Lavorare all’estero

Partire e andare a lavorare all’estero, quanti di noi ci hanno pensato, almeno una volta?

L’estrema facilità con cui possiamo muoverci, viaggiare e raggiungere ogni angolo d’Europa in poche ore può darci l’illusione di poterci trasferire in pochi giorni e cambiare vita da un mese all’altro.

Lavorare all’estero però non è così immediato e, se in Italia possiamo avere difficoltà di trovare un lavoro, lo stesso può succedere anche in un altro paese. Tra l’altro “l’estero” è una indicazione molto vaga, ogni paese ha i suoi problemi, i suoi punti di forza e le sue opportunità da offrire.

Tutto sta nel prepararsi adeguatamente, per non rischiare una delusione e la perdita di tempo, energie e spesso anche risorse economiche.
Sia che il progetto sia di trasferirsi per un periodo di tempo limitato (che comunque difficilmente potrà essere meno di sei mesi), sia che l’idea sia di lavorare all’estero per un periodo più lungo, ci sono alcuni aspetti fondamentali su cui bisogna ragionare prima.

Il primo aspetto su cui ragionare è la motivazione per cui si decide di voler partire.
Le motivazioni possono essere tante e diverse, ma non tutte sono buone, nel senso che non tutti i motivi che ci spingono a considerare questa opportunità sono un buon punto di partenza.
Se sto principalmente fuggendo da una realtà che non mi offre quello che cerco o di cui sono insoddisfatto, è probabile che troverò simili problemi anche nel luogo di destinazione.

Se invece cerco nuove opportunità e sfide, e sono pronto ad affrontare un percorso più o meno lungo, con curiosità, grinta ed entusiasmo, le possibilità che l’esperienza sia positiva, formativa e valida sono molto più alte.

Il secondo aspetto che va considerato è quello del profilo professionale: quali sono le qualifiche, le specializzazioni, le esperienze che posso offrire ad un possibile datore di lavoro? Anche se ci pare evidente, ci teniamo a sottolineare che non è più il tempo (se mai lo è stato) in cui si può partire senza avere nessuna competenza specifica e aspettarsi di trovare all’estero il “lavoro qualsiasi” che non si trova vicino casa.
E’ importante avere ben chiare quali sono le proprie capacità, conoscenze, competenze, che vanno anche certificate e in qualche modo dimostrate.
Non è che sia impossibile partire e cercare lavori semplici, che richiedono poca esperienza, ma bisogna mettere in conto, in questo caso, che ci potrebbero volere alcune settimane per trovare qualcosa. Inoltre la concorrenza, nei lavori di questo tipo, è molto alta, ed è composta in genere da persone abituate a lavorare molte più ore, per un compenso minore, e spesso con poche garanzie e tutele.

Il terzo aspetto, comunque molto importante, è la conoscenza di una lingua straniera. Questo è in genere un problema abbastanza grosso per noi italiani, che per (recente) tradizione diamo scarsa importanza all’apprendimento delle lingue straniere o lo facciamo in maniera superficiale. Spesso capita che abbiamo qualifiche o esperienze di livello alto, ma non possiamo utilizzarle perché non abbiamo un corrispondente livello di conoscenza della lingua straniera.
La conoscenza delle lingua del paese in cui voglio andare è fondamentale per poter interagire con i datori di lavoro, con i colleghi, con i clienti, con gli uffici dei vari enti con cui mi dovrò relazionare. Ma anche per capire i contenuti dei siti che userò prima della partenza e durante la permanenza, per la ricerca di un alloggio, per la spesa, la farmacia, per prendere un aereo, un bus, o per andare a cena fuori.
In molti paesi, e soprattutto in aziende grandi, una conoscenza intermedia dell’inglese, come punto di partenza, può essere sufficiente. Ma non possiamo aspettarci che sarà abbastanza, soprattutto se pensiamo di stabilirci nel paese o di restarci per diversi mesi. Anche per quanto riguarda le relazioni e il tempo libero è importante avere gli strumenti per interagire con gli altri.

Dopo aver ragionato su tutto questo, da dove comincio?
E già, perché su internet c’è tutto, ma spesso si finisce per essere sommersi e confusi da tantissimi siti, non sempre affidabili e aggiornati.

Per i lavoratori che vogliono spostarsi per motivi di lavoro c’è Eures, la rete dei servizi per l’impiego a livello europeo. Eures è un portale con molte informazioni utili e aggiornate per chi vuole trasferirsi. C’è una sezione dedicata alle offerte pubblicate e ai cv dei candidati. Ma è anche una rete di consulenti sparsi per i paesi europei e disponibili a incontrare per una consulenza gratuita chi vuole progettare una esperienza di lavoro all’estero.

Per i più giovani esiste anche il progetto Your first Eures job, un programma pensato per aiutare chi ha tra 18 e 35 anni nel difficile percorso di ricerca di un lavoro o un tirocinio all’estero. Il programma offre non solo supporto e consulenza ma anche la possibilità di coprire alcune spese, come il riconoscimento dei titoli di studio o una formazione linguistica.

Niente paura però, perché esiste un programma gemello anche per gli adulti, e si chiama ReActivate!
Dato che il mercato del lavoro è diventato più dinamico e che il principio di libera circolazione delle persone in Europa lo permette, c’è un servizio anche per gli adulti che vogliono spostarsi per trovare migliori opportunità di carriera.

Se il progetto è quello di un lavoro stagionale all’estero, questi consigli sono utili e ne trovate altri qui.

In questo momento in cui il Covid sta cambiando velocemente le regole di libero movimento in Europa, verificate sempre la possibilità di poter entrare nel paese che vi interessa, con il portale Re-open EU .

Se vuoi parlarne con noi per capire da dove iniziare e come rivolgerti a questi servizi, contattaci per una appuntamento!

La maturità al tempo del Covid-19

Il particolare periodo storico che stiamo vivendo da marzo scorso, con l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Covid-19, ci ha insegnato, e continua a farlo, che ormai dovremo essere pronti a rivedere le nostre abitudini quotidiane e a uscire dalla nostra zona di confort.

In questo periodo infatti tutti, dai bambini agli adulti, siamo stati “costretti” a rivedere e a trasformare la nostra vita quotidiana, in tutti gli aspetti che la caratterizzano, dal lavoro allo studio, al tempo libero, alla vita sociale.

Quello che fino alla pandemia ci sembrava normale e irrinunciabile, tutto d’un tratto è diventato impossibile e vietato portare avanti con le stesse modalità.

Ecco quindi che ci siamo dovuti adattare allo smart working o lavoro agile, alla didattica a distanza, alla vita relazionale solo tramite i social.

All’inizio tutto ciò sembrava impossibile ma poi col trascorrere dei giorni siamo riusciti ad affinare la tecnica e a superare le difficoltà iniziali. Certo non sempre tutto ha funzionato alla perfezione ma per lo meno ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile.

Questo è l’aspetto che mi preme sottolineare in riferimento a tutti gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado e in particolare ai futuri maturandi che il 17 giugno si appresteranno ad affrontare il tanto temuto Esame di Stato in una forma “ridotta” e del tutto nuova.

Agli studenti va infatti riconosciuto il merito di essere riusciti ad adattarsi a una nuova modalità di didattica e a portare avanti con impegno lo studio – certo sempre parlando non in assoluto – viste le difficoltà oggettive e il digital divide.

Se agli inizi dell’anno, come scritto in questo nostro precedente articolo, la cosa più temuta dagli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado era l’assegnazione delle materie specifiche di indirizzo a commissari esterni, oggi, a distanza di tre mesi, tutto è cambiato.

Fino a qualche settimana fa non si sapeva nemmeno se e come si sarebbe potuto svolgere l’Esame.

Due giorni fa, il 16 maggio, finalmente, il MIUR ha pubblicato l’Ordinanza relativa all’Esame di Stato 2020 che, vista la situazione di emergenza sanitaria, ha stabilito che l’Esame si svolgerà in presenza (a meno che le condizioni epidemiologiche non lo consentano e con specifiche deroghe per casi particolari) e solo in forma orale.

Facile da immaginare l’ansia che possa accompagnare i ragazzi, in particolare chi ha sempre sofferto maggiormente le interrogazioni rispetto alle verifiche scritte.

L’Esame di Stato 2020 consisterà in un colloquio più lungo del solito, che, comunque, ricalcherà a grandi linee la struttura dell’orale tradizionale. Ma, a causa della cancellazione degli scritti, prevederà alcune integrazioni rispetto agli anni precedenti.

La commissione, composta eccezionalmente da membri solo interni al Consiglio di classe e da un Presidente esterno (per permettere agli studenti di essere a proprio agio viste le difficoltà degli ultimi mesi), esaminerà infatti i candidati per circa un’ora e tra le domande ci sarà spazio anche per l’analisi di un testo di letteratura italiana e per quesiti su un elaborato incentrato sulle materie di indirizzo; sarà quest’ultimo l’apertura del colloquio.

Tale elaborato sarà su un argomento scelto dagli studenti insieme ai loro professori sulle materie di indirizzo, quelle che sarebbero dovute essere oggetto della seconda prova ma non si tratterà della tesina del vecchio esame. La commissione assegnerà un argomento a candidato entro il 1 giugno, gli studenti dovranno poi inviare l’elaborato entro il 13 giugno ai docenti.

Gli studenti esporranno anche l’esperienza di Alternanza Scuola Lavoro svolta nel triennio, indipendentemente dalle ore effettivamente totalizzate.

L’Esame si concluderà con cittadinanza e costituzione. Il ministro Azzolina, nella diretta video, ha chiesto poi ai docenti che questo momento di confronto con i maturandi riguardi l’esperienza della quarantena; ma si tratta solo di una richiesta, non di un’obbligo, e infatti non è scritto nell’ordinanza.

Certo la maturità 2020 non è come gli studenti se la sarebbero immaginata ma di sicuro i maturandi di quest’anno potranno dire di essere stati in grado di affrontarla nonostante tutto.

E allora forza ragazzi!

Woofing, volontariato rurale, biologico e sostenibile!

Woofing, ne avete mai sentito parlare? Forse sì, perché si tratta di un movimento nato decine di anni fa e diffuso in tutto il mondo, a cui prendono parte ogni anno migliaia di persone.

La sigla WOOF sta per Worldwide Opportunities on Organic Farms ed è un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile.

Di che esperienza si tratta? Il Woofing mette in contatto persone interessate a conoscere tecniche di agricoltura biologica e uno stile di vita sostenibile con agricoltori e allevatori di fattorie che utilizzano metodi biologici per le loro attività. E’ un modo per imparare le tecniche o scambiare competenze nell’ambito dell’agricoltura biologica, entrare a far parte di questo circuito e vivere questo stile di vita in prima persona.

Non si tratta però di una sorta di apprendistato, o tirocinio lavorativo, ma di uno scambio culturale, basato sulla fiducia, tra persone che hanno un interesse comune nel condividere conoscenze, esperienze e del tempo insieme, immersi nella natura e lontano alcune “false comodità”, come alcuni le chiamano.

Per chi ama la vita all’aperto ed è curioso di entrare in contatto con altre culture, il circuito di Woofer permette di trovare accoglienza presso fattorie e produttori in molti paesi del mondo (anche in Italia, perché il nostro paese è ricco di differenze e tradizioni locali). In cambio di alcune ore di lavoro, si ottiene vitto, alloggio e la possibilità di incontrare persone di paesi e stili di vita diversi.

I volontari, o Woofer, partecipano alle varie attività tipiche che si svolgono nella fattoria o in una organizzazione rurale con orari e mansioni concordati prima della partenza. L’ospitalità dei woofers è garantita dagli host ed è uno scambio non monetario, ma educativo e culturale. Si vive tutti nella fattoria, si mangia insieme, si lavora insieme, si chiacchiera e ci si raccontano le proprie esperienze.

Vi piace l’idea? Come fare in pratica a trovare l’esperienza che fa per noi e partecipare?

I tipi di attività che potete fare sono tantissimi, e cambiano a seconda dell’host, del paese in cui andrete (ognuno ha le sue colture, tradizioni, soluzioni) e della stagione (anche se la maggior parte di queste esperienze si svolge nella bella stagione, quando le attività sono a pieno ritmo). Per esempio si può prendersi cura di un uliveto o di un orto, raccogliere frutti di bosco, recuperare un’area agricola abbandonata, aiutare nella cura di mucche o altri animali, addestrare cavalli o raccogliere fieno. La scelta è vastissima ed è importante farla bene, in base ai propri interessi.

Sul sito internazionale del Woofing si trovano informazioni generali sull’esperienza, sia per chi vuole partire come woofer che per chi vuole ospitare, e soprattutto si trovano i link ai siti ufficiali dei vari paesi.

Sì, perché poi per trovare il vostro host ideale dovete andare sul sito del woofing del paese scelto come destinazione. In genere è richiesta la registrazione con il profilo woofer e spesso il versamento di una piccola quota di associazione annuale (in Italia è di 35 euro) per poter accedere alla lista degli host, cioè delle fattorie che accolgono i volontari.

Il mio consiglio è di partire dal sito WOOF Italia, dove tutto è spiegato molto bene, con consigli su che cosa aspettarsi, che cosa ci si aspetterà da noi, che cosa portare e varie risposte su questioni pratiche.

Ci sono piccole differenze da paese a paese sulle modalità di partecipazione, ma in generale l’esperienza si fonda sugli stessi principi.

Per partecipare bisogna avere almeno 18 anni, anche se per esempio il Woof Italia prevede la possibilità, in alcuni casi, di valutare richieste di minori dai 16 anni.

Se non avete mai provato, e cercate un modo diverso di impiegare parte dell’estate, il Woofing è un’ottima soluzione!

Siamo online con un nuovo sito!

Da lunedì siamo online con il nostro nuovo sito web, rinnovato nella grafica e nel layout. L’obiettivo del restyling era principalmente quello di rendere più piacevole ed efficace l’esperienza di navigazione, e di migliorare la fruibilità dei contenuti presenti. Volevamo fare in modo che chi naviga possa trovare con facilità quello che cerca e, perché no, anche qualche idea o spunto nuovi.
Il sito è ottimizzato anche per la navigazione da dispositivi mobili, come smartphone e tablet.
La home page è stata completamente riprogettata: ora, oltre a visualizzare le ultime novità e gli ultimi post dal blog, contiene anche scorciatoie e link diretti alle sezioni del sito maggiormente visitate, come quelle dedicate al lavoro e alla formazione.
Il restyling è stato un’occasione per arricchire molti dei contenuti esistenti, ma anche per creare nuove sezioni e nuove pagine tematiche: ad esempio le pagine “Consigli per il tuo cv”, una guida multimediale alla compilazione del proprio curriculum, e “Videopillole su LinkedIn”, che raccoglie i video pubblicati nelle ultime settimane con i nostri consigli per usare al meglio il social network dedicato al lavoro.

Tra le novità, anche la pagina “Università”, che contiene informazioni sulla scelta del percorso accademico e sui servizi che l’Informagiovani offre in particolare agli studenti universitari.
La sezione dedicata all’ ”Estero” si è arricchita di nuovi contenuti, pensati in particolare per chi sta valutando l’ipotesi di un’esperienza all’estero (volontariato, lavoro, tirocinio, au pair, ecc…)

Il sito è solo l’ultimo in ordine cronologico degli interventi che, in questo periodo di emergenza sanitaria, l’Informagiovani ha dedicato al potenziamento dei canali digitali: negli ultimi 2 mesi abbiamo potenziato la presenza sui social con contenuti pensati appositamente per il periodo di quarantena, abbiamo proposto ai nostri utenti la formula dell’ “appuntamento digitale”, e abbiamo pubblicato delle video-grafiche sulle tematiche della formazione e del lavoro.

Abbiamo lavorato per un sito che potesse essere bello e utile e speriamo che anche chi legge possa riconoscergli queste qualità. Ma se così non fosse, o se ci fosse qualcosa che ci siamo dimenticati, qualcosa che potrebbe arricchirlo ancora, fatecelo sapere! Scriveteci come volete o postate un commento, saremo curiosi e grati di prenderli in considerazione. Buona navigazione!