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Woofing, volontariato rurale, biologico e sostenibile!

Woofing, ne avete mai sentito parlare? Forse sì, perché si tratta di un movimento nato decine di anni fa e diffuso in tutto il mondo, a cui prendono parte ogni anno migliaia di persone.

La sigla WOOF sta per Worldwide Opportunities on Organic Farms ed è un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile.

Di che esperienza si tratta? Il Woofing mette in contatto persone interessate a conoscere tecniche di agricoltura biologica e uno stile di vita sostenibile con agricoltori e allevatori di fattorie che utilizzano metodi biologici per le loro attività. E’ un modo per imparare le tecniche o scambiare competenze nell’ambito dell’agricoltura biologica, entrare a far parte di questo circuito e vivere questo stile di vita in prima persona.

Non si tratta però di una sorta di apprendistato, o tirocinio lavorativo, ma di uno scambio culturale, basato sulla fiducia, tra persone che hanno un interesse comune nel condividere conoscenze, esperienze e del tempo insieme, immersi nella natura e lontano alcune “false comodità”, come alcuni le chiamano.

Per chi ama la vita all’aperto ed è curioso di entrare in contatto con altre culture, il circuito di Woofer permette di trovare accoglienza presso fattorie e produttori in molti paesi del mondo (anche in Italia, perché il nostro paese è ricco di differenze e tradizioni locali). In cambio di alcune ore di lavoro, si ottiene vitto, alloggio e la possibilità di incontrare persone di paesi e stili di vita diversi.

I volontari, o Woofer, partecipano alle varie attività tipiche che si svolgono nella fattoria o in una organizzazione rurale con orari e mansioni concordati prima della partenza. L’ospitalità dei woofers è garantita dagli host ed è uno scambio non monetario, ma educativo e culturale. Si vive tutti nella fattoria, si mangia insieme, si lavora insieme, si chiacchiera e ci si raccontano le proprie esperienze.

Vi piace l’idea? Come fare in pratica a trovare l’esperienza che fa per noi e partecipare?

I tipi di attività che potete fare sono tantissimi, e cambiano a seconda dell’host, del paese in cui andrete (ognuno ha le sue colture, tradizioni, soluzioni) e della stagione (anche se la maggior parte di queste esperienze si svolge nella bella stagione, quando le attività sono a pieno ritmo). Per esempio si può prendersi cura di un uliveto o di un orto, raccogliere frutti di bosco, recuperare un’area agricola abbandonata, aiutare nella cura di mucche o altri animali, addestrare cavalli o raccogliere fieno. La scelta è vastissima ed è importante farla bene, in base ai propri interessi.

Sul sito internazionale del Woofing si trovano informazioni generali sull’esperienza, sia per chi vuole partire come woofer che per chi vuole ospitare, e soprattutto si trovano i link ai siti ufficiali dei vari paesi.

Sì, perché poi per trovare il vostro host ideale dovete andare sul sito del woofing del paese scelto come destinazione. In genere è richiesta la registrazione con il profilo woofer e spesso il versamento di una piccola quota di associazione annuale (in Italia è di 35 euro) per poter accedere alla lista degli host, cioè delle fattorie che accolgono i volontari.

Il mio consiglio è di partire dal sito WOOF Italia, dove tutto è spiegato molto bene, con consigli su che cosa aspettarsi, che cosa ci si aspetterà da noi, che cosa portare e varie risposte su questioni pratiche.

Ci sono piccole differenze da paese a paese sulle modalità di partecipazione, ma in generale l’esperienza si fonda sugli stessi principi.

Per partecipare bisogna avere almeno 18 anni, anche se per esempio il Woof Italia prevede la possibilità, in alcuni casi, di valutare richieste di minori dai 16 anni.

Se non avete mai provato, e cercate un modo diverso di impiegare parte dell’estate, il Woofing è un’ottima soluzione!

Campi estivi 2020

In questo momento più che mai muoversi e uscire è in cima ai nostri pensieri! Le restrizioni che stiamo rispettando e che dovremo seguire ancora per un po’ ci hanno sicuramente fatto riflettere su possibilità che davamo per scontate e su quanto sia prezioso il tempo speso in compagnia di altre persone.

Restare a casa ci sta insegnando quanto tutto quello che facevamo prima era importante per sentirci parte di un gruppo (di lavoro, del quartiere, della palestra), di una comunità (di coetanei, di concittadini, di compagni di classe), insomma di un insieme di altre persone con cui condividiamo qualcosa.

Un’altra cosa che sta diventando evidente è quanto sia importante il senso di comunità, per esempio seguire tutti insieme le stesse regole. Ancora più evidente è la primaria importanza di tutti quelli che fanno qualcosa per gli altri, per lavoro e non solo. Da un lato medici, infermieri, corrieri, commessi dei supermercati e dei negozi che sono rimasti aperti. Ma anche tutti quelli che dedicano parte del loro tempo al volontariato, attraverso le varie associazioni che si stanno attivando per aiutare chi è in difficoltà, chi è rimasto isolato, chi ha bisogno di qualcosa che non può procurarsi da solo.

Questo momento storico e l’improvviso cambiamento delle nostre abitudini ci sta insegnando quanto è vitale stare insieme, e ancora di più quanto siano fondamentali per la nostra sopravvivenza l’altruismo e il dono, pensare all’altro, ricordarsi di curarsi del benessere non solo nostro ma di tutti.

Quindi quest’anno ancora più degli anni scorsi ha senso pensare di partecipare a un campo estivo di volontariato, di lavoro o di conoscenza (si può dedicare del tempo a imparare qualcosa di nuovo o a conoscere altre persone e culture). Ricordando che queste esperienze sono più di una vacanza, più di un semplice dono del nostro tempo, più che qualcosa che facciamo per gli altri. I campi estivi sono regali che facciamo a noi stessi, prima di tutto, e qui abbiamo raccontato per quali motivi.

Come sempre, è importante pianificare, scegliere e prepararsi da adesso, per vivere una esperienza estiva da ricordare! Soprattutto per chi cerca campi estivi per minorenni, marzo è il momento ottimale per dedicarsi alla scelta. I programmi dei campi estivi stanno uscendo in questi giorni, e i posti nei campi per minorenni sono quelli che si riempiono prima.

Le organizzazioni che progettano e gestiscono i campi estivi (ma ce ne sono tutto l’anno) stanno naturalmente seguendo gli sviluppi della situazione attuale e tutto sarà gestito di conseguenza, per garantire come sempre la sicurezza dei partecipanti. Ecco alcuni suggerimenti:

Legambiente: associazione senza fini di lucro, fatta di cittadini e cittadine che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme, la qualità della vita, una società più equa, giusta e solidale. Offre la possibilità di partecipare a campi estivi in Italia e all’estero.

Libera: rete di associazioni, movimenti e gruppi contro le mafie. Con l’iniziativa “E!state liberi” organizza ogni anno campi di impegno e formazione per la valorizzazione e la promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, per la conoscenza dei territori coinvolti e per la formazione dei partecipanti sui temi dell’antimafia sociale. I campi si svolgono in Italia e possono essere per singoli, per gruppi, per minorenni, per famiglie, campi tematici e campi aziendali.

YAP Italia: YAP – Youth Action for Peace è un’associazione di volontariato internazionale, laica, non governativa e senza fini di lucro, si occupa di educazione e solidarietà internazionale. Organizza e coordina campi di lavoro e volontariato in Italia e all’estero, sia per maggiorenni che per minorenni.

IBO Italia: Associazione di volontariato si occupa di favorire l’accesso all’educazione e alla formazione come diritti fondamentali di ogni persona e come fattore di sviluppo delle società. Organizza campi di lavoro solidarietà all’estero di breve, media o lunga durata.

Lunaria: associazione di promozione sociale senza fini di lucro, laica, indipendente, promuove la pace, la giustizia sociale ed economica, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti di cittadinanza, la democrazia e la partecipazione dal basso, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale. Organizza e coordina campi in Italia e all’estero.

Se non sai da dove cominciare e vuoi parlarne con qualcuno, noi siamo raggiungibili in tanti modi!

ivy interreg volunteer youth

Interreg, opportunità per i giovani nella cooperazione transfrontaliera

Come diciamo spesso, le possibilità di dare un contributo e lasciare un segno nella storia dell’UE del prossimo futuro sono molte. Il volontariato è uno dei modi più efficaci, e se siete interessati ad andare agli estremi confini dell’impero 🙂 ci sono opportunità di volontariato, sempre finanziato, grazie a IVY – Interreg Volunteer Youth!

Nel 2020 Interreg, il programma dell’UE che punta a incoraggiare la cooperazione territoriale tra regioni frontaliere, compie trenta anni, e si concentra per il 2020 su giovani, ambiente e coesione tra regioni vicine.

Nel 1990 l’Unione europea ha lanciato i programmi Interreg per promuovere l’integrazione nello spazio europeo, uno sviluppo equilibrato dei territori al di là delle frontiere nazionali e per cancellare le disparità tra le regioni europee. Di fatto in questi trenta anni l’UE ha investito nella realizzazione di azioni comuni e scambi tra soggetti nazionali, regionali e locali di diversi stati membri dell’UE, migliorando la vita degli europei che vivono nelle regioni.

L’obiettivo generale della cooperazione territoriale europea è promuovere uno sviluppo economico, sociale e territoriale armonioso nell’Unione nel suo insieme, e consente alle regioni e ai paesi di collaborare alla soluzione di sfide comuni. Finanziata con la politica di coesione, la cooperazione territoriale promuovere la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

“I progetti Interreg costituiscono un esempio concreto del fatto che le frontiere non sono necessariamente un ostacolo, ma possono rappresentare un’opportunità di crescita e di cooperazione fruttuosa” ha dichiarato Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme, in occasione delle celebrazioni per i trenta anni del programma.

Ma come funziona, e come trovare l’esperienza che fa per voi? Il volontariato nei programmi Interreg sono regolati come il volontariato con il Corpo europeo di solidarietà: le spese per il viaggio, il vitto, l’alloggio e l’assicurazione del volontario o della volontaria sono coperte dal programma!

Possono partecipare giovani tra i 18 e i 31 anni cittadini di uno dei paesi membri dell’UE o dei paesi partner (Albania, Algeria, Armenia, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Egitto, Macedonia del nord, Georgia, Islanda, Libano, Liechtenstein, Montenegro, Norvegia, Palestina, Repubblica Moldava, Russia, Serbia, Svizzera, Tunisia; Turchia e Ucraina).

Per molte delle posizioni aperte è richiesta la conoscenza di almeno un paio di lingue. La durata del volontariato è in genere tra i 4 e i 6 mesi. Nelle call vengono indicate le mansioni che vengono affidate al volontario o alla volontaria, la sede di svolgimento e il nome specifico del progetto a cui si partecipa.

Ci sono continuamente posizioni aperte, se siete interessati ad una esperienza internazionale a contatto con altri coetanei di altri paesi, tenete d’occhio la sezione Placements offers, la vostra occasione potrebbe essere già online!

 

Il volontariato ti fa ricco!

Il volontariato ti fa ricco!

Qualcuno sostiene che per fare volontariato bisogna partire da una situazione economica molto buona, così da poter dedicare tempo ad altre attività che non siano il lavoro.
Questa osservazione è solo in parte vera, visto che spesso non viene richiesto un grande impegno in termini di tempo, ma una giornata o addirittura poche ore al mese, a volte alcune mezze giornate all’anno. Tutto sta nell’organizzazione del proprio tempo e delle proprie priorità: trovare qualche ora ogni tanto da dedicare a una causa che ci sta a cuore, a una situazione che vogliamo contribuire a migliorare, non è impossibile.

Abbiamo già parlato, tra l’altro, di tutto quello che possiamo guadagnare dall’esperienza di un volontariato: nuove amicizie e nuovi contatti con persone diverse ma con cui condividiamo gli stessi valori; sviluppo delle competenze relazionali e organizzative (sono importantissime anche sul lavoro!) e stare meglio con se stessi, vivere meglio. Poi ci sono i vantaggi legati alla possibilità di viaggiare con un budget minimo, nel caso in cui decidiamo di andare a fare volontariato lontano da casa.

Il volontariato quindi non è solo per chi ha tanto tempo libero e risorse finanziarie, ma per chi vuole davvero diventare più ricco di relazioni, di soddisfazioni e di competenze sociali.

Se da un lato fare volontariato non significa solo mettere a disposizione il proprio tempo, ma anche capacità, dall’altro possiamo ricordare che nell’ambito del terzo settore, cioè delle organizzazioni di volontariato, ONLUS (organizzazioni non lucrative di utilità sociale) e associazioni di promozione sociale , si può anche trovare un vero e proprio lavoro.

Forse non se ne parla abbastanza, ma in generale, per poter davvero essere utili ad una organizzazione, dobbiamo avere qualche competenza, qualcosa, anche semplice, che sappiamo fare, o che conosciamo bene perché ci appassiona, un’attitudine (ad esempio all’ascolto) che possiamo mettere al servizio della causa che scegliamo. Ognuno di noi può mettere del suo nell’attività che svolge come volontariato: c’è chi è più bravo al pubblico, nei mercatini o nelle raccolte fondi, e chi se la cava meglio nel supportare altre persone nelle loro difficoltà, c’è chi preferisce fare da animatore con disabili o anziani e chi ha conoscenze adeguate per curare le pagine social delle associazioni, o le newsletter. Le possibilità sono veramente infinite.

Per chi, oltre a un po’ di tempo e buona volontà, ha una professionalità specifica che vuole mettere in campo al servizio degli altri, ci sono molte occasioni anche di impiego. Coordinatori e manager di progetto, personale sanitario, educatori, amministrativi, addetti alla comunicazione e alle raccolte fondi, logisti e informatici, sono tutte figure necessarie nella gestione e realizzazione di progetti, sia in Italia che all’estero.

Da dove cominciare? Cercando sul web escono fuori migliaia di risultati, ma per facilitarvi la vita segnaliamo qui di seguito alcuni portali in cui sono pubblicate varie opportunità di fare volontariato.

Per cercare qualche opportunità in Italia provate con Italianonprofit e Uidu. Per trovare qualcosa vicino casa, il miglior consiglio è quello di rivolgervi al CSV – Centro Servizi Volontariato più vicino a voi, loro sapranno indirizzarvi ad una associazione che accoglie volontari, a seconda dei vostri interessi. Non esiste ancora una banca dati online di opportunità di volontariato nelle Marche, chissà che non venga presto creata.

Per la ricerca di opportunità di volontariato all’estero (anche finanziate) partite dalla sezione dedicata al volontariato del Portale dei giovani, mentre se cercate opportunità lavorative presso le organizzazioni internazionali, provate Jobs4good e la sezione apposita dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.

Buon volontariato!

Corpi civili di pace

I Corpi Civili di Pace

I Corpi Civili di Pace sono una iniziativa del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fortemente voluta dalla società civile impegnata sui temi della pace e della nonviolenza.

L’obiettivo dei Corpi Civili di Pace è quello di cercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti attraverso la promozione dei diritti umani, la lotta alle ingiustizie, all’esclusione culturale e educativa e per la difesa dell’ambiente (qui un breve approfondimento storico sulla nascita dei Corpi Civili di Pace, in azione dal 2014).

Ma quali sono le attività che si svolgono come volontari dei Corpi Civili di Pace? Ecco gli ambiti di intervento:

a) sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione;
b) sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale;
c) monitoraggio del rispetto dei diritti umani;
d) attività umanitarie, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti;
e) educazione alla pace;
f) sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali.

La partecipazione è possibile attraverso un bando simile a quello per il Servizio Civile, nel quale si specifica chi può partecipare e come, e soprattutto quali sono i progetti per i quali ci si può candidare come volontari.
L’ultimo bando uscito è del marzo 2019, con il quale sono stati selezionati 130 volontari in totale per 3 progetti in Italia, che hanno impegnato 18 volontari, mentre il resto delle destinazioni erano all’estero, in paesi extraeuropei.

I requisiti minimi per partecipare sono: avere tra i 18 e i 28 anni, un titolo di studio di scuola secondaria e la conoscenza dell’inglese a livello B2 e di un’altra lingua. Nella selezione vengono valutati anche altri titoli di studio superiori, come la laurea o corsi di formazione specifici, e le esperienze già fatte nel settore di cui il progetto scelto si occupa (possono essere esperienze di lavoro, volontariato, servizio civile o altro).

La motivazione è, in questo caso più che mai, un fattore determinante per valutare la possibilità di partecipare: le condizioni in cui si vive saranno molto diverse da quelle a cui siamo abituati, per cui è indispensabile un forte spirito di adattamento.

Il volontariato con i Corpi Civili di Pace ha una durata fissa di 12 mesi, con un impegno di circa 30 ore alla settimana (ma possono essere un po’ di più). La selezione e l’avviamento al progetto avverrà entro la metà di settembre. I volontari ricevono un assegno mensile di 433 euro, e per chi partecipa ad un progetto all’estero è prevista una quota aggiuntiva giornaliera (dai 13 ai 15 euro, a seconda del paese) per ogni giorno di effettivo servizio prestato.

Per tutti i volontari è inoltre prevista una assicurazione contro i rischi collegati alle attività svolte. Per garantire la sicurezza dei volontari, nella formazione che i partecipanti selezionati faranno prima di cominciare è incluso il tema della sicurezza. A tutti i volontari che vanno all’estero è richiesta l’iscrizione al sito www.dovesiamonelmondo.it prima della partenza.

Per i volontari che partono per un paese estero è garantito vitto, alloggio e due viaggi di andata e ritorno, uno dei quali coinciderà con la formazione generale di 3 giorni prevista a dicembre a Roma.

Se hai viaggiato all’estero più volte e hai già partecipato attivamente e per un periodo abbastanza lungo a progetti di volontariato strutturato, questa potrebbe essere una esperienza che fa per te.

corpo europeo di solidarietà

L’Europa investe nei giovani con il Corpo di solidarietà

L’istituzione, da parte della Commissione Europea, del Corpo europeo di solidarietà è l’iniziativa che si rivolge concretamente a due obiettivi fondamentali dell’Unione: la solidarietà tra popoli e cittadini, e la necessità di investire nei giovani e nella loro formazione.

Come si conciliano queste due grandi priorità in un’unica azione?
I giovani tra i 18 e i 30 anni possono candidarsi per far parte del nuovo Corpo europeo di solidarietà e avranno così la possibilità di essere inseriti in un progetto di volontariato o di tirocinio, o di svolgere un lavoro per un periodo da 2 a 12 mesi, nel proprio paese o all’estero.
I partecipanti potranno impegnarsi, a scelta, in un’ampia gamma di attività e settori tipo istruzione, assistenza sanitaria, integrazione sociale, assistenza nella distribuzione di prodotti alimentari, costruzione di strutture di ricovero o simili, accoglienza, assistenza e integrazione di migranti e rifugiati, protezione dell’ambiente e  prevenzione di catastrofi naturali (ma non solo).
In questo modo i giovani interessati avranno l’opportunità di dare un contributo concreto alla società e al cambiamento e al tempo stesso di acquisire un’esperienza pratica e competenze di grande valore per la loro vita personale e lavorativa.

Per partecipare è richiesta la cittadinanza europea o la residenza in uno dei paesi membri e, naturalmente, l’adesione alla missione del corpo di solidarietà, cioè costruire una società più inclusiva e rispondere ai problemi sociali, e ai principi che la ispirano. Sia i partecipanti che le organizzazioni che ne faranno parte hanno  come punto di riferimento i valori e i principi promossi dall’UE, come il rispetto per la dignità e diritti umani, e credono nella promozione di una società giusta ed equa nella quale predominino il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza.
Le attività di volontariato si svolgeranno in modo simile allo SVE – Servizio Volontario Europeo, con viaggio, vitto e alloggio finanziati. Le attività di tirocinio, apprendistato e lavoro saranno invece retribuite secondo la normativa del paese in cui l’attività si svolge.
Ogni giovane partecipante potrà gestire in ogni momento la propria disponibilità a partecipare al corpo di solidarietà, modificando i dati inseriti, e potrà accettare o rifiutare le offerte di collaborazione che gli verranno proposte.
Il corpo di solidarietà, per cui ci si può iscrivere in qualsiasi momento, è partito con i primi progetti a primavera del 2017.

Per maggiori informazioni vedi il sito ufficiale o passa a trovarmi all’Informagiovani!