A tutta immagine
Un paio di domande per chi non ha ancora superato i 30 anni: quante foto scattate ogni giorno? E che cosa fotografate? La risposta alla prima domanda il numero può essere molto variabile ma se avete uno smartphone non saranno sicuramente meno di 4/5 foto al giorno (significherebbe che sono quasi duemila foto all’anno). L’avere a disposizione uno strumento facile e veloce sicuramente aiuta questo ritmo frenetico di scatti, ma forse non è l’unico motivo. Ed infatti sul motivo per cui lo si fa le risposte possono essere varie e proviamo ad elencarne alcune che secondo la nostra opinione sono tra le più comuni: al primo posto sicuramente in questo periodo ci sono i selfie; al secondo posto c’è il cibo che mangiamo, vediamo o cuciniamo; al terzo posto i luoghi in cui siamo e ai quali siamo affezionati (viaggi, ma anche locali, spiagge o semplici luoghi in cui sostiamo con frequenza); infine tra le cose fotografate ci saranno probabilmente i prodotti che vogliamo (o vorremmo; la foto certe volte serve poi per cercare su internet la stessa cosa che abbiamo visto in negozio).
Perché facciamo tutte queste foto? Questa epoca è senz’altro dominata dalle immagini. E da una certa cultura “pop“delle stesse. Questo secondo noi è il trend che impera nella comunicazione e nella nostra vita relazionale e che per questo ci condiziona per molte scelte ed aspetti della vita. A nostro modo di vedere tutto è partito da Andy Warhol: la sua frase “nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” ha segnato più di un’epoca. Però c’è un’altra sua citazione, meno famosa, ma che nel nostro caso rende molto bene l’idea che vorremmo spiegarvi: “la mia mente è come un registratore con un solo tasto: – Cancella –“. Se le immagini oggi abbondano, i ricordi decisamente meno: scattare foto in continuazione (passateci l’esagerazione) non è forse anche un modo per fissare dei ricordi? O, meglio, non è forse un modo per affidarli a qualcosa che può registrarli per utilizzarli in un secondo momento? L’idea è questa: utilizziamo la nostra mente per raccogliere quanti più stimoli possibili e lasciamo che tempo ed energie per stabilizzarli, fissarli ce li metta qualcun altro. E questo qualcun altro è un dispositivo digitale che si collega ad un social network che, potenzialmente, rende il tutto imperituro. Ecco perché le immagini ci piacciono tanto. E ancor di più se siamo giovani.
In questo articolo de Il Post viene riportata la testimonianza di un 19enne americano, Andrew Watts, che spiega il motivo per cui gli adolescenti sono amanti soprattutto di Instagram, il social network delle immagini. I motivi per cui gli adolescenti preferiscono questo social network sono vari, noi ne segnaliamo alcuni: il flusso di immagini è più coerente con i propri gusti e questo incentiva a tornarci spesso, c’è una probabilità più alta di trovare immagini interessanti; la qualità dei contenuti su Instagram è mediamente più alta di quella su altri social network; Instagram, nel complesso, è molto più concentrata sui contenuti e su un solo tipo di questi (le foto): per chi la utilizza è molto meno dispersiva rispetto ad altri social network e dà l’idea di essere meno commerciale e di conseguenza più piacevole da usare e in un certo senso amichevole. Tutto questo con un sistema che principalmente fa una cosa: permette di modificare le foto che facciamo con dei filtri. Non è troppo lontano da quello che Warhol faceva con la pittura nel secolo scorso.
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