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Europa, non funziona proprio così

Si sono appena concluse le elezioni per il nuovo Parlamento Europeo, e i risultati non sono una grande sorpresa. Passato il frastuono delle campagne elettorali e delle promesse audaci fatte per accaparrarsi voti, ecco il quadro che ne esce, e alcune conseguenze che si possono già prevedere (e non sono quelle che molti si aspetterebbero).

L’Italia, dove ha prevalso un partito antieuropeista (ha votato solo il 56% di quelli che potevano farlo), si ritrova in posizione isolata dato che i movimenti sovranisti non si sono ugualmente affermati negli altri paesi. Di fatto non solo sarà difficile imporre le nostre ragioni all’attenzione del Parlamento europeo, ma dovremo comunque affrontare i problemi che non spariranno grazie ai risultati delle elezioni.

La presenza dei rappresentanti dei partiti populisti e il rischio che questi movimenti crescano ancora richiederà senz’altro che l’Unione europea si occupi in maniera diversa di alcuni temi, riveda alcune priorità, come la gestione dei flussi migratori, in modo che sia veramente condivisa (ma non nel senso in cui è stato raccontato e spesso assicurato agli elettori).

Le destre nazionaliste, ad esempio, hanno molto insistito sull’idea di “Europa delle nazioni”, promettendo di portare a casa vantaggi o concessioni per i rispettivi paesi. Quando però si va a vedere che cosa propone ognuno dei partiti ci si accorge che le visioni sono piuttosto discordanti (qui c’è un simpatico video con sottotitoli in italiano). Dovremo quindi aspettare per vedere come si accorderanno e su cosa, mentre a livello internazionale l’urgenza è quella di trovare una forma di coesione che ci permetta di misurarci con le grandi potenze, emergenti e non.

L’elemento che sembra sfuggirci è che le regole e le decisioni, nell’UE come nei singoli paesi, non si definiscono da un giorno all’altro e a seguito della richiesta di una sola persona o di un partito, ma seguono un processo più complesso del pollice alzato o pollice verso. Sono frutto di negoziazioni e accordi che devono prendere in considerazione molti aspetti e spinte diverse, e che quindi necessariamente richiedono tempo e compromessi. (vale la pena, ancora una volta, dare un’occhiata a come funziona il Parlamento europeo e a quali sono le sue funzioni).

Un caso su tutti è quello della Brexit, di cui abbiamo già brevemente parlato. Dal giorno successivo al referendum di giugno 2016 c’erano molte persone, e molte ce ne sono ancora oggi, convinte che il Regno Unito sia già uscito dall’UE, e che quindi non ci si potrà più andare come prima. Ad oggi, dopo quasi tre anni, il Regno Unito fa ancora parte dell’UE, e stiamo ancora cercando di decidere come ridefinire i rapporti tra UK e UE per quello che riguarda tantissimi aspetti (movimenti di persone, merci, capitali, solo per dirne alcune).

Ora che le campagne elettorali sono finite, bisognerà vedere come il nuovo Parlamento procederà alle nomine delle varie cariche, (e non sembra che sarà semplice mettersi d’accordo), quali direzione prenderà, sempre comunque nell’ambito di quelli che sono i trattati dell’Unione e i suoi obiettivi. A livello nazionale, rimaniamo con i nostri problemi da affrontare e che non possiamo continuare ad attribuire all’Europa o ad altri fattori esterni (dall’economia debole al mercato del lavoro poco dinamico e all’altissimo tasso di abbandono scolastico, solo per citarne alcuni legati ai temi di cui ci occupiamo).

Per costruire un futuro migliore, (e sicuramente per affrontare qualsiasi tipo di elezione o decisione), in cui ci sia spazio e dignità per tutti, e non solo per alcuni a spese degli altri, dovremo cominciare ad avere un approccio alle questioni diverso da quello di spettatori nell’arena, dove vince chi urla più forte (anche se non si capisce cosa) e dove ogni confronto viene trattato come una prova di forza vinta dal più “cattivo”. Sicuramente l’esito di queste elezioni europee è (per chi lavora per la promozione delle opportunità europee, come noi) un test sulla comunicazione che ci dice chiaramente che c’è ancora molto da lavorare e da migliorare per rendere visibile quanto viene fatto, grazie all’UE, a vantaggio dei cittadini.

Da oggi una certezza che abbiamo è che continueremo a ricevere finanziamenti per la mobilità educativa dei giovani e di chi lavora per loro, attraverso il programma Erasmus+, a Garanzia Giovani, al Corpo europeo di solidarietà e le altre iniziative, come DiscoverEU, che mirano a farci crescere e farci sperimentare che è l’unione che fa la forza.

Elezioni europee del 26 maggio, stavolta voto!

Manca solo un mese all’appuntamento del 26 maggio, il più importante dell’anno per l’Europa!

Tutti i cittadini europei che compiono 18 anni entro il 26 maggio potranno votare per eleggere i 751 deputati che li rappresentano al Parlamento europeo. L’Italia ha 73 parlamentari da eleggere (sarebbero stati 76 se la Gran Bretagna fosse effettivamente uscita dall’UE, cosa che non è ancora definitiva), che sono tanti e questo significa che come paese abbiamo un peso notevole sulle decisioni che si prendono.

Votare ti permette di scegliere chi prenderà queste decisioni e in quale direzione, secondo quale visione e quale idea di Europa vuoi che si realizzi. Non votando, altri decideranno per te ed è una responsabilità che non è consigliabile lasciare ad altri.

Votare alle elezioni europee significa dire la propria su ciò che l’Europa dovrà decidere per i prossimi cinque anni per quanto riguarda il commercio internazionale, la sicurezza, la protezione dei consumatori, la lotta al cambiamento climatico e la crescita economica. Gli eurodeputati non solo modellano la nuova legislazione ma controllano anche l’operato delle altre istituzioni europee.

Votare non è solo un dovere ma anche e soprattutto un diritto, quello di ricercare e promuovere i valori che più ti rappresentano, perché sono quelli che poi daranno forma alle leggi e ai regolamenti sulle questioni pratiche.

A volte non si vota per ragioni molto semplici ma di fondamentale importanza, come il non sapere come si vota? e quando? come si fa a scegliere chi votare se non so chi sono i candidati?
Cominciamo a rispondere a queste domande, per cercare di aiutare chi non ha esperienza o non ha avuto tempo finora di informarsi sui siti ufficiali.

Si vota domenica 26 maggio dalle 7 alle 23 (segnalo subito sul tuo calendario!) presentandosi al proprio seggio elettorale (quello indicato sulla tessera elettorale) con la tessera e un documento di identità valido (cioè non scaduto: e il tuo, quando scade?).

Chi non ha la tessera elettorale, perché ha compiuto da poco 18 anni, perché l’ha persa, o non ha più posto per i timbri (ogni volta che voti, avrai un timbro sulla tua tessera elettorale), può andare a prenderla all’ufficio elettorale del Comune di residenza, questo è quello di Ancona. Sono previste aperture straordinarie per permettere a tutti di ritirare i documenti necessari al voto.

Potrai votare indicando da 1 a massimo 3 preferenze per i candidati della lista che sceglierai (devono essere tutti della stessa lista!), nel caso delle Marche per la circoscrizione Centro. Molti dettagli, approfondimenti e risposte si trovano risposte a molte domande sul sito ufficiale dedicato del Parlamento europeo, e sul sito del Ministero degli Interni.

Per trovare il tuo candidato o la tua candidata, dovrai cercare e scegliere nelle liste del partito, movimento o gruppo politico che ha presentato le sue liste e da cui ti senti rappresentato. Sul sito del Ministero degli Affari Interni sono stati pubblicati lo scorso 18 aprile i contrassegni di quelli che hanno presentato i documenti necessari, e successivamente anche le liste e i candidati.

Il voto del 26 maggio sarà particolarmente importante per determinare cosa sarà l’Europa nel prossimo futuro, dato che, come abbiamo detto tante volte, l’UE non è uno stato, non è una istituzione rigida e predefinita, ma cambia e può cambiare nel tempo a seconda della forma che gli stati membri e i loro cittadini vorranno darle.

Questa volta ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità e scegliere il proprio futuro, ricordando quali sono i valori fondanti dell’Europa, quelli che ci hanno garantito per molti decenni pace, crescita economica, cooperazione, maggiori libertà e opportunità.
Abbiamo imparato negli ultimi tempi come sia facile trasformare la diversità in divisione, e come sia fragile e precaria la democrazia. L’UE si basa sul rispetto condiviso dei diritti fondamentali e dei principi democratici, e il tuo voto è importante per far valere questi diritti, per te e per gli altri.

Non serve che impegni tutta la giornata del 26 maggio, basterà che dedichi un’ora (forse meno!) per andare a esprimere il tuo voto!

stavoltavoto

Stavolta voto, e tu?

Siamo gocce di un oceano in balia delle correnti, o possiamo far sentire la nostra voce dove si decide ogni giorno del nostro futuro? Può sembrare incredibile, ma abbiamo una voce, e la possiamo far sentire direttamente!

Ogni cinque anni possiamo scegliere i nostri rappresentanti a livello europeo, e la prossima occasione sarà domenica 26 maggio, quando tutti i maggiorenni europei potranno votare per il Parlamento europeo!
Ma perché è così importante votare? Il Parlamento europeo è l’unica istituzione che rappresenta tutti ed è a elezione diretta, può avanzare delle proposte su temi di interesse dei cittadini e inoltre controlla la Commissione e il bilancio dell’UE.

Il Parlamento è composto al momento da 751 deputati: alle prossime elezioni all’Italia ne saranno assegnati 73 (76 se il Regno Unito uscirà dall’UE), che sono una percentuale importante del totale, dato che il Parlamento rappresenta tutti i 28 paesi che fanno parte dell’Unione.

Ad oggi ci sono otto gruppi parlamentari, che danno voce a posizioni diverse, e se vogliamo che in futuro il Parlamento si occupi delle questioni importanti e decida secondo le nostra visione, è necessario che ognuno partecipi ed esprima una preferenza su chi andrà a rappresentare anche gli interessi dell’Italia.

Come europei ci troviamo infatti a dover affrontare molte sfide nei prossimi anni, dalla gestione dei flussi migratori ai cambiamenti climatici, dai diritti sociali al miglioramento dell’occupazione e alla protezione dei dati. Viviamo in un mondo sempre più globalizzato e competitivo in cui è indispensabile ragionare sulle strategie e sul futuro in relazione al panorama internazionale. La dimensione sovranazionale dell’Unione europea è quella che può giocare un ruolo decisivo per garantire pace, sicurezza, stabilità, libertà fondamentali, diritti sociali e crescita economica a tutti gli stati.

Votare è importante, ma questa volta abbiamo la possibilità di fare di più, e cioè diventare testimonial in prima persona e promotori del voto alle prossime elezioni!
Partecipando alla campagna istituzionale #Stavoltavoto saremo proprio noi a a fare la differenza e a diffondere, ognuno con i propri mezzi e la propria creatività, la consapevolezza sull’importanza dell’appuntamento elettorale del 26 maggio.

La campagna #Stavoltavoto nasce dall’aver osservato che molti degli astenuti alle ultime elezioni parlamentari erano persone che non avevano partecipato perché non si erano rese conto dell’importanza del voto o per difficoltà tecniche ad accedere a questo diritto. Questa volta vogliamo che sia diverso, e non siamo soli!
Sono testimonial della campagna personaggi come Mika e Samantha Cristoforetti !

Per decidere di partecipare alla campagna di sicuro c’è una cosa da sapere, e cioè, che cosa fa l’UE per me? Ecco il sito che si chiama proprio così, semplice e accessibile per rispondere a questa domanda fondamentale!