albo delle persone idonee all’Ufficio di Presidente di seggio elettorale. Ogni Comune emette ogni anno nel mese di ottobre l’avviso per l’iscrizione all’Albo.

La carica di presidente di seggio è quella che comporta le maggiori responsabilità in quanto egli è giuridicamente responsabile in prima persona, anche sotto il profilo penale, dello svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio.

Tra i numerosi compiti di presidente c’è anche quello di costituire l’ufficio elettorale di sezione, chiamando a farne parte gli scrutatori nominati secondo la legge e il segretario, da lui stesso designato prima dell’insediamento dell’ufficio elettorale.

Possono ricoprire l’incarico di presidente i cittadini italiani maggiorenni, iscritti nelle liste degli elettori e in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Stessi requisiti devono possedere anche coloro che vogliono ricoprire il ruolo di segretario.

Gli scrutatori, infine,sono coloro che assistono e partecipano alle operazioni di voto nelle sezioni elettorali. Anche per svolgere questo incarico occorre essere iscritti all’Albo unico degli Scrutatori depositato presso l’Ufficio Elettorale del Comune, il quale contiene la lista delle persone idonee a ricoprire tale incarico e in possesso dei necessari requisiti, ossia essere iscritti nelle liste elettorali del Comune e avere assolto agli obblighi scolastici.

La richiesta d’iscrizione all’albo deve essere presentata una sola volta e resta valida fino a che l’elettore non perde i requisiti o chiede di essere cancellato. Quindi coloro che sono già iscritti all’Albo non devono ripresentare la domanda.

L’iscrizione va effettuata entro il 30 novembre di ogni anno, presso l’ufficio dell’anagrafe del comune dove si è registrati per il seggio elettorale.

Lo Scrutatore partecipa alla costituzione del seggio e alla preparazione del materiale elettorale; durante la consultazione svolge attività quali l’identificazione degli elettori, l’annotazione del numero delle loro tessere elettorali e il timbro di queste e, a consultazione chiusa, partecipa allo spoglio, al conteggio dei voti e a redarre le tabelle e i documenti relativi al voto e allo scrutinio.

Fare lo scrutatore è un bel modo per racimolare qualche soldo. Per molti anni è stata la classica aspirazione degli studenti, ma in questi anni di disoccupazione elevata lo è diventata anche per chi un vero lavoro non ce l’ha. Fare lo scrutatore di seggio (o il presidente di seggio o il segretario di seggio) può, quindi, essere un bel modo per guadagnare dei soldi nei giorni di elezioni politiche, amministrative o referendum.

I lavoratori dipendenti godono di un permesso retribuito per tutti i giorni in cui si svolgono le operazioni elettorali, a prescindere dall’effettivo orario di queste ultime, e inoltre di un riposo compensativo di uno o due giorni (a seconda che la settimana lavorativa sia di 6 o 5 giorni), a carico del datore di lavoro. Se i riposi non vengono fruiti, vengono retribuiti.

Per il Comune di Ancona, potete reperire avviso e domanda sul sito oppure passare allo sportello Informagiovani per averne una copia cartacea.

borse di studio daad Germania

Formazione in Germania con le borse di studio DAAD

La Germania è al quarto posto tra le destinazioni preferite dagli studenti, grazie ad un’offerta accademica molto ampia e ad un alto livello di formazione riconosciuto a livello professionale anche all’estero. Il sistema universitario tedesco prevede sia corsi accademici simili a quelli italiani che percorsi che uniscono teoria e pratica. L’università in Germania inoltre non prevede il pagamento di tasse, e i costi quindi sono limitati a piccoli contributi per i documenti e simili.

Se hai mai pensato di andare a studiare in Germania, anche solo per un periodo, o per una specializzazione post laurea, il DAAD può esserti di grande aiuto.

Il DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst, Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico) rappresenta le università tedesche all’estero e ha centri di informazione in molti paesi del mondo, tra cui l’Italia. Il DAAD promuove la mobilità verso la Germania di studenti, dottorandi, ricercatori e professori.

Il DAAD offre informazione ma anche borse di studio, tra cui : borse di studio/ricerca annuali (laurea specialistica, dottorato di ricerca, post-doc), borse brevi di ricerca, borse per corsi di lingua intensivi, per corsi estivi universitari, per viaggi di studio per gruppi di studenti,per professori e ricercatori.

La sede italiana del DAAD è stato fondata nel 2004 con il fine di intensificare le relazioni accademiche tra Italia e Germania. Si trova a Roma e fornisce informazioni dettagliate e organizzate sulle opportunità di studio e formazione in Germania, sia attraverso il sito che attraverso i suoi consulenti al centro DAAD di Roma e i lettori presenti in 13 università italiane (i più vicini a noi si trova a Bologna, Firenze e Roma).

Il Centro può rispondere alle domande relative al sistema universitario tedesco, ai corsi di studio internazionali offerti dalle università tedesche ed i corsi di lingua in Germania, sui programmi di borsa di studio offerti dal DAAD stesso e da altre fondazioni ed enti tedeschi. Offre inoltre orientamento e supporto per l’iscrizione presso le università tedesche.

Le borse di studio per l’Italia si rivolgono a studenti, dottorandi, ricercatori e professori che intendono svolgere una parte dei loro studi o delle loro ricerche in Germania. I programmi di studio riguardano tutte le discipline (anche artistiche) e si rivolgono anche a coloro che non conoscono il tedesco (in Germania esistono quasi 1200 corsi di laurea e scuole di dottorato in lingua inglese).

Ecco i bandi aperti al momento per borse di studio e di ricerca, con scadenza il 1 dicembre 2019.

Si tratta di quattro programmi di finanziamento:
Borse di studio – Corsi di laurea magistrale per tutte le discipline;
Borse per corsi estivi universitari;
Borse di ricerca – Borse annuali per dottorandi;
Borse di ricerca – Dottorati binazionali / Dottorati in co-tutela (cioè svolti in due paesi, grazie alla collaborazione di due atenei).

Sono aperte inoltre fino al 30 novembre le borse di studio per laurea magistrale (1 o 2 anni) e studi di approfondimento (1 anno) nell’ambito di arti visive, design, comunicazione visiva e cinema.

Se non hai trovato quello che cercavi o hai bisogno di altro supporto, contatta Eurodesk Ancona per una consulenza personalizzata!

Botteghe scuola: a scuola dal Maestro artigiano

Botteghe scuola è il bando, approvato dalla Giunta Regionale e rivolto ai disoccupati marchigiani, che prevede la realizzazione di 40 percorsi integrati di addestramento e riqualificazione, con il coinvolgimento attivo delle imprese artigiane.

Grazie al progetto regionale, la bottega torna ad essere luogo di formazione per i giovani che possono trovare nell’artigianato di qualità una concreta prospettiva professionale oltre raccogliere così il testimone di una cultura materiale che altrimenti rischia di perdersi e che arricchisce il territorio marchigiano anche da un punto di vista turistico.

L’Artigianato, tra i primi mestieri che l’uomo ha imparato e tramandato, ha affrontato cambiamenti e rivoluzioni politico-culturali e quindi non può certo essere fermato dall’industrializzazione, dalla globalizzazione o dalla digitalizzazione.

L’artigianato Italiano, poi, è tra i più antichi e rinomati nel Mondo; conosciuto e ricercato da tutti per le sue caratteristiche di “bello e ben fatto”, va ben oltre un semplice lavoro, perché da sempre è parte stessa del tessuto sociale di ogni città e paese, di cui custodisce tradizioni e usanze tipiche.

La crisi degli ultimi anni ha reso necessaria una seria riconsiderazione dei valori alla base delle scelte professionali dei giovani. In un mondo del lavoro caratterizzato da precarietà e insicurezza è necessario intraprendere percorsi più coerenti con i propri sogni, i propri talenti e le proprie passioni. In questo contesto i mestieri artigianali tradizionali hanno riacquistato la loro forza attrattiva.

Il bando Botteghe Scuola si inserisce, quindi, nell’ambito delle iniziative mirate all’attuazione dell’istruzione e addestramento artigiano e ha l’obiettivo di recuperare i mestieri della tradizione, coniugando le lavorazioni tipiche del territorio con le nuove tecnologie.

Si configurano, infatti, come laboratori delle imprese artigiane di cui è titolare o socio lavoratore un “Maestro Artigiano” che svolge compiti di addestramento e formazione.

Le Botteghe Scuola sono imprese appartenenti all’artigianato artistico, tipico e tradizionale, che hanno una sede operativa nelle Marche, presso la quale si svolgerà il percorso integrato.

I destinatari/beneficiari del percorso integrato sono le persone disoccupate, iscritte al Centro per l’Impiego, residenti nelle Marche e in possesso almeno del diploma di scuola secondaria di primo grado.

Chi parteciperà al percorso riceverà un’indennità mensile di 700 euro lordi per un massimo di 12 mensilità ciascuno.

La durata massima del percorso, infatti, è di 12 mesi, con un impegno settimanale minimo di presenza in Bottega di 25 ore settimanali fino ad un massimo di 35 ore.

C’è un compenso anche per i Maestri artigiani del valore individuale di 600 euro mensili.

Il progetto è fortemente personalizzato e mira a una riqualificazione delle competenze professionali cercando di facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro e incentivando la capacità autoimprenditoriale.

Per partecipare al bando occorre presentare domanda, esclusivamente on line, entro il 31/12/2020.

tirocini all'estero

Tirocini all’estero di ottobre

Ecco i tirocini all’estero che segnaliamo questo mese, per laureati, laureandi ma non solo, ci sono opportunità anche per studenti e diplomati!

Per neolaureati o studenti (Support and Enforcement Unit )|tirocini presso l’ECHA – European Chemicals Agency |Helsinki (FI)
Durata: 6 mesi con inizio a marzo
Requisiti: laurea attinente alla posizione offerta (chimica, scienze, biochimica, tossicologia, scienze ambientali e simili, giurisprudenza, scienze informatiche, ingegneria, scienze politiche, amministrazione pubblica, scienze della comunicazione e altre); capacità di analisi, saper lavorare per obbiettivi, buona capacità di comunicazione e lavoro in gruppo, buona conoscenza della lingua inglese
Retribuzione: circa 1,300 euro mensili
Scadenza: 18 novembre

Per laureati | tirocini presso la Corte dei Conti europea |Lussemburgo
Durata: da 3 a 5 mesi, con inizio a febbraio 2020
Requisiti: laurea attinente, conoscenza di due lingue ufficiali dell’UE
Retribuzione: 1,350 euro mensili, se c’è disponibilità in bilancio
Scadenza: 31 ottobre

Tirocini per laureati e studenti presso le Delegazioni UE del Mondo in Giordania e Repubblica Dominicana
Durata: 6 mesi a partire da novembre (per laureati) e fino a 6 mesi a partire da gennaio (per studenti)
Requisiti: laurea in relazioni internazionali, comunicazione o simili, ottima conoscenza dell’inglese o del francese (per laureati), dell’inglese e dello spagnolo per gli studenti
Retribuzione: circa 1,200 euro mensili (laureati)
Scadenza: 20 ottobre (laureati) e 30 novembre (studenti)

Per diplomati e periti tecnici |tirocini presso il CERN – Organizzazione europea per la ricerca nucleare |Ginevra (CH)
Durata: 1 anno, rinnovabile
Requisiti: diploma settori elettronico, meccanico, meccatronico, informatico e altri (vedi link)
Retribuzione: 3,546 franchi svizzeri al mese
Scadenza: 30 gennaio 2020

Per laureati o laureandi | Junior Fellowship Programme presso il CERN – Organizzazione europea per la ricerca nucleare|Ginevra (CH)
Durata: tra 6 e 36 mesi
Requisiti: laurea triennale o magistrale/specialistica in ingegneria, scienze applicate, computer science e simili
Retribuzione: tra 5,239 e 6,506 franchi svizzeri mensili
Scadenza: 20 marzo 2020

Per laureati |8 tirocini presso JRC- European Joint Research Centre | Ispra (IT), Geel ( BE), Petten (NL) , Karlsruhe (DE)
Durata: dai 3 ai 5 mesi
Requisiti: laurea attinente al tirocinio scelto (settori sanitario, energia, trasporti, clima, spaziale, sicurezza, migrazioni e altri)
Retribuzione: 25% della retribuzione di un funzionario AD5/1
Scadenza: varie tra il 21 ottobre e il 13 novembre

Global Climate Strike Ancona 27 settembre

Che cosa vogliono e cosa fanno i ragazzi che scioperano per il clima

Se siete tra i tantissimi, giovani e non, che venerdì mattina erano in piazza Cavour già lo sapete: è stata una giornata importante, quasi storica, per la città di Ancona, come per molte altre in Italia e all’estero, ed è solo l’inizio.
Per chi non c’era, ma ha capito che qualcosa di grosso sta succedendo, ecco quello che c’è da sapere, e da fare, per il prossimo futuro.

Venerdì 27 settembre moltissimi studenti di Ancona e città vicine (almeno 4000 tra scuole elementari, medie e superiori) hanno scioperato e manifestato per chiedere a tutti e alle istituzioni in particolare di cominciare ad agire concretamente per contrastare il cambiamento climatico. Il 27 settembre in tutto il mondo è stato il 3° Global Strike For Future, una iniziativa del movimento Fridays For Future (che ha promosso il 15 marzo e il 24 maggio altre due manifestazioni simili).

Fridays For Future è un movimento internazionale nato sull’esempio dello sciopero che la giovane studentessa svedese Greta Thunberg ha cominciato nel 2018 come forma di protesta. Gli studenti che decidono di non frequentare le lezioni scolastiche per partecipare a manifestazioni chiedono che si prenda finalmente atto dell’enorme problema che riguarda tutti (ma loro in modo particolare) e che si agisca, a livello politico locale e globale, per prevenire il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e quello che ne consegue.

Il movimento organizza proteste di fronte alle sedi delle istituzioni per spingerle a rispettare gli impegni presi alla conferenza di Parigi del 2015, che costituisce il primo accordo universale giuridicamente vincolante sul clima mondiale. Le manifestazioni del movimento vengono organizzate evitando violenza e odio, in modo da non causare danni e non spargere rifiuti.

Nonostante le numerose critiche che sono state fatte a Greta e ai giovani che partecipano al movimento (concentrate su tutt’altre questioni che quella di cui si dovrebbe parlare), è indubbio che l’emergenza è più che reale, e avrà un impatto grandissimo sul futuro di chi oggi ha la maggior parte della vita davanti e si troverà ad affrontare le conseguenze delle scelte fatte dalle generazioni precedenti.
Le catastrofi climatiche già in atto mettono a rischio il futuro vicino non solo dei giovani ma anche dei più deboli, come chi ha la sfortuna di vivere in paesi interessati per primi dall’innalzamento dei mari e dall’inquinamento atmosferico.

La manifestazione di venerdì si aggiunge alle altre che Fridays For Future Ancona ha organizzato, insieme ad iniziative di sensibilizzazione e azioni concrete a livello locale. Solo per citare un esempio, per ridurre l’inquinamento del suolo e rendere gli spazi più vivibili, i ragazzi si sono dedicati pulizia di piazza Cavour dai mozziconi di sigaro e sigaretta, che ad Ancona sono un problema notevole, diffusissimo e ignorato dai più (nonostante una legge vieti da tempo l’abbandono di piccoli rifiuti, prevedendo conseguenti sanzioni).

Si stanno discutendo già nuove iniziative e idee, come quella di individuare un’area per il rimboschimento, così da incrementare la superficie destinata al verde. Tra le questioni che interessano i ragazzi c’è anche la l’inquinamento dell’aria causato dal traffico di auto e navi che arrivano in porto.

Il gruppo FridaysForFuture Ancona è aperto a tutti quelli che hanno capito l’urgenza della questione e che vogliono fare finalmente qualcosa perché la consapevolezza della gravità della situazione raggiunga più persone possibili e muova le azioni della politica.
L’appuntamento è per giovedì 3 ottobre alle 19, per decidere qual è la prossima iniziativa su cui lavorare.

“E se qualcuno pensa ancora tutto questo sia un problema solo per panda e pinguini si sbaglia di grosso.”

Study abroad: la scuola all’estero

Study abroad è il secondo degli appuntamenti organizzati dall’Informagiovani di Ancona in occasione della settimana della mobilità all’estero, Time to move 2019. Del primo abbiamo già parlato nell’articolo della scorsa settimana.

Study abroad è l’appuntamento informativo gratuito in cui verranno presentate le opportunità di studio all’estero, rivolto ai ragazzi/e dai 14 ai 18 anni.

Studiare all’estero rappresenta siauna sfida che una conquista.

Una sida perché studiare all’estero comporta di dover lasciare il proprio Paese e le proprie abitudini per trasferirsi in un Paese straniero dove le certezze vengono sostituite dall’urgenza di mettersi in discussione tutti i giorni a migliaia di chilometri da casa.

I ragazzi che scelgono di provare l’esperienza di exchange student si trovano completamente fuori dalla famiglia, dove sono troppo protetti e assistiti, imparano una lingua straniera nella vita quotidiana più che sui libri e infine si confrontano con metodi di studio molto diversi da quelli cui erano abituati.

Le famiglie di questi ragazzi temono che il proprio figlio/a non sia in grado di affrontare da solo un cambiamento così importante.

Dall’altro lato, però, una conquista perché la possibilità di frequentare una scuola superiore in un paese estero è certamente una delle esperienze più significative e indimenticabili che un ragazzo/a possa fare nella propria vita.

Studiare all’estero per un periodo che può andare da un intero anno a un semestre o un trimestre è senz’altro un’opportunità unica di confrontarsi con un’altra cultura, imparare una lingua straniera e immergersi nella vita quotidiana di un Paese straniero, aprendo così la mente, insegnando a guardare il mondo da prospettive diverse, facendo crescere e maturare, con enormi vantaggi per il proprio futuro, sia a livello umano che professionale.

Un’altra preoccupazione è senz’altro per quello che aspetta l’exchange student al rientro, dopo un periodo più o meno lungo di assenza dalla scuola italiana.

È bene quindi sapere che il programma di studio all’estero, detto High School Program, è è riconosciuto dal MIUR. ll Ministero riconosce questo tipo di esperienze come parte integrante del percorso di studio in Italia e non come un’interruzione dello stesso. Pertanto chi lo sceglie non dovrà sostenere esami di idoneità (esami a settembre) e, al termine dell’esperienza all’estero, sarà riammesso nella sua classe di appartenenza in Italia.

Tuttavia la riammissione e il passaggio al semestre o all’anno scolastico successivo non è automatica. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di riammissione.

È consigliabile affrontare questo tipo di esperienza al terzo o quarto anno della scuola superiore, quando già i ragazzi/e hanno raggiunto un certo livello di autonomia e non sono impegnati con l’esame di maturità.

Il primo passo da compiere è quello di scegliere l’agenzia con cui partire. Le agenzie, riconosciute dal MIUR, si occupano di seguire tutte le varie fasi del programma: dalle selezioni degli aspiranti partecipanti, al percorso di formazione, al soggiorno all’estero, fino al rientro in Italia.

Occorre muoversi con grande anticipo perché la domanda va presentata diversi mesi prima della partenza (addirittura un anno prima per l’anno scolastico); la partenza avviene in genere a luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri Paesi e la necessità di arrivare nel Paese di destinazione con un certo anticipo in modo da iniziare ad ambientarsi.

I costi sono in genere abbastanza elevati e variano da Paese a Paese e in base alla durata del programma ma esiste anche la possibilità di ottenere delle borse di studio a copertura almeno parziale.

Per capire come funziona e come si può realizzare il sogno di fare questo tipo di esperienza, vi invitiamo a partecipare all’incontro informativo “Study abroad” dove avrete la possibilità non solo di conoscere ben 13 agenzie, confrontare le loro proposte, fare domande direttamente ai referenti delle stesse ma anche ascoltare la testimonianza di un ospite su come le sue esperienze di studio all’estero hanno influito sul suo futuro professionale e contribuito alla sua crescita personale.

La partecipazione all’evento è gratuita e aperta a tutti. Basta iscriversi!

Vi aspettiamo martedì 15 ottobre alle ore 16.00 all’Informagiovani.

Professione artista

In questi giorni nella sala espositiva dell’Informagiovani di Ancona è allestita una personale di Daniela Nasoni dal titolo “Nello stesso tempo”. Daniela, originaria di Varese, da poco stabilitasi ad Ancona, ha una consolidata esperienza professionale come artista. Ha attraversato un percorso che l’ha portata dai primi quadri con la rappresentazione di città dipinte ad acrilico su tela, legate al mondo dell’immaginario fino al più attuale progetto “6.829.360.438”, che prende radice dall’azione del donare, sia come desiderio di condivisione con gli altri, sia come volontà di contraddire le regole del mercato sulle quali è basata la società.

Daniela Nasoni, martedì 1° ottobre, parlerà direttamente delle sua esperienza, del suo lavoro e di come sia riuscita a fare, dell’arte, una professione. Sarà un incontro con una doppia valenza: da una parte la possibilità di confrontarsi con Daniela e conoscere in maniera più approfondita il suo lavoro; dall’altra, per chi avesse in mente di cercare nell’arte la propria strada professionale, la possibilità di avere idee, suggerimenti, indicazioni e informazioni utili per costruire il proprio progetto artistico e professionale in maniera efficace. Daniela racconterà di come ha mosso i primi passi in questo campo, delle scelte che ha fatto, delle opportunità che ha trovato ed anche delle difficoltà incontrate.

L’appuntamento è per martedì 1° ottobre alle 17.30 nella sala Informagiovani in piazza Roma ad Ancona. Nell’occasione Daniela accompagnerà i presenti anche ad una breve illustrazione della mostra allestita nei locali. 

Parti come au pair

Parti come au pair è l’evento che l’Informagiovani di Ancona organizza il 14 ottobre in occasione della settimana europea di Time To Move, la campagna informativa Eurodesk dedicata ai giovani UNDER 30 per promuovere le opportunità europee di mobilità.

Parti come au pair è solo il primo degli eventi organizzati all’interno della settimana della mobilità! Dal 14 al 18 ottobre, infatti, all’Informagiovani di Ancona concentriamo gli eventi dedicati a chi guarda all’estero per lo sviluppo della propria formazione e di una futura professione.

Trascorrere un periodo all’estero è sicuramente la modalità migliore per imparare una lingua straniera ma anche per fare un’esperienza proficua dal punto di vista dell’arricchimento del proprio bagaglio di competenze – non solo professionali ma anche e forse soprattutto personali.

Conoscerete nuove realtà, nuove culture e ovviamente nuove persone. Ma come è facile pensare la novità spaventa: mi troverò bene? saprò adattarmi? riuscirò a capire e farmi capire?

Partire come au pair è allora un’ottima soluzione per fare un’esperienza all’estero, imparare o migliorare una lingua straniera, senza dover affrontare spese eccessive e con il vantaggio di avere una famiglia di appoggio, e quindi una sistemazione sicura ed economica.

Lavorare come au pair o alla pari significa, infatti, vivere presso una famiglia straniera aiutando nell’accudimento dei figli e in piccole faccende domestiche, in cambio di vitto e alloggio e di una piccola retribuzione, variabile da paese a paese.

Capirete quindi quanto sia importante scegliere con cura la famiglia ospitante informandovi bene prima sulle condizioni che regolano questo tipo di lavoro.

È bene quindi sapere che l’esperienza di au pair è regolamentata in ambito europeo, come esperienza di scambio culturale,dall’Accordo di Strasburgo, che definisce diritti e doveri sia dell’au pair sia della famiglia ospitante.

In base a questo accordo, “i diritti e i doveri della persona collocata alla pari, nonché i diritti e i doveri della famiglia ospitante, devono essere concordati per iscritto, preferibilmente prima che l’au pair abbia lasciato il Paese nel quale risiede o, al più tardi, durante la prima settimana del collocamento”.

La scelta della famiglia vi consigliamo quindi di farla tramite agenzie accreditate con sede in Italia; rivolgendovi ad un’agenzia i rischi di incappare in una famiglia “sbagliata” sono minori perché le famiglie ospitanti vengono selezionate e comunque l’agenzia garantisce un ricollocamento presso un’altra famiglia nel caso la prima risultasse inadeguata.

Per il buon fine del matching au pair/famiglia, è importante dare una descrizione di sé più completa possibile, descrivendo i propri gusti, le abitudini, che cosa ci piace e cosa ci interessa, perché l’abbinamento è determinato non solo dalla reciproca disponibilità del periodo e della durata dell’esperienza, ma anche dall’affinità di gusti e di interessi per una migliore riuscita dello scambio culturale.

La famiglia ospitante deve essere una famiglia (ma può essere anche una madre o un padre single) disposta ad ospitare un ragazzo straniero rendendolo parte della stessa, avere almeno un figlio minorenne e avere una stanza libera a disposizione dell’au pair.

Per diventare “au pair” occorre avere tra i 17 e 30 anni (anche se nella maggior parte dei paesi, l’età minima è fissata a 18 anni e la massima a 27), essere celibi o nubili e senza figli, avere una conoscenza almeno basilare della lingua del paese ospitante e ovviamente avere esperienza nell’accudimento dei bambini.

Il possesso della patente di guida e il fatto di essere non fumatori sono considerati requisiti preferenziali.

La durata del soggiorno varia da 6 a 12 mesi (eventualmente prorogabili per ulteriori 12 mesi) e dipende sia dalla disponibilità dell’au-pair e della famiglia sia dalle regole in merito del paese ospitante.

Anche gli orari di lavoro possono variare in base al paese ospitante. L’au pair può essere impegnata dalle 15 alle 30 ore a settimana (ma mai più di 40), e ha diritto ad almeno un giorno libero a settimana, serate libere e tempo per poter frequentare un corso di lingua. Tutto questo va concordato prima di partire in base alle esigenze sia dell’au pair che della famiglia.

Se state pensando di partire come au pair o siete anche solo semplicemente curiosi di saperne di più, partecipate al nostro evento “Parti come au pair” in programma per lunedì 14 ottobre 2019 alle ore 16 nei nostri locali.

Durante l’incontro avrete modo di scoprire tutti i dettagli e confrontarvi direttamente con le agenzie che abbiamo invitato.

La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi questo link.

Vi aspettiamo numerosi!

Alternanza scuola lavoro: tutte le novità

Oggi, primo giorno di scuola per gli studenti marchigiani (e non solo), vogliamo affrontare alcune novità che riguardano il mondo della scuola, nello specifico la procedura di Alternanza Scuola Lavoro, novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 e che entrano quindi in vigore dal corrente a.s.

La prima grande novità riguarda il NOME: non più alternanza scuola – lavoro ma “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, a chiarire da subito i propri obiettivi.

COS’È

L’alternanza scuola lavoro (ASL) è un progetto, promosso dal MIUR, che permette agli studenti di liceo, istituti tecnici e professionali, di trascorrere un periodo di tempo a diretto contatto con la realtà lavorativa, grazie a un tirocinio ad hoc presso aziende o enti della Pubblica Amministrazione.

L’alternanza scuola lavoro deve la propria introduzione alla legge 107/2015 meglio nota come Buona Scuola, che ha reso obbligatoria questa nuova modalità didattica come esperienza utile agli studenti per la ricerca del futuro lavoro.

L’ASL è, infatti, un momento di preparazione che unisce studio teorico a esperienza pratica in azienda, allo scopo di arricchire le competenze acquisite sui libri con un’esperienza extrascolastica e aumentare il senso di responsabilità del ragazzo.

A CHI È RIVOLTA

L’Alternanza scuola-lavoro è obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, licei compresi.

QUANDO SVOLGERLA

I progetti di alternanza possono essere svolti sia durante l’anno scolastico, nell’orario di lezioni o nel pomeriggio, sia nei periodi di vacanza.

Le scuole sono incoraggiate a inserire nel calcolo delle ore dedicate all’alternanza scuola lavoro anche le eventuali esperienze lavorative svolte dallo studente all’estero.

DOVE SVOLGERLA

I progetti di alternanza possono essere svolti presso imprese, aziende, associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, ordini professionali e istituzioni.

Gli studenti potranno contare sulla figura di un tutor interno, cioè un docente che li guiderà nella scelta del percorso più conforme alle proprie attitudini e ambizioni e che verificherà che l’esperienza si svolga in maniera corretta. Al di fuori della scuola gli studenti saranno invece coadiuvati dal tutor esterno, appartenente all’azienda prescelta.

Una volta scelto il soggetto ospitante, lo studente dovrà accettare firmando il Patto Formativo, ossia le norme vigenti in quello specifico luogo di lavoro. A questo proposito è stata istituita una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti nell’alternanza,  con l’obiettivo di tutelare i ragazzi e per garantire la giusta sicurezza nello svolgimento della pratica. Questa carta è composta di sette articoli dettagliati che raccolgono tutto quello cui lo studente ha diritto (dal tipo di formazione alla presenza di un tutor a un corso di formazione sulla sicurezza sul lavoro) e le norme comportamentali da rispettare in azienda per non incorrere in provvedimenti disciplinari.

Una volta terminata l’esperienza pratica in azienda lo studente compilerà un modulo di valutazione per rendere conto della propria esperienza. Allo stesso tempo riceverà un Certificato delle competenze acquisite, che riconosce quali livelli di apprendimento ha raggiunto rispetto a quelli indicati nel Piano formativo.

Un’altra novità ancora è che lo svolgimento di questo percorso non è più condizione sine qua non per l’ammissione all’Esame di maturità anche se rimane in ogni caso obbligatorio, tanto è vero che all’orale della nuova maturità ne sarà richiesto un resoconto.

MONTE ORE

Anche su questo punto ci sono importanti novità: cambia, diminuendo, il monte ore minimo previsto per questo tipo di esperienza nei vari istituti passando a 180 ore negli istituti professionali (contro le 400 ore di prima), 150 ore in quelli tecnici (contro le 400 ore di prima) e 80 nei licei (contro le 200 ore di prima). Le scuole comunque potranno essere autonome nella scelta dell’aumento o meno del monte ore dedicato all’alternanza.

Per concludere un augurio per un anno scolastico ricco di emozioni positive e perché no di gratificazioni personali, sia dal punto di vista del profitto sia dal punto di vista dell’interesse ed entusiasmo che la scuola speriamo vi trasmetta.

Settembre: mese di buoni propositi

A settembre con la fine dell’estate, riparte la routine con tanti nuovi buoni propositi. All’Informagiovani notiamo sempre un maggior numero di persone che vengono e sono pro attive per la ricerca del proprio percorso formativo, professionale; questo mese è vissuto quasi come un inizio anno, dopo una pausa estiva più dedicata al tempo libero, alla riflessione e alla leggerezza.

Si riparte cercando di mettere “ordine” nella propria vita e non solo. È il momento adatto per liberarsi di tutto ciò che è superfluo, inutile e per riorganizzare quello che vogliamo tenere. Iniziamo in primis dalla nostra abitazione, dove spesso accumuliamo più oggetti possibili ma poi arriva il tempo di fare una cernita.

Il “declutterering”, de-clutter, togliere il disordine ed eliminare ciò che non serve più,  dovrebbe essere una linea guida per gestire al meglio la casa, l’armadio, ma anche altro, pensiamo ai video/immagini da noi realizzati, file, foto digitali, cartoline.

Sarebbe meglio essere strategici, organizzare le cose a cui si tiene di più in modo efficiente e utile. E se durante questo lavoro si trovano cose da buttare tanti sono i modi per sbarazzarsene.

Ad esempio vendere questi oggetti o vestiti nei mercatini di seconda mano, magari ricevendo in cambio un buono sconto, un’alternativa è barattare o riciclare oppure donare tramite associazioni di volontariato o il passaparola.

Oggi esistono numerose possibilità grazie ai mercatini fisici ma anche on line, ai gruppi face book creati ad hoc, alle iniziative promosse dai Comuni.

Ad esempio questo fine settimana adotteranno il metodo dello “sbaracco” i commercianti del Comune di Falconara  sabato 14 e domenica 15 svuotano i magazzini a prezzi stracciati allestendo appositi stand lungo l’isola pedonale dalle ore 10 alle 20.

Allora accanto alla parola “decluttering” inseriamo “space clearing”: l’arte di fare spazio.

Entrambe le azioni dovrebbero essere la soluzione al problema dell’accumulo degli oggetti, negli ambienti liberi dal superfluo sembra si lavori meglio e si perda meno tempo.

Comunque quando si riorganizza qualcosa l’obiettivo dovrebbe essere: sapere che cosa si ha, dove trovare quello che serve e dove mettere le altre cose indipendentemente da quante se ne hanno.

Il segreto potrebbe essere buttare via alcune cose e organizzarne molte altre. Questo vale anche traslato sulle proprie riflessioni per gli obbiettivi da raggiungere.

All’informagiovani trovate operatori disponibili ad aiutare in questa mission, con informazioni e ricerca eventi per le cose materiali e con tanti suggerimenti e input per orientare al percorso professionale più idoneo.

Non ci resta che augurarvi buon lavoro!

Crescere in digitale: opportunità per giovani e aziende

Nel mese di settembre riparte Crescere in digitale, il Progetto attuato da Unioncamere in partnership con Google e promosso da ANPAL, volto a promuovere, attraverso l’acquisizione di competenze digitali, l’occupabilità di giovani che non studiano e non lavorano (c.d. NEET) e investire sulle loro competenze per accompagnare le imprese nel mondo di Internet.

Crescere in Digitale offre ai ragazzi tra i 16 e i 29 anni (fuori da percorsi di studio e mondo del lavoro) iscritti al programma Garanzia Giovani corsi formativi, laboratori e tirocini aziendali retribuiti. I giovani saranno coinvolti in percorsi formativi per acquisire competenze digitali e in tirocini in cui affiancheranno gli imprenditori nello sviluppo della propria azienda su web.

I giovani potranno seguire un training on line di 50 ore, offerto da Google, sulle tematiche del web per il business, alla fine del quale dovranno sostenere un test volto a verificare le conoscenze acquisite e per il quale sarà rilasciata una certificazione.

I giovani che supereranno il test finale saranno convocati ai laboratori di formazione e di orientamento dove incontreranno le imprese del territorio. Durante questi laboratori i giovani sosterranno uno o più colloqui di lavoro con le imprese selezionate.

I laboratori prevedono delle sessioni di formazione di gruppo organizzate mensilmente presso le sedi provinciali delle Camere di Commercio delle Marche e volte a migliorare le conoscenze tecniche e relazionali e delle sessioni di formazione individuale, volte a favorire il matching fra giovane e impresa.

In caso di esito positivo dei colloqui, la Camera di Commercio attiverà tirocini formativi extracurricolari della durata di 6 mesi, rimborsati 500,00 euro al mese, con i fondi del Programma Garanzia Giovani.

Attraverso i tirocini, il giovane NEET potrà sperimentare le nozioni acquisite nel corso “Crescere in digitale” nel contesto operativo dell’impresa ospitante. Il tirocinante può supportare l’azienda nell’analisi della presenza on line, nell’implementazione e aggiornamento del posizionamento on line, nell’implementazione e aggiornamento della promozione on line, nell’analisi dei risultati e nell’utilizzo dei social media.

Le imprese potranno ospitare uno o più tirocinanti, senza dover coprire alcun costo di rimborso ai giovani. Per ogni tirocinante le uniche spese a carico dell’impresa saranno quelle legate al costo delle assicurazioni obbligatorie (INAIL e Responsabilità civile contro terzi).

Per iscriversi al progetto, i giovani NEET e le aziende dovranno collegarsi alla piattaforma crescere in digitale.

Nelle Marche i primi a iniziare con i laboratori di gruppo saranno i giovani della provincia di Ancona, il 25 settembre, e a seguire le altre province secondo il calendario stabilito dalla Camera di Commercio e consultabile a questo link.

Tirocini all’estero di settembre

Settembre, tempo di nuovi progetti! Ecco alcune delle opportunità da cogliere per chi sta programmando un tirocinio all’estero.

Tirocini per laureati presso le Delegazioni Ue del Mondo in Islanda e Venezuela
Durata: 6 mesi a partire da ottobre/novembre
Requisiti: laurea in relazioni internazionali, comunicazione o simili, ottima conoscenza dell’inglese o del francese scritto e parlato
Retribuzione: prevista
Scadenze tra il 15 e il 16 settembre

Per laureati – 10 tirocini presso JRC- European Joint Research Centre – Ispra (IT), Geel ( BE), Petten (NL) , Karlsruhe (DE)
Durata: dai 3 ai 5 mesi
Requisiti: laurea attinente al tirocinio scelto (settori sanitario, energia, trasporti, clima, spaziale, sicurezza, migrazioni e altri)
Retribuzione: 25% della retribuzione di un funzionario AD5/1
Scadenza: varie tra l’11 settembre e il 2 ottobre

Per studenti tirocinio presso Archipelagos Institute of Marine Conservation – Grecia
Durata: dai 3 ai 12 mesi
Requisiti: almeno un anno di studi nel settore scienze marine, biologia, ambiente, veterinaria; buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: previsto un rimborso mensile di 600 euro
Scadenza: 21 settembre

Per laureati – tirocini presso l’OCSE – Bruxelles
Durata: 5 mesi a cominciare da metà febbraio
Requisiti: laureati con ottima conoscenza di una delle lingua ufficiali dell’UE e buona conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: circa 1196 euro al mese
Scadenza: 30 settembre

Per laureati – tirocini presso il Consiglio D’Europa – Bruxelles
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea e cittadinanza UE
Retribuzione: 1.196 euro al mese e rimborso di viaggio
Scadenza: 30 settembre

Per laureati – tirocini presso il Comitato delle Regioni – Bruxelles
Durata: 5 mesi a partire da metà febbraio
Requisiti: laurea, ottima conoscenza di una delle lingue ufficiali dell’UE più buona conoscenza di una seconda lingua tra inglese e francese
Retribuzione: circa 1195 euro al mese, rimborso di viaggio e di metà del costo dei trasporti locali
Scadenza: 30 settembre

Per studenti magistrali – tirocini presso l’ International Tribune of law of the sea – Amburgo
Durata: 3 mesi con inizio a gennaio
Requisiti: studenti di giurisprudenza, relazioni internazionali, relazioni pubbliche, scienze politiche, archivistica e traduzione; buona conoscenza dell’inglese e/o francese
Retribuzione: il tirocinio non è pagato ma è possibile candidarsi per un sostegno finanziario al Trust Fund for the Law of the Sea
Scadenza: 30 settembre

Per studenti – Administrative Student Programme del CERN – Ginevra
Durata: da 2 a 12 mesi
Requisiti: studenti che abbiano frequentato l’università per almeno 18 mesi, con conoscenza dell’inglese o del francese. I dipartimenti presso i quali è possibile svolgere il tirocinio sono: translation, human resources, advanced secretarial work, business administration, logistics, law, finance, accounting, library and information science, engineering management, science communication, education, audiovisual, communication and public relations, psychology, audit
Retribuzione: 3305 franchi svizzeri al mese e un contributo per le spese di viaggio
Scadenza: 21 ottobre

Per studenti – Technical Student Programme del CERN – Ginevra
Durata: da 4 a 12 mesi
Requisiti: studenti di facoltà tecnico-scientifiche che abbiano frequentato l’università per almeno 18 mesi, con conoscenza dell’inglese o del francese. Gli ambiti entro i quali è possibile svolgere il tirocinio sono: applied physics; electrical or electronics engineering; general or civil engineering; IT, mathematics and robotics; material and surface science; mechanical engineering
Retribuzione: 3305 franchi svizzeri al mese e un contributo per le spese di viaggio
Scadenza: 21 ottobre

Non hai trovato quello che cercavi? contattaci e ti aiuteremo a trovare quello che fa per te! europa@informagiovaniancona.com

Cosa fare dopo il diploma

Molto spesso ragazzi/e neodiplomati/e vengono all’Informagiovani chiedendo di essere aiutati nella scelta del loro futuro professionale.

La domanda che gli operatori Informagiovani si sentono rivolgere sempre più spesso da parte di questo target di utenti è senz’altro quella di cosa fare dopo il diploma di istruzione secondaria di secondo grado.

Molti diplomati, i.p. i liceali, scelgono di proseguire gli studi iscrivendosi all’Università ma questa non è l’unica scelta possibile; infatti in Italia il sistema di istruzione superiore comprende, oltre e/o in alternativa al sistema universitario, anche quello non universitario che viene impartito attraverso Scuole o Istituti che offrono una formazione di alto livello in vari settori.

Stiamo parlando dei corsi ITS e IFTS, percorsi formativi gratuiti rivolti appunto ai diplomati.

Se degli IFTS abbiamo già parlato in un precedente articolo, anche gli ITS sono stati argomento di precedenti articoli su questo blog ma ci preme tornarci sopra dal momento che in questo periodo sono usciti i bandi dei corsi ITS relativi alla Regione Marche, come potete vedere dall’elenco dei corsi gratuiti sul nostro sito alla pagina dedicata.

ITS – acronimo di Istituti Tecnici Superiori sono delle “scuole” ad alta tecnologia nate allo scopo di formare tecnici superiori in aree tecnologiche strategiche del sistema economico-produttivo del Paese, quali la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, il made in Italy, le nuove tecnologie per i beni culturali e il turismo, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Queste scuole sono costituite nella forma di fondazioni formate da scuole, università e imprese per dare vita a un’autentica integrazione tra istruzione, formazione e lavoro.

Gli ITS ( come già spiegato in questo nostro articolo) sono percorsi formativi gratuiti (prevedono una compartecipazione alle spese didattiche),  hanno una durata biennale per un totale di 1800 ore, suddivise tra ore di attività in aula e in laboratorio e ore di stage in azienda; lo stage è obbligatorio per almeno il 30% del monte ore complessivo ed è prevista la possibilità di effettuare il tirocinio anche all’estero. Il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro e delle professioni.

Il titolo rilasciato è un Diploma di tecnico superiore con l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento, corrispondente al V livello del Quadro Europeo delle qualifiche – EQF.

Sono rivolti ai giovani in possesso del diploma di istruzione tecnica (scuola secondaria superiore), coerente con l’area tecnologica di riferimento; è consentito l’accesso ai candidati in possesso di altri tipi di diploma, previa frequenza di moduli di specifica preparazione, finalizzati a “riallineare” le competenze tecniche specifiche mancanti. Requisiti indispensabili sono una buona conoscenza in informatica e dell’inglese.

Garantiscono una soluzione professionale di eccellenza, sono equiparabili all’università, vanno a braccetto con il mondo del lavoro e offrono sbocchi professionali qualificati e in linea con i parametri europei, oltre agarantire un più rapido inserimento lavorativo.

Rispetto ai percorsi accademici, sono più brevi, più operativi, più tecnici e più economici e comunque rilasciano crediti formativi per un’eventuale iscrizione all’università.

Potete reperire i bandi dei corsi ITS in ambito regionale dal nostro sito alla pagina corsi di formazione cliccando sul titolo del corso oppure passare allo sportello a ritirarne una copia cartacea o inviando una mail a: formazione@informagiovaniancona.com.

Puliamo il mondo?

Quante volte in spiaggia per stendere l’asciugamano devi fare lo slalom per evitare di sederti su rifiuti di ogni genere? E mentre fai il bagno ti trovi a pochi centimetri oggetti galleggianti che non sono certo creature del mare?
Oppure se vai al parco non riesci a trovare una panchina che non sia circondata da cartacce, lattine e mozziconi di sigarette?

Ecco, questa è una situazione che condividiamo con centinaia, migliaia di altre persone nel mondo, anche se viviamo in posti molto diversi.

L’inquinamento di acqua, suolo, aria è un problema mondiale, e non si tratta solo del fastidio che proviamo a vivere circondati da immondizia di ogni genere, ma è una questione di sopravvivenza. I rifiuti, ormai lo sappiamo, uccidono molti animali che ci rimangono impigliati o che li scambiano per cibo, e finiscono anche in quello che mangiamo, una volta entrati nella catena alimentare.

Risolvere questo problema non è questione di un giorno e di sicuro non possiamo farlo da soli, come singoli (anche se esempi come quello di Greta Thunberg ci fanno riflettere sul potere che può avere una sola persona nell’influenzare e muovere meccanismi più grandi). Ma possiamo fare tanto, soprattutto a livello locale, per cambiare abitudini e tendenze delle persone che ci circondano. Magari in gruppo, perché sicuramente ci sono vicino a noi altri che hanno la stessa consapevolezza dell’importanza di un ambiente meno inquinato.

La più grande iniziativa a livello mondiale che si occupa di questo problema è Clean up the world, nata nel 1993 in Australia e attiva da allora per liberare dai rifiuti e dall’incuria i parchi, i giardini, le strade, le piazze, i fiumi e le spiagge di molte città del mondo.

L’edizione italiana di Clean up the World è coordinata dall’associazione italiana Legambiente, e si chiama Puliamo il Mondo. Ogni anno migliaia di volontari si organizzano in gruppi, scelgono un posto da ripulire e dedicano alcune ore di una giornata tra il 20 e il 22 settembre a questa piccola attività di volontariato civico.

Ma come fare per partecipare, e cambiare faccia a quell’angolo della tua città che vedi sempre così degradato?
Una iniziativa locale può essere promossa da chiunque, una associazione, una scuola, un ente o anche un singolo cittadino, basta iscriversi e seguire le semplici istruzioni già predisposte. Infatti non siamo lasciati soli nell’organizzazione, ma ci vengono forniti kit di pulizia, assicurazione e consigli su come gestire tutto al meglio!

Qui ci sono le iniziative di Puliamo il mondo del prossimo 21 settembre già in fase di organizzazione nelle Marche. Si può partecipare a iniziative anche nelle città vicine, come Agugliano, Camerano, Falconara, Montemarciano, Jesi, Monsano, Polverigi e Sirolo.

Ad Ancona non c’è ancora una iniziativa organizzata. Ok, abbiamo applicato una risoluzione del Parlamento Europeo per la riduzione della presenza di prodotti di plastica sull’ambiente, dichiarando il litorale anconetano plastic free, ma tutto il resto? Per fortuna c’è ancora tempo fino al 10 settembre per idearne una anche qui!

Naturalmente è importante documentare tutto, fotografare l’area prima e dopo l’intervento di pulizia, e magari anche il durante, per ispirare sempre più persone a fare lo stesso. Come stanno facendo ad esempio quelli che utilizzano da tempo l’hastag #trashtag per gli scatti delle loro operazioni di pulizia.

In diverse parti del mondo e anche in Italia, ci sono anche altre iniziative per limitare la dispersione nell’ambiente della plastica, che è uno dei materiali inquinanti più utilizzati e più diffusi. Le idee sono tante, ad esempio quella di usare la plastica come moneta di scambio per buoni spesa, servizi o per pagare il biglietto della metro, come in alcune fermate a Roma.

E dopo il 21 settembre? Per continuare a vedere sempre meno rifiuti in giro e riciclare sempre più e meglio a casa nostra, c’è l’app gratuita Junker, che attraverso il codice a barre di un prodotto ti dice dove gettare l’involucro, ti ricorda in quali giorni vengono raccolti i vari materiali nel tuo quartiere, e ti permette di segnalare rifiuti abbandonati.

Ma non solo: per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci siamo dati con l’Agenda Onu 2030, e provare così a garantirci la sopravvivenza, sono tantissime le iniziative promosse nel mondo da gruppi di persone e associazioni, da sostenere, da copiare, da conoscere.

Per migliorare l’ambiente in cui viviamo ci sono tante piccole cose semplici che si possono fare: buon 21 settembre!

Cv a puntate: esperienze di lavoro

Cv a puntate: esperienze di lavoro

Abbiamo visto come gestire le sezioni del cv che riguardano i dati e contatti personali e la formazione: è ora di occuparci delle esperienze di lavoro!

Nel cv le esperienze di lavoro sono sicuramente tra le più importanti e spesso le prime che si vanno a guardare, soprattutto se ce ne sono diverse. Ma cosa devi metterci? E come? Ecco alcune linee guida.

Prima di tutto è necessario ricordare un concetto fondamentale, e cioè che il cv non è un elenco di contratti di lavoro. Non serve, e anzi è una pessima mossa, copiare i tutti i dati relativi ai contratti che hai avuto in questa sezione del cv. Nel caso un datore di lavoro sia interessato a questi dati, c’è la scheda professionale, quella serie di fogli illeggibili (diciamolo) che ti rilascia il Centro per l’impiego, e nei quali vengono riportati i giorni precisi di durata dei tuoi contratti, il tipo di contratto collettivo nazionale applicato, il livello, la mansione contrattuale, la ragione sociale del datore di lavoro, e tanto altro.

Molti inciampano, per così dire, proprio qui. Questa parte del cv si chiama, non per niente, esperienze di lavoro, o esperienze professionali, ed è così per almeno due motivi.

Il primo è la chiarezza e la necessità di far capire a chi legge quali competenze hai in pratica: bisogna indicare le esperienze e le mansioni effettivamente svolte (quante volte nel contratto sono scritte mansioni che non dicono niente di quello che effettivamente hai fatto?) nelle varie occasioni. Se sul tuo contratto c’è scritto “operaio” ma tu hai fatto il banconista in una pizzeria, come fa a capirlo il tuo prossimo datore di lavoro, se sul cv riporti solo la mansione del contratto? Pensaci.

Il secondo è che non a tutte le esperienze corrisponde un contratto. Eh no, vero? Non ci giro intorno, perché il lavoro nero è una diffusissima (triste) realtà, e non dal tempo della cosiddetta crisi, ma da ben prima. A molti, soprattutto giovani, capita di lavorare in nero, cioè senza nessun tipo di contratto formale che regoli gli accordi tra lavoratore e datore di lavoro. Queste sono comunque esperienze lavorative, esperienze che stai facendo o che hai fatto e che ti hanno permesso (oltre che di mantenerti, o di poterti permettere un viaggio o qualche spesa ) di imparare a fare qualcosa, di capire come funziona un certo settore, cosa significa lavorare, come funziona un call center o l’organizzazione di un ristorante.

La risposta quindi è sì, puoi inserire nel cv i lavori che hai fatto in nero, occasionalmente o meno, ma che sono significativi per la tua personale formazione o percorso, o che servono per dimostrare che non hai passato gli ultimi mesi o anni senza fare niente. Spesso chi ha lavorato in nero non vuole inserire nel cv queste esperienze perché teme sanzioni: ricordo qui che le sanzioni per la mancata assunzione riguardano il solo datore di lavoro, responsabile di non aver regolarizzato la posizione del dipendente, e di conseguenza di non aver pagato tasse e contributi. L’unico caso in cui il lavoratore viene sanzionato è se allo stesso tempo lavora in nero e percepisce sostegni al reddito, ad esempio la NASpI (che è per i disoccupati): in questo caso si tratta di truffa ai danni dell’INPS.

Il cv poi è uno strumento che serve a far capire al prossimo datore di lavoro che cosa so fare. Di fatto chi legge non è interessato a questo aspetto: certo poi dovrai saper comunicare che hai effettivamente svolto quel lavoro, descrivendo le attività e le mansioni. Se preferisci puoi evitare di inserire il nome del datore di lavoro, e rimanere sul generico descrivendo solo il tipo di azienda.

Poi ci sono tutte quelle esperienze diverse da un vero e proprio lavoro ma che ti hanno fatto crescere personalmente e professionalmente o ti hanno permesso di sviluppare qualche competenza personale. Parliamo ad esempio di esperienze di volontariato, tirocinio, alternanza scuola lavoro. Anche queste sono da inserire, soprattutto per i più giovani che, naturalmente, non hanno solide e consistenti esperienze lavorative.

Come vanno descritte e ordinate le esperienze? Per ogni esperienza di lavoro è consigliabile indicare:

  • quando (mese e anno di inizio e di fine dell’esperienza sono sufficienti), che serve a far capire quanta esperienza hai in quel tipo di lavoro
  • la mansione effettiva: è la parola chiave della riga, sceglila bene per far capire cosa hai fatto, ricordati che chi legge non ti conosce, non c’era e probabilmente non è mai stato nel tuo luogo di lavoro. A volte si possono aggiungere le principali mansioni svolte, per specificare ulteriormente: addetto segreteria può significare aver fatto molte cose diverse, meglio spiegare per rendere l’idea del lavoro pratico svolto.
  • dove: in quale tipo di azienda, come si chiama, e in quale città si trova. Nel caso di un lavoro che non ha una sede fissa, scrivi per quale azienda lo hai svolto.

Il modo più diffuso di ordinare le esperienze di lavoro è dalla più recente alla più vecchia, ipotizzando che il lavoro che hai fatto per ultimo sia più professionalizzante dei primi, o più vicino a quello che ti interessa al momento, o sul quale sei più aggiornato/a. Nel caso tu abbia molte esperienze di lavoro, consigliamo sempre di scegliere quelle più pertinenti al tipo di lavoro per cui ti stai presentando, o almeno di accorpare e sintetizzare quelle meno rilevanti.

Molti di noi hanno percorsi non lineari, che includono lavori in settori molto diversi: nel momento della scelta di quali esperienze inserire e come descriverle, il principio che deve guidarci è quello di pensare a che cosa può interessare al possibile datore di lavoro a cui mi rivolgo. E quindi, no al cv fatto una volta per tutte e inviato, senza modifiche o revisioni, a tutti i datori di lavoro e le offerte a cui rispondo. Ogni candidatura va studiata e considerata a sé, anche se il cv è sempre della stessa persona.

Per concludere, anche per la sezione esperienze di lavoro valgono le regole che si applicano a tutto il cv: bisogna essere chiari ma sintetici, dettagliati ma non prolissi. Se ti trovi in difficoltà nel rispettare queste indicazioni, puoi sempre venire a chiedere un confronto con uno di noi.