Eurodesk Multipliers Seminar a Bruxelles, Ancona c’è!

Le opportunità europee non sono solo per i giovani ma anche per chi lavora con e per loro!
Oggi cerco di raccontarvi in poche righe che cosa è successo all’Eurodesk Multipliers Seminar della scorsa settimana a cui ho partecipato come Eurodesk Mobility Advisor di Eurodesk Ancona (cioè quello che faccio tutti i giorni quando venite a parlare con me di come fare per andare all’estero), insieme ad altri colleghi di tutta Europa.

Martedì 22 abbiamo cominciato con un momento di benvenuto e condivisione del programma, con giochi di ice-breaking per conoscerci meglio, un po’ come si fa quando partecipate agli scambi giovanili internazionali o ad altre attività simili.

Poi ecco tutto quello che è seguito.

Abbiamo fatto attività di gruppo sulle competenze dell’Eurodesk Mobility Advisor: qui è quando ci siamo ricordati, tra le altre cose, quanto è importante ascoltarvi sempre con attenzione e senza nessun tipo di pregiudizio sulle vostre aspirazioni, sui vostri progetti e sulle vostre richieste. L’Eurodesk Advisor è sempre qui per aiutarvi a capire come realizzare il vostro progetto d esperienza all’estero!

Serata internazionale: per chi non avesse mai partecipato ad uno di questi momenti di convivialità e divertimento, è quando si scoprono i cibi tipici, gli usi, le abitudini alimentari e non dei nostri vicini di casa europei, e spesso lo si fa ridendo e cantando. E naturalmente si tiene alta la bandiera italiana confermando il nostro talento non solo per il cibo, ma anche per la musica, il canto, e l’intrattenimento in generale 🙂

Mercoledì mattina abbiamo scoperto quali sono le novità e le proposte per il settore giovani in UE, e per chi lavora per loro: Time to Move 2018, il nuovo sito Eurodesk con lo strumento Opportunity finder, la nuova strategia europea per i giovani (engage, connect, empower), e le proposte che riguardano il budget Erasmus+ e, last but not least, l’iniziativa DiscoverEU!

Poi ci sono state sottoposte alcune delle vostre richieste più complesse, e insieme abbiamo provato a trovare le risposte più adatte, più complete ma più semplici per voi da leggere: non è stato facile!

Nel pomeriggio siamo stati al Parlamento Europeo, per la cerimonia di premiazione dei progetti locali presentati dagli Eurodesk europei: qui è dove abbiamo visto quante belle cose si possono fare insieme, molto emozionante!

Giovedì abbiamo parlato di promozione delle opportunità europee per i giovani e dei canali per raggiungervi meglio: qui è dove abbiamo imparato che c’è un sacco da studiare su come usare i vari social media, sulle parole da usare per parlarvi ed essere ascoltati, sulle vostre diverse esigenze e preferenze (ci servirebbe il vostro aiuto, i vostri consigli, le vostre osservazioni) 🙂

Abbiamo anche visitato la sede dell’Agenzia Nazionale Giovani belga, dove siamo stati accolti calorosamente dalla direttrice che ci ha raccontato informalmente, intorno a un tavolo con tè e biscotti, dei loro progetti più riusciti e di come li hanno realizzati.

Venerdì mattina abbiamo avuto spazio per condividere idee e progetti per il futuro: qui è dove abbiamo preso contatti e parlato di possibili collaborazioni, tutto per potervi offrire nuove e sempre maggiori opportunità di andare a fare una bella esperienza europea!

Intorno a tutto questo lavoro di networking, condivisione di buone prassi ed esperienze (tutto in inglese eh! ;-)) c’è stato il piacere di conoscere colleghi di tanti paesi, capire come migliorare il proprio lavoro, ma anche sentirsi parte di una rete che lavora per lo stesso obiettivo. L’obiettivo della rete Eurodesk è quello di far cogliere a più ragazzi e ragazze possibili le decine di opportunità che ci sono in Europa per migliorare la loro carriera ma anche la loro vita.
E soprattutto, è stato bello ricordarsi perché facciamo questo lavoro: perché essere amici, anche se si è diversi e specialmente per questo motivo, è bellissimo e ci rende migliori, più felici, più ricchi, più fiduciosi nel futuro.

 

REI: inclusione sociale e lavorativa

Il REI (reddito di inclusione) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, condizionata dalla valutazione economica, introdotta dallo Stato italiano in continuità con la carta SIA (sostegno all’inclusione attiva) e con l’ASDI (assegno di disoccupazione), che il REI va a sostituire. I cittadini meno abbienti hanno avuto la possibilità di richiederlo a partire dal 1 Dicembre 2017, con un regime particolare per quelli intestatari della carta SIA.

Il REI si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI) che funziona come una carta acquisti e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto con il supporto dei Servizi Sociali del Comune di residenza che operano in rete con gli altri servizi territoriali come Asl, scuole, centri per l’impiego ecc.

La carta REI è un supporto per effettuare i propri acquisti nei negozi alimentari, nelle farmacie e nelle parafarmacie abilitate al circuito Mastercard e per il pagamento delle bollette elettriche e di gas.

I soggetti attuatori del REI sono i Comuni – che devono anche organizzare campagne informative – e l’INPS che si occupa di alcuni controlli e dell’erogazione. Le Regioni adottano programmi di attuazione denominati “Piani regionali per la lotta alla povertà”, e su tutti vigila il Ministero del Lavoro che opera anche attraverso il “Comitato per la lotta alla povertà’” e l’“Osservatorio sulle povertà’”.

Il Comune raccoglie la domanda; contestualmente gli Ambiti Territoriali Sociali e i Comuni verificano i requisiti di cittadinanza e residenza.

Gli Ats- Ambito Territoriale Sociale inviano la domanda all’Inps entro 15 giorni lavorativi dalla ricezione, rispettando l’ordine cronologico. L’Inps entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio e invia a Poste Italiane la disposizione di accredito.

Poste Italiane emette la Carta Rei e tramite lettera invita il beneficiario a recarsi presso qualunque ufficio postale abilitato al servizio per il ritiro. Prima di poter utilizzare la Carta, il titolare dovrà attendere il PIN, che gli verrà inviato in busta chiusa presso l’indirizzo indicato nella domanda.

I beneficiari sono famiglie in condizione di povertà (un valore ISEE ≤ 6.000 € ed un valore ISRE ≤ 3.000 €) nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile (anche maggiorenne) o una donna in stato di gravidanza accertata, o persone over 55 disoccupato.

Questi requisiti, però, saranno validi solo nel “primo periodo di applicazione” perché dal 1° luglio 2018 verranno meno i requisiti familiari e quindi aumenterà il numero di richiedenti il REI.

Purtroppo, però, le risorse stanziate sono insufficienti e non consentono ancora di raggiungere tutte le persone in povertà assoluta: otterrà il Rei, infatti, poco più di un povero su tre. Rendere la misura universale, allora, deve essere certamente un traguardo per tutti ma evitando che si incrementi l’utenza senza prevedere risposte adeguate nell’importo dei contributi economici e nei percorsi d’inclusione sociale. Si corre il rischio che si raggiungano sempre più persone, senza però dare loro la possibilità di migliorare effettivamente le proprie condizioni, che è esattamente la vera sfida del Rei, perché è così che è stato pensato e disegnato. Quindi la vera sfida dovrà riguardare i servizi.

Per chiarire ogni dubbio su come funziona il REI, il 12 giugno 2018 all’Informagiovani di Ancona si terrà un incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Ancona.

L’ingresso è libero ma occorre prenotare il posto gratuito a questo link: https://sviluppo.informagiovaniancona.com/rei.

Vi aspettiamo numerosi.

ITS: istruzione, formazione e lavoro insieme

ITS: Vi è mai capitato di incontrare questo termine? Beh se scorrete l’elenco dei corsi gratuiti caricati sul nostro sito alla pagina dedicata, in questi giorni lo troverete.

ITS è l’acronimo di Istituti Tecnici Superiori che sono delle “scuole” ad alta tecnologia nate allo scopo di riorganizzare il sistema formativo secondario non universitario, allineando così l’Italia agli altri Paesi europei.

Gli ITS sono, infatti, pensati proprio come alternativa all’Università in quanto mirano a formare dei profili professionali tecnici superiori in aree strategiche del sistema economico- produttivo del Paese.

Queste strutture formative sono costituite sotto forma di Fondazioni tra scuole, università e imprese. Nelle Marche si sono costituite quattro Fondazioni per la formazione di tecnici superiori di cui 2 nell’area tecnologica delle Nuove tecnologie per il made in Italy, con sede rispettivamente a Porto Sant’Elpidio e Recanati, una nell’area tecnologica dell’Efficienza Energetica, con sede a Fabriano ed una nell’area tecnologica Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali-turismo con sede a Fano.

I corsi ITS sono percorsi formativi gratuiti, della durata di due anni (1800 ore), che prevedono l’alternarsi di ore di lezione in aula a ore di laboratorio e a periodi di stage in azienda. Lo stage è obbligatorio per almeno il 30% del monte ore complessivo e può essere svolto anche all’estero. Il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro e delle professioni.

Per accedere a questo tipo di corsi occorre innanzitutto essere in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore e poi anche di competenze di base tecniche e tecnologiche, buona conoscenza della lingua inglese e una competenza informatica avanzata. Il possesso di queste competenze viene accertato tramite una selezione iniziale.

Il titolo di studio rilasciato dal corso, Diploma di tecnico superiore, consente di entrare velocemente nel mondo del lavoro.

In questo periodo nel nostro elenco di corsi gratuiti trovate alcuni corsi ITS, per ora solo quelli organizzati dalla Fondazione ITS Recanati.

Non vi resta, quindi, che consultare periodicamente gli elenchi sul nostro sito per tenervi aggiornati sulle novità in essere. Se avete dubbi o domande potete scrivere a formazione@informagiovaniancona.com.

Soft skill intelligenti

Quest’anno volevamo tornare a scuola (ahimè non più da alunni) a parlare con i ragazzi e le ragazze di lavoro, professioni, carriera, opportunità e futuro. L’occasione ce l’hanno data alcune insegnanti dell’Istituto Savoia Benincasa di Ancona quando ci hanno chiesto: ci venite a spiegare quali saranno i lavori del futuro? A dir la verità la nostra risposta è stata “NO”. Ma abbiamo dato anche una motivazione che spiego anche qui brevemente. Il fatto è che per dire a giovani di 15/17 anni che lavoro faranno tra dieci anni dovremmo essere non solo molto bravi ma anche molto fortunati: il mondo cambia così velocemente che chi fa previsioni, anche sulla base di conoscenze e competenze fondate, rischia davvero di prendere grandi abbagli e dire sostanzialmente delle cose che assomigliano più all’astrologia che non ad un’analisi oggettiva. Per cosa poi? Se scoprissimo che servono un tot di bioingegneri ci butteremmo tutti a fare quello? I ragazzi si iscriverebbero in massa alla facoltà giusta? Secondo me, no.

Ecco perché abbiamo fatto un ragionamento diverso. Ma invece che tentare di indovinare che lavoro troveremo, perché non diciamo che competenze ci serviranno per il mondo che troveremo? La vera risposta e la proposta che abbiamo fatto alla scuola è stata quella di un workshop (laboratorio) per scoprire quali sono e come utilizziamo le nostre soft skill (competenze trasversali). Abbiamo così ideato il format Smart Soft Skill, che possiamo ripetere anche in altre scuole. Che cosa sono e perché secondo noi sono importanti le soft skill? Diversamente dalle hard skill (nemmeno a dirlo) che sono le competenze tecniche specifiche (per fare un esempio cose come sapere come si costruisce una casa, redige un bilancio, traduce un libro, ecc.), le soft skill sono quelle che utilizziamo per dare uno “stile” alle cose che facciamo, raccontano come affrontiamo i problemi e come ci relazioniamo con gli altri, adattandoci alle situazioni e ambientandoci in luoghi diversi. Le soft skill sono le competenze che ci aiutano a comunicare, gestire il tempo, avre idee, trovare soluzioni. Perché sono importanti?

Le soft skill sono importanti perché ci aiutano a trovare lavoro? Sì, anche se da sole non servono a nulla. Chiarisco. Le hard skill, che tutto sommato sono le competenze che acquisiamo prevalentemente nell’ambiente formativo (scuola e università) rappresentano, oggi, la base per la quale veniamo presi in considerazione: senza queste, non abbiamo la possibilità di scrivere un cv che abbia qualche chance di finire sul tavolo di qualcuno che può assumerci. Ecco, le hard skill, ci danno quella possibilità. Le soft skill invece, spesso, sono quelle che ci fanno scegliere, quelle che fanno sì che tra tutti i cv che finiscono su quello stesso tavolo, il nostro sia associato alla faccia di quella persona sveglia, attenta, perspicace, determinata e volitiva. Ambientarsi facilmente, non resistere al cambiamento, riuscire a parlare con tutti, organizzare cose e persone sono tutte abilità molto apprezzate da chi deve assumere qualcuno. Se consociamo queste competenze e cominciamo a utilizzarle nel modo giusto diventiamo smart, come dicono nel mondo anglosassone: un mix di intelligenza, perspicacia, un po’ di furbizia e anche un po’ di metodo. Inomma, personcine di una certa qualità 🙂

Personalmente sono persuaso che le smart soft skill (come il nome che abbiamo dato al nostro laboratorio) siano in grado di farci ottener un altro risultato: intuire in anticipo, vedere e costruire il futuro in maniera più attenta e curata di tante previsioni che possono raccontarci gli altri. Per un semplice motivo: non c’è un futuro del lavoro, ma c’è il futuro del nostro lavoro, quello di ciascuno di noi. Il prossimo 8 giugno ce lo spiegheranno bene i 7 testimonial che abbiamo scelto per raccontare come essere smart: c’è un appuntamento che non si può perdere e che si chiama Besmart!, vi aspettiamo!

 

Tirocini all’estero di maggio

Tirocini in arrivo anche questo mese per studenti, laureati e laureandi!

Per studenti – Interreg Reporter per Alpine Space Programme – Monaco di Baviera – Germania
Durata: 2 mesi a partire da metà maggio o giugno
Requisiti: essere studenti, con ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 22 euro al giorno
Scadenza: al più presto

Per studenti – HR Support Internship (COUHR2904) – Dublino – Irlanda
Durata: 6 mesi
Requisiti: buona conoscenza della lingua inglese (almeno B2), ottime doti comunicative e organizzative, ottima conoscenza degli applicativi Office
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: a breve

Per studenti – Marketing Internship (COUMA0305) – Dublino – Irlanda
Durata: 6 mesi
Requisiti: essere studenti con buona conoscenza dell’inglese (almeno B2), attenzione ai dettagli, conoscenza di Office ed Excel in particolare, capacità di lavorare autonomamente
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: a breve

Per laureati – presso Corte dei Conti Europea – Lussemburgo
Durata: 3, 4 o 5 mesi con inizio il 1 settembre
Requisiti: laurea in uno degli ambiti di interesse della Corte dei Conti, conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’UE
Retribuzione: può essere prevista
Scadenza: 31 maggio

Per laureandi o laureati – Internship presso ETUCE – European Trade Union Commitee for Education – Bruxelles – Belgio
Durata: 5 o 10 mesi a partire da settembre 2018
Requisiti: buona conoscenza scritta e orale della lingua inglese, interesse nelle politiche e affari europei, buone capacità comunicative
Retribuzione: prevista retribuzione, abbonamento trasporto pubblico e volo
Scadenza: 22 maggio

2 Infoday regionale sul volontariato

Fare volontariato può portarti molto lontano, in tutti i sensi!

Scegliere di fare del volontariato ti permette di impiegare una piccola parte del tuo tempo per dedicati a qualcosa a cui tieni, per cambiare le cose che non ti piacciono, per imparare a fare qualcosa di nuovo, incontrare nuove persone e impegnarti in qualcosa di cui vedrai i risultati.
Puoi scegliere di fare volontariato nella tua città, in altri posti d’Italia o anche più lontano, in Europa o anche fuori, in Asia, America o Africa. Le possibilità sono davvero tante, l’importante è valutare bene le tue motivazioni, le tue aspettative e le tue possibilità, per poter scegliere il tipo di volontariato adatto a te e che ti darà maggiori soddisfazioni.
Una attività di volontariato è anche una voce importante da inserire nel tuo cv, se scelta in base ai tuoi interessi e svolta in modo serio e responsabile.

Se hai già sentito parlare di campi di volontariato, ma non sai bene da dove si comincia e a chi rivolgerti, l’infoday che abbiamo organizzato in collaborazione con MarcheSolidali e CSV Marche ti sarà utilissimo per capire di che si tratta e magari trovare l’occasione che cercavi.
Giovedì 24 maggio saranno presenti qui all’Informagiovani, oltre a noi con il servizio Eurodesk Ancona, anche numerose organizzazioni che accolgono volontari. Dopo una breve presentazione di ognuno per capire che cosa fanno e cosa possono offrire, potrai girare tra i tavoli e rivolgerti a chi vuoi per chiedere informazioni dettagliate e fare domande. Parleremo di volontariato internazionale, SVE, servizio civile, volontariato in Italia e altre opportunità.

Concluderemo intorno alle 19 offrendovi un aperitivo con sottofondo musicale a sorpresa!
L’evento è gratuito e aperto a tutti gli interessati, qui tutti gli aggiornamenti sulle organizzazioni presenti e sulle opportunità offerte, passa a trovarci, dalle 17 saremo qui anche per te.

Scambi giovanili internazionali, cosa sono?

Prima di raccontarvi qualche dettaglio tecnico, vorrei dirvi la cosa più importante sugli scambi giovanili internazionali, e cioè che sono una delle esperienze più entusiasmanti e formative che potete fare già dai 15 anni, e che sono possibili grazie al programma europeo Erasmus+ , sotto il capitolo Gioventù (sotto il quale si trovano molte attività di tipo non formale cioè che non rientrano nei percorsi di istruzione scolastica o universitaria).

Gli scambi giovanili internazionali vi permettono di trascorrere un breve periodo di tempo in un paese europeo in compagnia di altri ragazzi e ragazze di più paesi, di divertirvi insieme scoprendo ciò che vi differenzia ma soprattutto, sorprendentemente, quanto siete uguali: stessi problemi, paure, e passioni!

Gli scambi possono durare da 5 a 21 giorni ma di solito si tratta di una settimana, che vola via in un attimo tra laboratori artistici, videomaking, teatro, musica, dibattiti, interviste, giochi di ruolo, serate internazionali e molto altro. Tutte queste attività sono gestite principalmente dall’associazione che ospita, ma il vostro contributo è fondamentale: si fa tutto insieme.

Ogni scambio giovanile ha un titolo e si concentra su un tema. I temi sono scelti tra i valori o principi dell’Unione europea (crescita sostenibile, parità di genere, pace e giustizia, contrasto al razzismo, ambiente, inclusione sociale, partecipazione attiva dei giovani).
Durante lo scambio ci si confronta con gli altri sui temi scelti, e si sviluppano piccoli progetti, attraverso le attività creative, divertenti ma anche formative (si parla infatti di educazione non formale) organizzate e preparate nel periodo precedente allo scambio vero e proprio.

Ad ogni scambio partecipano piccoli gruppi di ragazzi e ragazze provenienti dai paesi partner del progetto di scambio, e ogni gruppo parte accompagnato da uno youth leader, cioè qualcuno con qualche anno in più che magari ha un po’ di esperienza di viaggi e di animazione educativa.

So già che domande vi state facendo e a cui non abbiamo ancora risposto.

Dove alloggerò durante lo scambio?
Gli scambi giovanili internazionali hanno lo scopo di farvi conoscere coetanei di altri paesi e di darvi il modo di diventare amici: quale modo migliore se non quello di farvi passare più tempo possibile insieme, condividendo spazi, cibo, divertimenti, progetti? Gli scambi si svolgono di solito presso strutture che possono accogliere tra i 30 e i 40 ragazzi, dotate di stanze multiple o dormitori, spazi comuni per mangiare e fare le attività: possono essere ostelli, campeggi, campus scolastici, alberghi, o simili.

Quali requisiti devo avere per partecipare?
Non ci sono requisiti tipo conoscenze o titoli di studio, ma solo l’età richiesta e la voglia di mettersi un po’ in gioco, di partecipare e di conoscere gli altri.

Quanto costa?
Che ci crediate o no, vitto, alloggio, assicurazione, viaggio ed attività sono finanziate dal programma Erasmus+!

Tra gli obiettivi del programma c’è quello di dare ai giovani la possibilità di sentirsi europei, vicini e simili a ragazzi e ragazze di altri paesi. E farvi vedere di persona quanto è bello avere amici di paesi diversi, e quante paure in meno si hanno una volta che si è sperimentato che si può sopravvivere lontano dalle solite cose, e che diverso non è uguale a cattivo. Provate!
Mettete in conto qualche decina di euro per piccole spese personali, e per una piccola quota che spesso vi viene richiesta dall’organizzazione italiana di invio, che si occuperà di informarvi su tutti i documenti necessari e i dettagli dello scambio, terrà i contatti con chi vi ospiterà, e insomma farà da supporto alla vostra partecipazione. Per la riuscita di uno scambio c’è tanto lavoro da fare, e si comincia mesi prima.

Ultime note importanti: gli scambi giovanili internazionali si svolgono durante tutto l’anno e non solo in estate, e per partire potete organizzarvi anche come gruppo informale (a patto che almeno uno dei partecipanti sia maggiorenne).

Per sapere quali sono le prossime scadenze per candidarsi (o come gruppo in partenza presso associazioni straniere, o come gruppo che accoglie in Italia) guardate il sito Erasmus+, settore Gioventù, mobilità individuale.
Per chi vuole invece provare a candidarsi per scambi già organizzati e finanziati, vi invito a iscrivervi al nostro gruppo FB Scambi Giovanili Ancona e a seguire il Portale dei giovani italiano, alla sezione Erasmus+/Scambi di giovani.

Per qualsiasi cosa non abbiamo spiegato qui, passate un giorno a trovarci e ne parleremo di persona 🙂

Un lavoro ben fatto

La prossima settimana si festeggia, come ogni anno, il lavoro. Il primo maggio, per una nazione come la nostra la cui Costituzione recita che è una Repubblica fondata sul lavoro, è una festa che non si può mancare. Sulle origini di questa festa ci sono diverse teorie, anche se in ogni caso la festa è in onore di persone che si sono sacrificate per ottenere diritti universali nel contesto lavorativo. Ma, al di là delle origini, che tipo di lavoro festeggiamo?

Questo, lo abbiamo detto più volte, è un tempo di grandi trasformazioni e di una specie di rivoluzione (che tutti ci auguriamo sia poi un’evoluzione). Ma, per quel che ne riusciamo a capire adesso, sembra proprio che molte delle certezze che avevamo non esisteranno più nel futuro: uno dei primi ad andarsene è stato il posto fisso, poi qualche carriera sicura (vogliamo parlare dei bancari?), le garanzie di un reddito in costante crescita, la stabilità di qualche grande azienda. Ma se sono andate, o se ne stanno andando, anche la scarsità delle opportunità, la mancanza di informazioni, alcuni privilegi ingiustificati. Ma la domanda è: che cosa rimane? Che cosa vorremmo che rimanesse del lavoro?

Personalmente una risposta l’ho trovata nel Manifesto del Lavoro Ben Fatto, pubblicato da Vincenzo Moretti un paio di anni fa. Questo elenco di argomenti ha l’intenzione di stabilire quali sono le caratteristiche che distinguono un lavoro fatto con cura, indipendentemente dalle mode, dai tempi e dalle rivoluzioni (o evoluzioni). Leggetelo, perché è un modo non solo di tornare ad apprezzare il lavoro come espressione delle proprie potenzialità, ma penso che possa essere una buona guida per analizzare il proprio lavoro oppure per cercare quello che vorremmo.

Mi piace qui riportare tre delle “regole” del manifesto che mi sono piaciute di più. La prima dice che “qualsiasi lavoro, se lo fai bene, ha senso”; la seconda che “nel lavoro tutto è facile e niente è facile, è questione di applicazione, dove tieni la mano devi tenere la testa, dove tieni la testa devi tenere il cuore”; la terza (della mia personale classifica, settima nel manifesto) dice che “il lavoro ben fatto non può fare a meno dell’amore per quello che si fa e del piacere di farlo”. Tutte le altre, sono 52 in tutto, le potete leggere nel link che ho postato qui sopra.

Non mi rimane che augurarvi buon primo maggio e buona festa del lavoro ben fatto!

La formazione per l’operaio edile

La figura dell’operaio è una delle quattro tipologie di lavoro subordinato insieme al ruolo di quadri, dirigenti e impiegati. La caratteristica principale di questa categoria è quella di essere legata allo svolgimento di mansioni di tipo manuale o tecnico.

Il lavoro degli operai si differenzia in varie tipologie, in base a quanto fissato dai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. In base al grado e alla tipologia di preparazione tecnica del lavoro, si distinguono tre tipologie: operai comuni, operai qualificati e operai specializzati.

L’Operaio edile comune opera nel settore delle costruzioni edili all’interno dei cantieri come dipendente di imprese edili. La sua attività è coordinata dal caposquadra, ed è di supporto al muratore.

L’operaio edile comune assiste il muratore nella costruzione o ristrutturazione di opere edili; carica e scarica i materiali necessari all’allestimento del cantiere edile; rimuove le strutture pre-esistenti demolite e affianca manualmente la macchina movimento terra nello scavo di fondazione e di trincea.

Nelle piccole e medie imprese di costruzione il lavoro è molto diversificato e gli operai devono essere versatili ed in grado di affrontare l’ampio ventaglio di prestazioni richieste; nelle grandi imprese si afferma maggiormente la specializzazione in un determinato tipo di lavoro. In qualsiasi situazione, comunque, il lavoro viene eseguito a squadre più o meno grandi e sempre di più viene richiesta la capacità di collaborare con altri artigiani operanti sul cantiere.

La specializzazione si acquisisce a seguito di specifici corsi di formazione organizzati dalle scuole edili presenti sul territorio.

In questo momento sono aperti due corsi di formazione gratuiti in tema di edilizia che mirano a formare delle figure qualificate e specializzate.

Il primo corso, dal titolo Operaio edile – Rebuild4Future, mira a formare operatori tecnici del settore edile, esperti nella realizzazione e finitura di opere edili, nell’allestimento del cantiere edile, nella pianificazione, controllo e verifica di conformità del proprio lavoro. Particolare attenzione verrà rivolta alle soluzioni per la ricostruzione POST – SISMA.

Il secondo corso, dal titolo Operaio edile specializzato in edilizia sostenibile, mira a formare una figura  che svolge la sua attività nei cantieri edili usando una notevole varietà di materiali, realizzando opere di sostegno sia per le strutture già esistenti sia per le nuove strutture con particolare attenzione al reperimento delle materie prime, ai processi produttivi dei materiali, alla dismissione del bene, al recupero e alla riciclabilità dei materiali, coniugando le esigenze e l’evoluzione dell’edilizia, con il rispetto dell’ambiente, del territorio e della salute dell’uomo.

Entrambi i corsi sono rivolti alle persone disoccupate/inoccupate regolarmente iscritte al CIOF di propria competenza e residenti nella regione Marche..

Informazioni più dettagliate su questi ed altri corsi sono reperibili come sempre negli elenchi dei corsi, gratuiti e a pagamento, consultabili alla pagina formazione del nostro sito oltre che scrivendomi a formazione@informagiovaniancona.com.

Informagiovani, non solo informazioni

Che cosa fa il servizio Informagiovani? La risposta che siamo soliti è dare è molto semplice: facciamo informazione e orientamento; informazione significa che distribuiamo notizie e orientamento che tra quelle notizie vi aiutiamo a scegliere quelle che vi servono. Questa definizione ci sta un po’ stretta però. So benissimo che ci sono ancora persone a cui dobbiamo spiegare che l’Informagiovani NON è un’associazione di volontariato, ma un servizio pubblico (gestito da un privato) fatto da professionisti; che l’Informagiovani NON è un club a cui ci si può iscrivere per avere vantaggi esclusivi, ma che è aperto a tutti in maniera libera e gratuita; che l’Informagiovani NON è un’agenzia di lavoro che colloca o, come qualcuno spesso ci chiede, “trova un posto di lavoro”.

L’Informagiovani di Ancona, nome che peraltro inganna sulla tipologia di persone che lo frequentano, è un punto di riferimento per molti nella città: persone e turisti di passaggio, giovani in cerca di lavoro e opportunità per la loro crescita, uomini e donne di altre nazioni in cerca di informazioni e supporto, una serie di accaniti “lettori” di giornali e via dicendo. L’Informagiovani è un luogo, non solo fisico, dove vorremmo le persone si incontrassero, confrontassero, conoscessero qualcosa di nuovo. Per questo motivo, oltre a continuare a dare informazioni, creiamo continuamente occasioni di incontro, che chiamiamo eventi (forse sull’onda lessicale feisbookiana).

Le prossime settimane saranno intense da questo punto di vista. Appena dopo il week end, il prossimo 24 aprile il tema sarà il lavoro con un evento dedicato ai servizi delle agenzie di lavoro (e realizzato con una di loro, Synergie). Il tempo di un giorno di pausa e parleremo ancora di multiculturalità e contaminazione con un appuntamento, il 26 aprile, dedicato alle possibilità di ospitare uno studente straniero. Per chi sogna di andare lontano, il 22 maggio “atterreremo” in Australia, con un evento dedicato alle possibilità di trasferirsi nel Paese che sta ai nostri antipodi. E poi ci sono gli appuntamenti di NOIleggiamo, il nostro format dedicato alla presentazione dei libri: il primo appuntamento è per il 12 maggio con la “Spiegazione di George Silverman” di Dickens (chiaramente non ci sarà lui, ma la traduttrice di questo racconto, che è una marchigiana piena di passione per la lingua e la letteratura).

Ma non ci sono solo gli eventi che facciamo “in casa”, ma anche quelli che portiamo nella scuola: a maggio saremo ospiti dell’Istituto Savoia Benincasa con un format tutto dedicato alle competenze trasversali: sarà un workshop a tutti gli effetti per imparare perché nel mondo non è importante solo quello che sai fare ma anche come lo sai fare. E infine, l’8 giugno proveremo a dire qualcosa di originale sui temi dell’orientamento professionale con un appuntamento che ha un titolo che tutto un programma: Be Smart! Insomma, con la primavera arrivano un sacco di cose belle, sarete dei nostri?

Viaggiare con il volontariato

Con l’avvicinarsi dell’estate, molti pensano già a come trascorrerla, magari organizzando un viaggio anche verso mete lontane.

Un modo alternativo e allo stesso tempo formativo è partire per un campo di lavoro o workcamp.

I campi di lavoro sono dei progetti di volontariato di durata variabile, normalmente rivolti ai giovani, incentrati non solamente sulla solidarietà ma anche sulla comunicazione e integrazione tra i volontari e la comunità ospitante.

Il campo di lavoro non è una vacanza ma nemmeno un lavoro retribuito: in genere si lavora dalle 4 alle 8 ore giornaliere, mentre il resto del tempo è dedicato ad attività di animazione, escursioni, visite, incontri con la popolazione e le associazioni locali.

In genere, ai partecipanti non è richiesto nessun requisito particolare se non un interesse per il tema del campo, la predisposizione al lavoro di gruppo e alla vita in comunità. Per i campi all’estero è richiesta una minima conoscenza della lingua inglese.

A carico dei volontari sono il viaggio e una quota di iscrizione, che in genere copre vitto e alloggio.

Con pochi euro si potrà, quindi, vivere un’esperienza internazionale breve ma significativa che consentirà di fare nuove conoscenze, allacciare contatti utili, esercitare le proprie conoscenze linguistiche, in particolare l’inglese, e perché no aggiungere un punto in più sul proprio curriculum vitae.

I campi di lavoro volontario sono, infatti, un’esperienza di vita comunitaria, di conoscenza e scambio culturale con lo scopo di realizzare progetti di utilità sociale.

I campi nascono e si diffondono come proposta concreta per gli enti e le comunità locali; propongono attività sociali senza fine di lucro, coinvolgono i giovani e le forze sociali del territorio dove si svolgono. Il lavoro nei campi – oltre che a realizzare obiettivi concreti – ha un valore formativo ed educativo alla socialità, a relazioni collaborative e cooperative, alla responsabilità comune in uno spirito di solidarietà e impegno civile.

Se i giovani volontari partono con le giuste motivazioni, un campo di volontariato rappresenterà un’esperienza assolutamente unica e dal forte valore formativo.

Per partecipare a un campo è bene informarsi direttamente presso le associazioni o le cooperative di volontariato che li organizzano.

Di seguito vi segnaliamo solo alcune delle associazioni che organizzano workcamps internazionali su temi differenti. Ovviamente ne esistono molte altre.

Afsai – Associazione per la Formazione, gli Scambi e le attività interculturali:

organizza numerosi campi di lavoro internazionali in Europa, Asia, Africa, Sudamerica, per lo sviluppo delle comunità locali, rivolti a giovani con diversi background culturali e una profonda passione per il mondo della solidarietà e la scoperta delle differenze culturali.

Lunaria:

svolge attività di ricerca, formazione e comunicazione sui temi dell’economia solidale e del terzo settore, delle migrazioni e della globalizzazione e promuove iniziative di volontariato internazionale e di politiche giovanili.

Legambiente:

organizza campi di lavoro sul tema della tutela dell’ambiente rivolti anche ai minorenni.

Per conoscere queste ed altre opportunità di volontariato potete rivolgervi all’Informagiovani scrivendo a info@informagiovaniancona.com o passando personalmente allo sportello.

Lauree professionalizzanti

Da ottobre 2018 verranno attivate anche in Italia le lauree professionalizzanti.

A novembre 2017 è stato firmato dal il decreto che istituisce queste nuove lauree triennali, presenti da oltre venti anni nel panorama europeo, pensate per offrire una maggiore professionalizzazione agli studenti in uscita dagli Istituti tecnici superiori.

Dal prossimo anno accademico gli studenti diplomati avranno una nuova possibilità di scelta per orientare il proprio corso di studi verso il contesto lavorativo.

Fino ad ora l’unica scelta post diploma alternativa alla laurea tradizionale era l’iscrizione ad un corso ITS Istituto Tecnico superiore.

I corsi di laurea professionalizzanti si inseriscono nell’ottica di completare l’offerta di istruzione terziaria nel campo delle competenze tecniche e tecnologiche per l’industria 4.0.

In particolare le lauree professionalizzanti sono nuovi percorsi universitari di durata triennale con almeno un terzo di ore dedicate a tirocini ed esperienze lavorative e di laboratorio. Lo scopo primario è dare risposta alla necessità espressa dai giovani di potersi qualificare rapidamente ed alla domanda da parte di imprese e mondo delle professioni di personale altamente formato.

Gli Atenei potranno attivare un corso ogni anno accademico per le professioni che sono regolate da ordini e collegi e dovranno armonizzare la loro offerta con quella degli Istituti tecnici superiori, in una logica di prosecuzione degli studi.

Il corso dovrà essere svolto con i metodi tradizionali non potrà essere on line.

Le università dovranno attivare corsi in stretta collaborazione con il mondo del lavoro e definiti in relazione a professioni comunque disciplinate a livello nazionale, a partire da quelle con ordini. Il percorso sarà strutturato sviluppando accordi e convenzioni con gli ordini e i collegi professionali e con partenariati con le imprese, dato che durante il percorso di laurea devono essere previsti tirocini formativi ad hoc per gli studenti.

Le università formeranno: chimici, super periti industriali, esperti di agraria e agrotecnica, super guide turistiche, esperti di cantieri e scavi archeologici mentre i I corsi ITS continueranno a formare meccanici, tecnici ed esperti di officina super specializzati.

Ad Ancona l’Università Politecnica delle Marche attiverà per l’anno 2018-19 il corso in “Tecniche della Costruzione e Gestione del Territorio”, in collaborazione con i Collegi dei Geometri e dei Geometri Laureati delle Marche, permettendo ai laureati di questo corso di iscriversi al Collegio e di svolgere la professione. Il corso sarà ad accesso programmato, rivolto a trenta studenti.

Per restare aggiornati sull’offerta formativa relativa ai corsi di laurea professionalizzanti che verranno attivati nel 2018 potete contattarci scrivendo le vostre richieste a: formazione@informagiovaniancona.com

Tirocini all’estero di aprile

Anche questo mese è pronta la lista di proposte di tirocini all’estero per studenti e laureati, in settori molto vari ma con scadenze per candidarsi molto vicine, non pensateci troppo!

Per laureati – Programma tirocini settori vari presso Fusion for Energy – Francia, Spagna, Germania
Durata: da 4 a 9 mesi a partire da ottobre
Requisiti: laurea in ingegneria, fisica, giurisprudenza, comunicazione, gestione risorse umane, finanza; ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 1000 euro al mese e rimborso spese di viaggio
Scadenza: metà maggio

Per laureandi e laureati – Internship in Gender Equality and Leadership – Redscope Consulting – Bruxelles
Durata: Aprile-giugno o settembre-dicembre 2018
Requisiti: conoscenza dell’inglese scritto e orale, del pacchetto Office, Google drive e social media
Retribuzione: previsto un rimborso spese mensile
Scadenza: non indicata

Per diplomati o laureati – Roverway Assistant Internship presso World Association of Girl Guides and Girl Scouts (WAGGGS) – Bruxelles e Olanda
Durata: 6 mesi a partire da fine aprile
Requisiti: esperienza di volontariato internazionale e in organizzazione eventi, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: 1000 euro al mese
Scadenza: 15 aprile

Per laureati o laureandi – Marine Litter Solutions Intern – presso PlasticsEurope – Bruxelles
Durata: 6 mesi
Requisiti: laurea o studi in Scienze del mare, chimica o simili; ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: prevista
Scadenza: 13 aprile

Per studenti o laureati – Translation Internship – MoGi Group – Dublino, o da remoto
Durata: 6 mesi
Requisiti: studi attinenti, conoscenza del pacchetto Office e CAT tools, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: non specificata
Scadenza: non specificata

Per chi non avesse trovato quello che cercava, vi ricordo che potete inviarmi una email con una richiesta specifica (indicando il vostro titolo di studio, conoscenza della lingua, obiettivo, attività desiderata, paese di preferenza) a europa@informagiovaniancona.com.

Bonus bebé 2018

Il Bonus bebè, chiamato anche assegno di natalità, è un contributo economico che lo Stato eroga per mezzo dell’Inps, come aiuto alle famiglie con basso reddito.

Si tratta di una misura per sostenere la natalità, legata al ‘benessere’ della famiglia: al reddito dei suoi componenti e alle eventuali proprietà.

Consiste in un assegno di 80 euro mensili per le neomamme e famiglie adottive con ISEE sotto i 25mila euro mentre per le famiglie a basso reddito fino a 7mila euro l’importo dell’assegno raddoppia e passa da 80 a 160 euro mensili.

Se, però, nella scorsa Manovra, le famiglie con figli e le future mamme erano state al centro dell’attenzione, quest’anno la nuova Legge di Bilancio 2018 ha fatto un passo indietro.

Il bonus bebè, infatti, è stato riconfermato con gli stessi importi ma è cambiata la durata dell’agevolazione.

Dal 1° gennaio 2018 verrà corrisposto non più fino al terzo anno di vita del bimbo (o al terzo anno di ingresso nel nucleo famigliare, per chi adotta), ma solo fino al primo anno.

Questa novità, ovviamente, non riguarda coloro che hanno fatto richiesta del Bonus Bebè negli anni scorsi, i quali continueranno a ricevere il contributo fino al compimento dei 3 anni del figlio o al 3° anno dall’ingresso in famiglia del figlio adottivo.

La domanda di assegno di natalità va presentata direttamente online all’INPS tramite accesso all’area riservata del sito con PIN INPS personale. Va presentata una sola volta per ogni figlio da uno dei genitori entro 90 giorni dalla nascita o dall’entrata in famiglia (in caso di adozione).

Nel caso di gemelli la somma percepita va moltiplicata per il numero degli stessi.

Fermo restando la soglia reddituale tutti i neo genitori o genitori adottivi (italiani, cittadini dell’UE o extracomunitari con permesso di soggiorno) possono fruire del bonus bebè 2018, purché esista, anche, il requisito della coabitazione genitore – figlio.

Il pagamento avviene entro il 5° giorno di ogni mese ed avviene su conto corrente bancario o postale.

Le famiglie che ricevono il Bonus Bebè da diversi anni, invece, per continuare a beneficiarne anche per il 2018, devono presentare la nuova dichiarazione sostitutiva unica (DSU) che serve per il rilascio dell’ISEE 2018.

Viaggiare attraverso la letteratura

Molti dicono che viaggiare è la migliore medicina, ma perché ci piace così tanto?

Decisamente perché porta a intendere nuove culture, mantiene la mente e il corpo attivi e ci permette di imparare a comunicare con gente diversa da noi. Girando abbiamo la possibilità di conoscere ciò che un paese straniero ci offre ma non solo, perché viaggiare è anche scoprire se stessi. In qualunque modo, bisogna dire che a volte si può viaggiare senza partire perché grazie ai libri ci sono tanti aspetti geografici, storici e culturali sul territorio straniero che si possono apprendere direttamente da casa. Adesso che il caldo sta arrivando, abbiamo pensato di servirvi alcuni titoli che invitano a prendere il volo. Siamo sicuri che vi faranno sognare, scoprire nuovi orizzonti e chissà, forse trovare anche un po’ d’ispirazione per le vacanze estive. Buona lettura!

  • PORTOGALLO: Viaggio in Portogallo, José Saramago

Insignito del Premio Nobel per la letteratura, il portoghese Saramago nel 2008 scrisse questa “guida” anomala che va oltre la geografia di un paese amato, per addentrarsi nella psicologia di un popolo. Con un itinerario che, da Trás-os-Montes all’Algarve e da Lisbona all’Alentejo, il libro diventa un invito a perdersi, più che a trovare la strada.

  • CILE: La casa degli spiriti, Isabel Allende

Saga familiare che racconta le vicende di una famiglia cilena lungo tre generazioni, rappresentate ciascuna da una donna: Clara, Bianca e Alba. L’autrice culmina la narrazione con l’assassinio di Salvador Allende e il golpe del 1973, ma la storia inizia alla fine degli anni venti dello scorso secolo e offre una panoramica efficace degli eventi che portarono alla dittatura di Pinochet.

  • AFRICA: Vado verso il Capo, Sergio Ramazzotti

Il giornalista italiano credeva di conoscere il continente africano, ma ancora non gli era successo di percorrerne le strade con una sacca in spalla. Una traversata dell’Africa, attraversando il Sahara senza fuoristrada, affrontando le salite di fango rosso e scivoloso nel cuore della giungla su una bicicletta arrugginita, usando ogni genere di mezzo o andando a piedi e senza soldi.

  • BOSNIA: Gorazde (Area protetta), Joe Sacco

Durante la guerra in Bosnia del 1992-1995 i media hanno concentrato il loro interesse sulle sofferenze di Sarajevo. Per questo le atrocità di cui è stata vittima la popolazione musulmana delle zone orientali del paese sono rimaste invisibili. Il fumettista Sacco descrive la storia di una “area-protetta”: Gorazde, l’unica enclave musulmana sopravvissuta alla guerra.

  • ASIA: Bazar express + Un treno fantasma verso la stella dell’estPaul Theroux

Lo scrittore americano racconta un lungo periplo ferroviario da Londra a Tokyo, via Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Indocina, e con ritorno attraverso la Mongolia e l’Unione Sovietica. Trent’anni dopo, decide di ripercorrere i propri passi sulle strade ferrate dell’Asia e ci trasporta in luoghi lontani e spesso poco conosciuti come le capitali del Caucaso, Tbilisi e Baku, descrive le città sacre dell’India per arrivare, infine, sino allontanissimo Giappone.

Nomads 2018, sport, volontariato e Interrail!

Non vi dico sempre che le possibilità di andare all’estero sono innumerevoli? Ecco Nomads 2018, un bel progetto finanziato con Erasmus+ che vi permetterà di partire la prossima estate e vivere esperienze indimenticabili!

Il progetto Nomads, coordinato in Italia dall’associazione Lunaria, ha lo scopo di coinvolgere 100 giovani in attività di supporto allo sport e al volontariato, in collaborazione con comunità locali sparse per l’Europa.
L’obiettivo finale è quello di aumentare la consapevolezza multiculturale dei partecipanti e costruire nuove relazioni di amicizia, cooperazione e solidarietà tra i partecipanti e con le comunità ospitanti.

Ma come funziona? Potranno partecipare giovani tra i 18 e i 30 anni provenienti da Italia, Grecia, Spagna, Regno Unito ed Estonia, che potranno viaggiare via treno con l’Interrail Pass, fare volontariato e partecipare ad eventi dedicati allo sport in Europa, per un periodo di massimo un mese.

Il programma finanzia il vitto e l’alloggio dei volontari durante le attività, e il rimborso dell’80% delle spese di viaggio, permettendovi in pratica di viaggiare molto investendo poco!

Per partire con Nomads 2018 il primo passo è quello di scegliere un campo di volontariato a cui partecipare dal sito dedicato (la durata può andare da 10 a 20 giorni), in base ai vostri interessi, disponibilità in termini di date e alle attività offerte dagli organizzatori del campo. Una volta scelto il campo, contattate Lunaria per candidarvi (descrivete bene le vostre motivazioni a partecipare a quel progetto!). Se verrete accettati per il campo, scegliete gli eventi sportivi a cui prendere parte, sempre come volontari, e inviate all’organizzazione la vostra adesione.

Una volta che avrete tutte le conferme da parte delle organizzazioni che vi accoglieranno, pianificate il vostro itinerario e acquistate il vostro Interrail Pass: il rimborso del viaggio avverrà dopo il vostro ritorno (mi raccomando non buttate il vostro Pass e o i biglietti di viaggio!) fino al tetto massimo previsto (fino a 210 euro se hai 18-25 anni o 280 euro se hai 26-30 anni).

Ai partecipanti selezionati per partecipare ai campi è richiesto di associarsi a Lunaria, e naturalmente di mettersi in gioco e impegnarsi nelle attività scelte.
Allora, dove andrete questa estate?

Il mondo del lavoro sta cambiando

Forse è finito il tempo della flessibilità? Siamo pronti ad una nuova era e a un nuovo paradigma? Qualcosa nel mondo del lavoro sta cambiando e lo sta facendo lentamente come qualche volta accade con i cambiamenti che diventano rivoluzioni. Che le cose non siano più come una volta ce ne siamo accorti da un po’, ma forse fatichiamo un po’ di più a immaginare e capire come saranno nel futuro. Forse mi sbaglio ma mi sembra di poter dire che sta finendo il tempo dell’incertezza, dell’insicurezza e dello smarrimento e stiamo entrando in un tempo di maggiore consapevolezza della trasformazione che c’è stata negli ultimi anni. Provo a spiegarmi meglio con qualche esempio.

La scorsa settimana a Bologna durante il Festival del Lavoro Nobilita, ho ascoltato un dibattito sul lavoro da freelance: la cosa che ho notato, al di là della retorica della libertà (spesso finta) di questo tipo di lavoro, è che ci sono scelte di autonomia e instabilità (professionale, anzi contrattuale) che si fanno per scelta convinta e con una visione che va oltre la necessità di trovare un posto di lavoro. Anzi, in molti casi il posto nemmeno c’è perché quella dei freelance può essere anche una scelta di mercato, di visione, di opportunità da cogliere. Poi chiaramente ci sono le finte “partite IVA”, le scelte obbligate dettate solo dalla contingenza; ma c’è la possibilità anche di vedere e andare oltre, partendo con poco. A me pare che questo sia un modo intelligente, e coraggioso, di rimettere al centro la persona con la sua professionalità: a farlo non è più, come un tempo, la sicurezza del posto fisso, ma la visione del mondo dell’individuo e la sua capacità di vedere e sfruttare i cambiamenti.

Ci sono esempi anche sul versante delle imprese. Aziende come Toyota, pur essendo molto concentrate sulla tecnologia, hanno capito che a dare valore ai loro prodotti sono le persone. Il Presidente di Toyota ogni anno premia il miglior saldatore tra tutti quelli che lavorano nel mondo nei suoi stabilimenti. Nell’epoca in cui le macchine si guideranno da sole grazie allo sviluppo tecnologico, questa impresa premia il più artigianale dei lavori che ha al suo interno? Forse non crede nello sviluppo tecnico? Nostalgia del passato? Il motivo è al tempo stesso meno romantico e più profondo: anche quelli di Toyota hanno capito che al centro devono tornare le persone. Ci sono imprese poi che stanno sperimentando metodi organizzativi non gerarchici, come la olocrazia, un metodo secondo il quale a prendere decisioni non sono più i capi di una struttura gerarchica ma i membri della stessa struttura organizzati in maniera diversa. E se è vero che questa cosa non semrpe funziona al meglio, come nel caso dell’azienda americana Medium, è al tempo stesso innegabile che sono comunque tentativi di spostare il baricentro dell’attenzione, degli interessi e della governance (per utilizzare un termine alla moda) sulle singole persone.

Il messaggio che a me pare di poter cogliere da tutti questi movimenti è che le persone torneranno al centro nel mondo del lavoro come lo erano una volta per intensità ma con modalità molto diverse. Rimangono il fattore produttivo (che brutta parola!) determinante. Per esserlo non basta più, ahimè, avere la fortuna di occupare un posto, ma è necessario sviluppare delle competenze. Di questo tema torneremo a parlare presto perché stiamo giusto organizzando in questi giorni un evento di prossima realizzazione dedicato alle competenze che ci serviranno per fare i lavori dle futuro: noi le abbiamo chiamate smart skill e ve le presenteremo con alcuni testimonial d’eccezione. Come si dice in questi casi, stay tuned!

Lavoro stagionale all’estero

Partire per fare un lavoretto stagionale all’estero per l’estate, in quanti ci avete pensato?
Questa però è una delle occasioni in cui davvero tra il dire è il fare c’è di mezzo il mare!

Vediamo di darvi alcuni consigli per pianificare la vostra ricerca, senza perdervi tra decine di siti, offerte poco chiare e o vere e proprie truffe.

Prima di tutto bisogna ricordarsi che prima vi muovete, e maggiori sono le possibilità di scelta tra più offerte adatte al vostro profilo, oltre al fatto che avete più tempo per informarvi bene.
La maggior parte delle aziende che assume personale stagionale comincia reclutare a febbraio e marzo (reclutare significa raccogliere cv, fare colloqui, proporre contratti e trovare un accordo con i lavoratori, che poi potranno cominciare a lavorare nei mesi successivi). Più vi avvicinate all’estate e più le offerte sono relative a emergenze da coprire, o a posizioni poco pagate e meno appetibili.

Un buon punto da cui partire è il portale Eures – il portale europeo della mobilità professionale. Tra le funzionalità del portale c’è la sezione “Trova un lavoro”: da qui si possono fare ricerche tra le offerte di lavoro pubblicate. Si può selezionare per paese di interesse, tipo di contratto (temporaneo o permanente), e altri parametri. Fondamentale è inserire sempre una parola chiave, possibilmente relativa alla figura professionale ricercata e nella lingua nella quale si lavorerà. Per il lavoro stagionale infatti spesso le offerte non sono scritte nella lingua del paese di lavoro, ma in quella richiesta dal datore di lavoro, di solito in base alle esigenze della clientela con la quale si avrà a che fare. Ad esempio si possono trovare molte offerte per le località turistiche spagnole o greche scritte nelle lingue dei turisti che le frequentano (tedesco, inglese, ecc).
Questo dato ci introduce ad un argomento di fondamentale importanza, la conoscenza delle lingue! E’ indispensabile conoscere almeno al livello B2 una lingua straniera, per poterla utilizzare efficacemente per un lavoro, oltre che per cavarsela per le esigenze personali, altrimenti è inutile sprecare tempo nella ricerca. Spesso non importa se la conoscenza non è certificata, ma bisogna essere in grado di dimostrarla.

Parliamo anche di un anche di un altro aspetto: dove si trova la maggior parte dei lavori di tipo stagionale? Se pensiamo alla stagione estiva, sicuramente molte offerte riguarderanno Portogallo, Grecia, Spagna, Cipro e altri luoghi classici balneari. Ma anche nei paesi scandinavi, in Irlanda, o in Svizzera (ad esempio Lugano), ci sono località dove in estate l’afflusso di turisti e visitatori è notevole e quindi c’è molta richiesta di personale stagionale.
Una volta individuate delle offerte interessanti, è opportuno verificare che siano dettagliate e chiare, per poi contattare il referente per eventuali domande e l’invio del cv. Un aspetto da non trascurare è la scelta della zona o della città dove andare a lavorare: scegliere un posto dove il costo della vita è molto alto ci mette a rischio di non riuscire a gestire bene spese ed entrate, soprattutto all’inizio. Il portale Eures offre anche una sezione dedicata a informazioni sulle condizioni di vita e lavoro nei vari paesi, meglio dare un’occhiata prima di buttarsi!

Una breve parentesi sulla preparazione del cv, soprattutto per i paesi anglosassoni e scandinavi: è bene ricordarsi che il cv deve essere chiaro, sintetico e ordinato, e non deve contenere informazioni considerate sensibili (età, nazionalità, sesso, situazione personale) che potrebbero essere usate per discriminare il lavoratore. La foto va inserita nel caso di lavori che prevedono il contatto con il pubblico, altrimenti in genere no.

Ora, come fare a raggiungere i datori di lavoro che ci interessano non solo attraverso le offerte, ma magari nel momento in cui sono interessati a incontrare e valutare candidati? Un sistema che sta funzionando sempre più è quello degli European job days online. Sono in pratica delle fiere del lavoro online, a cui ci si può iscrivere per partecipare, e poter entrare in contatto con i recruiters delle aziende che cercano personale stagionale da diversi paesi. Stando comodamente a casa tua puoi scegliere quale azienda contattare, vedere le loro offerte di lavoro e spesso è possibile sostenere un primo colloquio conoscitivo.

Fatevi da subito una idea del periodo che volete trascorrere all’estero, per non rimanere spiazzati alla domanda: quando potresti partire?
Assicuratevi infine di avere un documento di identità a posto, cioè non scaduto, la tessera sanitaria e altri eventuali documenti che potrebbero esservi utili.

In questo momento in cui il Covid sta cambiando velocemente le regole di libero movimento in Europa, verificate sempre la possibilità di poter entrare nel paese che vi interessa, con il portale Re-open EU .
Buona ricerca!