KA229, la novità 2018 di Erasmus+ per le scuole

Partecipare ad attività formative in collaborazione con coetanei di altri paesi è una esperienza sempre più ricercata dai giovani e consigliata per il loro sviluppo personale e professionale. Avere la possibilità di confrontarsi con altre culture aiuta gli studenti ad entrare a far parte della dimensione europea e internazionale della società di oggi e ancora più di domani.

Una delle indicazioni di quest’anno per quanto riguarda il programma Erasmus+ per le scuole è incentivare e valorizzare al massimo le esperienze di mobilità degli studenti, sfruttando le nuove possibilità offerte dal programma, come è stato sottolineato anche all’Infoday con l’Agenzia INDIRE a cui abbiamo partecipato.

Due sono le grandi novità per il 2018 che interessano direttamente il mondo della scuola:

l’aumento considerevole di budget per la scuola, che comporta una maggiore possibilità di vedere il proprio progetto finanziato (il budget totale è aumentato di 200 milioni di euro rispetto al 2017, pari a un incremento dell’8%)

– l’azione KA229, pensata per favorire le scuole (dal livello prescolare alla secondaria) che vogliono progettare direttamente attività di mobilità per studenti e staff e avviare o potenziare il processo di innovazione e internazionalizzazione del proprio istituto. La progettazione e la costruzione del budget sono infatti semplificate per questa azione, per permettere alle scuole di costruire piccoli progetti basati sulle esigenze rilevate e sulle necessità effettive della scuola stessa.
Ogni scuola gestirà il proprio budget, stabilito il un massimo di 16.500 euro all’anno, per maggiore semplicità della realizzazione del progetto anche sotto questo aspetto.
I progetti presentati sotto questa azione possono comprendere da 2 a 6 scuole (e solo scuole, non altri soggetti), e possono prevedere mobilità brevi (fino a due mesi) e lunghe (da 2 a 12 mesi) per studenti e/o insegnanti.

Alle priorità generali per il settore scuola (ridurre l’abbandono scolastico, migliorare il raggiungimento di competenze di base, rafforzare la qualità nell’educazione e nella cura della prima infanzia, e migliorare la professionalità dell’insegnamento) si aggiunge per il 2018 particolare attenzione ai progetti rivolti all’apprendimento e agli ambienti digitali, alla promozione dell’integrazione sociale (soprattutto di rifugiati e migranti) e del multilinguismo.

La scadenza per presentare questo tipo di progetti è unica per il 2018, ed è il 21 marzo alle ore 12.

Per cominciare a pensare al vostro progetto, qui trovate la call Erasmus+ 2018 e indicazioni dell’Agenzia INDIRE per sviluppare al meglio la vostra idea: in bocca al lupo a tutte le scuole!

La formazione per i più giovani

Sempre più spesso si presentano in ufficio genitori in cerca di informazioni sulle alternative alla scuola per i propri figli (minorenni) che hanno deciso di non continuare gli studi.

La risposta dipende ovviamente dall’età del ragazzo/a. Infatti occorre tenere presente che i ragazzi fino a 18 anni devono assolvere al diritto/dovere di istruzione e formazione.

L’obbligo di istruzione (ex obbligo scolastico) prevede che l’istruzione venga impartita per almeno 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni ed è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età (Linee Guida, 21/12/2007).

L’obbligo formativo è, invece, il diritto/dovere dei giovani che hanno assolto all’obbligo di istruzione di frequentare attività formative fino all’età di 18 anni e quindi riguarda i ragazzi nella fascia di età 16 -18 anni.

Fino al compimento dei 16 anni, quindi, non ci sono alternative al proseguimento degli studi. Dai 16 anni fino ai 18 i giovani, sulla base delle proprie capacità e dei propri interesse, potranno invece scegliere tra frequentare il sistema della formazione professionale di competenza regionale o iniziare il percorso di apprendistato.

L’apprendistato è un contratto di lavoro a contenuto formativo finalizzato a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica ed è finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale.

In questa sede vogliamo invece soffermarci sui percorsi di formazione professionale alternativi alla scuola, in quanto in questo momento sono attivi dei corsi rivolti proprio ai ragazzi in età di obbligo formativo.

Si tratta di due corsi gratuiti destinati ai ragazzi/e tra i 16 e 19 anni non ancora compiuti che abbiano assolto all’obbligo di istruzione ma che non abbiano conseguito una qualifica professionale triennale corrispondente al III livello europeo.

Si tratta di un corso per “Operatore del benessere – estetista” e di un corso per “Operatore ai servizi di vendita”.

Entrami hanno lo scopo di far avvicinare al mondo del lavoro quei ragazzi che si sono allontanati dal mondo della scuola. Sono ovviamente corsi che prevedono ore di teoria ma anche parecchia pratica e uno stage.

Tutte le info su entrambi i corsi le trovate come sempre negli elenchi dei corsi sul nostro sito alla pagina formazione.

Laboratori Informagiovani per la scuola

Tutti gli studenti nell’arco della vita si trovano davanti ad un bivio, ad una scelta ad una riflessione sul proprio percorso scolastico e/o professionale, da qui la necessità di orientarsi e le nostre proposte di laboratori.

Più volte abbiamo trattato questo tema nel nostro blog visto che l’orientamento è uno degli obiettivi principe del nostro servizio.

Orientarsi significa avere consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda, per essere in grado di individuare e cogliere le opportunità che ci permettono di realizzare al meglio le nostre aspirazioni. Tra i fattori che maggiormente possono influenzare l’attività di orientamento individuiamo: la famiglia, la scuola, gli amici, l’età, il contesto socio-culturale in cui viviamo. Solo la conoscenza di sé, maturata attraverso la scoperta dei propri talenti e inclinazioni, è ciò che serve per individuare la propria strada e percorrerla con convinzione.

Non essere orientati significa lasciare tutto al caso, non dare valore a ciò che si è e che si fa, e questo implica il non essere in grado di effettuare delle scelte e quindi di vivere e crescere su esperienze proprie e significative.

Oggi il sistema d’istruzione e formazione pone attenzione all’orientamento, riconoscendo nella carenza dello stesso una delle cause primarie della dispersione e dell’abbandono scolastico.

Ecco allora innumerevoli strumenti ed attività di orientamento proposti a partire dal ministero stesso dell’Istruzione ad esempio il portale dell’Orientamento per la scelta post diploma.

Gli stessi istituti scolastici hanno insegnati delegati all’orientamento in entrata ed in uscita, i quali devono scelgliere di inserire tra l’offerta formativa le varie attività di orientamento da svolgere durante l’anno scolastico; in particolare nel quarto e quinto annoin relazione alle future scelte professionali.

Anche noi operatori dell’Informagiovani, ormai da anni, organizziamo laboratori rivolti agli studenti dedicati in primis all’orientamento in uscita e alle opportunità europee. Ogni anno contattiamo i dirigenti e docenti referenti degli istituti presenti nel Comune di Ancona, con l’aspettativa che possano scegliere alcuni laboratori proposti da inserire nella programmazione formativa annuale.

Anche quest’anno già a fine agosto abbiamo presentato il materiale promozionale dei laboratori partendo dagli Istituti presenti nel Comune, ma ci teniamo a ribadire che siamo ben disposti a collaborare ed aprire queste opportunità a qualsiasi istituto o gruppo informale di ragazzi che ne abbia esigenza e presenti richiesta.

Per il 2018 alle scuole abbiamo proposto la possibilità di scegliere tra sei laboratori gratuiti di cui potete vedere i dettagli in questa infografica realizzata ad hoc: “I nostri laboratori per le scuole”

Ogni laboratorio è strutturato per un target specifico e con un numero massimo di partecipanti che permetta di lavorare non solo in modalità frontale ma anche interattiva. Ad esempio per “under 20”: laboratorio sulla ricerca attiva del lavoro, la proposta è di svolgere l’attività all’Informagiovani con un gruppo classe per una durata di circa tre ore in cui i ragazzi dopo aver appreso alcune nozioni possono muoversi anche fisicamente e svolgere il loro obiettivo da presentare a fine mattinata.

I laboratori “Bye Bye Guys” e “ Estate giramondo” sono dedicati alle opportunità di mobilità; queste attività possono essere organizzate direttamente anche presso le scuole con una durata di circa due ore. In questo caso non è necessario lo spazio fisico dell’Informagiovani per muoversi ma di certo non si tratta di una lezione frontale, è richieda partecipazione e collaborazione attiva nelle attività da svolgere con l’operatrice tutor e guida.

Il nuovo laboratorio “le regole nel lavoro” è nato dalla richiesta presentata lo scorso anno da un’insegnate per la propria classe, funziona bene anche svolta a scuola con un gruppo di alunni che abbia voglia di mettersi in gioco.

Oltre agli eventi speciali organizzati in collaborazione con The Victoria Company sull’alternanza scuola lavoro all’estero, per il 2018 abbiamo proposto il nuovo laboratorio “Professionisti di diventa” in cui all’Informagiovani gli studenti avranno la possibilità di incontrare chi esercita una professione con merito ed esperienza: i professionisti del settore. Ogni insegnante potrà richiedere una o più date indicando i settori di interesse. Vuole essere un momento dedicato alla testimonianza in chiave orientativa e al confronto grazie al dialogo diretto tra chi esercita la professione e chi invece la vuole esplorare per capire se potrà essere anche la propria.

I laboratori che proponiamo sono diversificati, gratuiti ed interattivi; rivolti in primis alla valutazione dei docenti come opportunità per i propri studenti, ma anche a gruppi di ragazzi che, come già avvenuto in passato, ne sentano l’esigenza e si organizzano in autonomia per un’eventuale richiesta.

L’Informagiovani è al servizio di tutti, per cogliere queste occasioni presentate la vostra richiesta contattandoci per maggiori informazioni e prenotazioni.

Tirocini di novembre

Anche questo mese vi proponiamo alcune offerte di tirocinio all’estero, per cui candidarsi nelle prossime settimane. Che siate già laureati o che il vostro percorso universitario sia ancora aperto, è sempre un buon momento per programmare una esperienza in un paese estero!

Per studenti magistrali in scienze economiche – Supply Chain Internship presso azienda DOW – Terneuzen (Paesi Bassi)
Durata: da concordare (2017-2018)
Requisiti: buona conoscenza della lingua inglese, capacità di analisi dati, uso excel, capacità comunicative e di lavoro in team
Retribuzione: prevista

Per studenti o laureati in comunicazione – tirocinio presso shot-one.de – Monaco (Germania)
Durata: 6 mesi a partire da gennaio 2018
Requisiti: background accademico nel campo della comunicazione e nuovi media, conoscenza del tedesco e di MS Office
Retribuzione: 450 euro mensili
Scadenza: non indicata

Per studenti o laureati – TIROCINI VARI presso International Diabetes Federation – Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi da marzo 2018
Requisiti: ottima conoscenza dell’inglese scritto e parlato, buona conoscenza del pacchetto Office
Retribuzione: non indicata

Per laureati – tirocinio settore software- presso BAE Systems – Rochester, Kent (UK)
Durata: 1 anno o 12 settimane in estate
Requisiti: conoscenze informatiche adeguate alla posizione
Retribuzione: non indicata
Scadenza: prima possibile

Per laureati – tirocini settore economico e finanziario – presso Insurance Europe – Bruxelles (Belgio)
Durata: da 4 a 6 mesi
Requisiti: lauree attinenti, buone capacità d’analisi, di comunicazione, e di lavoro sia in team che in autonomia
Retribuzione: prevista
Scadenza: non indicata

Vi ricordo che se avete richieste o esigenze specifiche potete scrivermi a europa@informagiovaniancona.com

I professionisti delle vacanze invernali

Dopo il successo delle passate edizioni di “Professionisti delle vacanze” rivolte alla stagione estiva, l’Informagiovani di Ancona ha deciso di cimentarsi in una nuova esperienza.

Il 28 novembre, infatti, si terrà la prima edizione del format Professionisti delle vacanze rivolto alla stagione invernale.

L’obiettivo è sempre quello di far incontrare gli operatori del settore con ragazzi e ragazze pronti a diventare potenziali professionisti delle vacanze invernali.

L’evento è rivolto ai ragazzi/e tra i 18 e 33 anni che vorrebbero lavorare come animatore in un miniclub o nel settore fitness, oppure che conoscano bene una lingua (tedesco, olandese) anche senza esperienza.

A questo appuntamento sarà presente l’agenzia Hidalgo Animazione che opera in strutture sul territorio nazionale.

Avrete quindi modo di conoscere l’agenzia, le professioni richieste e se vi interessa partecipare alla prima selezione.

Oltre ai requisiti sopra menzionati, chi aspira a diventare animatore turistico deve possedere una notevole facilità di comunicazione, un temperamento allegro, spontaneità, creatività, fantasia, capacità di resistenza alle tensioni e alla fatica, dinamismo, autocontrollo e capacità organizzative.

Pazienza, comprensione, apertura mentale ed equilibrio sono doti altrettanto importanti, così come è fondamentale una grande disponibilità a spostarsi e viaggiare per lunghi periodi.

Tra le diverse proposte formative e lavorative, l’ambito turistico e delle vacanze organizzate offre numerose possibilità interessanti e diversificate.

Per i giovani partecipare ad un evento di questo tipo offre il vantaggio di mettersi alla prova con una (forse) prima selezione con un potenziale datore di lavoro. Per arrivare preparati a questo momento potete fare affidamento sui servizi dell’Informagiovani: supervisione e revisione curriculum vitae e consigli utili sul colloquio di lavoro.

Allo stesso tempo lavorare nei villaggi/strutture turistiche invernali rappresenta un’opportunità di sviluppare competenze utili per la propria crescita personale e professionale, mettersi alla prova concretamente con un lavoro regolare e retribuito.

Se siete quindi interessati a cercare un lavoro per la stagione invernale vi aspettiamo martedì 28 novembre all’Informagiovani. La partecipazione è gratuita ma occorre prenotare il proprio posto a questo link.

Parliamo di artigianato e comunicazione

Il prossimo giovedì 23 novembre presso La Mole, uno dei grandi centri culturali di Ancona, si svolgerà l’evento ‘Professione Creatività 5 – MAKE&TELL Artigianato, Comunicazione e Connessioni. La tematica principale del pomeriggio sarà la comunicazione nella diffusione e nello sviluppo dell’artigianato. L’obiettivo sarà quello di mostrare come una comunicazione ben strutturata, originale e innovativa può, in alcuni casi, far differenza nel lancio di un nuovo business oppure favorire nuove connessioni.

L’associazione culturale Pepe Lab, che sviluppa  progetti per creativi nel territorio delle Marche, e il festival anconetano di handmade e digital Weekendoit, sono gli organizzatori di questa interessante iniziativa. In collaborazione con l’agenzia di comunicazione e web agency Tonidigrigio, vi propongono un pomeriggio di confronto e formazione con i maggiori esperti italiani del nuovo artigianato e della sua evoluzione digitale. Verranno approfondite le strategie e gli strumenti da utilizzare in tale ambito.

Il programma, diviso in due parti, inizia alle 14.30 con il workshop “I segreti per il lancio del tuo business sul mercato”. Sarà Stefano Schiavo a condurlo, professore di Politica Economica presso la Scuola di Studi Internazionali e il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento. Per dure ore, attraverso una simulazione che ci porterà nelle tipiche dinamiche di lancio di una nuova idea, capiremo fattori chiave, atteggiamenti mentali e una modalità operativa per affrontare il mercato in maniera snella. Il workshop, rivolto a studenti, imprenditori e liberi professionisti prevede una disponibilità di 30 posti a pagamento.

La seconda parte, chiamata “Make&Tell, è composta da un talk aperto al pubblico con 400 posti disponibili ad ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria. Dalle 16.30, numerosi ospiti d’eccezione condivideranno esperienze, riflessioni e testimonianze di sinergie tra l’artigianato e il mondo della cultura, del turismo e dell’imprenditoria. I professionisti che parteciperanno alla tavola rotonda saranno: Paolo Isabettini (architetto, collaboratore della Maker Faire e fondatore di Daje Marche), Paolo Marasca (assessore alla Cultura del Comune di Ancona), Gaia Segattini (designer, consulente e founder Weekendoit), Massimo Pigliapoco (co-founder di Tonidigrigio, Pepelab e docente ACCA Academy), Stefano Micelli (docente Università Cà Foscari di Venezia, scrittore e curatore di mostre nella Fabbrica Del Vapore di Milano), Marco Bettiol (docente di Marketing Università di Padova e scrittore), Stefano Schiavo (fondatore e di Sharazad e scrittore), Eva Vazzoler (responsabile del progetto Botteghe Digitali per Banca IFIS) e Eleonora Odorizzi (CEO Italian Stories).

Lanciare un nuovo business richiede un approccio molto particolare, il tempo e i soldi sono limitati e le probabilità di non raggiungere l’obiettivo sono molto elevate. Per fortuna, esistono metodi e strumenti per limitare i rischi. Per questo motivo, se siete degli imprenditori e avete una nuova proposta da diffondere o siete curiosi circa la comunicazione o il nuovo artigianato, non perdete l’opportunità di partecipare a questo evento e ascoltare grandi specialisti del digital italiano.

Il saldatore: patentino sì o patentino no?

Il saldatore è una persona specializzata nell’eseguire fusione di materiali tramite calore, utilizzando uno strumento particolare chiamato cannello di saldatura o elettrodo.

La saldatura è oggi a tutti gli effetti una professione specialistica. Le nuove normative europee impongono, infatti, che i saldatori dipendenti e gli artigiani (idraulici, frigoristi, impiantisti, fabbri, ecc.) siano in possesso di un apposito “patentino”, rilasciato da uno degli enti certificatori autorizzati, secondo le normative UNI EN ISO 9606, UNI EN 15614.

Per poterlo conseguire è necessario dimostrare di saper compiere alcune saldature in modo ottimale e avere delle mani esperte del mestiere.

Per avere questo titolo è necessario superare una serie di prove, per il superamento delle quali ci si può iscrivere ad un corso pratico. I corsi per diventare saldatore si compongono di una parte teorica e di una pratica.

Il corso è propedeutico all’esecuzione delle prove necessarie alla certificazione che deve essere rilasciata da un Ente riconosciuto ai fini di un reale riconoscimento.

Esistono però diversi tipi di patentino, a seconda dei materiali utilizzati, degli spessori della saldatura e delle posizioni attuate.

Il Patentino da saldatore è un riconoscimento della professionalità del lavoratore, ed è necessaria per le aziende che vogliono essere in regola con le normative sulla qualità nella saldatura.

Ha validità biennale; trascorsi i due anni, il saldatore dovrà procedere al rinnovo del patentino rieseguendo, alla presenza di un tecnico qualificato le stesse prove di saldatura realizzate in fase di certificazione.

Ad ogni patentino deve essere abbinata una Specifica di saldatura (WPS), documento di proprietà dell’azienda, che fornisce in modo dettagliato le variabili specifiche. Tale qualifica non ha validità se “utilizzata” al di fuori del contesto aziendale per la quale è stata rilasciata.

Il patentino appartiene sia all’azienda che al saldatore: qualora ad esempio il rapporto tra azienda e saldatore qualificato si dovesse interrompere, e ciò dovesse avvenire prima della scadenza del patentino, esso non avrà più valore né per l’azienda né per il saldatore.

Per essere aggiornati sui corsi da saldatore e non solo in partenza in ambito regionale è sufficiente consultare gli elenchi dei corsi sul sito dell’Informagiovani alla pagina formazione.

Idee di abitare: cohousing

Quando parliamo di “idee di abitare” non facciamo riferimento solo alla casa intesa come costruzione, non è una questione di muri e di posti letto, ma soprattutto di diverse relazioni che all’interno della casa si dispiegano.

Nel nostro blog dedicato all’autonomia abitativa ihomeancona.com, poche settimane fa, abbiamo trattato alcuni aspetti del tema relativo al cohousing nell’articolo : “Cohousing e housing sociale” .

Oggi in Italia si stanno sviluppando sempre più  realtà di cohousing e per chi si sta chiedendo il motivo di voler vivere in cohousing, elenchiamo alcuni degli aspetti positivi di chi sceglie questo stile di vita.

Il cohousing è  un complesso abitativo composti da alloggi privati corredati da ampi spazi comuni destinati alla condivisione tra i cohouser e vivere qui significa scegliere uno stile di vita qualitativo, in equilibrio tra l’autonomia della casa privata e la socialità degli spazi comuni, all’interno di luoghi co-progettati da e con le persone che li abiteranno. Di solito sono aggregazioni apolitiche, apartitiche, non accomunate da credo religiosi o ideologici.

I punti di forza del cohousing sono: l’incoraggiamento della socialità, l’aiuto reciproco, la volontà di creare rapporti di buon vicinato, il desiderio di riduzione la complessità della vita con una miglior organizzazione e diminuzione dello stress, con una riduzione dei costi di gestione delle attività quotidiane.

Oggi il cohousing è l’esperienza quotidiana di migliaia di persone in tutto il mondo.

Dall’altro lato cohosing non è un eco villaggio anche se adotta sani principi della sostenibilità ambientale; non è  social housing: edifici che sono realizzati per essere venduti e/o affittati, a determinate fasce di popolazione, considerate deboli ma non sufficientemente deboli da poter accedere alla case popolari. Però il cohousing promuove come il social housing la socialità  e le buone prassi di supporto reciproco.

Alla base del cohousing deve esserci una progettazione partecipata da parte dei cohouser futuri,  è un percorso finalizzato alla fondazione della comunità, dei sistemi valoriali e dei modelli partecipativi che essa adotterà È un approccio all’abitare diverso inteso come “comunità di vicinato” .

All’Informagiovani mercoledì 18 ottobre si è svolto l’evento “Abitare condiviso: idee e pratiche di co-housing per i giovani europei” promosso dalla scuola di co-progettazione YUC i cui partecipanti, hanno raccontano il loro percorso formativo e  hanno presentano una proposta di servizio di Cohousing per la città di Ancona dedicato a studenti neolaureati.

Sempre su questo tema giovedì 16 novembre alle ore 18:00 presso l’InformaGiovani viene proposta la proiezione del documentario film “L’abitare sostenibile. Il caso degli ecovillaggi e del cohousing in Italia con la presenza degli autori. Un documentario realizzato a cura della prof.ssa Isabelle Dumont, BF360 e alcuni studenti dell’Ateneo Roma Tre, eseguendo interviste e riprese in alcune realtà esistenti di ecovillaggi e cohousing che spaziano da contesti rurali a contesti urbani, dal recupero di vecchi edifici a progetti completamente nuovi. Le riprese sono state effettuate alla Comune di Bagnaia (SI), al cohousing Numero Zero di Torino, al Villaggio Verde di Cavallirio (NO) e al cohousing Ecosol di Fidenza (PR).

Questa proiezione sarà di preparazione al convegno“ Nuove Idee di Abitare” che si terrà venerdì 15 dicembre dalle ore 9:00 alle 17:00 presso la sede dell’Università Politecnica delle Marche di San Benedetto del Tronto.

Il convegno è inserito nel programma di OSE – l’Officina di Sociale Evoluto che sta impegnando e caratterizzando l’attività di AgenziaRES nel 2017, e vuole essere un momento di conoscenza e confronto sui temi dell’abitare condiviso in una prospettiva più ampia, partendo dal racconto di alcune tra le più interessanti realtà, pratiche ed esperienze di cohousing  per poi arrivare a realizzare nel pomeriggio dei workshop di confronto con una suddivisione basata sulla scala di riferimento relativa alle esperienze di lavoro: appartamento, condominio, quartiere.

Ovviamente siete tutti invitati a partecipare gratuitamente sia alla proiezione del documentario sia al convegno  e per qualsiasi informazione potete contattarci in modo di gestire al meglio il confronto, dibattito con gli ospiti.

Alternanza scuola lavoro all’estero

Quale migliore occasione per trascorrere un periodo all’estero già durante gli studi , facendo una esperienza riconosciuta dalla scuola?

Le numerose ore di alternanza scuola lavoro previste per gli studenti del triennio delle scuole superiori possono essere svolte anche in un altro paese europeo, e possono diventare così doppiamente formative e interessanti, ma soprattutto molto più divertenti!

Le ore da dedicare all’esperienza dell’alternanza scuola lavoro sono infatti 400 in totale per il triennio sia delle scuole a indirizzo tecnico che per i licei. Questo significa avere a disposizione diverse settimane da impiegare in una attività di formazione sul campo, cioè un periodo di affiancamento e tirocinio presso una azienda, un ente o una organizzazione disponibili ad accogliere uno studente e a introdurlo ai segreti, ma anche alla routine, del mestiere.

L’accoglienza degli studenti presso le strutture ospitanti è regolata naturalmente da una convenzione, nella quale si indica chiaramente quali sono gli obiettivi formativi che si vogliono raggiungere e quali saranno le attività che lo studente in alternanza svolgerà, con quali orari e modalità, chi sono i tutor (uno interno alla scuola e uno interno al soggetto ospitante) del ragazzo o della ragazza.
Se ben progettata e programmata, l’alternanza ha un valore di prima esperienza lavorativa (anche da inserire nel curriculum) ma soprattutto di primo confronto con una realtà lavorativa, non tanto per i contenuti tecnici e settoriali che si acquisiscono ma soprattutto per la conoscenza diretta di un ambiente di lavoro, delle regole, le responsabilità, i doveri, la divisione dei compiti o il lavoro in equipe.

Come è possibile riuscire a organizzare tutto questo in un altro paese, considerando le differenze linguistiche organizzative e normative? Proprio per capire come può funzionare l’alternanza scuola lavoro all’estero e quali possono essere le possibilità, organizziamo periodicamente degli incontri sul tema qui all’Informagiovani, rimani aggiornato con la nostra newsletter o via WhatsApp!

Gli incontri sono aperti a studenti, docenti e genitori interessati a saperne di più!

Le professioni nel turismo

Quando si dice turismo, vengono subito in mente gli alberghi o le altre strutture ricettive. Ma il turismo coinvolge molte figure professionali e costituisce una disciplina importante e variegata.

Per quanto riguarda la disciplina del turismo, le leggi per regolamentare le imprese fanno capo allo Stato, mentre per quanto riguarda lo svolgimento di alcune professioni, la normativa è a livello regionale.

La Regione è, infatti, l’organo che rilascia le autorizzazioni necessarie. Per le Marche la legge che definisce e regola le professioni turistiche è L.R. 11 luglio 2006, n. 9 “Testo Unico delle norme regionali in materia di turismo”.

Le professioni turistiche sono quelle che prestano attività incentrate sulla promozione turistica, i servizi di ospitalità, assistenza, accompagnamento e guida, allo scopo di offrire un servizio completo ai turisti e far vivere una gradevole esperienza di viaggio, anche dal punto di vista della conoscenza dei luoghi visitati.

Le professioni turistiche per così dire tradizionali sono quelle di: guida turistica, accompagnatore turistico, guida ambientale escursionistica e direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo.

La guida turistica e l’accompagnatore turistico sono figure autonome, che collaborano con imprese turistiche, alle quali oggi sono richieste competenze come la forte specializzazione in determinate aree territoriali, capacità narrative e di mediazione, l’ottima conoscenza di almeno una lingua straniera.

La guida turistica opera come professionista e accompagna persone o gruppi nelle visite ad opere d’arte, a musei, a gallerie, a scavi archeologici, illustrando le attrattive storiche, artistiche, monumentali, paesaggistiche e naturali. Per diventare guida turistica occorre superare un esame per l’abilitazione alla professione (Legge Regionale n.50/1985). Una volta superato l’esame, la guida potrà operare esclusivamente nella provincia dove ha conseguito l’abilitazione.

L’accompagnatore turistico segue persone singole o gruppi di persone nei viaggi attraverso il territorio nazionale o all’estero, assistendoli in tutte le fasi del percorso, fornisce elementi significativi o notizie di interesse turistico sulle zone di transito. É il referente di fiducia di un’agenzia o tour operator in una determinata località turistica.

La guida naturalistica o ambientale escursionistica accompagna persone singole o gruppi di persone in ambienti naturali o di interesse per l’educazione ambientale, illustrandone le caratteristiche territoriali, gli aspetti ambientali e storico-antropologici.

Il direttore tecnico di agenzia viaggi è il soggetto indicato dalla legislazione nazionale e regionale vigente come responsabile della gestione tecnica dell’agenzia di viaggio; si occupa degli aspetti direttivi, gestionali ed amministrativi dell’azienda, in particolare per quel che riguarda la produzione, l’organizzazione o l’intermediazione di viaggi e di altri prodotti turistici.

L’esercizio delle professioni turistiche è subordinato al possesso della specifica abilitazione. Per le guide turistiche l’abilitazione ha validità nel territorio della Provincia che l’ha rilasciata, per le guide naturalistiche ha validità nell’intero territorio regionale. L’abilitazione all’esercizio delle professioni turistiche si consegue mediante superamento del relativo esame di idoneità scritto e orale.

Al momento in ambito regionale sono attivi dei corsi di formazione per l’ottenimento della qualifica di guida naturalistica o ambientale escursionistica (uno gratuito ed uno a pagamento) e del diploma di specializzazione di direttore tecnico di agenzia viaggi (gratuito).

Come sempre potete prendere visione di questi ed altri corsi negli elenchi consultabili sul nostro sito alla pagina formazione.

Le capacità diverse

C’è una differenza sostanziale tra avere capacità tecniche e avere la capacità di svolgere un’attività lavorativa. C’è una differenza tra conoscere tutti gli aspetti di una professione e riuscire invece a esercitarla con “naturalezza” mi verrebbe da dire. Il motivo è semplice e al tempo stesso poco intuibile solitamente: l’ambiente di lavoro, qualunque esso sia non è fatto solo di competenze tecniche ma anche di altri aspetti fondamentali che sono legati ad altre nostre abilità, modi di fare e interagire di cui abbiamo poca percezione.

Tra le abilità di genere diverso, per così dire, ce ne sono un paio su cui vorrei portare l’attenzione. La prima è legata alla modalità e alla capacità che abbiamo di relazionarci con gli altri. Non significa essere i simpaticoni di turno o quelli che hanno sempre qualcosa da dire. Quella di costruire relazioni è una dote umana innata sulla quale noi possiamo incidere soltanto rispetto allo stile che vogliamo dare alle nostre relazioni (o che diamo senza neppure accorgerci). Il modo con il quale ci relazioniamo con gli altri è importante anche nell’ambiente di lavoro perché spesso condiziona anche la qualità di quello che facciamo: credo che sia abbastanza evidente il fatto che lavorare accanto a qualcuno che non parla quasi mai o, al contrario, a qualcuno che chiacchiera in continuazione, non sia il modo più agevole di farlo. Ma dobbiamo fare attenzione anche alle parole e agli atteggiamenti che abbiamo nelle nostre attività lavorative: dosare la confidenza con cui trattiamo i colleghi, rispondere con il giusto tono ad un responsabile, dimostrare affidabilità nel ricoprire le responsabilità. E anche cose meno evidenti come il modo di salutare, quello di parlare in pubblico e quello di rappresentare il posto in cui si lavora (specialmente se quel posto e lavoro sono facilmente riconoscibili all’esterno). La capacità di comunicare e di relazionarsi non è una capacità chiave per fare un lavoro, ma lo è di sicuro per trovarlo e mantenerlo.

La seconda capacità su cui voglio soffermarmi è la capacità creativa. È vero che spesso si è portati a credere che si tratta di un’attitudine che ha a che fare con l’essere artistici, istrionici o semplicemente originali, ma personalmente sono convinto che la creatività sia anche una capacità che tutti possiamo esercitare per migliorare. Di che cosa è fatta la creatività? In questo articolo di nuoeutile.it vengono descritte quali sono le quattro capacità creative fondamentali (fluidità, flessibilità, originalità ed elaborazione). Come sottolinea anche l’autrice Annamaria Testa, la creatività non è “spensieratezza” incosciente, ma “vuol dire, invece, avventurarsi in spazi creativi non ancora percorsi da nessuno, cercando soluzioni nuove ed efficaci. E sapendo che efficacia, semplicità e bellezza (o, in senso matematico, eleganza) spesso coincidono“. Perché la creatività può essere utile in (quasi) tutti i lavori? Secondo me perché il tempo che stiamo vivendo è mutevole, caratterizzato da forti e veloci cambiamenti ai quali possiamo reagire adattandoci velocemente o irrigidendoci sulle nostre posizioni. Il primo atteggiamento è quello che ci permetterà di sopravvivere, almeno professionalmente parlando e la creatività è un modo per mantenere sempre vivo un nostro atteggiamento positivo verso il cambiamento.

Come si diventa scrutatore di seggio elettorale

Fare lo scrutatore di seggio durante le elezioni può rivelarsi un’opportunità di lavoro temporaneo, con un guadagno adeguato al lavoro svolto.

Lo scrutatore di seggio elettorale è uno dei componenti dell’ufficio che si insedia presso ogni sezione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali o referendarie previste dall’ordinamento italiano.

Gli altri componenti del seggio elettorale sono: il presidente e il segretario.

A ogni seggio elettorale è assegnato un numero di scrutatori compreso fra due e quattro; uno degli scrutatori svolge le funzioni di vicepresidente dell’ufficio.

Gli scrutatori sono scelti fra gli elettori compresi nell’albo unico delle persone idonee a ricoprire l’incarico.

L’iscrizione a questo albo è completamente gratuita e non richiede nessun tipo di costo.

La richiesta d’iscrizione all’albo deve essere presentata una sola volta e resta valida fino a che l’elettore non perde i requisiti o chiede di essere cancellato. Quindi coloro che sono già iscritti all’Albo non devono ripresentare la domanda.

L’iscrizione va effettuata entro il 30 novembre di ogni anno, presso l’ufficio dell’anagrafe del comune dove si è registrati per il seggio elettorale.

Per potersi iscrivere occorre solo essere elettori di quel Comune ed aver assolto gli obblighi scolastici.

Entro il 15º giorno precedente la votazione, i cittadini incaricati delle funzioni di scrutatore ricevono copia della nomina attraverso un messo notificatore. L’incarico di scrutatore è obbligatorio per le persone designate; sono, infatti, previste delle sanzioni amministrative e penali per coloro che, senza un impedimento grave e comprovato, si rifiutino di assolvere il compito.

I lavoratori dipendenti godono di un permesso retribuito per tutti i giorni in cui si svolgono le operazioni elettorali, a prescindere dall’effettivo orario di queste ultime, e inoltre di un riposo compensativo di uno o due giorni (a seconda che la settimana lavorativa sia di 6 o 5 giorni), a carico del datore di lavoro. Se i riposi non vengono fruiti, vengono retribuiti.

Per il Comune di Ancona, l’avviso e la modulistica sono reperibili sul sito.

Somministrazione di lavoro: tre soggetti

Quando siamo alla ricerca di lavoro sia per inserimento che reinserimento lavorativo è consigliato attivarsi su più canali, uno tra questi è rivolgersi anche alle agenzie per la ricerca e selezione del personale che possono proporre un contratto di somministrazione di lavoro.

Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta e quali le principali caratteristiche.

La somministrazione di lavoro è un tipologia di relazione lavorativa introdotta dalla Legge Biagi ed ha sostituito il lavoro interinale. Si tratta di un rapporto di lavoro che coinvolge tre soggetti: il lavoratore, la società che ne utilizza il lavoro: l’utilizzatore (es. azienda) e un soggetto autorizzato come le agenzie di somministrazione detta somministratrice.

Il lavoratore conclude il proprio contratto di lavoro con la società somministratrice che è responsabile di tutti gli aspetti legati ad assunzione, retribuzione e fine del rapporto.

Poi il lavoratore viene inviato a svolgere la propria attività presso l’utilizzatore.

Quindi il lavoratore svolgerà la propria attività in favore e sotto la direzione e controllo della società utilizzatrice ma non firma alcun contratto con l’utilizzatore dove viene mandato a lavorare.

A sua volta la società somministratrice stipula un contratto separato con la società utilizzatrice. In questo contratto si stabilisce quale attività il lavoratore svolgerà presso l’utilizzatrice e per quale periodo.

Il contratto di somministrazione deve essere stipulato in forma scritta, altrimenti è considerato nullo ed i lavoratori sono considerati a tutti gli effetti alle dipendenze dell’utilizzatore.

Il contratto può essere a tempo determinato oppure indeterminato, ma è comunque un contratto di lavoro subordinato. Il contratto di somministrazione a tempo indeterminato è soggetto alla disciplina generale di tali rapporti di lavoro; durante i periodi di non utilizzazione, il lavoratore rimane a disposizione del somministratore. Durante i periodi di inattività, al lavoratore spetta un’indennità di disponibilità.

Nella somministrazione a tempo determinato si deve fare riferimento ai limiti contenuti nel contratto collettivo applicato dall’impresa utilizzatrice.

Comunque il lavoratore ha diritto a percepire la stessa retribuzione che spetta ad un lavoratore dell’impresa utilizzatrice che svolge la stessa attività, uguale stipendio, Tfr, ferie, contributi previdenziali ed eventuali premi di produzione.

L’utilizzatrice deve informare i lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute connessi allo svolgimento del lavoro, deve formarli all’uso delle attrezzature di lavoro necessarie per lo svolgimento dell’attività prevista oppure quest’ultimo obbligo può essere adempiuto anche dall’impresa utilizzatrice.

Ricordiamo per i meno esperti che l’inserimento del lavoratore nelle banche dati dei soggetti autorizzati, le agenzie di somministrazione, è gratuito.

Invece l’utilizzatore nel contratto di somministrazione con l’agenzia deve dichiarare che si impegna a: rimborsarle gli stipendi e i contributi pagati al lavoratore; comunicare alla società di somministrazione la retribuzione che versa ai propri dipendenti che svolgono mansioni paragonabili a quelle dei lavoratori in regime di somministrazione;pagare direttamente al lavoratore lo stipendio e versare i contributi nel caso in cui la società somministratrice non provveda (ovviamente con il diritto di richiedere il rimborso a quest’ultima).

Se ci chiediamo perché le aziende utilizzatrici applicano questa tipologia di contratti la risposta non è nell’aspetto economico perché il lavoratore costa di più, ma l’impresa guadagna in flessibilità, infatti può impiegare il personale già selezionato solo finché ne ha bisogno.

Come sempre restiamo a disposizione per eventuali approfondimenti rispondendo alle richieste che potete inviare alla nostra mail: lavoro@informagiovaniancona.com

Carrellisti o mulettisti: l’iter formativo

Carrellisti o mulettisti sono quei lavoratori addetti all’utilizzo del carrello elevatore chiamato anche muletto.

Il carrello elevatore è un mezzo operativo dotato di ruote e azionato da motori elettrici, diesel e a gas, che viene usato per il sollevamento e la movimentazione di merci all’interno dei depositi di logistica o per il carico e scarico di merci dai mezzi di trasporto.

La normativa di sicurezza per carrellisti e mulettisti (D.LGS 81/08) stabilisce che “Nel caso l’utilizzo di attrezzature richieda conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché l’uso dell’attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto una informazione, formazione e addestramento adeguati….”.

L’uso dei carrelli elevatori rientra tra queste attività e quindi il datore di lavoro deve garantire ai propri lavoratori addetti all’uso del muletto la possibilità di partecipare a corsi di formazione tarati sull’esperienza e competenza reale degli stessi.

Gli accordi tra Stato e Regioni del febbraio 2012 hanno stabilito che per poter guidare mezzi agricoli e industriali non è più sufficiente la patente di tipo B, ma è necessaria un’abilitazione specifica alla guida.

Non esiste una vera e propria ” Patente ” per guidare il muletto o un carrello elevatore. La legge però impone che il Datore di Lavoro utilizzi solo “carrellisti o mulettisti” addestrati all’uso in sicurezza di questi mezzi tramite specifici corsi. E’ quindi diventata consuetudine chiamare l’attestato di verifica dell’apprendimento e di frequenza a questi corsi ” Patentino per il Muletto “.

Dal 12 marzo 2013 la relativa normativa è cambiata. I corsi, secondo le nuove direttive, debbono avere una durata minima di 12 ore delle quali 8 di teoria e 4 di esercitazioni pratiche sul “muletto”.

La parte teorica illustra le pratiche basilari per guidare in sicurezza il muletto; la parte pratica serve a mettere in atto la teoria e a prendere confidenza con il mezzo.

La formazione della figura professionale di carrellista è ora demandata ad enti formativi accreditati dalla regione, mentre prima del 2013 bastava un corso presso l’azienda in cui si prestava servizio.

Per ottenere l’abilitazione alla guida dei carrelli elevatori bisogna avere 18 anni, essere in possesso della patente di guida cat. B ed essere fisicamente abili a svolgere le operazioni richieste.

Non basta ottenere la prima volta l’abilitazione ma la stessa deve essere rinnovata ogni cinque anni tramite un corso di aggiornamento di almeno quattro ore (di cui almeno tre con moduli pratici).

Tutte le informazioni su questi ed altri corsi le trovate negli elenchi dei corsi, gratuiti e a pagamento, consultabili sul nostro sito alla pagina formazione. Per qualsiasi chiarimento potete contattarmi alla mail: formazione@informagiovaniancona.com

I tirocini all’estero del mese

Tirocini per studenti o internship per neolaureati, di tre o di sei mesi: ecco qualche buona occasione da cogliere questo mese per programmare una esperienza internazionale che migliorerà la vostra carriera professionale e la vostra vita personale!

 

Per neolaureati o studenti – Tirocini presso la Corte dei conti europea – Lussemburgo
Durata: 3, 4 o 5 mesi a partire da febbraio 2018
Requisiti: laureati o studenti che abbiano completato almeno 4 semestri di studio; interessati a una formazione pratica attinente ad uno dei settori d’attività della Corte dei Conti; conoscenza approfondita di una lingua ufficiale dell’Unione Europea e una conoscenza soddisfacente di almeno un’altra lingua ufficiale
Prevista una retribuzione (1120 euro mensili) o meno, a seconda della disponibilità di bilancio.
Scadenza: 31 ottobre

Per neolaureati o studenti – Tirocini nel settore delle risorse umane presso IDEA- International Institute for Democracy and Electorate Assistence – Stoccolma (Svezia)
Durata: dai 3 ai 6 mesi con inizio a novembre 2017
Requisiti: laurea o studi attinenti, interesse nelle attività dell’istituto, capacità di problem solving, capacità di lavorare in ambiente multiculturale e in team, capacità di gestione delle informazioni, conoscenza del Pacchetto Office e dell’inglese. Non è prevista retribuzione
Scadenza: 24 ottobre

Per neolaureati o studenti – Tirocini presso Eurocontrol – sedi varie in Europa
Durata: da 3 a 12 mesi
Requisiti: ottima conoscenza dell’inglese o del francese
Retribuzione: 900 euro mensili più il rimborso delle spese di viaggio
Scadenza: non specificata

Per studenti o laureati – tirocinio settore comunicazione ed eventi presso Bruegel – Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi
Requisiti: preparazione accademica in scienze politiche, scienze sociali, giornalismo, comunicazione, legge o simili; interesse nel campo della politica economica e conoscenza delle politiche europee. E’ prevista una retribuzione.
Scadenza: 24 ottobre

In bocca al lupo e al prossimo mese con nuovi tirocini e internship!

La formazione per i giovani

In questo periodo sono aperti dei bandi rivolti ai giovani i quali mirano alla loro formazione imprenditoriale e a facilitare l’incontro con il sistema delle imprese.

Un bando è quello intitolato “Crescere Imprenditori”: si tratta di un percorso formativo gratuito promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuato dal sistema delle Camere di Commercio, volto ad accompagnare i giovani alla creazione d’impresa.

Il corso è rivolto ai giovani NEET tra i 18 e 29 anni iscritti al Programma Garanzia Giovani, che vogliono aprire una propria attività, uscendo in questo modo dal mondo dei NEET.

Per partecipare al corso, occorre compilare un test online per capire se la persona è più o meno adatta a diventare imprenditore.

Al termine del corso i partecipanti avranno acquisito le conoscenze base per realizzare un business plan e ottenere punti utilizzabili per presentare domanda di finanziamento al fondo SELFIEmployment gestito da Invitalia.

Il prossimo corso organizzato dalla Camera di Commercio di Ancona (si tratta infatti della seconda edizione) si svolgerà nel periodo 13 novembre – 11 dicembre 2017.

Un altro bando che merita di essere messo in evidenza è quello intitolato “Confindustria per i giovani”.

Si tratta di un progetto promosso da Confindustria con l’obiettivo di facilitare l’incontro di 25 neolaureati di talento con il sistema delle imprese.

Prevede l’attivazione di tirocini presso varie sedi del Sistema di Rappresentanza, sia in Italia che in Europa, articolati in attività d’aula e training on the job.

Gli stage avranno una durata di 6 mesi e prevedono un rimborso spese mensile pari a 1.000 Euro lordi.

Possono partecipare giovani neolaureati, preferibilmente in materie tecnico scientifiche ed economico giuridiche.

Dato che il programma di stage avrà inizio a febbraio, la laurea dovrà essere conseguita non prima del 12 febbraio 2017 ed entro il 1° dicembre 2017. Sono ammesse sia le lauree triennali che quelle magistrali.

La selezione prevede 3 fasi: screening dei CV, prova scritta e colloquio motivazionale.

Le domande devono essere presentate entro il 23 ottobre 2017.

Continuate a seguirci per saperne di più sulle opportunità formative rivolte ai giovani e non solo.

Contratto a chiamata, intermittenza, job on call

Il contratto a chiamata è una tipologia di contratto alternativo per inquadrare le prestazioni di lavoro occasionale. Quando il datore di lavoro ha necessità di servirsi di alcune mansioni svolte da un soggetto, senza tuttavia la necessità di instaurare con lo stesso un rapporto di lavoro continuativo, è possibile attivare il contratto a intermittenza, a chiamata o lavoro intermittente In inglese job on call, introdotto dalla famosa Legge Biagi, poi modificati a seguito della riforma del lavoro Jobs Act di Renzi.

Questo contratto non prevede un impegno continuo e costante del lavoratore, ma l’azienda o il datore di lavoro lo possano chiamare quando ne hanno effettivamente bisogno; è un tipo di contratto di lavoro subordinato, in quanto i tempi e il modo in cui deve essere svolta la prestazione, sono decisi dal datore di lavoro.

Quindi il presupposto fondamentale, su cui si fonda questo contratto è l’intermittenza. Quando è stato introdotto aveva l’obiettivo soprattutto di regolarizzare le “giornate” tipiche di chi lavora nei ristoranti, nei bar, magari anche durante i congressi. In tutti quei settori, come il turismo, la ristorazione, lo spettacolo dove il lavoro non è sempre così stabile e continuo, anche in contesti diversi che riguardano gli addetti al centralino, alla reception.

l contratto a chiamata può essere a tempo determinato: quando il contratto ha una precisa scadenza; a tempo indeterminato: quando il contratto non ha scadenza.

l contratto a chiamata può essere stipulato in due casi: per esigenze di prestazione di carattere discontinuo o intermittente secondo quanto specificato all’interno contratti collettivi nazionali anche con riferimento allo svolgimento di prestazioni in periodi determinati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno. In questo caso la causale è oggettiva ed è possibile individuare determinati periodi in cui si svolgerà il lavoro.

Oppure per lavoratori di età inferiore ai 24 anni o superiori a 55. Le prestazioni a chiamata si devono comunque concludere entro il compimento del 25 esimo anno. In questi casi, la causa è soggettiva.

l contratto a chiamata può essere di due specie:

  • con garanzia di disponibilità che ti obbliga contrattualmente a rispondere alle chiamate una volta che arrivano, percepisci una sorta di compenso durante il periodo di inattività – ossia quando non ti chiamano e non lavori. Tale indennità è stabilita dai contratti collettivi di lavoro e non può essere inferiore al 20% del minimo tabellare, indennità di contingenza, ratei di mensilità aggiunti e previsto per quel tipo di mansione.
  • Senza garanzia di disponibilità: il lavoratore è libero di accettare o meno di fare quel lavoro e non è obbligato a rispondere positivamente alla chiamata. Viene pagato per le chiamate accettate.

Ogni volta che chiama, il datore di lavoro ha l’obbligo, di dare una comunicazione amministrativa preventiva via SMS se la prestazione deve essere espletata entro le successive 12 ore alla chiamata,o e-mail. Per i datori di lavoro che non rispettano le regole della comunicazione preventiva, sono previste delle sanzioni

La durata massima del contratto a intermittenza non può superare i 400 giorni in 3 anni, fatta eccezione di alcuni settori, quali:Il settore del turismo;dei pubblici esercizi; dello spettacolo. Nel caso in cui, il lavoratore a chiamata, dovesse superare il suddetto limite di durata, il contratto si trasforma in automatico in un contratto a tempo indeterminato full time, ad esclusione dei settori sopra elencati.

Il lavoratore, può avere più contratti a chiamata contemporaneamente purché:non vi sia concorrenza tra le due imprese e sia possibile lo svolgimento dei due lavori.

Il contratto a chiamata, per essere valido deve essere scritto, deve indicare la durata del contratto (det.o indet.) la causale (oggettiva o soggettiva), luogo e modalità di svolgimento, il preavviso di chiamata ed il trattamento economico con o senza eventuale indennità di chiamata, le modalità di chiamata del lavoratore ed eventuali norme sulla sicurezza del lavoro.

Infine un accenno alla retribuzione del contratto a chiamata, questa è regolata dal principio di proporzionalità, nel senso che al lavoratore a chiamata deve essere riconosciuto uno stipendio analogo ad un altro lavoratore di pari livello con le stesse mansioni, anche se assunto con altro tipo contratto.

Essendo un contratto subordinato, si maturano ferie e permessi in proporzione alle giornate lavorate,il datore di lavoro deve versare i contributi a fini pensionistici in maniera proporzionale alle ore effettive di lavoro effettuare dal lavoratore, così come per il TFR il trattamento di fine rapporto.

Vista l’esistenza di questo tipo di contratto e soprattutto il target  ed i settori a cui è rivolto riteniamo sia utile presentarlo tra le tipologie contrattuali durante i laboratori sui contratti di proposti agli insegnanti di orientamento delle scuole superiori. I servizi dell’Informagiovani in forma di workshop o individuali sono gratuiti quindi per saperne di più potete contattarci come gruppo classe o individualmente.

Erasmus per giovani imprenditori

Le possibilità di mobilità e sviluppo personale offerte dall’UE sono veramente tante, e oggi parliamo dell’Erasmus per giovani imprenditori!

Per Erasmus si intende uno scambio, una mobilità per lo sviluppo delle proprie capacità personali e possibilità occupazionali. Il programma è aperto a nuovi o aspiranti imprenditori, e si può svolgere presso una PMI (piccola media impresa) all’estero (da questo programma sono escluse le multinazionali e gli enti pubblici).

Ma come funziona Erasmus per giovani imprenditori?
Chi può partecipare? E quali sono i vantaggi?

Per giovane imprenditore si intende una persona, residente in uno dei paesi UE o in uno di quelli partecipanti al programma, che ha avviato una sua impresa da non più di tre anni o che ha un’idea imprenditoriale da sviluppare. Non ci sono quindi reali limiti di età e di nazionalità, ma è necessaria una buona conoscenza dell’inglese, per presentare i documenti per partecipare e perché è la lingua veicolare per tutti i paesi delle imprese ospitanti.

Sono invece fondamentali forte motivazione, un’idea piuttosto chiara del tipo di servizio o prodotto che si vorrebbe creare e delle competenze che si vogliono acquisire durante lo scambio.

Per partecipare a Erasmus per giovani imprenditori  si può presentare una candidatura online attraverso il portale del programma, completa del cv (in inglese) e un business plan (in italiano). Il consiglio è quello di rivolgersi prima ad uno dei punti di contatto sparsi sul territorio italiano, per un incontro informativo e di primo orientamento, ma anche per ricevere assistenza nella stesura del business plan.

I punti di contatto sono servizi riconosciuti che svolgono un ruolo fondamentale nel processo di avviamento allo scambio. Possono essere camere di commercio, incubatori di impresa o altri soggetti simili. Hanno il compito di valutare le candidature, favorire il matching tra imprenditore e azienda ospitante, e seguire tutte le formalità legate alla partecipazione al programma, al suo corretto svolgimento e alla assegnazione del finanziamento per la mobilità.

Una volta valutata l’idoneità alla partecipazione,il punto di contatto supporta il candidato per trovare l’azienda partner che risponda alle sue  esigenze, presso cui chiedere di svolgere la mobilità. Le aziende degli imprenditori ospitanti possono avere sede nei ventotto paesi UE o in uno dei paesi partecipanti al programma.

L’Erasmus per giovani imprenditori può avere una durata che va da uno a sei mesi, anche frazionabili, e garantisce al partecipante, oltre al servizio di assistenza da parte dell’organizzazione intermediaria, un finanziamento mensile a copertura delle spese sostenute per la mobilità. Il contributo mensile varia da 530 a 1100 euro, a seconda del costo della vita del paese di destinazione, e può essere utilizzato direttamente dal partecipante.

Erasmus per giovani imprenditori è un programma particolarmente efficace per neolaureati con idee innovative da sviluppare e approfondire, motivati a sperimentare e scoprire nuovi ambienti di lavoro, altri paesi e mercati.

Possono partecipare anche liberi professionisti, come architetti, artigiani e avvocati, purché abbiano un piano chiaro e coerente di sviluppo di nuovi servizi e prodotti, e un corrispondente bisogno di ampliare le proprie conoscenze e abilità imprenditoriali.

Se Erasmus per giovani imprenditori sembra proprio il programma che cercavi e vuoi saperne di più, sul sito ufficiale trovi tutti i dettagli, i contatti e le ultime news!