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Lo SVE, che cos’è?

Lo SVE, come spesso lo avrete sentito chiamare, sta per Servizio Volontario Europeo, ed è un progetto di mobilità internazionale finanziato dal programma europeo Erasmus+.
Si tratta di un periodo che si può passare all’estero come volontari presso una organizzazione a scelta, durante il quale si è finanziati per le spese fondamentali.
Il periodo di volontariato può durare dai 2 ai 12 mesi, a seconda del progetto che scegliamo, e può essere svolto in una varietà di settori davvero incredibile: dall’inclusione sociale alla protezione dell’ambiente, nel settore giovani o anziani, per il contrasto al cambiamento climatico o al bullismo, nel settore della cultura, della comunicazione o delle nuove tecnologie.
Si può andare a fare un volontariato presso una associazione, o un ente locale, una Onlus o una fondazione, a patto che siano accreditati come enti di accoglienzacioè che siano elencate nel database dedicato. L’accreditamento significa che hanno dimostrato di poter garantire una serie di servizi e uno standard di qualità dell’esperienza per il volontariato che accoglieranno.
Lo SVE impegna il volontario per circa 30 ore a settimana, e non è retribuito. D’altra parte però lo SVE offre una serie di vantaggi che sono ben più di una retribuzione: vitto, alloggio, trasporto locale, parte del viaggio e assicurazione pagati, oltre a supporto linguistico, una persona di riferimento sul posto per qualsiasi necessità, un documento di attestazione finale delle competenze acquisite.
Inoltre ad ogni volontario è riconosciuta una piccola somma mensile, a rimborso di spese accessorie. che varia a seconda del paese. Insomma, siete a posto!

Ma per chi è lo SVE, e come si fa a partecipare?
Lo SVE è rivolto a tutti i giovani tra i 17 e i 30 anni residenti in un paese del programma o in un paese partner, senza distinzione per quanto riguarda il titolo di studio o l’esperienza professionale perché il volontario non va a sostituire un altro lavoratore, ma è inteso come risorsa umana che porta un valore aggiunto all’organizzazione.
Questa caratteristica dello SVE è molto importante, perché di fatto non ci sono molti altri programmi di mobilità finanziati accessibili a giovani che non siano studenti (universitari o di scuola secondaria).

Sono richiesti interesse, spirito di iniziativa e voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi e di “spendersi” nel settore e nel progetto scelto.

Si può accedere ad un progetto SVE rivolgendosi a quello che si definisce ente di invio: si tratta di organizzazioni che hanno sede nel proprio paese di residenza, anch’essi accreditati come gli enti di accoglienza, a cui i giovani interessati possono rivolgersi per poter avviare le necessarie formalità per accedere ai finanziamenti e realizzare il nostro progetto di esperienza all’estero di volontariato.

Ci è sfuggito qualche dettaglio? Qui trovate quasi tutto, ma per domande, dubbi e un sostegno pratico per cominciare a dar forma al vostro progetto, ci trovate all’Informagiovani!

Assistenti di lingua italiana all’estero

Se la lingua italiana è la tua passione, e hai concluso da poco il percorso di studi universitari, è il momento di andare a diffondere all’estero la conoscenza della lingua di Dante!

Entro il 4 marzo si può presentare domanda al MIUR per prestare servizio come assistente di lingua italiana per il prossimo anno scolastico, presso scuole di diverso ordine e grado in diversi paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Germania, Regno Unito e Spagna).

Vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti per poter partecipare a questa selezione.

Per quanto riguarda il titolo di studio, è richiesta una laurea magistrale o specialistica, conseguita da non più di un anno, e durante la quale bisogna aver sostenuto almeno due esami attinenti l’area linguistica del paese di destinazione, e due relativi a lingua, letteratura o linguistica italiana.

Tra gli altri requisiti, età inferiore a 30 anni, cittadinanza italiana, e non avere rapporti di lavoro con amministrazioni pubbliche per il periodo in cui è previsto l’assistentato.

La durata dell’esperienza è di circa 8 mesi (settembre 2017 – maggio 2018) e comporta un impegno settimanale di circa 12 ore. Questo significa che si avrà tempo per un sacco di altre attività, come conoscere meglio la città in cui ci si trova, visitare il paese, approfondire la conoscenza della lingua straniera, fare nuove conoscenze, allargare la propria rete di contatti, provare a cercare opportunità lavorative interessanti da considerare al termine dell’assistentato.

L’opera prestata come assistenti è retribuita secondo i parametri di ogni paese, e l’attività in classe consiste nell’affiancare i docenti in servizio per promuovere la conoscenza della lingua e della cultura italiane.

Una esperienza unica, formativa ed entusiasmante per chi vuole aprirsi al mondo dopo gli studi, mettersi alla prova nel settore dell’insegnamento e conoscere come funziona la scuola in altri paesi!

I tirocini all’estero del mese

Tra i progetti per il nuovo anno, non può mancare quello di un tirocinio all’estero, soprattutto per coloro che stanno studiando all’università, ma anche per chi vuole migliorare le proprie competenze professionali e linguistiche.
Vediamo quali opportunità interessanti ci sono da considerare nelle prossime settimane, ricordandovi sempre che migliore sarà la vostra programmazione dell’esperienza all’estero (cioè tempestiva, accurata e mirata), migliore sarà la riuscita, i vantaggi che ne trarrete, il rendimento del vostro investimento, sia in termini di tempo ed energie che di risorse finanziarie.

Per studenti nel settore dell’economia, lo sviluppo, le scienze ambientali, le relazioni internazionali, o altri campi correlati – Tirocinio presso l’UN Climate Change Newsroom – Bonn
Durata: 3/4 mesi
Requisiti: ottima conoscenza dell’inglese, capacità analitiche e di comunicazione scritta e orale; capacità di lavorare in un ambiente multiculturale. Preferibilmente con competenze digitali legate alla creazione di video e infografiche. Non è prevista una retribuzione.
Scadenza: 10 febbraio 2017

Per laureati o laureandi in materie giuridiche, economiche e finanziarie– Tirocini presso l’Institutional Shareholder Services Inc. (ISS) – Bruxelles
Durata: 3 mesi a partire da febbraio 2017
Requisiti: buona conoscenza dell’arabo e dell’inglese, interesse nello sviluppo economico dell’area mediorientale e africana
Tirocinio nel dipartimento analisi dati. E’ prevista una retribuzione di €1000 mensili più trasporti.

Per studenti universitari e laureati – Tirocini presso l’European Enterprise Institute – Bruxelles
Durata: da 3 mesi
Requisiti: under 30 con ottima conoscenza dell’inglese e padronanza pacchetto Office
Scadenza: posizione aperta. La candidatura va inviata almeno tre mesi prima della data in cui si desidera iniziare il tirocinio.

Per laureati – Tirocini presso la Commissione Europea – Bruxelles
Durata: 5 mesi a partire da ottobre 2017
Requisiti: buona padronanza di inglese, o francese, o tedesco. Per i tirocini di traduzione, è richiesta la capacità di tradurre nella propria lingua madre da almeno due altre lingue ufficiali dell’UE.
E’ prevista una retribuzione di €1120 mensili e il rimborso delle spese di viaggio.
Scadenza: 31 gennaio 2017

Per laureati – Tirocini presso EUROFOUND – Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro – Bruxelles
Durata: 6 mesi
Requisiti: ottima conoscenza di una lingua di lavoro dell’UE (possibilmente inglese) e buona conoscenza di una seconda lingua UE.
E’ prevista una retribuzione di €1300 mensili e il rimborso delle spese di viaggio.
Scadenza: 29 gennaio 2017

E per chi non avesse trovato l’occasione giusta, vi ricordo che un tirocinio può essere trovato autonomamente consultando siti che aggregano opportunità di tirocinio a livello europeo, ad esempio:
Erasmusintern.org 
Qui una panoramica delle possibilità di tirocinio presso le istituzioni e le agenzie europee.

Last but not least, ci vediamo martedì 31 gennaio per conoscere il programma Your First Eures Job, che supporta e finanzia giovani intraprendenti per andare a svolgere, tra le altre cose, un tirocinio all’estero!

corpo europeo di solidarietà

L’Europa investe nei giovani con il Corpo di solidarietà

L’istituzione, da parte della Commissione Europea, del Corpo europeo di solidarietà è l’iniziativa che si rivolge concretamente a due obiettivi fondamentali dell’Unione: la solidarietà tra popoli e cittadini, e la necessità di investire nei giovani e nella loro formazione.

Come si conciliano queste due grandi priorità in un’unica azione?
I giovani tra i 18 e i 30 anni possono candidarsi per far parte del nuovo Corpo europeo di solidarietà e avranno così la possibilità di essere inseriti in un progetto di volontariato o di tirocinio, o di svolgere un lavoro per un periodo da 2 a 12 mesi, nel proprio paese o all’estero.
I partecipanti potranno impegnarsi, a scelta, in un’ampia gamma di attività e settori tipo istruzione, assistenza sanitaria, integrazione sociale, assistenza nella distribuzione di prodotti alimentari, costruzione di strutture di ricovero o simili, accoglienza, assistenza e integrazione di migranti e rifugiati, protezione dell’ambiente e  prevenzione di catastrofi naturali (ma non solo).
In questo modo i giovani interessati avranno l’opportunità di dare un contributo concreto alla società e al cambiamento e al tempo stesso di acquisire un’esperienza pratica e competenze di grande valore per la loro vita personale e lavorativa.

Per partecipare è richiesta la cittadinanza europea o la residenza in uno dei paesi membri e, naturalmente, l’adesione alla missione del corpo di solidarietà, cioè costruire una società più inclusiva e rispondere ai problemi sociali, e ai principi che la ispirano. Sia i partecipanti che le organizzazioni che ne faranno parte hanno  come punto di riferimento i valori e i principi promossi dall’UE, come il rispetto per la dignità e diritti umani, e credono nella promozione di una società giusta ed equa nella quale predominino il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza.
Le attività di volontariato si svolgeranno in modo simile allo SVE – Servizio Volontario Europeo, con viaggio, vitto e alloggio finanziati. Le attività di tirocinio, apprendistato e lavoro saranno invece retribuite secondo la normativa del paese in cui l’attività si svolge.
Ogni giovane partecipante potrà gestire in ogni momento la propria disponibilità a partecipare al corpo di solidarietà, modificando i dati inseriti, e potrà accettare o rifiutare le offerte di collaborazione che gli verranno proposte.
Il corpo di solidarietà, per cui ci si può iscrivere in qualsiasi momento, è partito con i primi progetti a primavera del 2017.

Per maggiori informazioni vedi il sito ufficiale o passa a trovarmi all’Informagiovani!

Dopo il diploma, università o gap year?

La scelta di un percorso da seguire dopo il diploma è tra le più difficili, sia per le tante possibilità che per la complessità e variabilità del mondo del lavoro.

Il quinto anno di scuola secondaria è l’ultimo nel quale, di fatto, abbiamo la vita organizzata e un percorso abbastanza predefinito e standard da seguire. Sia che abbiamo scelto un liceo, che una scuola professionale o tecnica, le nostre giornate scorrono in un alternarsi di ore scolastiche e tempo libero, occupato da uscite con gli amici, sport e studio.
Ma dopo, che si fa? L’improvvisa libertà da una routine sempre uguale e le numerose scelte che potenzialmente potremmo fare sono per alcuni un trampolino di lancio verso un percorso che hanno sempre immaginato (universitario o lavorativo). Per altri invece è come trovarsi in fondo a una strada e da nessuna parte, con davanti un vasto orizzonte ma senza indicazioni su come raggiungerlo.
I dati sull’occupazione indicano la necessità di specializzarsi in qualche cosa per poter avere maggiori e migliori opportunità lavorative, per cui spesso non basta un diploma. Nel migliore dei casi, la scuola che ho appena concluso mi ha fornito una preparazione di base, indispensabile per entrare a far parte della comunità di cittadini adulti in grado di interpretare la realtà che mi circonda, di collegare fatti e dati, di ragionare con la mia testa, di informarmi su quello che mi interessa e di conoscere i miei diritti e doveri.

Molti studenti che termineranno gli studi tra pochi mesi non sanno bene che fare dopo, e vorrebbero avere un po’ di tempo in più per poter decidere. Questo tempo è quello che in molti paesi si chiama gap year, un anno di riflessione e di esperienza che mi aiuterà a capire che cosa voglio fare nel prossimo futuro e che cosa voglio diventare.
Per esperienza si intende qualsiasi attività mi possa aiutare a capire cosa mi interessa, e si può pensare anche, per chi si sente abbastanza curioso e intraprendente, di farla all’estero.
Ecco alcune idee da considerare, che non comportano un grosso investimento di denaro (ma di impegno e entusiasmo sì!).

Partire per un volontariato con il Corpo europeo di solidarietà: si tratta di una attività finanziata dall’UE, aperta a ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che vogliono dedicare alcuni mesi del loro tempo (tra 2 e 12) a un settore di loro interesse tra quelli disponibili (ambiente, cittadinanza, diritti umani, politiche giovanili, inclusione sociale, comunicazione, infanzia, cultura e molti altri) in un altro paese o anche in Italia. L’impegno è di circa 25-30 ore alla settimana, e si ha a disposizione un alloggio, un posto dove mangiare o una somma per provvedere da soli, una piccola paghetta mensile, e una serie di persone di riferimento e supporto per qualsiasi necessità.

Fare un Working Holiday: se l’Europa ha confini troppo stretti per te, e vorresti provare uno stile di vita d’oltreoceano, una idea da considerare è l’esperienza del Working Holiday. Australia, Nuova Zelanda e Canada offrono a giovani cittadini italiani la possibilità di soggiornare per un periodo di un anno in questi paesi, con un visto che permette di lavorare e viaggiare per conoscere il paese. La conoscenza a livello almeno intermedio della lingua costituisce un vantaggio nella richiesta del visto.

Fare Woofing: per chi ama la vita all’aperto, il contatto con la natura ed è curioso di entrare in contatto con altre culture, il circuito di woofer permette di trovare vitto e alloggio presso fattorie e produttori in molti paesi del mondo. In cambio di alcune ore di lavoro, si ottiene vitto, alloggio e la possibilità di incontrare persone di paesi e stili di vita diversi.
Questa breve lista non esaurisce le possibilità esistenti, se avete esigenze o idee diverse passate a trovarci o scrivete a europa@informagiovaniancona.com per avere informazioni e consigli.
L’importante è non sedersi e non scoraggiarsi!

lavoro europa

Lavoro in Europa, per te c’è Eures

Andare a fare un’esperienza di lavoro all’estero è sicuramente consigliabile e in Europa Eures è il servizio pubblico e gratuito che supporta i lavoratori interessati a questa opportunità.

Eures – European Employment Services – è la rete europea dei servizi per l’impiego coordinata dalla Commissione europea attraverso il quale si mette in pratica il principio della libera circolazione dei lavoratori all’interno dello spazio economico europeo e si promuove l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Vediamo in che modo questa rete di esperti, sparsi sul territorio e in comunicazione tra loro, può fornirci aiuto se stiamo pensando di metterci alla prova in un contesto lavorativo diverso da quello che conosciamo. Rivolgendomi a uno dei consulenti Eures, e consultando il sito, posso ottenere informazioni e consigli sul paese o i paesi che mi interessano, sul mercato del lavoro relativo ad un determinato settore, sulla legislazione in materia di lavoro e i contratti di lavoro.

Sul sito di Eures troviamo già pronte molte informazioni sulle condizioni di vita e lavoro nei vari paesi europei, che sono importanti da conoscere per arrivare preparati a vivere al meglio la nostra esperienza e che ci facilitano molti passaggi necessari al trasferimento, sia esso temporaneo o di lunga durata.

Una delle sezioni più importanti del sito è senz’altro quella della banca dati delle offerte di lavoro: Eures offre la possibilità a chi cerca lavoro di utilizzarla per la ricerca di un’offerta interessante mentre i datori di lavoro possono pubblicare le proprie offerte per trovare personale anche al di fuori dei confini del paese in cui hanno sede.

I lavoratori possono inoltre inserire il proprio cv in una banca dati consultabile dalle aziende: sia per i lavoratori che per le aziende è prevista la registrazione al portale prima dell’utilizzo, in modo da monitorare un uso appropriato degli strumenti offerti.
Si possono anche contattare consulenti nei paesi o nelle città di interesse, per informazioni aggiornate e dettagliate sulla situazione locale. Alcuni di loro sono addirittura disponibili in chat in orari e giorni specifici.

La rete Eures svolge le proprie attività in collaborazione con i centri per l’impiego dei Paesi dello Spazio economico europeo, la Svizzera e con altre istituzioni pubbliche locali e nazionali. In Italia fanno parte di questa rete 66 consulenti e circa 300 assistenti, dislocati sul territorio nazionale.
Tra le attività promosse da Eures ci sono anche eventi informativi sulle opportunità di vita e lavoro nei vari paesi, e sempre più spesso anche giornate di vero e proprio reclutamento, durante le quali è possibile incontrare consulenti Eures di altri paesi e affrontare un primo colloquio di lavoro per verificare le effettive opportunità per il proprio profilo professionale.

Ultimo ma non meno importante, ci si può rivolgere ai consulenti Eures per partecipare ai programmi di supporto alla mobilità per lavoratori YfEj – Your first Eures job (per under 35) e ReActivate (per over 35).

scuola estero Europa studiare

Un anno di scuola, ma all’estero

A volte la scuola ti va stretta, perché non offre abbastanza stimoli, o perché ti sembra non sia abbastanza aperta a orizzonti che tu invece intravedi e insegui.

Se quello di cui hai bisogno sono nuove sfide, nuovi amici e un contesto internazionale, frequentare un periodo di scuola in un altro paese (europeo e non) può essere la risposta per chi è maturo e preparato ad affrontare un viaggio oltre i confini delle solite abitudini.

L’anno, o semestre, all’estero è consigliato durante il quarto anno delle scuole superiori (ma si può partire anche per il terzo anno), quando si è abbastanza grandi e autonomi, ma non ancora arrivati ad affrontare il quinto ed ultimo anno e il conseguente esame di maturità.

Ma come funziona, da dove si comincia? Tutta l’organizzazione della mobilità all’estero dello studente viene gestita da società riconosciute dal Ministero dell’Istruzione: queste si preoccuperanno di selezionare gli aspiranti partecipanti, prepararli alla partenza, scegliere le scuole all’estero e assegnarle a ciascuno, oltre a seguire gli studenti per tutta la durata del programma.

E’ indispensabile cominciare a informarsi e prepararsi con ampio anticipo (tra i 15 e i 18 mesi prima) dato che la domanda va presentata già dall’anno precedente nel caso dell’anno intero, e comunque diversi mesi prima della partenza.

Si parte in genere nel mese di luglio, tenendo conto del diverso inizio dell’anno scolastico nel paese di destinazione, e in ogni caso in modo da arrivare sul posto qualche giorno prima, per cominciare ad ambientarsi.

I costi da sostenere per questa esperienza variano a seconda della destinazione e della durata: non sono stratosferici ma nemmeno troppo contenuti. Ad esempio un anno scolastico all’estero in un paese anglosassone può costare tra 8 e 10 mila euro, quota che include la preparazione, il viaggio, l’iscrizione alla scuola, il tutoraggio, il vitto e l’alloggio presso una famiglia locale.

E quando si torna? Cosa succede? Nonostante l’anno o il periodo trascorso all’estero sia riconosciuto, il riconoscimento e il passaggio all’anno o al semestre successivo non è automatico, e bisogna presentare alla scuola in cui si rientra i documenti relativi alla frequenza all’estero e seguire le indicazioni dell’istituto. La cosa migliore da fare è programmare con anticipo per avere il tempo di concordare con gli insegnanti e il dirigente scolastico quali saranno le modalità di rientro già prima di partire.

Quali sono i vantaggi? Inutile dire che la permanenza all’estero permette di fare un balzo in avanti nella conoscenza e nell’uso di una lingua straniera, se non di apprenderne una nuova. Inoltre si impara a conoscere meglio se stessi, i propri limiti, le proprie potenzialità, stando a contatto con una realtà diversa da quella in cui si è cresciuti. Si guadagna in autonomia, in capacità di individuare problemi che ci riguardano e relative soluzioni.

Se pensi che potrebbe essere una esperienza che fa per te, o semplicemente vuoi saperne di più, segui la nostra pagina eventi e partecipa ai prossimi incontri informativi sull’argomento! Le candidature per il prossimo anno sono già aperte.

 

Vacanze, parti con la tua TEAM

Agosto, tempo di ferie, viaggi, partenze, e quindi…di preparazione dei bagagli.
Ognuno ha il suo metodo, c’è chi in mezz’ora ha pronto uno zaino completo di tutto il possibile necessario, e chi comincia a prepararsi giorni prima, facendo una lista ordinata e ragionata, da spuntare man mano che si avvicina la partenza.
Qualunque sia il tuo metodo, non dimenticare di portare con te la tua TEAM – Tessera Europea di Assicurazione Malattia, più comunemente conosciuta come Tessera Sanitaria.

In queste settimane molti ne hanno ricevuta una nuova in sostituzione a quella in scadenza, ed è bene sapere che, per poterla usare per i servizi di base (attestazione dell’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, del codice fiscale e accesso all’assistenza sanitaria in Europa) non è necessaria alcuna attivazione particolare, prevista invece per eventuali altri servizi online forniti dalle pubbliche amministrazioni.

Quando viaggiamo, la carta TEAM, o Carta Regionale dei Servizi, ci permette di poter usufruire, presentandosi presso un medico o una struttura sanitaria pubblica, dell’assistenza medica di base nel paese europeo in cui andiamo in vacanza (o nel quale ci troviamo per un soggiorno breve di studio, lavoro o altro).
Attenzione però, perché ciò non significa che avremo sempre e comunque prestazioni gratuite: avremo diritto allo stesso trattamento che hanno i cittadini del paese in cui siamo, non al trattamento che abbiamo in Italia. Quindi ad esempio se ci troviamo ad avere necessità di una prestazione medica in Francia, dobbiamo sapere che ne pagheremo comunque un 20%, perché così funziona per i francesi.
Come fare a sapere che cosa ci dobbiamo aspettare nel paese dove andremo? Possiamo informarci prima (soluzione adatta ai più previdenti!) consultando il sito del servizio nazionale del paese dove andremo, o usare l’app predisposta dall’UE, così da poter accedere, in caso di bisogno, alle informazioni organizzate per paese.

In ultimo, vi ricordiamo che la tessera TEAM non sostituisce un’assicurazione di viaggio: valutate se stipularne una prima di partire, in base al tipo di vacanza e alla destinazione.

Non ci resta che augurarvi buone vacanze!

assistente lingua italiana estero assistentato

Assistenti di lingua italiana all’estero

 

E’ un’opportunità unica per laureati in materie umanistiche interessati alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero!

Il bando per proporsi come assistenti di lingua italiana per l’anno scolastico 2017/2018 è indetto dal MIUR ed è aperto fino al 4 marzo.

Il periodo di permanenza nel paese che accoglie gli assistenti (può essere espressa una preferenza tra quelli indicati, ma non è detto che si ottenga un posto proprio là) è di circa 8 mesi, con una retribuzione variabile a seconda del paese, e si può essere chiamati a prestare la propria opera presso scuole e istituti di vario grado.

La domanda si presenta esclusivamente online al sito http://www.trampi.istruzione.it/asl/

In bocca al lupo!

Yfej | Your first Eures job, un aiuto per partire!

Il Progetto YfEj – Your first Eures job ha l’obiettivo di supportare i giovani europei (cittadini o residenti) tra i 18 e i 35 anni nella ricerca e realizzazione di una esperienza di lavoro, tirocinio o apprendistato all’estero.

Il progetto offre un contributo finanziario per l’eventuale necessità di formazione linguistica, per le spese legate al riconoscimento delle qualifiche professionali o dei titoli di studio, e per coprire parte delle spese sostenute per recarsi ad un colloquio o per trasferirsi nel paese di destinazione.

L’iniziativa fornisce inoltre servizi quali informazione, reclutamento, matching e collocamento sia per i giovani candidati che per i datori di lavoro interessati ad assumere personale proveniente da paesi diversi. Per entrambi sono previsti servizi di supporto informativo e finanziamenti.

Per partecipare bisogna registrarsi e caricare il proprio cv in formato europeo sulla piattaforma YfEj: qui si possono trovare anche offerte di lavoro per professionalità specifiche, alla sezione Hot Jobs.

Nelle Marche è possibile rivolgersi per informazioni e attivazione del programma ad un referente della rete EURES, esperti della mobilità per lavoro che trovate nei CIOF– centri per l’impiego, l’orientamento e la formazione del territorio.

Il programma è arrivato alla sua quinta edizione e durerà fino al 2018.

E se hai più di 35 anni? C’è un programma anche per te! Scopri di più su ReAct.

studio estero superiori

Scuola all’estero, un trampolino di lancio

La possibilità di frequentare una scuola superiore in un paese estero, per un periodo che può andare da un anno intero a un semestre o un trimestre è senz’altro una opportunità unica di confrontarsi con coetanei uguali ma diversi, di crescere e allargare i propri orizzonti.

Per capire come funziona e come si può realizzare il sogno di fare questo tipo di esperienza, vi invitiamo a partecipare agli incontri che organizziamo periodicamente qui all’Informagiovani con agenzie specializzate, il nostro format Study Abroad!

Avrete così la possibilità di confrontare le proposte, fare domande direttamente ai referenti delle agenzie e decidere quale fa al caso vostro.

Gli ultimi eventi da noi organizzati sull’argomento sono stati:

Giovedì 22 ottobre: Scuola all’estero con Intercultura

Giovedì 5 novembre: Anno di studio all’estero con New Beetle

Gli eventi sono aperti a tutti e sono gratuiti, basta iscriversi e partecipare per saperne di più. Per rimare informati sugli eventi, gli incontri e i laboratori da noi organizzati, basta iscriversi alla nostra newsletter sul form dedicato presente in homepage!

Vivere per studiare o studiare per vivere?

Il periodo più “formativo” nella nostra vita coincide anche con quello più difficile della gestione delle nostre esperienze, emozioni, relazioni. Si tratta dell’adolescenza durante la quale la nostra valutazione delle esperienze che facciamo, diciamolo, non è sempre equilibrata. Per questo motivo i ricordi e le motivazioni legate a questo passaggio non sempre sono nitidi, chiari e coerenti.

Nell’esperienza comune siamo portati a studiare, durante questo periodo, più che per una vera passione o fame di conoscenza, per altro: sfida, obbligo, paura. Non ci guida, essenzialmente, una volontà di sapere più cose. Anzi, a volte, forse spesso, quello che ci accade è di studiare con una certa sufficienza o noia. Per carità, non è quello che accade proprio a tutti. In generale comunque possiamo dire che lo studio impariamo ad apprezzarlo più tardi, magari con la scelta dell’università oppure leggendo qualcosa che ci interessa veramente quando siamo più grandi (anche di poco).

Eppure la nostra prima giovinezza, lo dicono gli studiosi, è il periodo in cui il nostro cervello sarebbe più fertile e accogliente per un sacco di nozioni. Sarebbe importante arricchire quanto più possibile il periodo della nostra vita in cui siamo, per così dire, più ricettivi.

Di occasioni ce ne sono tante e in questo periodo ve ne facciamo conoscere alcune che riguardano in particolare lo studio all’estero durante il periodo della scuola superiore: se guardate al nostro calendario degli eventi nei prossimi giorni abbiamo una serie di appuntamenti dedicati a questo argomento. Il 22 ottobre lo faremo con Intercultura, il 27 ottobre con Au pair in USA e il 5 novembre con NewBeetle. Abbiamo dato così tanto spazio a eventi di questo genere perché pensiamo che possano essere esperienze davvero interessanti. Per quale motivo?

Di motivi ce ne sono diversi. C’è l’importanza personale, perché un viaggio all’estero è una sfida: ci vuole curiosità e iniziativa per prendere una decisione e partire, ci vuole coraggio, perseveranza e senso di responsabilità per raggiungere le mete prefisse. Si impara ad arrangiarsi, a diventare indipendenti e autonomi. C’è un motivo che riguarda il nostro sistema di relazioni: un’esperienza all’estero fa sì che la propria abilità nel rapportarsi agli altri venga messa alla prova e si sviluppi; quando ci si trova in un paese straniero la propria capacità comunicativa ne esce rafforzata. C’è un motivo culturale, perché grazie all’incontro con usi, costumi e mentalità di altri luoghi, è possibile valorizzare le proprie tradizioni, abitudini e idee, il viaggio diventa un’occasione per un prezioso scambio culturale.

Infine il soggiorno all’estero aiuta a sviluppare le proprie competenze linguistiche:  chi arricchisce il proprio curriculum con l’approfondimento di una o più lingue straniere e/o con un’esperienza lavorativa, avrà delle carte in più da giocare quando cercherà un impiego e, di conseguenza, anche maggiori possibilità di fare una carriera professionale soddisfacente anche dal punto di vista economico. Un anno (ma anche un semestre o un trimestre) all’estero potrebbero davvero cambiarvi la vita e portarvi a vivere lo studio con tutt’altra passione passando da “vivere per studiare” (magari senza voglia) a “studiare per vivere” (meglio).

Insomma ce n’è abbastanza per non rinunciare almeno a uno dei nostri appuntamenti (anche se vi consigliamo di viverli tutti se potete in modo da poter fare dei confronti). Vi aspettiamo il 22, 27 e 5 novembre. Prendete il vostro ticket qui!

 

Lavorare all’estero: guida all’uso (get the job!)

Una delle richieste più frequenti che riceviamo al nostro Informagiovani è: avete suggerimenti, consigli, notizie utili per andare a lavorare all’estero?  A questa domanda è sempre difficile dare una risposta standard ed esauriente per tutti. In primo luogo perché dietro alla parola “estero” c’è un mondo. Ebbene sì, fuori dai confini nazionali i paesi sono tanti e con regole, culture e procedure diversi per entrare nel mondo del lavoro. Certamente all’interno dei confini europei la cosa è più facile e la mobilità dei lavoratori non solo è più fluida ma è anche incoraggiata.

In secondo luogo perché bisognerebbe sempre conoscere la “storia” e, soprattutto, gli obiettivi di chi vuole andare all’estero. Storia, perché la “fuga” non è la strada migliore per un progetto che prevede la permanenza per lavoro in un paese straniero; un buon bagaglio di competenze e conoscenze accompagnate da una conoscenza discreta di una lingua straniera (inglese in primis) dovrebbero essere alla base di qualsiasi spostamento oltre confine. Ma, tant’è, non sempre è così.

Per questo, per dare una risposta completa e concreta alla richiesta di spostarsi all’estero, abbiamo organizzato il workshop di giovedì pomeriggio prossimo. Get the job servirà a far conoscere strumenti e modalità per presentarsi in inglese senza gaffe ma con successo. Nelle due ore circa in cui staremo insieme scopriremo e proveremo a capire un modo differente di fare i colloqui di selezione, che cosa un datore di lavoro straniero vuole davvero sapere su di noi, cosa dire e cosa assolutamente evitare di dire in un colloquio, come apparire affascinante e interessanti durante un’intervista senza sembrare strani(eri). Tutto questo avverrà con l’aiuto e il supporto di International House, una scuola non solo di lingue ma anche di cultura e di promozione della lingua anglosassone.

Partecipare è facilissimo: prenotate il vostro biglietto, GRATUITO, a questo link e presentatevi giovedì 8 ottobre alle 17,30 all’Informagiovani. Il resto verrà da solo. Il workshop sarà in lingua ma non è necessaria una conoscenza approfondita anche perché con il supporto di Nicky, l’insegnante di madrelingua di International House, sarà tutto semplice.

Non perdetevi questo concentrato (gratuito!) di consigli pratici per la candidatura di lavoro in inglese!

Scambi giovanili, un'idea meravigliosa

Il nostro Informagiovani è un servizio aperto a tutti i giovani, studenti o universitari, in cerca di informazioni, consigli, orientamento e supporto nella realizzazione del loro progetto di studio, vita e lavoro. Tra le attività di consulenza che facciamo costantemente c’è quella di orientamento e informazione sulla possibilità di fare un’esperienza all’estero, come volontari, tirocinanti, lavoratori, ma prima di tutto, come partecipanti a uno scambio internazionale!

Condividere spazi, orari e cibo con coetanei di altri paesi è una palestra di convivenza, adattamento, rispetto e tolleranza potentissima: si impara presto a trovare un punto di incontro, a discutere produttivamente di un problema da risolvere, a tenere conto delle esigenza anche di chi ci sta vicino ed è diverso, o diversamente abituato, da noi. Stare per qualche giorno lontano da casa, senza i genitori che stressano, ma che al tempo stesso pensano a tutto anche per noi, è un assaggio della vita da giovani adulti, in grado di prendersi cura di se stessi a partire dalle piccole cose fino all’organizzazione della propria giornata.

Quest’anno l’organizzazione degli scambi è un po’ diversa dal passato: le diverse modalità di partecipazione, le scadenze e le progettazioni variate con il nuovo settennato di programmazione europea (2014-2020) ci hanno portato a doverci organizzare diversamente. Non vi presenteremo un pacchetto di scambi già pronto per l’estate (che era anche un po’ come organizzarvi le vacanze), ma lavoriamo e lavoreremo alla partecipazione in progetti di scambio che proporremo di volta in volta.  Rimangono invariate alcune cose: la durata degli scambi è di circa una settimana; le giornate sono programmate con attività varie, a seconda del tema principale dello scambio; la metodologia di lavoro è ispirata ai principi dell’educazione non formale e finalizzata all’apprendimento di capacità sociali e relazionali. Come in passato partecipare a uno scambio giovanile internazionale vi permetterà di imparare a relazionarvi e comunicare con persone di culture diverse, sperimentare abitudini differenti dalle solite, ideare e realizzare un progetto insieme ad altri, e molto altro ancora. In altre aprole, anche se son cambiate un po’ le modalità tecniche, crediamo ancora che partecipare a uno scambio sia un’idea meravigliosa!

E allora che aspettate? Noi abbiamo già pronta una proposta. Il primo campo disponibile quest’anno è “Dare to care, BE an ethical citizen!” in Romania, dal 6 al 13 settembre. Il campo è aperto a ragazzi/e tra i 15 e i 18 anni, e tratterà il tema del consumo etico, dell’impatto dei consumi dal punto di vista economico, ecologico e politico. Se cliccate qui potete conoscere altri particolari e scaricare un pacchetto informazioni completo. A questa pagina trovate un modulo con il quale vi sarà possibile rimanere aggiornati su altri scambi ed altre novità? Quali potrebbero essere? Innanzitutto stiamo aspettando lì’approvazione di altri progetti che consentiranno di partire in altri periodi e per altre destinazioni (la certezza l’avremo solo dopo il 15 luglio). Poi stiamo preparando dei veri e propri laboratori di progettazione per gli scambi, sia in invio che in accoglienza, aperti a gruppi informali di ragazzi/e e ad associazioni che vorrebbero pianificare e organizzare un’esperienza di scambio: con loro ragioneremo sugli obiettivi e metodologie degli scambi internazionali, sulle modalità di presentazione dei progetti e delle candidature, sulla scelta dai partner e sulle varie fasi di realizzazione delle attività, a partire dalla preparazione fino al follow up. Seguiteci e rimanete aggiornati!