Categoria contente tutte le informazioni circa la formazione: dalla scuola dell’obbligo all’università, dai corsi di formazione professionale alle nuove opportunità di formazione. Non solo occasioni e annunci ma anche la descrizione di scenari e tendenze future, la promozione di nuove modalità formative, le possibilità di fare formazione online, le risrose utili per frequentarla.

Alla scoperta dei mestieri di una volta: il maniscalco

In un’epoca dove il lavoro manuale viene gradualmente ma velocemente sostituito dal lavoro automatizzato, sembra quasi impossibile riuscire a pensare a delle professioni artigiane svolte ancora dall’uomo.

La tecnologia odierna, di fatto, è in grado di fare cose che fino poco tempo fa sembravano impensabili in moltissimi settori, come per esempio nel campo della salute, delle stampe 3D, della logistica o dei beni di consumo, in cui i “robot” hanno comportato e stanno comportando sempre più una drastica riduzione del fabbisogno di manodopera.

A questa inesorabile scomparsa della mano dell’uomo, sopravvivono però alcuni mestieri artigiani tipici della nostra tradizione marchigiana, alla riscoperta dei quali punta il bando regionale che finanzia numerosi corsi di formazione nel settore agroalimentare (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo).

Si tratta di corsi rivolti a persone disoccupate e finalizzati a formare figure professionali specifiche che che tutelino e tramandino l’arte del saoer fare degli antichi mestieri marchigiani.

Vero è che ci sia il timore che i robot e l’intelligenza artificiale un giorno possano prendere il sopravvento e sostituirsi totalmente all’uomo. Sicuramente molte delle operazioni e dei lavori che prima si effettuavano manualmente hanno avuto un apporto considerevole dalle nuove tecnologie, ma, pensando al futuro, è sbagliato credere che l’intelligenza artificiale possa rimpiazzare il lavoro umano, soprattutto se si svolgono alcuni mestieri.

Tra questi c’è il mestiere del maniscalco, ossia  l’artigiano che esercita l’arte della mascalcia, ossia del pareggio e ferraturadel cavallo e degli altri equini domestici (asino e mulo). Nel suo lavoro, collabora strettamente con il proprietario (che gli fornisce tutte le informazioni sull’uso abituale del cavallo, su eventuali esigenze particolari, su eventuali problemi dell’andatura) e con il veterinario (con il quale concorda gli accorgimenti opportuni in caso di patologie della zampa o delle articolazioni degli arti).

Fino a qualche anno fa, il manoscalco provvedeva del tutto alla cura del cavallo e confezionava personalmente i ferri secondo le caratteristiche e le necessità di ciascun cavallo.

Oggi la produzione industriale rende inutile la realizzazione artigianale di ferri da cavallo. Rimane tuttavia necessario per il maniscalco conoscere e saper lavorare il ferro a caldo o a freddo per riuscire ad adattare le verghe e le piastre metalliche agli zoccoli dei cavalli.

Il lavoro di maniscalco è un lavoro che prevede un grande sforzo fisico dovendo stare per ore piegato sulle zampe dei cavalli, sostenendone il peso sulle gambe. Ma soprattutto deve possedere sensibilità e riflessi pronti. Egli deve riconoscere gli stati d’animo dei cavalli. comprenderne le intenzioni e quindi prevederne scatti improvvisi.

Alla necessaria abilità manuale, il maniscalco deve associare anche conoscenze di anatomia degli arti ed in modo particolare delle sue estremità, conoscerne le andature e gli appiombi del cavallo, perché è suo compito realizzare una ferratura che tenga conto della conformazione individuale dell’animale, facendo attenzione anche alla scelta del ferro, che va fatta in funzione dell’impiego dell’animale.

Nonostante la diffusione della pratica del “cavallo scalzo” la ferratura continua ad essere necessaria per molti tipi di sport in cui i cavalli, e quindi gli zoccoli, sono sottoposti a ritmi non naturali. Anzi, questa tendenza ha dato nuovi impulsi all’elaborazione di moderne e più naturali tecniche di pareggio dello zoccolo e di recupero dei cavalli sferrati.

Grazie all’utilizzo di nuovi materiali, come ferri incollabili e scarpe allacciabili da impiegare in situazioni particolari, la mascalcia diventa un’arte al passo con l’evoluzione della scienza veterinaria e dei moderni ritrovati della tecnologia.

COME SI DIVENTA MANISCALCO?

Per diventare maniscalco occorre seguire dei percorsi professionali specifici che variano da scuole professionali a corsi di formazione professionale. Tra questi ultimi nella nostra regione in questo periodo potete trovare un corso gratuito, dal titolo Il maniscalco: l’artigiano della ferratura (addetto di scuderia) che mira a traferire competenze teoriche e pratiche per il raggiungimento di una qualifica professionale fortemente legata ai mestieri tradizionali del nostro territorio e che oggi torna a essere una reale opportunità occupazionale per coloro che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro.

Questo tipo di lavoro, una volta pensato solo strettamente rivolto agli uomini, oggi viene considerato eseguibile anche dalle donne; tanto è vero che per questo corso i termini di iscrizione sono riaperti fino al 1° luglio solo per 5 donne.

Tuttavia possono uscire nuovi corsi in questo ambito e quindi per tenervi aggiornati sui corsi in partenza in ambito regionale, potete consultare gli elenchi dei corsi, gratuiti e a pagamento, sul nostro sito alla pagina dedicata oppure passare allo sportello Informagiovani per riceverne una copia cartacea.

Studenti alla ricerca alloggio

Nella vita ci sono decisioni importanti che maturano nel tempo. La scelta del corso di laurea da seguire dopo il diploma di maturità è una di queste e segna un passaggio nella vita. Sia le scuole secondarie di secondo grado sia le università hanno predisposto delle risorse per orientare gli studenti e supportarli per effettuare la scelta migliore. Ad esempio segnaliamo una delle iniziative dell’Univpm che ha organizzato per il 19 luglio una giornata di orientamento rivolta ai diplomati e alle loro famiglie, la partecipazione è gratuita ma si richiede l’iscrizione entro il 15 luglio. Sarà l’occasione soprattutto per gli studenti fuori sede per conoscere il territorio e cercare il proprio alloggio.

Infatti spesso accade che l’università scelta non sia nella regione o nella provincia di residenza e quindi gli studenti si trovano ad affrontare anche l’estenuante ricerca, della soluzione abitativa migliore.

Partendo dal budget a disposizione consigliamo di valutare varie opzioni: gli alloggi universitari, il mercato privato (stanza, posto letto o appartamento) e i collegi universitari privati.

Per gli alloggi universitari è necessario presentare la domanda quando esce il bando pubblicato dall’Erdis (Ente per il diritto allo studio).

Quando si compilano i moduli per la richiesta della borsa di studio si deve richiedete anche quello per l’alloggio. Dopo averlo consegnato, non resta che aspettare la pubblicazione delle graduatorie.

Se non si riesce ad ottenere questo alloggio, per trovare la soluzione che più rispecchia alle esigenze, si possono consultare: annunci privati, cartellonistica nelle strade, le bacheche universitarie, utilissimo il passaparola con amici e le ricerche internet.

Nel nostro blog dedicato all’autonomia abitativa c’è la bacheca annunci on line , dove si possono consultare annunci di cerco ed offro posto letto o alloggio, annunci pubblicati da privati che vanno contattati direttamente. Per inserire un annuncio si deve compilare l’apposito form.

Nella sezione download di iHome  è possibile scaricare l’elenco dei siti dove vengono pubblicati gratuitamente gli annunci dai privati. Esistono inoltre gruppi su facebook per la ricerca di affitto o posto letto ad Ancona.

Gli elementi da tenere in considerazione, oltre al canone, sono: la vicinanza con l’università, i quartieri, i servizi, i collegamenti con stazione e centro.

Chi vuole può rivolgersi alle agenzie immobiliari che si occupano anche di affitto.

Da ultimo esistono ad Ancona alcuni collegi gestiti da privati: Vivere@damè e il Campus Village.

Il blog iHome e la pagina facebook vogliono essere un supporto per gli studenti dell’Università di Ancona; per qualsiasi ulteriori informazione potete trovare l’operatore all’Informagiovani o scrivere una mail a: info@ihomeancona.com

La professione del light designer

Fra pochi giorni, esattamente il 9 giugno, scadono i termini per per iscriversi al corso gratuito, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, per Light Designer.

Si tratta di un corso rientrante nel progetto SIPARIO BIS BIS, il bando regionale volto alla formazione di figure professionali nel settore dello spettacolo dal vivo (di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo).

Come già scritto in un altro nostro articolo, ogni spettacolo presuppone il concorso di molte e differenti professonalità, ognuna delle quali è indispensabile per la realizzazione di un prodotto artistico di livello, capace di riscuotere il consenso del pubblico. A tal fine le competenze di coloro che lavorano dietro le quinte sono imprtanti tanto quanto il talento degli attori che si esibiscono sul palco.

Tra queste figure professionali che da dietro le quinte contribuiscono alla buona riuscita di uno spettacolo ci sono tutti quei mestieri tecnici il cui apporto è fondamentale anche in fase progettuale.

Tra questi figure c’è senz’altro quella del light designer.

CHI È E COSA FA IL LIGHT DESIGNER

È il responsabile dell’illuminazione in teatro, a un concerto o in tutti gli eventi in cui la luce deve non solo illuminare ma anche emozionare.

Nell’ambito dello spettacolo dal vivo, è il responsabile dell’allestimento, della sistemazione e del cablaggio di tutte le apparecchiature che danno luce allo spettacolo. In collaborazione con regista, scenografo e coreografo, stabilisce il piano luci, ovvero il copione tecnico attraverso il quale viene definita la sequenza delle luci nonché i colori delle stesse e gli effetti che si alterneranno durante la rappresentazione.

Il lighting designer è un tipo di professionista che si occupa, nelle sue diverse sfaccettature, di illuminazione. Gestisce sia la parte tecnologica relativa ai vari tipi di luci e sia la parte più umana, emozionale e dinamica che si scatena quando si osservano delle luci particolari. In ambiente teatrale è quello che vi trasmette l’enfasi del momento, la tristezza, la gioia e il movimento seduto davanti ad una console.

Da non confondere con il tecnico luci, il quale ha una professionalità legata più alla tecnica che alla creatività, occupandosi infatti del posizionamento delle luci e del deposito dei cavi durante l’installazione di un impianto.

Il lighting designer, invece, unisce alle competenze tecniche sull’illuminotecnica, l’elettronica e l’illuminazione, una forte componente artistica, che si esprime attraverso il gusto e il senso estetico del designer.

COME SI DIVENTA LIGHT DESIGNER

Per diventare light designer occorre seguire dei percorsi di formazione professionale, come quello previsto dal bando SIPARIO BIS BIS, che prevede 300 ore di corso, alla fine del quale viene rilasciato un attestato di specializzazione di tecnico di teatro (light designer) riconosciuto.

Nello specifico questo corso è rivolto ai diplomati residenti o domiciliati nelle Marche e prevede garanzia di occupazione per almeno il 40% degli allievi formati.

Le informazioni su questo e altri corsi n partenza in ambito regionale sono consultabili alla pagina formazione del nostro sito.

Bando straordinario Servizio Civile Universale

Alla fine di aprile è stato pubblicato un bando straordinario del Servizio Civile Universale per la selezione di 766 volontari da impiegare in progetti volti all’accompagnamento di grandi invalidi e di ciechi.

Il bando è rivolto a tutti i ragazzi tra i 18 e i 28 anni compiuti, cittadini italiani, degli altri paesi dell’Unione Europea o non comunitari ma regolarmente soggiornanti in Italia.

Coloro che vogliono partecipare devono essere consapevoli che si tratta di un anno di volontariato, dedicato al servizio della comunità e contestualmente alla formazione personale e alla crescita individuale. Sicuramente potrà essere anche un’opportunità per avvicinarsi al mondo del lavoro.

Per candidarsi in primis si sceglie il progetto a cui si vuole partecipare, si presenta la candidatura presso l’ente di riferimento ed infine si sostiene la selezione. Superata quest’ultima si inizia l’anno di volontariato, in cui è previsto un primo periodo di formazione, durante il quale ci si prepara per svolgere le attività previste dal progetto presso la realtà ospitante.

Visto che si tratta di un bando straordinario in cui i progetti sono rivolti ad attività con grandi invalidi e ciechi, chi decide di candidarsi sa a priori che il target con cui andrà a svolgere le attività è ben definito, quindi è bene valutare la propria motivazione interiore per poter vivere al meglio quest’esperienza ed essere proattivi nel proprio ruolo all’interno dell’ente.

Il servizio civile universale ha una durata di 12 mesi, con un monte ore settimanale di minimo 25 ore e prevede l’erogazione di un assegno mensile di € 433,80.

Con Decreto del 2 maggio 2019 il bando è stato rettificato abbassando  il numero di progetti da 82 a 78 per un totale di 752 volontari  a fronte degli iniziali 766.

Qualora un interessato, nel frattempo, avesse già presentato domanda per uno dei progetti cancellati, può presentarne una nuova per un altro progetto inserito nel bando.

L’elenco dei progetti è consultabile grazie al motore di ricerca presente sul sito ufficiale.

Nella provincia di Ancona ci si può candidare per il progetto: “Accompagnamento Dei Ciechi Civili Ex Art. 40 – Ancona” promosso dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus.

Il progetto dell’Uici Ancona, disponibile nel sito, è rivolto a 12 volontari che, oltre ai requisiti richiesti da bando, devono essere in possesso di: conoscenze informatiche di base, patente B, diploma di scuola media superiore e predisposizione al lavoro di gruppo.

I candidati devono presentare una sola domanda presso l’ente promotore del progetto scelto entro il 3 giugno 2019 con raccomandata A/R o via PEC (Posta elettronica certificata intestata all’interessato). Attenzione! Qualora si scelga di consegnare la domanda a mano, la scadenza è fissata alle ore 18 del 31 maggio.

Per ulteriori informazioni, per consultare e scaricare il bando e i moduli di domanda potete contattarci all’Informagiovani, siamo a vostra disposizione!

Borse lavoro e borse ricerca: esperienza lavorativa e formativa

A partire dal 13 maggio 2019 è possibile presentare domanda per partecipare ai bandi per le borse lavoro e le borse ricerca, emessi dalla Regione Marche.

Le borse lavoro e/o ricerca rappresentano degli strumenti di aiuto economico per l’inserimento lavorativo e hanno come obiettivo quello di aiutare le persone a orientarsi verso un’esperienza lavorativa.

Quest’esperienza non implica alcun rapporto di lavoro dipendente con l’azienda o il soggetto che ospiterà il borsista, il quale infatti sarà retribuito da chi eroga la borsa. La borse lavoro/ricerca si configura, infatti, come esperienza formativa, volta ad aumentare le competenze e le possibilità occupazionali del borsista.

Da un lato c’è un’azienda che ospita, dall’altro c’è il soggetto che beneficia della borsa lavoro o ricerca e che quindi viene inserito in azienda a fianco dei dipendenti ma con la differenza sostanziale che il cosiddetto borsista non viene pagato dal titolare dell’impresa, ma da un ente pubblico tramite fondi pubblici: in questo caso la Regione.

Cerchiamo ora di analizzare nello specifico i due bandi.

BORSE LAVORO PER OVER 30

Vengono finanziate 1200 borse lavoro sull’intero territorio regionale, in proporzione diversa da provincia a provincia, in base alla percentuale di “popolazione attiva residente” e alle “persone in cerca di occuPazione”. Per la provincia di Ancona le borse finanziabili sono 416.

DESTINATARI:

Soggetti disoccupati iscritti al Centro per l’impiego, non percettori di alcun ammortizzatore sociale, che abbiano già sottoscritto il Patto di Servizio Personalizzato con un CPI regionale, residenti nelle Marche, di età 30 anni, in possesso di diploma di scuola secondaria di primo o secondo grado (quindi diploma scuola media inferiore o superiore).

SOGGETTI OSPITANTI

Le borse lavoro possono essere svolte solo presso datori di lavoro privati, imprese o associazioni senza fini di lucro iscritte nei pubblici registri che abbiano sede operativa nelle Marche.

DURATA E ORARIO

La borsa lavoro potrà essere svolta per un periodo massimo di 6 mesi e con un orario che può andare da un minimo di 25 a un massimo di 35 ore settimanali.

INDENNITÀ

Il borsista riceve un’indennità mensile pari a 700,00 euro lordi.

A questo link potete consultare il bando completo.

BORSE RICERCA PER UNDER 30

Vengono finanziate 300 borse ricerca sull’intero territorio regionale sulla base delle caratteristiche del tessuto economico produttivo e del numero dei disoccupati laureati.

DESTINATARI:

Soggetti disoccupati iscritti al Centro per l’impiego, non percettori di alcun ammortizzatore sociale, che abbiano già sottoscritto il Patto di Servizio Personalizzato con un CPI regionale, residenti nelle Marche, di età < 30 anni, in possesso di laurea triennale e/o magistrale.

SOGGETTI OSPITANTI

Anche in questo caso, i soggetti ospitanti i borsisti possono essere datori di lavoro privati, imprese o associazioni senza fini di lucro iscritte nei pubblici registri che abbiano sede operativa nelle Marche.

DURATA E ORARIO

La borsa lavoro potrà essere svolta per un periodo massimo di 9 mesi e con un orario che può andare da un minimo di 25 a un massimo di 35 ore settimanali.

INDENNITÀ

Il borsista riceve un’indennità mensile pari a 800,00 euro lordi.

A questo link il bando completo.

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA E SCADENZA

Sia per le borse lavoro sia per le borse ricerca, la domanda va presentata esclusivamente on line attraverso il sistema informativo Siform 2 a questo link: https://siform2.regione.marche.it a partire dal 13/05/2019 fino a esaurimento fondi e comunque entro e non oltre il 31/12/2020.

Per entrambi i bandi i CPI possono proporre e valutare assieme al soggetto disoccupato interessato i possibili soggetti ospitanti favorendone l’incrocio e il colloquio e stilano un elenco di soggetti potenziali ospitanti che può essere consultato sia presso i CPI sia on line al questo link.

Vi consigliamo comunque anche di muovervi in maniera autonoma per cercare un’azienda ospitante consultando anche le offerte di lavoro pubblicate dall’Informagiovani consultabili sia on line alla pagina dedicata (aggiornate settimanalmente) sia in forma cartacea allo sportello.

Tutore volontario di minori stranieri non accompagnati

La figura del Tutore volontario di minori stranieri non accompagnati (MSNA) è stata introdotta dalla Legge n. 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, nell’ambito delle politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati.

Tale figura sì è resa necessaria a causa della scarsa tutela giuridica dei migranti minori la cui presenza risulta aumentata notevolmente in rapporto percentuale al totale dei migranti sbarcati sulle coste italiane.

Giunti in Europa, per vie illegali, molti di questi minori non accompagnati non ricevono le condizioni minime di assistenza necessaria, tra cui in primis la protezione da abusi e violenze. Mancano strutture di accoglienza adeguate, operatori qualificati in grado di assisterli, percorsi educativi pensati per loro che limitino il rischio di emarginazione e sfruttamento, interpreti e mediatori culturali in grado di facilitare le relazioni tra sistema di assistenza e minori.

Conseguenza di questa inadeguatezza è il c.d. esercito degli invisibili, o degli scomparsi. Infatti molti di loro, una volta arrivati in Italia, diventano irreperibili.

Come è facile immaginare, i MSNA hanno un bagaglio di vita pesante alle spalle, costituito spesso da violenze, torture, schiavitù, privazioni e sono accomunati dall’esperienza di un viaggio lungo mesi se non anni, compiuto senza un adulto di riferimento per raggiungere un futuro possibile in Europa.

Una volta raggiunti l’Italia e l’Europa, incontrano ostacoli e difficoltà in un paese che non conoscono e affrontano le sfide dell’integrazione decisive per il loro futuro, come l’apprendimento della lingua e l’inserimento scolastico e lavorativo. Sfide da superare per non rimanere sospesi in un limbo e poter invece raggiungere una piena integrazione, sentendosi parte attiva e responsabile della comunità territoriale di accoglienza.

A tutela quindi di questi diritti fondamentali, la legge 47 del 2017 ha istituto la figura del Tutore volontario: rappresentante legale e portavoce degli interessi del minore, ponte con le istituzioni e persona di riferimento, con cui confidarsi e a cui chiedere aiuto o consiglio nel quotidiano.

I tutori sono privati cittadini che si assumono la tutela di un minore straniero non accompagnato o di più di uno nel caso di fratelli e sorelle. Tale figura è espressione di una genitorialità sociale e cittadinanza attiva, in quanto il tutore non esercita soltanto una rappresentanza giuridica del minore, ma è attento alla relazione umana ed educativa con il minore, ai suoi bisogni e problemi.

Questi soggetti vengono selezionati e adeguatamente formati da parte dei Garanti regionali per l’infanzia, attraverso una formazione iniziale della durata di 3 moduli di 8/10 ore ciascuno (modulo fenomenologico, giuridico, psico-sanitario) e un periodo di accompagnamento con incontri formativi periodici e confronto esperienziale.

Per la regione Marche il corso si tiene a Fano ed è organizzato dall’Associazione L’Africa chiama Onlus.

Per poter diventare tutore volontario di MSNA sono richiesti pochi requisiti: occorre essere cittadino italiano o dell’UE, avere la residenza anagrafica in Italia, aver compiuto 25 anni, godere dei diritti civili e politici, avere la fedina penale pulita, avere disponibilità di tempo ed energie per realizzare la funzione, non essere in conflitto di interessi nei confronti del minore.

Se avete i requisiti di cui sopra e siete interessati a svolgere questa funzione, potete fare domanda di partecipazione al corso entro il 12 aprile.

Per rimanere aggiornati sui corsi di formazione in partenza in ambito regionale potete consultare gli elenchi dei corsi,gratuiti e a pagamento, sul sito dell’Informagiovani alla pagina formazione.

I corsi per imparare la tradizione marchigiana

In un mondo sempre più globalizzato, come quello in cui stiamo vivendo, tramandare le tradizioni è importantissimo, soprattutto in Italia dove ciascun territorio ha peculiarità e identità specifiche.

Anche i prodotti locali sono a volte l’espressione della storia e della cultura di ciascun territorio. Ecco perché i distretti culturali hanno lo scopo di riunire tutto ciò che viene prodotto in un territorio che abbia una valenza di tradizione originale e autonoma.

La storia e le tradizioni sono fondamentali ma vanno viste come opportunità e non come motivo di contrapposizione tra un territorio e l’altro.

In questo senso si colloca il bando della Regione Marche che finanzia ben 48 corsi di formazione nel settore agroalimentare rivolti alle persone disoccupate, volti a formare figure professionali specifiche che tutelino e tramandino l’arte del saper fare degli antichi mestieri marchigiani.

Si tratta di un’iniziativa volta a favorire lo sviluppo del sistema economico locale, supportando l’inserimento occupazionale dei disoccupati, tenendo conto dei fabbisogni formativi espressi dal tessuto produttivo locale.

Le Marche vantano, infatti, una forte tradizione agroalimentare, radicata e di grande qualità: un’eccellenza riconosciuta ormai a livello internazionale, che è anche un importante volano per il turismo.

Le Marche si caratterizzano per un gran numero di piccole aziende, molto spesso a conduzione familiare che, di fronte all’impossibilità di competere sui mercati esteri in termini di riduzione del prezzo, hanno puntato sulla valorizzazione dell’unicità dei propri prodotti.

In totale i corsi finanziati con questo bando regionale sono 48; di questi 30 rilasciano qualifiche o specializzazioni riconosciute e prevedono uno stage pari al 30% delle ore totali, gli altri 18 invece sono corsi di aggiornamento che hanno lo scopo di trasmettere le conoscenze e le competenze necessarie per facilitare l’inserimento lavorativo dei disoccupati nel settore agroalimentare.

Sono richieste figure con competenze tecniche agronomiche, ma anche conoscenze manageriali, di mercato, ambientali e sociali: dall’apicoltore al maestro di bottega enogastronomo, dal coltivatore di piante officinali al maniscalco, dal coltivatore di vigne, tartufi, olivi al produttore di latte e formaggi, senza dimenticare la birra artigianale, la norcineria, la gelateria, la pasta, la floricoltura, i vivai, gli allevamenti e tutte quelle figure in grado di valorizzare le produzioni tipiche marchigiane attraverso un buon marketing e l’organizzazione di eventi e manifestazioni.

Per ciascuna tipologia di figura professionale sono state individuate le sedi di realizzazione dei corsi in tutte le province delle Marche.

Come sempre potete fare riferimento al nostro Informagiovani per ricevere i bandi e la relativa modulistica di domanda di ciascun corso oltre che consultarli on line alla pagina dedicata del nostro sito.

Borse di studio per la scuola secondaria

Anche per il corrente a.s. 2018/2019 il MIUR ha emesso il bando con il quale prevede la concessione di borse di studio per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Una borsa di studio è un finanziamento agli studi che viene concesso a studenti che non dispongano di adeguato sostegno economico, al fine di garantire a tutti il diritto all’istruzione e allo studio.

Non tutti, infatti, sono in grado di sostenere le spese che comportano gli studi e molte famiglie pertanto rinunciano a far proseguire gli studi ai propri figli.

Lo Stato, dal canto suo, ha il dovere di rendere effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze da attribuire tramite concorso.

A questo scopo risponde, appunto, il bando del MIUR per borse di studio scuola secondaria di 2°grado a.s. 2018/2019.

Le borse sono rivolte agli studenti e alle studentesse marchigiani/e iscritti alle scuole secondarie di 2° grado statali o paritarie, il cui reddito ISEE 2019 (riferito al nucleo familiare) non superi i € 10.632,94, esattamente come per accedere al contributo relativo alla fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo.

La borsa di studio consiste in un bonifico di € 200,00, da ritirare presso qualsiasi sportello di Poste Italiane.

Può essere utilizzata per coprire le spese per l’acquisto dei libri di testo, per la mobilità e il trasporto e per l’accesso a beni e servizi culturali.

La domanda va presentata al proprio Comune di residenza secondo i termini stabiliti dallo stesso.

Per quanto riguarda il Comune di Ancona, la domanda va presentata entro l’11 marzo 2019.

Entro il termine del 15 marzo 2019, tutti i Comuni dovranno trasmettere alla Regione Marche, dopo averne valutato l’ammissibilità, l’elenco delle istanze ricevute, affinché i competenti uffici regionali possano provvedere a predisporre la graduatoria unica regionale da presentare al MIUR.

Le borse di studio saranno concesse, infatti, sulla base di tale graduatoria fino ad esaurimento delle risorse assegnate alla nostra Regione.

Chi fosse interessato a questo bando può scaricarlo dal sito del Comune alla pagina dedicata oppure chiederne una copia all’Informagiovani.

Cicloturismo: turismo salutare e sostenibile

Il cicloturismo è una forma di turismo praticata in bicicletta. È una modalità di viaggiare particolarmente economica, che fuoriesce dai canoni e dai consueti itinerari del turismo di massa.

É anche una forma ecologica e sana di viaggio perché, non utilizzando il trasporto motorizzato, contribuisce sia a ridurre l’inquinamento sia a combattere la scarsa attività fisica con conseguenze positive sulla salute delle persone che la praticano.

I cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una forte sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.

Vari paesi europei hanno in questi anni puntato sul cicloturismo come risorsa economica ed effettuato investimenti, nella realizzazione di ciclovie, nella loro dotazione di servizi finalizzati e nella promozione.

L’escursionismo in bicicletta sta conoscendo anche in Italia uno sviluppo crescente; anche le Marche stanno cogliendo questi segnali promuovendo il cicloturismo come forma alternativa di turismo salutare e sostenibile.

Gli stessi operatori turistici della nostra regione stanno chiedendo sempre più un’ampia offerta di servizi di accompagnamento cicloturistico.

Rispondono a queste esigenze i corsi di formazione per “Accompagnatore cicloturistico” finanziati dalla Regione Marche volti al rilascio della qualifica professionale di II° livello valida per l’inserimento nell’apposito elenco regionale (D.G.R. 74/2019).

L’accompagnatore cicloturistico avrà quindi il compito di guidare sia nella breve escursione giornaliera che nella vacanza in bici di più giorni varie tipologie di utenti: individui, famiglie, gruppi associativi o aziendali, gruppi scolastici. Dovrà essere in grado di fornire anche in lingua straniera informazioni sul territorio e proporre itinerari ciclistici in relazione alle capacità, alle richieste e agli interessi degli utenti (ambiente, cultura, enogastronomia…).

Questi corsi sono rivolti a persone maggiorenni disoccupate ai sensi di legge e quindi iscritte al CIOF di propria competenza, residenti o domiciliate in regione, in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado e della necessaria dotazione tecnica: bicicletta, abbigliamento specifico, casco, scarpe da trekking, zaino.

Sono ammessi ai corsi anche le persone straniere purché dimostrino di possedere una buona conoscenza della lingua italiana sia scritta sia orale e siano in possesso di un titolo di studio equivalente al nostro diploma.

L’accesso ai corsi è subordinato al superamento di una prova pratica e di un test culturale. La prova pratica è propedeutica al test culturale e attiene alla conduzione della bicicletta. Il test è, invece, finalizzato ad accertare la conoscenza di argomenti specifici, quali codice della strada, nozioni generali di tecnica ciclistica e nozioni generali sul territorio marchigiano.

Se siete interessati a ottenere la qualifica di accompagnatore cicloturistico, potete presentare domanda per questi corsi entro il 18 marzo 2019. È previsto un corso per ogni provincia delle Marche.

Per saperne di più potete consultare i bandi riportati nell’elenco corsi gratuiti sul nostro sito alla pagina formazione o inviarci una mail a formazione@informagiovaniancona.com

Il nuovo Esame di Maturità

Vecchio Esame di maturità addio! Già da ottobre 2018 il MIUR aveva reso nota la circolare con tutte le novità introdotte dalla Riforma dell’Esame di Maturità, modificata ulteriormente dal Ministro Bussetti.

La prima importante modifica è l’abolizione della terza prova, il tanto temuto quizzone a carattere multidisciplinare che negli anni passati non ha fatto dormire sonni tranquilli ai maturandi.

Da giugno 2019 infatti le prove scritte saranno solo due: la prima prova di italiano, la seconda prova basata su due materie caratterizzanti ogni indirizzo. L’elenco di queste materie è stato pubblicato sul sito del MIUR nei giorni scorsi. Alcuni esempi: Latino e Greco al Liceo classico, Matematica e Fisica allo Scientifico, Scienze umane e Diritto ed Economia politica per il Liceo delle Scienze umane – opzione economico sociale, Discipline turistiche e aziendali e Inglese per l’Istituto tecnico per il turismo, ecc.

Per sostenere gli studenti nella loro preparazione, il MIUR ha previsto le simulazioni delle due prove scritte che si svolgeranno tra febbraio e aprile.

Altra importante novità è rappresentata dalle griglie nazionali di valutazione in base alle quali verranno corrette entrambe le prove scritte. Le griglie sono state elaborate con lo scopo di consentire alle commissioni di garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti.

Al posto della terza prova scritta è stato introdotto il TEST INVALSI, che servirà a valutare le competenze dei maturandi in italiano, matematica e inglese.

I TEST INVALSI non costituiscono però requisito per l’ammissione all’esame di maturità e il loro esito non conterà ai fini del voto finale d’esame. Verranno svolti un paio di mesi prima dello stesso; il MIUR ha già stabilito le date che vanno dal 4 al 30 marzo 2019.

Anche la prova orale subirà dei cambiamenti: la commissione proporrà ai candidati di analizzare testidocumenti, esperienze, progetti problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale, anche utilizzando la lingua straniera. Nel corso del colloquio, il candidato esporrà, con una breve relazione o un elaborato multimediale, le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte. Il colloquio accerterà anche le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione. La commissione dovrà comunque tenere conto del percorso scolastico dell’ultimo triennio, indicato in un documento di classe stilato dai docenti interni in cui viene indicato il percorso scolastico effettivamente svolto.

Per essere ammessi all’esame occorre invece avere la sufficienza in tutte le materie, condotta compresa;è ammessa una sola insufficienza ma in questo caso il maturando viene ammesso all’esame con un numero di crediti inferiore.

Cambiano, infine,anche i punti per le prove scritte e per l’orale.

Dopo tante novità non ci resta che dare le date di svolgimento degli esami: 19 giugno (prima prova), 20 giugno (seconda prova) mentre le date degli orali sono definite dalle singole scuole.

In bocca al lupo a tutti i maturandi 2019!

Scuola: è tempo di iscrizioni

Come ormai da qualche anno, le iscrizioni al primo anno delle scuole di ogni ordine e grado, ad eccezione delle scuole dell’infanzia, devono essere effettuate on line, così come quelle ai corsi dei centri di formazione professionale delle Regioni che hanno aderito al sistema (tra le quali ci sono anche le Marche).

Come sempre l’iscrizione on line è obbligatoria per le scuole statali mentre rimane facoltativa per quelle paritarie.

Ma quest’anno c’è una novità: il periodo delle iscrizioni è stato anticipato. Le iscrizioni per l’a.s. 2018/2019 saranno infatti aperte dalle 8.00 del 7 gennaio alle 20.00 del 31 gennaio 2019. Ma già a partire dalle 9.00 del 27 dicembre 2018 si potrà accedere alla fase di registrazione su www.iscrizioni.istruzione.it.

Le domande di iscrizione, però, non sono vincolanti e quindi le famiglie possono chiedere il trasferimento a un altro indirizzo di studio o a un’altra scuola entro l’inizio della scuola o nei primi mesi del nuovo anno scolastico.

Un’altra interessante novità riguarda l’app Scuola in Chiaro grazie alla quale tutte le famiglie potranno scaricare facilmente sul loro tablet o telefonino le informazioni relative agli istituti di loro interesse attraverso QR code che saranno resi disponibili sui siti delle scuole o nel corso degli open day che si stanno svolgendo in tutta Italia per la presentazione dell’offerta formativa.

La procedura online prevede alcuni passaggi.

In primo luogo occorre registrarsi sul sito del MIUR (a partire dal 27 dicembre) per ottenere le credenziali di accesso; chi è già in possesso di un’identità digitale SPID non deve fare la registrazione e potrà accedere direttamente al servizio per le iscrizioni.

Ottenute le credenziali, si procederà con la compilazione on line della domanda di iscrizione e con l’invio della stessa alle scuole scelte (dal 7 al 31 gennaio). Nella domanda, infatti, è possibile indicare, in ordine di preferenza, fino a tre scuole di interesse.

Segue poi una terza fase in cui le famiglie vengono aggiornate sullo stato di avanzamento della domanda e l’eventuale accettazione da parte della scuola.

In caso di eccessive domande per una stessa scuola, verranno applicati i criteri di scelta stabiliti dal MIUR, tra i quali non rientra la precedenza temporale in base all’ordine di arrivo delle domande. Quindi avete tutto il tempo per prendere informazioni sulle varie scuole e sui vari indirizzi esistenti.

Se avete ancora qualche perplessità sulla scelta della scuola, all’Informagiovani potete trovare operatori pronti a fornirvi chiarimenti e a orientarvi nella scelta.

La formazione gratuita con i VOUCHER regionali

Il voucher formativo è un finanziamento destinato a chi desidera frequentare un master o un corso di formazione e va richiesto alle Regioni.

La Regione Marche ha messo a disposizione voucher formativi per la partecipazione a percorsi di formazione autorizzati, grazie ai quali è quindi possibile frequentare i corsi in maniera del tutto gratuita.

Un’opportunità questa da non sottovalutare viste le sempre più rare occasioni di trovare corsi di formazione gratuiti nel settore di proprio interesse.

Non tutti i corsi di formazione, però, rientrano nella categoria di quelli per i quali è possibile richiedere un voucher. Infatti rientrano in questa categoria solo i corsi presenti nel cosiddetto catalogo FORM.I.CA, ossia i corsi a Formazione individuale a catalogo, inviduati dall’interessato o dall’impresa per i suoi dipendenti.

Possono,infatti, presentare domanda per l’ottenimento del voucher:

sia i soggetti disoccupati/inoccupati (anche percettori di Naspi e di altre provvidenze);

sia i soggetti occupati (in questo caso l’azione formativa si svolge in orario di lavoro);

sia i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.

I soggetti destinatari del voucher devono avere età maggiore di 18 anni e devono risiedere o essere occupati in ambito regionale.

Il voucher consente di coprire il costo di iscrizione e frequenza del percorso formativo scelto. Va richiesto alla Regione tramite il sistema informatico SIFORM in qualsiasi momento per tutta la durata del bando e quindi entro il 31/12/2019 (salvo esaurimento fondi).

Come fare per sapere quali corsi ci sono in questo momento per i quali è possibile richiedere il voucher? Semplice: basta consultare gli elenchi dei corsi alla pagina formazione del nostro sito oppure inviare una mail a formazione@informagiovaniancona.com. Gli elenchi vengono aggiornati quasi quotidianamente, quindi ogni giorno potreste corsi nuovi.

Study Abroad: una marcia in più

Study abroad, studiare all’estero, è l’evento che l’Informagiovani di Ancona organizza in collaborazione con le agenzie di soggiorni studio, per far conoscere le opportunità di formazione scolastica all’estero ai ragazzi dai 14 ai 18 anni.

Sempre più spesso i genitori di ragazzi studenti delle scuole superiori si sentono chiedere dai propri figli la possibilità di andare a studiare all’estero per un periodo più o meno lungo.

Ovviamente di fronte a una tale richiesta i genitori vengono assaliti da tanti dubbi e preoccupazioni. Lasciare andare un figlio in un altro Paese a una così giovane età non è senz’altro facile perché si teme che non sia in grado di affrontare da solo un cambiamento così importante. E non solo i genitori sono anche preoccupati per quello che aspetta al proprio figlio al rientro, dopo un periodo più o meno lungo di assenza dalla scuola italiana.

Ebbene, il programma di studio all’estero, conosciuto anche come “High school Program” prevede, infatti, la possibilità di frequentare un trimestre, un semestre o un intero anno scolastico all’estero, a seconda del paese scelto.

E cosa importante è riconosciuto dal MIUR. La durata massima della frequenza all’estero, al fine di garantire la riammissione in Italia, è di un anno scolastico purchè esso si concluda prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Nonostante il periodo di studio all’estero sia riconosciuto in Italia, tuttavia la riammissione e il passaggio al semestre o all’anno scolastico successivo non è automatica. Occorre quindi concordare, prima della partenza, con i professori e con il dirigente scolastico le modalità di riammissione.

Il programma è rivolto ai ragazzi/e di età tra 14 e 18 anni ma è consigliabile affrontare una scelta di questo tipo al terzo o quarto anno della scuola superiore, quando già i ragazzi/e hanno raggiunto un certo livello di autonomia e non sono impegnati con l’esame di maturità.

Ma da dove si inizia?

Innazitutto occorre scegliere una delle tante agenzie/associazioni, riconosciute dal MIUR, che si occupano di selezionare gli aspiranti partecipanti, prepararli alla partenza, scegliere le scuole all’estero e assegnarle a ciascuno e seguire gli studenti durante tutta la durata del programma.

La domanda va presentata diversi mesi prima della partenza; addirittura un anno prima per l’anno scolastico. La partenza in genere avviene nel mese di luglio dato il diverso inizio dell’anno scolastico negli altri paesi e la necessità di arrivare con un certo anticipo in modo da ambientarsi nel nuovo Paese.

I costi, abbastanza sostenuti, in genere variano da Paese a Paese e in base alla durata del soggiorno ma esiste anche la possibilità di ottenere delle borse di studio a copertura almeno parziale.

A fronte di questi aspetti, però, non si può non riconoscere l’importanza di esperienze di questo tipo, esperienze che formano la persona, il carattere e danno una marcia in più per il futuro professionale.

In primis certamente la possibilità di imparare meglio o da nuovo una lingua straniera, requisito ormai fondamentale in un mercato del lavoro ma anche in un mondo sempre più multiculturale.

Diventare cittadini del mondo, costruire un pacchetto di conoscenze e competenze da spendere in un mercato del lavoro sempre più globalizzato, innalzare le proprie soft skill di tipo relazionale, comunicativo e organizzativo: sono le esigenze sempre più pressanti degli studenti di oggi.

Per saperne di più vi invito a partecipare al nostro evento Study Abroad, dove avrete la possibilità di conoscere ben 13 agenzie e le opportunità da loro offerte e ascoltare la testimonianza di un ospite su come le sue esperienze di studio all’estero hanno influìto sul suo futuro professionale e contribuìto alla sua crescita personale.

La partecipazione all’evento è gratuita e aperta a tutti. Basta iscriversi.

Formazione e lavoro: binomio indissolubile

Come ogni anno, settembre è il mese della ripresa di molte attività, dopo la pausa estiva. Si riprende a cercare lavoro, si riprende a cercare i corsi di formazione.

Ogni giorno all’Informagiovani, infatti, in questo periodo arrivano tante persone che vogliono essere indirizzate verso la strada migliore per il loro futuro professionale.

Arrivano allo sportello sia giovani alla ricerca della loro prima occupazione sia meno giovani che un lavoro lo avevano ma ora non più.

Nella prima categoria, come è facile immaginare, rientrano i neodiplomati o i neo laureati che, avendo terminato il loro percorso di studi, vorrebbero entrare subito nel mondo del lavoro. Spesso, però, non è così semplice e non solo perché il mercato del lavoro sta attraversando ormai da diverso tempo un periodo di crisi ma spesso anche perché il proprio profilo non risponde alle richieste delle aziende.

Molto spesso, infatti, il possesso di un titolo di studio non garantisce l’immediatezza nel trovare lavoro, perché, come potete vedere anche dalle offerte pubblicate sul nostro sito, le aziende ricercano personale sempre più specializzato e/o con esperienza.

E questi sono requisiti che un giovane, appena uscito da un percorso di studi, difficilmente possiederà.

E allora cosa si può consigliare ad un ragazzo? – ma lo stesso discorso vale anche per i meno giovani. Cercare di arricchire il proprio profilo professionale non solo con esperienze lavorative ma magari con percorsi formativi.

L’Informagiovani di Ancona stila un elenco di corsi, gratuiti e a pagamento, in partenza in ambito regionale al quale potete fare riferimento per la scelta del corso più adatto a voi.

Questi elenchi sono consultabili sia in forma cartacea allo sportello sia on line sul nostro sito alla pagina formazione.

Come potete vedere, in questo periodo ci sono numerosi (ben 4 pagine) corsi gratuiti, molti dei quali rivolti ai disoccupati/inoccupati. All’interno di questo elenco sono presenti molti corsi ITS, già trattati in un precedente articolo.

Mi soffermo ancora una volta su questi corsi perché oltre ad essere una valida alternativa all’università – infatti sono rivolti a diplomati – danno anche garanzia di occupazione.

Infatti in Italia c’é sempre più consapevolezza nel ritenere che la strada da seguire per combattere disoccupazione e abbandoni scolastici sia il rafforzamento della formazione, in particolare quella on the job, e di come i percorsi ITS siano a tal proposito una valida risposta, in quanto mirano a far acquisire elevate competenze tecniche ed esperienze che faciliteranno l’inserimento nel mondo del lavoro.

Le Fondazioni gestori degli ITS nelle Marche le potete trovare sul sito regionale dedicato.

Gli elenchi dei corsi in partenza in ambito regionale, ITS e non solo, che l’Informagiovani stila sono in continuo aggiornamento e quindi vi consiglio di consultarli di frequente.

Per qualsiasi chiarimento in merito alla scelta di un corso potete scrivermi a: formazione@informagiovaniancona.com.

Nuove professioni: scegli il tuo futuro per pianificare domani

Giovedì 13 Settembre alle ore 18,00 presso l’Informagiovani di Ancona abbiamo organizzato l’evento “Nuove professioni: scegli il tuo futuro per pianificare il domani! in collaborazione con Masterandskills, la Business School del dipartimento di Metodi e Modelli per il territorio, l’economia e la Finanza della Sapienza Università di Roma.

L’evento è rivolto a ragazzi laureati del territorio marchigiano ed ha come obiettivo il dialogo tra esperti dell’attuale mercato del lavoro ed i giovani per valutare come rendere spendibile il proprio titolo di studio sul territorio.

Manager, Imprenditori, psicologi del lavoro, la Business School Masterandskills  interverranno per presentare una fotografia dinamica dei bisogni del mercato e delle figure professionali nuove o tradizionali ma ripensate in funzione di nuovi bisogni del mercato dei giovani e del loro futuro professionale.

L’evento prevede una tavola rotonda con domande aperte da parte dei partecipanti  alle quali gli esperti offriranno risposte e soluzioni realistiche per avere un orientamento concreto al proprio futuro. Inoltre per la MasterandSkills sarà l’occasione per presentare un Master Executive: “Management per nuove strategie di crescita delle PMI”.

La MasteranSkills è una Business School nata con l’obiettivo di offrire una forte specializzazione a laureati, laureandi e professionisti provenienti dal settore economico-giuridico. Ha come mission l’erogazione di servizi formativi di alto profilo specialistico professionale ma progettati con un taglio decisamente pragmatico.

La dott.ssa Cristina Menichelli, co-fondatrice e direttrice di Masterandskills chiarisce la mission con questo intervento: “Le nostre iniziative, spesso innovative, sono concepite come una sorta di palestra formativa che si pone l’obiettivo di potenziare e massimizzare Ie performance dei singoli: i rilevanti risultati di placement dei giovani sono il frutto di un articolato lavoro complessivo, tailored (costruito su misura) sui ragazzi. La MasteranSkills non è un’agenzia per il lavoro, non offre solo la possibilità di incontro di domanda ed offerta ma è soprattutto una struttura formativa all’interno della quale i ragazzi che utilizzano al meglio l’allenamento della palestra ottengono un placement, un esito occupazionale di alto profilo. Questa è la caratteristica che ci contraddistingue”.

Se diamo uno sguardo ai numeri vediamo che MasterandSkills ogni anno forma 500 giovani, di cui l’80% trova collocamento nelle aziende nazionali, il restante ottiene una posizione lavorativa all’estero o dà vita ad un proprio progetto di imprenditoriale.

Per restare aggiornati e partecipare all’evento è necessario prenotare il proprio posto gratuito cliccando qui.

Sostegno finanziario per formazione post laurea all’estero

La formazione è, e dovrebbe essere, continua, lo diciamo sempre, e specializzarsi è una buona mossa per migliorare la possibilità di ottenere un buon lavoro. Ma non sempre è facile seguire questo percorso di miglioramento personale e professionale, spesso a causa dei costi da sostenere.

Per favorire la formazione post laurea dei giovani marchigiani e potenziare le loro competenze, la Regione Marche ha deciso di destinare dei fondi, di cui il 50% viene da fondi europei, al sostegno finanziario di quelli che vogliono frequentare un master o un corso di perfezionamento post laurea (inclusi i percorsi AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), anche presso università all’estero.
E’ infatti attivo un bando per l’assegnazione di questi fondi a giovani laureati under 36, residenti nelle Marche da almeno sei mesi, e che sono al momento disoccupati o inoccupati.

Vediamo come funziona il bando nel dettaglio.
La Regione indica dei settori prioritari di interesse (ma si può fare domanda anche per altri) che sono: moda, legno, agroalimentare, turismo e beni culturali, green economy, distretto del mare, meccanica,
domotica e assisted living, biotecnologie, internazionalizzazione, salvaguardia e valorizzazione del
paesaggio e del territorio.
Il contributo, o voucher, che si può richiedere è pari all’80% del costo di iscrizione del master o del corso che volete frequentare: questo significa che se per iscrivervi al master ci vogliono 5000 euro, il massimo che vi potrà essere finanziato è 4000 euro, e non sono previsti vitto, alloggio e altri costi relativi.
E’ possibile la copertura del 100% del costo di iscrizione se il vostro ISEE è inferiore a 21.000 euro.
Fin qui, tutto molto bene, direi.

Attenzione però, che il finanziamento vi verrà riconosciuto, con un versamento unico, solo dopo la conclusione del master o del corso e il conseguimento del titolo previsto, per cui dovrete prima sostenere tutte le spese autonomamente. Finito il corso e sostenuto l’esame finale, avete 15 giorni di tempo per presentare alla Regione i documenti che lo certificano, per poter poi ottenere il contributo.

Vediamo come si fa domanda, perché qui cominciano le difficoltà.
Intanto la domanda va presentata a iscrizione già effettuata, e, nel caso di iscrizione a master all’estero, dovrete presentare un documento che dimostra che avete già pagato l’iscrizione.
L’inizio del master o del corso deve essere entro 90 giorni dalla vostra richiesta di voucher (attenzione quindi nel caso di corsi, soprattutto all’estero, che aprono le iscrizioni con buon anticipo), e la durata prevista è di un anno.
L’assegnazione del contributo non è automatica, ma viene fatta una valutazione della vostra domanda, che dovrà raggiungere un punteggio di almeno 60 su 100: ottengono più punti le domande che dimostrano la coerenza del percorso di studi scelto con la formazione già fatta e gli obiettivi professionali che si vogliono raggiungere. A parità di punteggio vengono favorite le donne e gli over 30.
Se volete fare domanda per un corso o un master all’estero, tenete presente che dovrete presentare una traduzione asseverata o giurata del percorso di studi scelto, a meno che la lingua usata nei documenti non sia l’inglese o il francese.
Avrete la risposta della valutazione della vostra domanda entro 30 giorni dall’invio, che deve essere fatto online attraverso la piattaforma SIFORM (se non l’avete mai usata, avrete bisogno di un po’ di pazienza per ottenere l’accesso: dovrete andare di persona in uno degli uffici indicati con un documento di identità, per farvi “riconoscere” e ottenere un codice personale).

Questo è naturalmente un riassunto delle istruzioni per poter fare domanda, ricordatevi di leggere attentamente il bando e, per eventuali domande e dubbi, potete rivolgervi a noi (possiamo aiutarvi a capire cosa c’è scritto) o alle referenti regionali del bando (per tutto quello che non c’è scritto o non è chiaramente specificato) di cui trovate i nomi e i contatti nel bando stesso.

I fondi disponibili per i master all’estero (contributo massimo di 8000 euro) copriranno circa 20 richieste, e quelli destinati ai corsi di perfezionamento all’estero (contributo massimo 3000 euro) qualcuna in più.

Il bando scade alla fine del 2019 e, nonostante sia aperto dal 2017, al momento ci hanno detto che non sono state assegnate molte borse, quindi avete ancora buone possibilità di ottenere un finanziamento.

E’ evidente che l’intento, pure molto valido, alla base della decisione di aprire questo bando, si scontra con difficoltà pratiche non solo legate alla presentazione della documentazione ma anche con la necessità, di fatto, di avere già disponibili i fondi per cui si fa domanda.
A maggio la possibilità di richiedere questi voucher è stata aperta anche per la partecipazione a summer school e corsi post laurea che durassero meno di 120 ore, ma non abbiamo maggiori dettagli oltre al comunicato.

Se volete iscrivervi ad un master o un corso di perfezionamento per cui non avete tutti i soldi che vi servono, un consiglio che possiamo darvi per cominciare è quello di fare crowdfunding tra parenti e amici: dovrete essere motivati e convincenti per raccogliere quello che vi serve, ma sempre meglio tentare!

Assistente di studio odontoiatrico: una nuova figura professionale

L’A.S.O., acronimo di Assistente allo studio odontoiatrico, è la nuova figura professionale che va a sostituire quella di assistente alla poltrona in base alla Conferenza 209/2017.

Dal 6 febbraio 2018 questo profilo professionale è riconosciuto dalla legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.P.R. che istituisce questa nuova figura come operatore di interesse sanitario in possesso dell’Attestato conseguito a seguito della frequenza di specifico corso di formazione.

L’A.S.O. è una figura professionale che ricopre un ruolo fondamentale all’interno di uno studio dentistico svolgendo attività finalizzate all’assistenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore durante la prestazione clinica, alla predisposizione dell’ambiente e dello strumentario, all’accoglimento dei pazienti e alla gestione della segreteria e dei rapporti con i fornitori. Non può né deve, invece, intervenire direttamente sul paziente anche in presenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore. La sua attività prevede quindi una collaborazione fattiva con tutta l’equipe.

L’assistente di studio odontoiatrico può svolgere la propria attività negli studi odontoiatrici e nelle strutture sanitarie che erogano prestazioni odontostomatologiche.

A fronte di tutte queste mansioni che si trova a ricoprire, è chiaro che chi aspira a diventare assistente allo studio odontoiatrico dovrà possedere alcune caratteristiche personali, come capacità di relazionarsi con il pubblico, empatia, precisione, capacità organizzative e di gestione logistica dello studio, capacità di lavorare in autonomia ma allo stesso tempo di lavorare in team e scarsa impressionabilità.

Oltre a queste doti personali dovrà ovviamente possedere anche caratteristiche professionali acquisibili attraverso la frequentazione di un apposito percorso formativo.

Per diventare assistente allo studio odontoiatrico è, infatti, necessario seguire corsi di formazione, autorizzati o finanziati dalle Regioni o dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, della durata complessiva non inferiore a 700 ore suddivise in 300 di teoria ed esercitazioni e 400 di tirocinio. La durata del corso non può comunque superare i 12 mesi.

Per accedere a questi corsi sono sufficienti l’assolvimento dell’obbligo scolastico e la conoscenza della lingua italiana (parlata e scritta).

Al termine del corso e previo superamento dell’esame finale si ottiene la qualifica di Assistente di studio odontoiatrico, valida su tutto il territorio nazionale.

Sono esonerati dall’obbligo di frequenza del corso di 700 ore e di superamento dell’esame finale e quindi dal conseguimento della qualifica coloro che hanno avuto un inquadramento contrattuale di assistente alla poltrona e abbiano lavorato, anche come apprendistato, per un periodo di minimo 36 mesi, anche non consecutivi, negli ultimi 5 anni antecedenti all’entrata in vigore della conferenza 209/2017.

I lavoratori già in possesso di titoli o crediti formativi inerenti alla professione di ASO, potranno pertanto ottenere una riduzione parziale o totale della durata del corso di formazione.

Per avere informazioni su questi ed altri corsi in ambito regionale, potete consultare gli elenchi sul nostro sito alla pagina formazione oppure scrivere a formazione@informagiovaniancona.com.

I mestieri dello spettacolo dal vivo

Lavorare nel mondo dello spettacolo dal vivo è per molti un sogno molto lontano, irrealizzabile per i più.

Quando si parla di spettacolo dal vivo si intendono teatro di prosa, lirico, balletto, concerto, musical, cabaret, o qualsiasi intrattenimento che preveda la presenza di uno o più artisti che si esibiscano davanti a un pubblico.

Ogni spettacolo presuppone lo sforzo realizzativo e il concorso di molte e differenti professionalità, ognuna delle quali è indispensabile al conseguimento dell’obiettivo finale che è sempre la creazione di un prodotto artistico di livello, capace di riscuotere il consenso del pubblico.

La realizzazione di uno spettacolo dal vivo è, dunque, un lavoro di gruppo, nel quale le competenze di coloro che non appaiono al pubblico sono importanti tanto quanto il talento di coloro che si esibiscono davanti allo spettatore.

Tante sono quindi le professioni che riguardano il mondo dello spettacolo dal vivo: dalle quelle prettamente artistiche a quelle organizzative per arrivare infine a quelle tecniche.

Quelle artistiche sono svolte da professionisti che partecipano all’ideazione e alla realizzazione dello spettacolo fornendo il loro contributo artistico: regista, costumista, direttore d’orchestra, coreografo, attore, ballerino, cantante, ecc.

Il personale organizzativo è quello che si occupa dell’organizzazione generale dello spettacolo dal punto di vista economico, del casting e della comunicazione.

Infine i mestieri tecnici il cui apporto è fondamentale anche in fase progettuale. Si pensi ad esempio al light designer o all’ingegnere del suono, il direttore di scena, il direttore dell’allestimento, gli elettricisti, i fonici, le sarte, i suggeritori, ecc.

I ruoli per poter lavorare in teatro sono quindi diversi ma la domanda è: come si impara?

Ogni ruolo richiede una formazione ad hoc. A questo scopo rispondono i corsi di formazione finanziati dalla Regione Marche nell’ambito del Progetto SIPARIO BIS BIS (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo).

Oltre a quelli menzionati nell’articolo di cui sopra, sono stati finanziati anche altri corsi volti a formare professionalità artistiche, tecniche e organizzative. Si tratta dei corsi per:

Tutti questi corsi sono ad occupazione garantita per almeno il 40% degli allievi disoccupati.

Come sempre le informazioni sui corsi le trovate nell’elenco corsi consultabile sul nostro sito.