Lavoro: prima persona singolare, tempo futuro

Orientamento_ISTAO_RSQuando si parla di futuro ci si aspetta sempre delle previsioni: possibilmente vere, rassicuranti, ottimistiche. Ma parlare di futuro significa anche mettersi nell’ordine di idee di poterlo programmare, determinare, realizzare con le proprie forse e le proprie competenze. Ma la questione è che per fare questi passi (programmare, determinare, realizzare) una domanda rimane in sospeso: dove? Da che parte si va? Ecco, l’orientamento professionale (quello realizzato da professionisti e da servizi appositi) cerca di dare questa risposta. Le attività di orientamento però non sono come le agenzie di viaggio che alla domanda “dove?” sono sicuramente sempre pronte a rispondere con mete entusiasmanti. L’orientamento per rispondere alla domanda “dove?” parte sempre da un’analisi della persona che fa la domanda. In primo luogo perché, e questo vale anche per i viaggi, ciascuno di noi può avere una meta diversa, anche se parte con condizioni simili. In secondo luogo perché le condizioni in realtà si chiamano competenze ed è molto importante che ciascuno di noi sia consapevole delle proprie. In terzo luogo perché la “meta” è un obiettivo e per arrivarci serve necessariamente farlo proprio.

Abbiamo dato un titolo a questo post che riporta “prima persona, singolare” proprio perché l’orientamento è un’attività che possiamo fare anche in gruppo ma che ciascuno di noi affronta in maniera del tutto personale. Le attività di orientamento hanno l’obiettivo di aiutare le persone a costruire percorsi pienamente soddisfacenti in ambito formativo e professionale ed è er questo che ciascuno ha bisogno del proprio percorso di orientamento. L’altra questione è quella delle competenze. “Con questo termine si intende valorizzare quello che una persona sa fare, indipendentemente da come lo ha imparato. Si valorizza cioè l’apprendimento non formale in contrapposizione ad esempio a diploma, laurea, qualifica ottenuta attraverso un corso di studi. In questo accezione il termine ‘competenza’ (usato sempre al singolare) indica ‘quella generica qualità, non meglio specificata, posseduta una persona che si dimostra competente” (orientmaento.it). Su questo punto in Italia facciamo molta fatica a fare progressi: c’è una cultura diffusa e radicata che confonde sempre i titoli con le competenze (con casi sempre più frequenti di evidente differenza tra le due cose). Nel linguaggio e nella pratica comune, ad esempio, l’utilizzo del suffisso “dott.” regala al nome che segue una serie di competenze e attributi che sono in realtà tutti da verificare. Anche nei percorsi professionali (e, ahinoi, in quelli formativi) si tende a confondere l’acquisizione del titolo con l’acquisizione delle competenze: se è vero che una volta laureati, per esempio, si sono acquisite una serie di competenze specifiche nella materia, è altrettanto vero che poi la mancata pratica delle stesse o una loro utilizzazione in un campo diverso possono trasformare molto lo standard previsto dal titolo acquisito. Ad esempio una persona laureata in economia può essersi occupata poi di marketing, finanza, fisco o gestione di impresa canalizzando le proprie competenze in un settore o in un altro (e probabilmente chi si è occupato di marketing farà fatica quanto noi a compilare una dichiarazione dei redditi).

L’ultimo (ma solo in ordine di apparizione in questo post) aspetto è quello che riguarda gli obiettivi. Torniamo all’esempio dei viaggi: ammesso che qualcuno di voi abbia già tutto il necessario per viaggiare (soldi, auto, ferie, disponibilità che nella nostra metafora sono le competenze) come fa a scegliere la meta? O le mete? Scegliete quella più vicina o quella più lontana? Quella che implica un viaggio più faticoso e avventuroso o quella più facile da raggiungere? Scegliete di arrivarci subito o vi avvicinate per gradi? Queste sono le stesse domande che si potrebbero fare a chi, anziché un viaggio, sta programmando un percorso professionale ed è alla ricerca dei propri obiettivi. Se ne fa un gran parlare ma non capita spesso che qualcuno ti dica che cosa è un obiettivo e che caratteristiche deve avere. Per rispondere a quest’ultima questione ed anche alle altre di questo post ci vediamo venerdì 17 aprile alle 17 (data e orario parlano della nostra totale mancanza di scaramanzia): con ISTAO parleremo di orientamento, competenze, obiettivi e futuro al seminario gratuito che abbiamo chiamato “In me non c’è che futuro“. Vi aspettiamo!

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