Buoni propositi
L’anno nuovo di solito è motivo per darsi obiettivi nuovi: un po’ per cambiare (o sperare di farlo), un po’ per avere novità su cui lavorare nei mesi successivi. Ma come costruiamo i nostri buoni propositi? Come ci organizziamo con gli obiettivi del 2015?
C’è chi non ha trovato da solo le buone intenzioni e si è affidato alla rete per avere suggerimenti. Noi invece pensiamo che i buoni propositi debbano innanzitutto partire da noi stessi: che cosa vogliamo veramente, come pensiamo di ottenerlo ma, soprattutto, che visione abbiamo del 2015? Perché senza una visione chiara del futuro, difficilmente possiamo pensare di darci degli obiettivi precisi e soprattutto realizzabili.
Avere una visione che cosa significa? In primo luogo possedere una serie di conoscenze, perlomeno relativamente ad un settore o un tema: possiamo avere una visione anche sull’intero mondo e sulla crescita globale ma sarà sicuramente meno precisa ed accurata di quella che abbiamo del nostro posto di lavoro o della nostra famiglia. A proposito: una visione funziona meglio se è circoscritta, se riguarda cioè una porzione della realtà (ma può benissimo riguardare tutta la nostra vita, in quel caso siamo noi stessi la porzione di realtà). Infine avere una visione non significa fare una previsione o una predizione: più semplicemente (forse) si tratta di un insieme di cose che costituiscono il nostro panorama e che sono ispirate ai nostri valori, ai nostri principi, a ciò che più crediamo e ci sta a cuore. In altre parole assomiglia molto più ad una profezia che si autoavvera, nel senso sociologico di questo termine (che potete approfondire qui).
Come impariamo a costruirla? A noi è sembrato utile questo articolo che parla di tutt’altro (quasi) ma che riporta un metodo che ci piace qui riproporre e riadattare per i nostri buoni propositi. L’idea è di farci alcune domande, le cui risposte potrebbero aiutarci a costruire la nostra visione del futuro e di quel che potremmo fare per raggiungere gli obiettivi che di conseguenza ci porremo. Ecco 5 di queste domande:
- dove e come spendiamo la nostra maggior parte del tempo?
- dove e come abbiamo delle difficoltà e troviamo con più facilità ostacoli nelle nostre attività?
- dove e come ci approvvigioniamo di informazioni, conoscenze, spunti e formazione personale?
- che cosa ci lascia immobili, ci blocca?
- come vorremmo essere percepiti, ricordati?
Queste 5 domande in realtà servono ad un gruppo di studiosi per capire le tendenze tecnologiche dell’anno che verrà. Ma ci è sembrato che al loro interno portassero un messaggio più ampio o quantomeno potessero essere riproposte anche per vedere la nostra vita futura. Tentar non nuoce: provate a darvi delle risposte e se vi va fatecele conoscere insieme ai vostri obiettivi del 2015. Buon inizio anno e buoni propositi a tutti voi!
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