Dopo il diploma?
Se la maturità fa paura (forse non più), quello che viene dopo genera confusione, disorientamento, incertezza. Lo abbiamo toccato con mano durante una serie di laboratori progettati all’interno di un percorso PCTO con il Liceo Scientifico “Galilei” di Ancona in cui abbiamo affrontato, con i ragazzi, due aree tematiche: la prima, quella sulle professioni e, soprattutto, sulle aspettative professionali di studenti e studentesse; la seconda sulle opportunità e i percorsi possibili dopo la fatidica maturità.
Nel primo laboratorio abbiamo realizzato un’attività che potesse aiutare a scoprire, oltre la superficie, il mondo delle professioni e come, in futuro, una studentessa o uno studente possano costruire la propria carriera. Per farlo ci siamo ispirati a due libri: “Welcome to the jungle” di L. Zanca Feltrinelli e “Job-Hopper’s Guide to Choosing a Career: Find The Right Job for Your Life—And Lifestyle” di K.Knock, Paperback edizioni (pubblicato solo in lingua inglese). Abbiamo coinvolto i partecipanti in un’attività laboratoriale il cui obiettivo è stato quello di confrontarsi sulle aspettative riversate in una professione ma anche sulle competenze che la stessa richiede.
Nel secondo laboratorio abbiamo invece proposto, anche in maniera un po’ provocatoria, un dibattito sulla possibilità di scegliere, dopo il diploma un percorso universitario, uno lavorativo oppure un anno di riflessione e sviluppo personale (conosciuto, con qualche approssimazione, come anno sabatico). L’intento non era quello di proporre una soluzione, con uno dei tre percorsi, alle istanze, di solito diverse, di studenti e studentesse: è stato utile, invece, far emergere idee, informazioni e talvolta stereotipi sul processo di costruzione del proprio futuro professionale e di vita.
Nelle classi, quello che ho notato ad una prima lettura, è una visione del mondo del lavoro ancora frutto delle nozioni e delle esperienze ascoltate e trasmesse da famiglia e figure adulte a cui ragazze e ragazzi si riferiscono, anche in maniera indiretta (discorsi a cui partecipano, esperienze di cui sono testimoni, consigli di cui sono oggetto). C’è l’idea che il percorso di costruzione del proprio futuro professionale sia piuttosto lineare, in un susseguirsi di cause-effetti all’interno del quale la certezza del risultato è garantita. E sulla parola “certezza”, l’altra considerazione: in tempi di “crisi” su versanti diversi, il bisogno di certezze per il futuro si fa più forte soprattutto nelle nuove generazioni, anche se queste sarebbero quelle con maggiori energie, forze e risorse per affrontare l’instabilità.
A mio modo di vedere, la conferma che il futuro, professionale o meno, lo costruiamo non tanto sulle risorse che abbiamo oggi, ma sulle prospettive, aspettative e visioni che abbiamo del domani: in parole più povere, per chi è più giovane (e non solo), per affrontare con coraggio e determinazione i passi futuri è più utile la costruzione di una prospettiva di crescita condivisa che un sostegno individuale concreto.