Ritornare in campagna: il nuovo sbocco lavorativo

In un mondo dominato dalla tecnologia, dove tutto avanza più rapidamente e dove lo stress dovuto al nostro lavoro ci invade giorno dopo giorno, ogni volta sono sempre di più le persone che decidono di stravolgere la propria vita e trasferirsi in campagna dalla città.

Contrariamente a quello che potremmo pensare, come si è potuto constatare negli ultimi anni, molte di queste persone che decidono di compiere questo grande passo sono persone che godono di un buon salario e di un lavoro stabile. D’altra parte, è presente anche una gran numero di giovani molto preparati a livello professionale che, disillusi dalla crisi economica e i conseguenti lavori precari, si cimentano in questa vita alternativa.

Le ragioni che li portano a cambiare la loro routine sono sempre più o meno le stesse: un’infelicità cronica causata dalla mancanza di tempo con la propria famiglia, il proprio compagno, gli amici e anche con se stessi. Queste persone, stanche di lavorare per gli altri e di sentirsi frustrate professionalmente, decidono di prendere le redini della propria vita e rischiare per intraprendere nuovi progetti propri molto più soddisfacenti. Alcuni di loro semplicemente propongono facili idee di auto sostentamento per la propria famiglia come un orto e degli animali. Altri, chiamati imprenditori agricoli, pensano in grande e decidono di creare un proprio commercio di prodotti naturali.

Senza dubbio, l’agricoltura ecologica è una delle più grandi tendenze attuali della nostra società perché recentemente sta aumentando sempre di più l’interesse per la nutrizione, una vita salutare e il consumo di prodotti di qualità. Anche se la vita in campagna non è così bucolica come sembra, perché per avere successo come imprenditore agricolo non basta la buona volontà, è vero che oggi è una professione fruttuosa. C’è sempre più supporto a questi giovani imprenditori che vogliono investire il proprio futuro nell’agricoltura e ci sono piattaforme come ColDiretti Giovani Impresa che aiutano a trovare modi di finanziamento. Inoltre, ci sono anche tante iniziative, fiere e festival, sia a livello locale che internazionale, che contribuiscono a promuovere questi prodotti di qualità e farli conoscere al grande pubblico.

Certamente, viviamo in un mondo tecnologico e per avere successo è necessario combinare le attività agricole con l’informatica. Internet svolge un ruolo importante perché con l’e-commerce la vetrina è mondiale. Sono sempre più piattaforme online che combinano queste due aree, come ad esempio Artimondo: secondo loro questo mix rappresenta un nuovo modo di lavorare e di creare ricchezza; in altre parole, il futuro. Che ne pensate?

Fundraiser: alla scoperta di questa “nuova” professione

Quante volte abbiamo letto o sentito parlare di fundraiser o più in generale di fundraising (attività di raccolta fondi)? Cerchiamo di fare chiarezza e comprendere di cosa si occupano i professionisti di questo settore. Con la definizione di fundraiser indichiamo la figura esperta nella raccolta di fondi e finanziamenti per una determinata finalità, solitamente per lo sviluppo di progetti, iniziative legate alle Organizzazioni Profit e Non Profit.
Il settore del fundraising negli ultimi anni ha conosciuto un notevole sviluppo, presumibilmente dovuto alla difficoltà generale che numerose aziende e organizzazioni hanno riscontrato nel reperire delle risorse per nascere e svilupparsi. Fatta questa piccola premessa, iniziamo ad osservare più da vicino l’origine del crescente interesse per la figura del fundraiser.

L’Associazione Italiana Fundraiser ASSIF definisce, nell’articolo 1 del proprio Regolamento, la figura del fundraiser come colui che opera in modo professionale ed etico, remunerato o a titolo gratuito, nella definizione e realizzazione delle strategie di comunicazione sociale, marketing sociale e raccolta fondi per organizzazioni del non profit. Il ruolo di fundraiser è un ruolo cruciale: grazie al suo operato garantisce la sostenibilità finanziaria ed economica dei progetti stessi, rendendoli in definitiva realizzabili. Esistono 4 tipologie di fundraiser descritte all’interno del sito dell’Associazione:

  • Fundraiser professionista: è il manager della raccolta fondi; si occupa della pianificazione strategica e coordina l’intera attività di raccolta fondi;
  • Professionista del fundraising: si occupa della pianificazione (talvolta anche della realizzazione concreta) di aspetti tecnici del fundraising, come il direct marketing, il database dei donatori, ecc.;
  • Operatore del fundraising: si occupa solo della realizzazione concreta della raccolta fondi, all’interno di uno o più settori specifici del fundraising;
  • Consulente di fundraising: come il fundraiser professionista accompagna, anche se dall’esterno, l’organizzazione nella pianificazione strategica dell’attività di fundraising, di alcuni particolari ambiti (corporate, lasciti testamentari ecc.) o di specifici progetti; solitamente non si occupa di operatività.

ASSIF ha redatto un proprio codice etico di riferimento, in cui sono esplicitati chiaramente i rapporti fra i soci ASSIF, i rapporti con le organizzazioni non profit e gli atri beneficiari, le modalità di utilizzo delle risorse remunerazioni, i rapporti con i donatori ecc.

Il fundraiser si occupa di analizzare la “mission” dell’organizzazione per cui lavora, cioè l’obiettivo/progetto di tale ente, è in grado di analizzare e classificare i donatori e le modalità di raccolta fondi e naturalmente è impegnato in un monitoraggio costantemente per verificare il raggiungimento degli obiettivi ed eventualmente l’individuazione delle azioni correttive.

Per chi avesse intenzione di intraprendere questa carriera, quale formazione è suggerita? In generale possiamo affermare che il percorso formativo del fundraiser si colloca tra la sfera economica, giuridica e della comunicazione, nello specifico corsi di laurea in campo delle pubbliche relazioni e scienze della comunicazione, economia aziendale e il marketing. Negli ultimi anni con lo sviluppo di un mercato sempre più competitivo, si consiglia di intraprendere anche un percorso post laurea in fundraising, soprattutto in digital fundraising (ricordate che il web per quest’attività è fondamentale!). L’elenco dei percorsi universitari e master sono in continua crescita non resta che iniziare la ricerca. Per chi invece avesse il semplice interesse nell’approfondire la tematica, esiste una vasta scelta di libri che la trattano come ad esempio “Professione Fundraiser” di Elena Zanella tanto per citarne uno. Oltre ciò esistono dei veri e propri “Festival del Fundraising” nazionali ed internazionali ai quali partecipare.

Un buon fundraiser è in possesso di una personale attitudine estroversa,  è costantemente proiettato verso tipologie di attività che prevedono uno stretto contatto con il pubblico e sicuramente è particolarmente sensibile e interessato al mondo delle organizzazioni non profit a creare investimento sociale partenariati su buone cause e progetti di alto impatto sociale.

Alternanza scuola lavoro all’estero

Da qualche anno l’esperienza di alternanza di scuola lavoro è diventata parte integrante del percorso scolastico, e interessa tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle secondarie superiori.
L’alternanza scuola lavoro ha l’obiettivo di formare gli studenti non solo dal punto di vista tecnico, dei contenuti relativi alle materie e al settore studiati, ma anche dal punto di vista delle capacità personali e relazionali, sempre più importanti sia per il lavoro che per la cittadinanza attiva.

Il monte ore da svolgere in alternanza scuola lavoro va dalle 200 alle 400 ore, distribuite sugli ultimi tre anni di scuola, a seconda del tipo di istituto e di percorso di studi, e va programmato in base alle esigenze formative dello studente.

La bella novità è che si potranno utilizzare per l’alternanza scuola lavoro anche le esperienze all’estero, svolte durante l’anno scolastico ma anche durante le vacanze. In questo modo si mira a potenziare tutte quelle competenze di autonomia e capacità di relazionarsi in ambiti interculturali, che emergono come indispensabili per poter vivere nell’attuale contesto di un mondo allargato e poter beneficiare di tutti i vantaggi che offre.

Le scuole potranno prevedere e organizzare dei percorsi di alternanza scuola lavoro all’estero, collegati e coerenti al percorso formativo degli studenti , e metterli a sistema, amplificandone il valore attraverso attività di condivisione con il resto dell’istituto.

Per capire meglio come potrà funzionare l’alternanza scuola lavoro all’estero, capire come organizzarla e osservare delle esperienze già realizzate, stiamo organizzando un evento dedicato, in collaborazione con International House – The Victoria Company di Ancona, per il prossimo 15 novembre, qui all’Informagiovani!

Vi aspettiamo per scoprire le nuove possibilità offerte dall’alternanza lavoro all’estero!

Sharper 2017 La notte dei ricercatori è in arrivo in Ancona

È in arrivo ad Ancona il prossimo venerdì 29 settembre Sharper (SHaring Researchers’ Passions for Engagement and Responsibility) anche conosciuta come la Notte Europea dei Ricercatori.

Di cosa si tratta? Sharper è un progetto europeo cofinanziato dalla Commissione Europea, in Italia saranno coinvolte simultaneamente 5 città: Ancona, Perugia, Cascina, L’Aquila e Palermo con l’obiettivo comune di avvicinare il grande pubblico e il mondo della ricerca. Rappresenta un appuntamento che racchiude in sè un insieme di spettacoli, mostre, rassegne stampa e numerose attività dedicate a scienza, innovazione e tecnologia. L’evento si rivolge a tutti i cittadini che, grazie a Sharper, avranno l’occasione di confrontarsi con le sfide dell’innovazione e l’impatto della ricerca sulla società e, naturalmente, a tutti gli studenti appassionati di scienza e tecnologia che desiderano conoscere il mondo della ricerca come possibile percorso professionale.

I luoghi d’Ancona coinvolti fin dal primo pomeriggio dall’iniziativa saranno: Corso Garibaldi, Piazza Roma e per la sera Piazza del Papa. La giornata prevede un ampissimo programma, si avrà la possibilità di partecipare a numerose attività/eventi a ingresso libero come: il “Medical check-up” che vi permetterà di controllare la tua età biologica ed eseguire una serie di test medici proposti dai ricercatori della Facoltà di Medicina e dell’INRCA; “Mondi Sommersi” un’esposizione di microrganismi acquatici e visione al microscopio ma anche la “Video Mapping Challenge” che proporrà la visione dei migliori Video Mapping del concorso indetto dall’Università Politecnica delle Marche-UNIVPM ecc.

Sharper prevede inoltre una serie di attività alle quali partecipare previa prenotazione on line come: “Microgenius” un’area interamente dedicata ai più piccoli dove i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche hanno preparato diversi laboratori a misura di bambino; la visita guidata alla mostra “La Siria perduta” a cura di Gabriele Fangi; “Viaggi straordinari” con Fiorenzo Conti una conferenza alla scoperta dello scrittore visionario Jules Verne; “10×100 Date a researcher” una cena/incontro al Ristorante Zenzero nel centro di Ancona, durante la quale avrete modo di scoprire l’entusiasmo della ricerca cenando direttamente con i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche.

Sharper rappresenta un’ottima opportunità per avvicinarci al mondo della ricerca e della scienza in generale (le quali solitamente ci appaiono come “lontane” e “inaccessibili”), in un contesto dinamico, coinvolgente interamente da esplorare. Grandi e piccoli avranno la possibilità di confrontarsi con le sfide che gli scienziati affrontano ogni giorno.

Non dimenticate di prenotare online i biglietti alle attività preferite per non rischiare di rimanere esclusi. Per eventuali informazioni o chiarimenti potete contattare l’Informagiovani ai numeri 346.0042917 (anche WhatsApp/Telegram) o anche 07154954 oppure scrivere una mail a info@informagiovaniancona.com

 

Info Day regionale sul volontariato

Il valore del volontariato è doppio, perché ha un impatto positivo sia sul volontario che sulla comunità che lo circonda e sulla società, intesa in senso più ampio (anche a seconda del tipo di volontariato che scegliamo di fare: locale, nazionale, internazionale).

Ognuno può facilmente rilevare in quanti ambiti diversi del nostro vivere civile c’è la possibilità di fare del volontariato, possibilmente organizzato, per incidere in maniera positiva sul luogo nel quale viviamo e sulla comunità di cui facciamo parte. Ci si può impegnare per la pulizia e salvaguardia delle spiagge o di animali selvatici, o per aiutare con un po’ del proprio tempo persone che sono in difficoltà per motivi diversi (malattia,disabilità, emarginazione). Ma si può anche fare volontariato in campo artistico, proponendosi per animare un pomeriggio in strutture sanitarie o elaborando un progetto artistico per la riqualificazione di un angolo urbano.

Per non parlare poi di quello che si può fare andando più lontano, a prestare la propria opera, a seconda delle proprie possibilità, e un po’ di tempo in comunità di diverse parti del mondo, aiutandole a costruire una scuola, un pozzo o a piantare un orto, o insegnando inglese, organizzando giochi o altre attività.

Per il volontario i vantaggi sono diversi, personali (conoscenza, autostima, nuovi contatti, empowerment, partecipazione attiva), e spesso anche pratici, come abbiamo già accennato in occasione delle opportunità per il periodo estivo.

L’Info day sul volontariato di venerdì alla Casa delle Culture è organizzato da Marche Solidali (il Coordinamento delle Organizzazioni di Cooperazione e Solidarietà Internazionale delle Marche), promosso dalla Regione Marche e cofinanziato nell’ambito del progetto LADDER “Local Authorities as Drivers for Development Education and Raising Awareness”.

Verranno presentate le possibilità di fare volontariato offerte dalle organizzazioni di volontariato di Marche Solidali e dal Centro Servizi per il Volontariato delle Marche, attraverso le varie forme e programmi: Servizio civile nazionale in Italia e all’estero, Servizio Volontario Europeo, Servizio Civile Universale, Scambi Giovanili, Esperienze di Volontariato in Africa, Asia o America Latina.

Dalle 16,30 ci saranno brevi racconti di esperienze di volontariato, e le organizzazioni presenti si presenteranno, per poi permettere agli interessati di parlarci direttamente. Dalle 17,45 infatti tutti i soggetti presenti avranno una loro postazione informativa, dove potranno incontrare chiunque abbia domande o curiosità.

Ci saremo anche noi come Informagiovani Ancona – Eurodesk, per informazioni su volontariato in Italia, Servizio civile nazionale in Italia e all’estero (ora Servizio civile universale), servizio volontario europeo SVE, scambi giovanili Erasmus+.

La partecipazione è gratuita! Vi aspettiamo!

Studiare all’estero: un investimento per il futuro

Studiare all’estero durante le scuole superiori può sembrare una scelta azzardata e ardua.

Comporta, infatti, di dover lasciare il proprio Paese e le proprie abitudini per trasferirsi in un Paese straniero dove le certezze vengono sostituite dall’urgenza di mettersi in discussione tutti i giorni a migliaia di chilometri da casa.

I ragazzi che scelgono di provare l’esperienza di exchange student si trovano completamente fuori dalla famiglia, dove sono troppo protetti e assistiti, imparano una lingua straniera nella vita quotidiana più che sui libri e infine si confrontano con metodi di studio molto diversi da quelli cui erano abituati.

Allo stesso tempo, però, decidere di trascorrere un anno scolastico o anche un periodo più breve all’estero è sicuramente una delle esperienze più belle che un giovane possa fare: apre la mente, insegna a guardare il mondo da prospettive diverse, fa crescere e maturare, con enormi vantaggi per il proprio futuro, sia a livello umano che professionale.

L’anno scolastico all’estero, oppure il semestre o trimestre, è un’opportunità rivolta ai ragazzi dai 14 ai 17 anni. I limiti delle età ammesse a partecipare variano a seconda del Paese richiesto.

Tuttavia è più consigliato durante il terzo o quarto anno delle superiori quando i ragazzi hanno già acquisito una certa autonomia e non sono ancora impegnati con l’esame di maturità.

Il primo passo da compiere è quello di scegliere una delle numerose associazioni/agenzie che si occupano di seguire tutte le varie fasi del programma: dalle selezioni degli aspiranti partecipanti, al percorso di formazione, al soggiorno all’estero, fino al rientro in Italia.

La domanda va presentata diversi mesi prima della partenza (addirittura un anno prima per l’anno scolastico); la partenza avviene in genere a luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri Paesi e la necessità di arrivare nel Paese di destinazione con un certo anticipo in modo da iniziare ad ambientarsi.

I costi sono abbastanza elevati e variano a seconda del tipo di programma e di destinazione scelti.

Sebbene la normativa scolastica italiana sostenga le esperienze di studio all’estero e regolamenti il riconoscimento degli studi effettuati all’estero ai fini della riammissione nella scuola italiana (NOTA MIUR 843/10 APRILE 2013), tuttavia il riconoscimento e il passaggio all’anno scolastico o semestre successivo non è automatico. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di rientro.

Se volete saperne di più e conoscere alcune delle agenzie che si occupano di studio all’estero, l’Informagiovani vi invita a partecipare agli incontri informativi, dal titolo “Study Abroad” organizzati in collaborazione con le agenzie stesse.

Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti, è sufficiente iscriversi!

Un mercato del lavoro competitivo

Il mondo del lavoro è molto competitivo. Talmente tanto che la definizione di mercato di lavoro è diventata, col tempo, sempre più azzeccata. Perché, nel tempo, anche l’idea di mercato è cambiata. Mi ricordo che fino a qualche tempo fa facevo questo esempio nelle scuole quando dovevo spiegare la dinamica di domanda e offerta nel mondo del lavoro. Dicevo agli studenti di immaginare il mercato del lavoro come un mercato reale, quello con le bancarelle, in cui il loro obiettivo era quello di presentare a tutti al meglio la propria “merce” (competenze) perché non avrebbero saputo in anticipo quale tra i passanti sarebbe stato il loro cliente.

Era un modo come un altro per raccontare con una metafora come fossero importanti non solo gli invii dei curriculum, ma anche tutto il lavoro di relazione, comunicazione e, in sintesi, di costruzione della reputazione di se stessi. Oggi quel mercato si è un po’ affollato, popolato della gente più diversa: tra le “bancarelle” c’è più concorrenza, competizione, nascono nuove proposte. Ma anche tra chi va al mercato per acquistare (assumere) ci sono delle differenze rispetto al passato. La ricerca del personale si è fatta più elaborata grazie, per esempio, a internet e i social media. Questo rende il tutto molto più veloce e anche più ricco di informazioni.

Se state cercando lavoro questa cosa rappresenta una grande opportunità, perché siete nella condizione di conoscere molti aspetti del mercato del lavoro prima di metterci i piedi. I siti aziendali vi informano sulle attività e sulle esigenze delle imprese, i forum vi possono dare consigli e suggerimenti di chi ha partecipato a percorsi di selezione già conclusi, i social media vi possono far conoscere chi già lavora in un determinato contesto. Oggi voi potete così personalizzare e arricchire la vostra offerta di competenze (la bancarella) con molte cose e sfruttare molti consigli.

Sui consigli però bisogna fare attenzione e scegliere chi ascoltare. Rammentate l’adagio “non accettare caramelle dagli sconociuti”? Più o meno siamo nella stessa situazione. Per esempio circola la notizia che ci sono imprenditori che non trovano lavoratori perché si presentano candidati poco adeguati (come si legge in questo articolo de IlSole24Ore) o altri perchè i ragazzi interpellati preferiscono fare tardi la sera piuttosto che andare a lavorare la mattina (l’articolo in questo caso è di Leggo). Se frequentate poi una piattaforma come Linkedin, il social network professionale, trovate una serie storie sparse che un po’ di ansia la mettono: persone rimpiazzate in 10 minuti, candidati trattati come dei Rambo che devono essere pronti a tutto, giovani che dovrebbero avere una disponibilità 24/7 anche per un lavoro di ufficio. Dunque è vero che il mercato del lavoro è diventato così competitivo che dobbiamo rispondere a qualsiasi esigenza? No. La selezione è sicuramente più dura che qualche tempo fa, ma la soluzione non è quella di mostrarsi disponibili alla qualunque. E i giovani, magari voi che state leggendo, avete la stessa dignità e lo stesso valore (perlomeno umano) di chi vi sceglie. Dovete proporvi in maniera avvincente, non svendervi in maniera indecente. E questo sarà un valore anche per chi vi sceglierà per costruire insieme a voi una professione e un’azienda. Lo spiega meglio in questo articolo anche Osvaldo Danzi, recruiter professionista; ci ricorda anche che “La selezione del personale è un investimento alla pari in cui entrambe le parti devono dare e ricevere con equilibrio

Il Servizio Civile Universale

Il Servizio Civile Universale è l’evoluzione del Servizio Civile Nazionale, di cui mantiene le caratteristiche fondamentali, ma con alcune variazioni e aggiunte.

Si tratta infatti di un anno che i giovani possono dedicare al servizio degli altri, del proprio paese e della comunità umana in generale, secondo il principio di solidarietà sociale contenuto nella nostra costituzione. Nasce come evoluzione dell’obiezione di coscienza, l’unica alternativa che avevano i ragazzi che non credevano nell’utilità di prestarsi al servizio militare armato. Dal 2000 il Servizio Civile diventa Servizio Civile Nazionale, aperto anche alle ragazze, e diventa volontario. Nel 2018 facciamo ancora un passo avanti e il Servizio Civile Nazionale diventa Servizio Civile Universale.

Ogni anno esce un bando nazionale (e ogni tanto anche bandi regionali) per poter scegliere un progetto e partecipare: il Servizio Civile è una esperienza formative e professionale, e può essere anche un anno di crescita personale.

Sono ammessi a partecipare al servizio civile universale, senza distinzioni di sesso, i cittadini italiani, i cittadini di Paesi dell’UE e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, tra i 18 e 28 anni.
Per i cittadini stranieri è stato precisato che l’ammissione al servizio civile universale non costituisce presupposto per il prolungamento della durata del permesso di soggiorno.

Alcune novità del Srrvizio Civile Universale riguardano i settori nei quali sarà possibile realizzare il servizio civile universale. Oltre ad assistenza, protezione civile e patrimonio storico, artistico e culturale, promozione della pace tra i popoli, della non violenza e dei diritti umani (già presenti nel vecchio Servizio Civile Nazionale) troviamo:
patrimonio ambientale e riqualificazione urbana;
– educazione e promozione culturale e dello sport;
– agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità;
– promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Altre importanti novità sono la possibilità di partecipare ad un servizio civile che ha una durata tra gli 8 e i 12 mesi (rispetto a prima, quando tutti i progetti duravano 12 mesi) e di poter svolgere un periodo di 3 mesi del servizio civile in un altro paese dell’UE. Tutto questo sempre che gli enti che progettano adottino queste novità nei loro progetti.

Nel caso di questi progetti (che prevedono tre mesi all’estero) c’è da fare una distinzione tra il Servizio Civile Universale svolto in Italia, che può comprendere questa possibilità, e il Servizio Civile Universale svolto all’estero, che può realizzarsi in un paese UE o extra UE.

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**AGGIORNAMENTO: ecco dove vedere quali sono i progetti in Italia e all’estero previsti dal bando Servizio Civile Universale 2020

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In alternativa ai 3 mesi di servizio all’estero, i giovani volontari potranno usufruire di un servizio di tutoraggio per l’inserimento lavorativo della stessa durata, anche attraverso convenzioni stipulate da Stato, Regioni e provincie con associazioni di imprese private, di cooperative e con altri enti senza finalità di lucro.

Ma fare il volontario significa lavorare gratis? Certo che no!
Ai volontari viene riconosciuto un assegno mensile di 439,50 euro (l’aggiornamento in base ai dati Istat dovrebbe essere biennale) esenti da imposizioni tributarie e non imponibili ai fini previdenziali.

In aggiunta, agli operatori in servizio all’estero viene fornito vitto, alloggio e assicurazione sanitaria, oltre al viaggio di andata e ritorno (due viaggi nel caso il servizio civile duri 12 mesi).

A tutti i volontari viene inoltre fornita una formazione di almeno 80 ore durante il periodo di volontariato, sia sul servizio civile in generale che sul settore specifico di svolgimento del servizio.

Infine, le università possono riconoscere crediti formativi a favore degli operatori volontari che hanno svolto attività di servizio civile universale rilevanti per la crescita professionale e per il proprio curriculum di studi.

E quindi, scegliendo bene il progetto e l’organizzazione presso cui svolgere il servizio civile, c’è solo da guadagnarci!

Di sicuro hai domande sul Servizio Civile Universale e sul bando aperto, contattaci per supporto e segui l’evento che organizziamo ogni anno per farti incontrare i referenti dei progetti di Ancona e per i nostri consigli per la scelta del tuo progetto!

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Si torna sui banchi di scuola

Da oggi inizia la settimana che porterà oltre 8.6 milioni di studenti nelle scuole statali e paritarie sui banchi di scuola, anche se i primi a tornarci sono stati gli studenti di Bolzano che hanno ripreso il 6 settembre.

Da qualche tempo, infatti, il calendario scolastico parte in differita.

Gli studenti marchigiani sono tra gli ultimi a tornare sui banchi, assieme ai loro colleghi di Lazio, Emilia Romagna, Puglia e Toscana, per i quali la campanella suonerà il 15 settembre.

Tante sono le emozioni del primo giorno di scuola: dal timore e ansia per i “novizi” alla loro prima esperienza sui banchi all’emozione, di rivedere i propri compagni, accompagnata sempre da qualche titubanza, dei loro colleghi più “esperti”.

Il ritorno sui banchi, infatti, richiama impegno, sacrificio e studio, quasi dimenticati durante le vacanze estive.

L’inizio della scuola è il momento in cui si “mettono in valigia” una vasta gamma di emozioni che rendono spesso complicata l’“accensione dei motori”.

Non è facile riabituarsi ai ritmi della scuola: dalla sveglia mattutina all’organizzazione delle proprie giornate divisi tra compiti ed attività extrascolastiche.

La scuola, infatti, occupa un posto di rilievo nella vita dei bambini e ragazzi e delle famiglie, è luogo dove si riversano grandi aspettative ma inevitabilmente anche ansie e timori.

Le varie fasce d’età, nascondono cause e problemi diversi.

Dai più piccoli, che entreranno nella scuola dell’infanzia o nella scuola primaria, che sentiranno il distacco dalla famiglia ai più grandi che passeranno alla scuola secondaria di primo grado, i quali sono in una età di transizione a livello caratteriale dove all’esigenza di autonomia e indipendenza si accompagnano aspetti ancora infantili che cercano di nascondere.

Anche il passaggio alle scuole secondarie di secondo grado coincide con un momento particolare in cui lo studente sta entrando in contatto e costruendo la propria personalità e indipendenza e si sta avvicinando a diventare adulto.

Non è sempre semplice per i genitori riuscire a captare i messaggi dei propri figli che, crescendo, tendono a chiudersi in sé stessi ma sicuramente concedendo loro la giusta attenzione si riesce a superare anche i momenti di difficoltà.

L’anno scolastico in partenza presenta alcune novità importanti.

La prima novità riguarda gli esami della scuola secondaria di I grado che, a partire da quest’anno, daranno maggior peso al curriculum scolastico, valorizzando l’impegno che i ragazzi hanno dimostrato nei tre anni e non solo nelle prove finali. Verrà finalmente eliminata la prova INVALSI dagli scritti di giugno.

Un’altra novità riguarda l’obbligo di vaccinazione per i bambini/ragazzi da 0 a 16 anni previsto per l’iscrizione a scuola. Ogni regione ha recepito la normativa; per le Marche potete prenderne visione a questo link.

Non ci resta che augurare buon anno scolastico a tutti gli studenti e studentesse.

Tirocini extra curriculari

I tirocini formativi e di orientamento rappresentano una delle modalità per accedere al mondo del lavoro, una forma d’inserimento temporaneo dei giovani, al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro per agevolare le scelte professionali attraverso la conoscenza diretta del mondo produttivo. I rapporti che i datori di lavoro privati e pubblici hanno con i soggetti da essi ospitati non costituiscono rapporti di lavoro.

Si possono distinguere in due categorie: i tirocini curriculari ed extra curriculari.

I primi sono inseriti in programmi di alternanza scuola-lavoro o legati alle attività di istituti professionali, inclusi nei piani di studio dell’Università e degli istituti scolastici sulla base di norme regolamentari, esperienze previste all’interno di un percorso formale di istruzione o di formazione.

I tirocini extra curriculari: previsti e realizzati a favore di coloro che hanno appena completato il percorso formativo, neo-diplomati o neo-laureati, o che appartengono a fasce deboli al fine di agevolare le scelte professionali attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro e la creazione di un’opportunità concreta per acquisire una specifica professionalità.

Le linee guida sottoscritte il 24 gennaio 2013 in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome  di Trento e Bolzano forniscono un quadro di riferimento comune a tutte le Regioni indicano alcuni standard minimi di disciplina. La Regione Marche, con DGR n. 1134 del 29/07/2013, ha approvato i nuovi principi e criteri applicativi per i tirocini extra curriculari. Il materiale relativo è disponibile e scaricabile dalla pagina Tirocini della Regione Marche.

Con la delibera regionale si ribadisce che il tirocinio viene definito come una misura formativa di politica attiva, non configurata come rapporto di lavoro, finalizzata a creare un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’inserimento o il reinserimento lavorativo.

Di conseguenza i soggetti coinvolti sono: il tirocinante (disoccupato iscritto al CIOF e che non ha avuto precedenti rapporti di lavoro con il soggetto ospitante), il soggetto promotore ( Centro per l’impiego Ciof, Agenzia di lavoro, Cooperative sociali, Enti di formazione), soggetto ospitante (datori di lavoro privati e pubblici che non potrà realizzare più di un tirocinio con il medesimo tirocinante) e tutor.

Le tipologie di tirocinio previste sono quattro:

La prima, con finalità orientativa e formativa, è finalizzata ad agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani nel percorso di transizione tra la formazione (scuola/università/formazione professionale) e lavoro, attraverso una formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. I destinatari sono le persone che hanno conseguito un titolo studio negli ultimi dodici mesi.

La seconda tipologia riguarda i tirocini di inserimento o di reinserimento al lavoro,  rivolti principalmente a disoccupati, persone in mobilità e inoccupati, ma attivabile anche in favore di lavoratori in cassa integrazione, sulla base di specifici accordi in attuazione delle politiche attive del lavoro per l’erogazione degli ammortizzatori sociali.

La terza tipologia riguarda i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone svantaggiate (legge n. 381/91) nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

La quarta tipologia riguarda i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento e reinserimento in favore di persone con disabilità (ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge n. 68/1999).

Le novità più rilevanti introdotte sono relative alla: durata massima, attestazione dei risultati, indennità minima e monitoraggio.

La durata massima dei tirocini è di 6 mesi, comprensiva delle eventuali proroghe e al netto di eventuali sospensioni per maternità, malattia lunga o infortunio. Per i soggetti svantaggiati e per i disabili è previsto che la durata possa essere rispettivamente di 12 e 24 mesi.
Al termine del tirocinio il soggetto promotore, anche sulla base della valutazione del soggetto ospitante, dovrà rilasciare al tirocinante un’attestazione dei risultati sulla base di uno schema previsto dalla delibera regionale, specificando le competenze acquisite con riferimento ad una qualificazione prevista; qualora il tirocinante abbia partecipato ad almeno il 75% della durata prevista dal progetto formativo l’esperienza di tirocinio dovrà essere registrata sul libretto formativo del cittadino.

A tutti i tirocinanti dovrà essere corrisposta un’indennità per la partecipazione al tirocinio di importo non inferiore a 350,00 euro lordi mensili, al superamento della soglia del 75% delle presenze mensili stabilite dal progetto formativo.
Inoltre  la Regione Marche promuoverà un monitoraggio per analizzare le caratteristiche anagrafiche e professionali dei tirocinanti, la diffusione dei tirocini a livello regionale e i risultati occupazionali post tirocinio.

I soggetti ospitanti possono accogliere tirocinanti, in proporzione alla loro dimensione: un tirocinante con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra zero e cinque; due tirocinanti con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e venti; tirocinanti in misura non superiore al dieci per cento con un numero di dipendenti a tempo indeterminato superiore a ventuno.

Per cercare opportunità di tirocini segnaliamo alcuni dei siti da poter consultare:

Cliclavoro (tra le news in home page), siti aziendali, siti dei Centri per l’impiego (Ciof), sportello stage, repubblicadeglistagisti, lavoro e stage.

Inoltre consigliamo di iscrivervi alla newsletter della formazione per non perdere alcuna opportunità.

Professioni sanitarie all’estero

Lo sapevate che i nostri medici e infermieri sono molto ricercati all’estero per la loro preparazione?

Da tempo infatti ospedali e strutture private di paesi che abitualmente sono mete di migrazione per lavoro si sono organizzati per una ricerca efficace delle professioni sanitarie di cui hanno bisogno, reclutando professionisti in altri paesi, spesso attraverso agenzie specializzate.

Ma chi sono i candidati ideali e quali sono le professioni sanitarie più richieste?

I candidati che possono essere presi in considerazione sono ovviamente laureati, possibilmente con un po’ di esperienza (ma non è sempre richiesta) e naturalmente con una conoscenza almeno intermedia della lingua del paese di destinazione, o almeno la disponibilità a frequentare un corso di lingua prima dell’assunzione.

Le professioni sanitarie più ricercate sono naturalmente gli infermieri, ma anche le ostetriche e altri medici specializzati, ad esempio nelle specialità attinenti le malattie legate all’invecchiamento della popolazione, tendenza piuttosto diffusa in Europa.

Se state studiando medicina o infermieristica e siete pronti a valutare buone opportunità di lavoro e carriera anche fuori dall’Italia (dove a dire il vero anche questo settore non brilla per ricchezza di possibilità di impiego e soddisfazione professionale), ecco due buone occasioni da non perdere.

Recruiting Day a Civitanova Marche con 2b1 International, per posizioni di infermieri, infermieri pediatrici e ostetriche, il prossimo 21 settembre. Gli impieghi proposti sono in Germania e nella Svizzera tedesca. I selezionati saranno avviati ad un corso di tedesco di 5 mesi che si svolgerà a Civitanova.
Attenzione è necessario inviare il proprio cv entro il 10 settembre!

Incontro informativo e di recruiting “Come and wok in the UK!” qui all’Informagiovani il 20 ottobre, con la referente italiana dell’agenzia Kate Cohwig. Le professioni sanitarie ricercate per posizioni in UK sono infermieri e infermieri pediatrici, anche senza esperienza. Durante l’incontro verranno spiegate tutte le modalità di accesso a queste opportunità, i tempi necessari e i vantaggi.

Vi aspettiamo!

È nel lavoro il senso della vita?

Sul tema del lavoro, c’è un libro uscito quest’anno di un noto sociologo italiano (Domenico De Masi) che si intitola “Lavorare tutti, lavorare gratis” che pone, tra le altre, una questione importante in questi tempi in cui la disoccupazione sembra non essere più di tanto arginabile: perché pretendere un comportamento e un’etica ritagliati sul lavoro quando il lavoro viene negato? Il libro non l’ho letto, l’ho comprato da poco ve ne renderò conto più avanti, ma già il titolo mi ha riportato alla mente un pensiero che mi frulla in testa da tempo. Mi chiedo sempre più spesso se ciò che restituisce senso e significato alla nostra vita sia quasi esclusivamente il lavoro.

Una possibilità diversa ci può essere ed è ben spiegata in questo articolo comparso sul The Guardian. La considerazione da cui parte lo storico Yuval Noah Harari è simile a quella di De Masi e a pensarci bene è abbastanza semplice: il lavoro a cui ci siamo abituati per tanto tempo sta scomparendo; quello inteso come fatica, impegno, energia profusa a fronte di una ricompensa sembra manifestare tutte le caratteristiche di una crisi profonda. L’intelligenza artificiale, l’automazione robotica, la digitalizzazione di molti processi oltre a fornire vantaggi economici, elidono mano a mano un sacco di lavori. Le “macchine” (che termine novecentesco!) stanno sostituendo l’uomo ma ancor di più: gli algoritmi stanno imparando a fare cose che faceva l’uomo. La questione non è, come scrive, Harari, creare nuovi posti di lavoro ma creare posti di lavoro che gli uomini possano fare meglio degli algoritmi.

Il passaggio successivo della riflessione è: ma se ci tolgono il lavoro che cosa facciamo? E, oltre alla necessità di trovare una soluzione materiale per la sopravvivenza, come reagiamo se scompare un pezzo così importante della costruzione della nostra identità, sociale e individuale? Avrà ancora senso l’articolo 1 della nostra Costituzione che recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”? A me piace la “soluzione” che propone Harari perché mi fa sperare che il lavoro non sarà per sempre il nostro punto di riferimento. A sostituire il lavoro nel dare senso alla nostra vita sarà la nostra capacità di occupare mente e cuore in attività che ci possano gratificare come accade con il lavoro, che ci coinvolga e ci appassioni a tal punto da farci sentire contenti e soddisfatti. L’unica capacità che abbiamo e può aiutarci in questo è la stessa che ci fa credere in una religione così come ci coinvolge in un videogame: è la nostra immaginazione. Il significato della nostra vita è generato dalla nostra immaginazione, non dal nostro lavoro. Che ne pensate?

I tirocini di settembre

Un tirocinio è un ottimo modo per allenarsi al mondo del lavoro: con i tirocini si approfondisce la conoscenza di un settore o di una professione, e si comincia a capire cosa vuol dire lavorare, e quanti aspetti diversi include.

I tirocini contribuiscono a sviluppare una serie di piccole competenze che non tutti i giovani, universitari o laureati, hanno acquisito in precedenza. Tra queste ci sono gestire il proprio tempo e rispettare degli orari dati, collaborare con altre persone per il buon andamento delle attività dell’azienda o dell’ufficio, svolgere una mansione con un obiettivo concreto e misurabile, gestire le relazioni con i colleghi, utilizzare strumenti o programmi informatici nuovi, per citarne solo alcune.

I tirocini svolti all’estero poi moltiplicano le competenze che si possono sviluppare, grazie all’immersione totale in un’altra cultura e, spesso, in un modo di lavorare molto diverso da quello che siamo abituati a vedere.

Ecco qualche proposta di tirocinio all’estero da valutare nelle prossime settimane!

Per laureati – tirocini presso la Banca Centrale Europea, settore statistica – Francoforte sul Meno (DE)
Durata: dai 3 ai 6 mesi
Requisiti: laurea in discipline economiche, matematiche o informatiche, buona conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua ufficiale dell’UE, buone conoscenza del pacchetto Office e software di statistica e matematica; capacità di comunicare efficacemente, di lavorare in autonomia, capacità di analisi e attenzione ai dettagli
Retribuzione: 1.050 euro al mese
Scadenza: 28 settembre

Per laureati – 3 tirocini alla Banca europea per gli investimenti, settori vari – Lussemburgo
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea in economia o simili, conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua ufficiale dell’UE, conoscenza di Excel e simili applicativi
Retribuzione: può essere previsto un compenso
Scadenza: 17 settembre

Per laureati – Comitato delle Regioni – Bruxelles (BE)
Durata: 5 mesi (spring session 2018: 15/02 – 15/07)
Requisiti: laurea, ottima conoscenza di una lingua ufficiale dell’UE più buona conoscenza del francese o dell’inglese; ulteriori requisiti specifici a seconda del dipartimento di interesse
Retribuzione: è previsto un compenso pari al 25% del salario di un funzionario di grado AD*5
Scadenza: 30 settembre

Per laureati e studenti – Comitato economico e sociale europeo – Bruxelles (BE)
Long term traineeship: 5 mesi (spring session 2018: 16/02 – 16/07) solo per laureati
Short term traineeship: da 1 a 3 mesi, per studenti o neolaureati
Requisiti: conoscenza della lingua inglese e requisiti specifici a seconda del tipo di tirocinio
Retribuzione (solo per long term traineeship): circa 1.159 euro al mese
Scadenza (solo per long term traineeship): 30 settembre

Per laureati – Centro comune di ricerca della Commissione Europea – sedi varie
Durata: dai 3 ai 5 mesi
Requisiti: lauree varie e requisiti specifici in base alle posizioni offerte
Retribuzione: previsto un compenso pari al 25% del salario di un funzionario di grado AD
Scadenza: scadenze varie a settembre

Per laureati – Corte di giustizia dell’Unione europea – Lussemburgo
Durata: 5 mesi
Requisiti: laurea in materie giuridiche, scienze politiche o di interprete, e preferibilmente conoscenza del francese
Retribuzione: prevista una retribuzione di 1.120 euro mensili
Scadenza: 30 settembre

In bocca al lupo e alla prossima!

Formazione: una panoramica sui corsi

L’estate si sta concludendo ed è quindi il momento di ricominciare a pensare ai prossimi impegni.

Gli studenti iniziano a prepararsi per il prossimo anno scolastico o accademico, gli adulti riprendono, se già non lo hanno fatto, le proprie attività lavorative.

Poi ci sono coloro che studenti non sono più e che sono quindi alla ricerca della loro prima occupazione (inoccupati) o che invece un lavoro lo avevano ma ora purtroppo non più (disoccupati).

Tanti possono essere i motivi per cui si ha difficoltà a trovare o ritrovare un impiego e ovviamente dipendono da vari fattori, soggettivi e oggettivi.

A volte un motivo è la scarsa specializzazione, altre volte è la scarnezza del proprio profilo professionale.

Un’obiezione che ci sentiamo porre al riguardo: come faccio a specializzarmi o ad arricchire il c.v. se non mi danno la possibilità di fare esperienza?

Certamente il proprio profilo professionale si arricchisce con l’esperienza lavorativa ma non solo.

Per sopperire sia alla scarsa specializzazione sia alla scarnezza del proprio profilo professionale possono, infatti, essere di aiuto anche i corsi di formazione professionale.

L’Informagiovani di Ancona stila un elenco di corsi, gratuiti e a pagamento, in partenza in ambito regionale al quale potete fare riferimento per la scelta del corso più adatto a voi.

Questi elenchi sono consultabili sia in forma cartacea che on line sul sito dell’Informagiovani alla pagina formazione.

In questo periodo trovate un ricchissimo elenco di corsi gratuiti, rivolti ai disoccupati (e/o inoccupati), molti dei quali riservati esclusivamente ai residenti e/o domiciliati nelle Marche.

Molti dei corsi presenti in questo momento rilasciano qualifiche professionali (i corsi FSE), altri diplomi di specializzazione (i corsi ITS, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo), altri ancora sono rivolti ai ragazzi in età di obbligo formativo ed hanno lo scopo di far conseguire una qualifica ai ragazzi tra i 15 e i 18 anni privi di titolo di studio.

Ovviamente gli elenchi sono in continuo aggiornamento e quindi vi consigliamo di consultarli con una certa frequenza.

Per qualsiasi chiarimento in merito alla scelta di un corso potete contattarmi alla mail: formazione@informagiovaniancona.com.

Agosto: vacanze, mare e…serie tv!

Ormai siamo nel bel mezzo dell’estate e tra le varie forme di relax che è doveroso concedersi, ce n’è una che sembra essere molto più di un tormentone passeggero: quella delle serie tv.

Esistono almeno dai tempi di Rin Tin Tin, ma solo da una decina d’anni sono diventate il fenomeno che è ora: senza il timore di esagerare possiamo affermare che, attualmente, sono molte le serie tv che per trama, cast e digital visual effect possono tranquillamente competere con tanti dei prezzolatissimi film da grande schermo.

Non solo, alcune sono talmente entrate nella nostra quotidianità da averci estrapolato dei modi di dire ( “Winter is coming” o “Plata o Plomo” sono solo un paio delle frasi che a quasi tutti, ne siamo certi, non suonano nuove) oppure ci fanno abboccare come pesci all’amo e semplicemente ne veniamo trascinati: ad esempio, vi è sfuggita la notizia della maratona – in senso letterale – per l’uscita della settima stagione di Game of Thrones? Allora guardate qui.

Il fenomeno è talmente diffuso da diventare materiale da psicologia: in sostanza, amiamo le serie tv perché ci consentono di uscire dai tempi forzatamente limitati di un film e ci permettono di esplorare una valle ben più ampia di eventi ma anche di decisioni, pensieri e tratti caratteriali con conseguente partecipazione e “presa” emotiva; qualcosa di molto simile accade quando si legge un libro e non è un caso che questa soddisfazione cresca quando si ha a che fare con serie tratte da opere letterarie.

Inoltre, l’uomo è animale sociale: i momenti di convivialità che offrono, per loro natura, le serie tv, sono un piacere a cui quasi nessuno vuole rinunciare, soprattutto quando si tratta di storie ad alto contenuto di pathos; scomodando di nuovo Game of Thrones, c’è addirittura chi su YouTube riesce a fare bei numeri di visualizzazioni riprendendo persone che guardano la serie: può sembrare davvero molto strano – e forse lo è – ma alla gente piace e piace perché sono molti a condividere le sensazioni e lo stupore che si possono vedere, probabilmente vagamente spettacolarizzati, anche qui.

E come se tutto questo non bastasse, c’è anche dell’altro: alcune serie tv sono arrivate a un tale livello di realismo e raffinatezza da far approcciare gli spettatori con alcuni tipi di lavori.  Ovviamente non stiamo parlando di imparare un mestiere, ma di ispirazioni, regalate proprio dallo sguardo approfondito e prolungato della serie tv.

Abbiamo quindi pensato di servirvi alcuni titoli, così da unire l’utile al dilettevole:

Mad Man: ne siamo sicuri, molti di voi conosceranno già questa serie, così come il carisma del direttore creativo Don Draper, che ha fatto una proverbiale strage tra gli spettatori. Ma non si tratta solo di questo. Anche se la serie è ambientata negli anni Sessanta, alcuni dei processi creativi sfruttati sono validi tutt’ora e alcuni spot ideati proprio dal caro Don sono senza dubbio di ispirazione per chi è interessato al copywriting!

E.R., Doctor House: sono solo due delle numerose serie che girano attorno al mondo della medicina ed entrambe hanno fatto la storia: i casi di cui si occupano sono verosimili (anche se piuttosto rari, nel caso di Doctor House. A proposito, sapevate che i “misteri medici” trattati in questa serie sono ispirati dalla rubrica “Diagnosi” del New York Times che descrive proprio casi di malattie particolarmente inusuali?) e possono dare una vaga idea di come potrebbe essere, ad esempio, esercitare l’arte medica nella realtà concitata di un pronto soccorso. Entrambe serie imperdibili per gli appassionati del genere.

Silicon Valley: i lavori del futuro sono nel web e voi non volete restare indietro? Allora “Silicon Valley” vi calza a pennello! Arrivata ormai alla quinta stagione, questa serie ci immerge nella vita di un gruppo di programmatori che, a un certo punto della loro avventura lavorativa, si troveranno alle prese con la realtà della start-up nella tecnologia. Gli spettatori più addentrati nell’argomento partono sicuramente avvantaggiati, ma ci sono spunti di divertimento (e di esempio!) proprio per tutti!

E voi, avete delle serie da suggerirci per il nostro periodo di vacanza?

Anche noi infatti ci prenderemo qualche giorno di sano, pigro, avventuroso relax: l’Informagiovani resterà chiuso dal 14 al 18 agosto, ma torneremo operativi e più carichi che mai (forse) a partire da lunedì 21 agosto!

Buone vacanze a tutti!

 

ReActivate, lavoro all’estero per over 35

Finalmente un progetto dedicato a chi non ha più 20 anni e si sente spesso tagliato fuori dalle mille opportunità rivolte ai più giovani.
Tra le iniziative ideate e cofinanziate dall’UE c’è il programma di mobilità per lavoro ReActivate, studiato appositamente per facilitare i lavoratori con più di 35 anni che vogliono spostarsi all’interno dello spazio europeo.

ReActivate presenta molte delle caratteristiche del programma gemello Your first Eures job, creato per favorire la mobilità per lavoro dei giovani under 35 e arrivato quest’anno alla sua quinta edizione. ReActivate prevede una serie di servizi e di finanziamenti per i candidati interessati, che si possono ottenere iscrivendosi al programma.

I servizi offerti riguardano il supporto preparatorio e orientativo, per esempio per la redazione del cv e della candidatura, o per lo sviluppo delle competenze professionali necessarie a trovare un buon impiego all’estero (ad esempio attraverso un corso di formazione).
Ma non solo: si può disporre anche di un supporto finanziario per poter realizzare il proprio progetto di mobilità in uno dei 28 paesi dell’Unione europea.

Ecco quali sono nel dettaglio le voci per cui è possibile ottenere un aiuto economico.

  • spese di viaggio per andare a sostenere un colloquio: i candidati che hanno ricevuto un invito a presentarsi di persona per un colloquio possono ricevere una cifra forfettaria a rimborso delle spese di viaggio sostenute.
  • indennità di trasferimento in un altro paese: nel momento in cui il candidato riceve una lettera di assunzione e deve quindi riorganizzare la propria vita nel nuovo paese, può ottenere un assegno per le prime spese da affrontare.
  • formazione linguistica: anche se si ha una conoscenza base o intermedia della lingua del paese in cui ci si trasferisce, potrebbe essere necessario, per inserirsi più velocemente nel nuovo ambiente di lavoro, rafforzare le competenze linguistiche. Il programma ReActivate può finanziare un breve corso mirato.
  • riconoscimento delle qualifiche: per poter accedere al posto di lavoro per cui si è stati scelti  spesso è necessario dimostrare di avere i titoli giusti. Per farlo si deve procedere al riconoscimento della qualifica professionale, che include la traduzione del titolo e un processo di valutazione del percorso fatto. Il programma ReActivate fornisce un supporto finanziario anche per questo.
  • assegno di trasferimento supplementare: nel caso in cui i candidati esprimano bisogni particolari legati alla loro condizione personale ( rispetto a salute, contesto socio-economico o fattori geografici) possono beneficiare di un supporto economico supplementare per il trasferimento all’estero.

Per maggiori informazioni sul funzionamento del programma e sull’accesso alle opportunità offerte da ReActivate, passate a trovarci all’Informagiovani Eurodesk o contattate direttamente un referente EURES.

I compiti delle vacanze: un castigo per i genitori?

Compiti delle vacanze estive: quanti genitori si sono chiesti almeno una volta se siano o no un castigo per loro?

Certamente i compiti delle vacanze sono la parte meno piacevole del periodo estivo.

I ragazzi sono i primi a non voler fare i compiti ma i genitori stessi vivono i compiti delle vacanze con una certa ambiguità.

Da un lato vorrebbero godersi il meritato riposo estivo accanto ai propri figli staccando la spina e allentando il controllo sulla loro vita scolastica, dall’altro lato, però, temono che i propri ragazzi fatichino a riprendere il ritmo scolastico.

Ovviamente le difficoltà legate alla voglia o meno di eseguire i compiti sono diverse a seconda dell’età dei figli.

I bambini più grandi, anche se maggiormente autonomi, nella maggior parte dei casi sono anche i più difficili da convincere a impegnarsi nei compiti, quando sono in vacanza.

Dopo il lungo periodo scolastico bambini e ragazzi hanno bisogno di concedersi un periodo di riposo e relax senza l’assillo dei compiti.

Tuttavia, senza togliere la possibilità di svago ai nostri figli, si può approfittare del maggiore tempo a disposizione per colmare qualche lacuna e mantenerli in esercizio fino al rientro a scuola.

Anche se magari non ci si trova molto d’accordo con le insegnanti sulla quantità di compiti assegnati, i genitori dovrebbero responsabilizzare i propri ragazzi del proprio apprendimento stimolandoli a diventare capaci di organizzare in modo autonomo il proprio tempo da suddividere tra compiti e attività giocose.

Più il momento dei compiti viene associato a emozioni positive più è probabile che i ragazzi si avvicinino con maggiore entusiasmo a questa attività.

Certo non è semplice ma si può tentare di trovare un accordo genitori/figli.

Si può decidere di dedicare alcuni giorni della settimana o alcune ore del giorno all’attività compiti.

Scegliere un luogo piacevole e confortevole dove svolgerli può essere sicuramente di aiuto.

Organizzare delle visite culturali in luoghi attinenti a qualche argomento di studio per farli imparare in maniera più divertente che sui libri.

Alla base di tutto, comunque, ci vuole una buona dose di pazienza e comprensione reciproca.

Lavoro autonomo: il futuro è laggiù?

Darwin docet: sopravvive solo chi si adatta meglio all’ambiente e ai suoi cambiamenti. Ovviamente, questo vale anche per il multiforme ecosistema del lavoro.

Al netto di quei mestieri che vanno scomparendo in quanto poco appetibili per le nuove generazioni (tra questi ci sono impieghi perlopiù artigianali, come quello di produttore di poltrone e divani, pellicciaio e falegname) ce ne sono molti altri che la tecnologia ha cancellato o modificato al punto da farli diventare irriconoscibili, e non tutti siamo pronti a quello che si sta prospettando sempre più chiaramente nel futuro. Una cosa è certa, soprattutto secondo il  World Economic Forum: il 65% dei bambini che frequentano oggi le scuole elementari svolgeranno lavori che oggi non esistono, alcuni dei quali non riusciamo nemmeno a prevederli.

Ma cos’è che si vede all’orizzonte? Poche ma fondamentali certezze.

Punto primo, già ampiamente dibattuto: il lavoro da dipendente a tempo indeterminato, quello alla Fantozzi fatto di cartellini e fughe da centometrista all’orario di uscita, sarà solo un ricordo per le nuove generazioni; il futuro ci vede come soggetti sempre più attivi e impegnati, più formati e qualificati, ma soprattutto sempre più competitivi. Sembra una prospettiva angosciante, ma in realtà ci viene chiesto solo di essere più consapevoli, in poche parole, meno dipendenti e più autonomi.

E una delle chiavi sembra stare proprio qui: il fatto che sempre più aziende preferiscano avvalersi, invece che dei classici dipendenti, di consulenti esterni, ha fatto sì che molte delle nuove professioni stiano fiorendo proprio nel contesto del lavoro autonomo, in alcuni ambiti più che in altri.
Uno su tutti è ovviamente quello del digitale: quasi superfluo nominarlo, in quanto può essere paragonato al cavallo che traina la carrozza del futuro e quindi del futuro del lavoro; l’infiltrazione sempre più importante della tecnologia nelle nostre vite e in quella delle imprese richiederà un numero sempre maggiore di figure in grado di gestire non solo “il mettere in rete” di un’azienda (dove per “mettere in rete” si intende una moltitudine di cose: dall’avvio di un e-commerce alla gestione efficace dei social, dalla creazione di materiale pubblicitario che sfrutti tutte le potenzialità dell’on-line allo spostare alcuni dei servizi in modalità cloud) ma anche il loro restarci in modo efficace, senza perdersi nell’insidioso oceano del web.
IT security manager, sviluppatore di app, community manager ed esperto di SEO saranno alcune delle figure lavorative più richieste e molte di queste lavoreranno in modo autonomo; al momento per voi sono parole che significano niente? Allora date un’ occhiata qui.

Il progresso tecnologico di questi decenni ha ovviamente “aggredito” tutti o quasi gli ambiti lavorativi, trascinandoli in quella che può essere tranquillamente definita come la quarta rivoluzione industriale; quindi è del tutto ovvio ritenere che la tendenza della sostituzione della tecnologia alla manodopera nei processi produttivi (e non solo) non farà che accrescersi, spazzando via entro pochissimi anni, ben 5 milioni di posti di lavoro tra le prime 15 economie del pianeta.

Di fianco ai nuovi mestieri che nascono nel grembo dell’ Information Tecnology e che volenti o nolenti, saranno tra i pochi a salvare le nuove generazioni dalla disoccupazione, cammina un altro modo di lavorare, che non si deve fare l’errore di pensare sia in contrasto con l’avanzata del digitale: quello dei mestieri artigianali, una nicchia di lavoro (quasi sempre autonomo, per l’appunto) in cui si possono esprimere competenze legate alla creatività e a un “saper fare” che molto difficilmente potranno essere sostituite dalle macchine. Pasticcere, falegname, meccanico, orafo, sono solo alcuni dei lavori di cui stiamo parlando e che spesso vengono messi in secondo piano soprattutto dai giovanissimi (o forse dalle loro famiglie?) credendo siano poco redditizi, mentre un altro dei segreti del lavoro del futuro è quello della nicchia di mercato e della specializzazione, caratteristiche che, nemmeno a dirlo, vanno molto d’accordo con il mestiere artigiano.

Se, oltre a ciò che abbiamo appena presentato, si unisce il fatto che il lavoro autonomo e/o imprenditoriale sta fra le prime scelte dei Millenials che vedono nel diventare imprenditori una delle soluzioni per affrontare il mondo del lavoro esprimendo le proprie competenze e specializzazioni (e titoli di studio), è facile provare a intuire che questo potrebbe essere il modo di lavorare del futuro.

Anche se accostare le parole lavoro e futuro, in questo periodo di transizione tra due modi quasi opposti di intendere il lavoro, getta addosso alle spalle una copertina di ansia, è importante tenere sempre in mente che quasi tutti abbiamo le potenzialità per rinnovarci e se necessario ricostruirci, sempre sfruttando e facendo tesoro del percorso che ci ha portato a sviluppare alcune abilità e caratteristiche.

Potreste cominciare, per esempio, scoprendo cosa offre il mondo della formazione!