Vita sociale e relazioni tra le persone

Culturability: spazi di innovazione sociale

Culturability è il bando nazionale lanciato dalla Fondazione Unipolis per sostenere progetti culturali ad alto impatto sociale di rigenerazione e riattivazione di spazi.

Il bando è promosso con la collaborazione della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DG AAP) del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, e la partnership di Avanzi/Make a Cube e Fondazione Fitzcarraldo.

Il punto di partenza è la cultura come leva di sviluppo sostenibile.

Infatti i progetti che risulteranno vincitori non solo saranno sostenibili a livello economico, ma anche capaci di promuovere posti di lavoro.

Il bando sostiene, quindi, progetti innovativi in ambito culturale e creativo ad alto impatto sociale, per recuperare e dare nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali, abbandonati o in fase di transizione.

La rigenerazione e il riuso di spazi a partire dalla cultura e dalla creatività è un tema di rilevante attualità, che, tuttavia, risente ancora di limiti importanti: la difficoltà di coordinamento, di sostenibilità delle iniziative nel lungo periodo e di collaborazione con le istituzioni pubbliche.

L’obiettivo è proprio stimolare una riflessione su questi temi e sviluppare un impegno concreto sul territorio nella promozione e nel sostegno di iniziative culturali che abbiano come scopo la crescita delle comunità, con un metodo all’insegna della collaborazione.

Gli ingredienti richiesti dal bando sono cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica, occupazione giovanile.

Possono partecipare alla call organizzazioni no profit, imprese cooperative e private operanti in campo culturale, team informali e reti di partenariato fra organizzazioni; l’unico limite è il requisito anagrafico: l’organo di gestione o il capofila devono essere composti da UNDER 35.

Fondazione Unipolis mette a disposizione risorse per complessivi 400 mila euro, articolate in contributi di natura economica per lo sviluppo dei progetti selezionati, erogazione di servizi di formazione e accompagnamento per il potenziamento dei team proponenti, rimborsi spese per partecipare alle attività di supporto.

In aggiunta ai 5 progetti beneficiari del contributo di Unipolis, verranno selezionati altri 2 progetti ai quali sarà attribuita una “menzione speciale” e assegnato un contributo di 10 mila euro ciascuno.

Il bando rimane aperto fino al 13 aprile 2017.

voucher

Donare il sangue non è solo altruismo

La prima volta che ho donato il sangue non me la dimenticherò facilmente. Così come non dimentico come ci sono arrivato a fare questo gesto. Sono un donatore “tardivo” perché ho iniziato a donare il sangue solo in età adulta avanzata. Sono stato (e in buona parte sono ancora ora) terrorizzato dagli ambienti sanitari: ospedali, cliniche e ambulatori mi creano disagio al solo pensiero. Per mia fortuna l’ospedale mi ha visto, oltre che alla nascita, solo poche volte nell’arco della mia vita (a contarle bastano le dita di una mano). Per cui recarmi in questi posti per me è stata sempre una piccola sofferenza, anche quando non ero io il diretto interessato. E non vi sto a raccontare poi il mio rapporto con aghi e siringhe, anche perché, lo so, cadrei nel ridicolo.

Questa premessa è solo per dire che conosco bene e sono perfettamente consapevole della paura (la vogliamo chiamare così?) di chi vorrebbe ma non riesce a superare questa debolezza per diventare un donatore di sangue. So anche che è un gesto semplice, semplicissimo ma molto difficile da fare se non si è convinti per primi. Non nego che mi ci sono voluti anni prima di donare il sangue e l’ho fatto solo quando ho deciso da solo, quando non è stato qualcuno ad accompagnarmi o a sostenermi. Al mio cervello c’è voluto un po’ di tempo (forse troppo) per metabolizzare l’idea, capire quanto fosse importante, decidere che era davvero stupido non farlo. La mia parte razionale ha dovuto superare la paura dell’ago, il sudore freddo del primo “pic” e il timore (infondato) di eventuali conseguenze fisiche.

Al mio cuore invece è bastato un attimo, dopo averlo fatto la prima volta, per capire che questo gesto è davvero bello e coinvolgente. Ricordo che dopo la prima donazione ero sollevato, lieve e felice così come non mi capitava da quando ero piccolo e segnavo il gol per vincere la partita. Sono stato davvero bene, in tutti i sensi. Ora, troverete un sacco di gente e un sacco di racconti che vi parleranno di come donare sangue sia un gesto che salva la vita di un altro essere umano, che sia solidarietà concreta, che risponde a un bisogno mai soddisfatto come è quello del sangue (serve alle trasfusioni ma anche per interventi chirurgici e terapie di alcune malattie). Ma la verità è che donare il sangue non solo altruismo. Farlo è un gesto che risponde per primo e, forse, soprattutto, al nostro bisogno di sentirci persone migliori, di essere capaci di un piccolo gesto “eroico”, di farci sentire “numeri 1”. Beh, diventate donatori di sangue e poi mi direte se son davvero queste le sensazioni.

PS: se sono stato convincente e volete diventare donatori il primo passo è quello di rivolgervi, per esempio, al centro AVIS più vicino a voi

Giornata mondiale dell’acqua

La Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, risultato della conferenza di Rio la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente (Summit della Terra).

In quell’occasione fu inserita in Agenda 21 (la serie di attività che le Nazioni Unite prevedevano di fare in tema ambientale nel XXI secolo) anche a giornata mondiale dell’acqua che venne fissata nel 22 marzo.  L’intento fu quello di evidenziare l’importanza dell’acqua e la necessità di preservarla e renderla accessibile a tutti. L’acqua è un elemento determinante per la nostra sopravvivenza, ma spesso ne facciamo un uso e un abuso con una considerazione del tutto egoistica. Sono circa 50 milioni, secondo l’Unicef, le persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile, mentre noi l’abbiamo perfino nel gabinetto e la utilizziamo senza pensarci troppo.

Al di là di qualsiasi considerazione caritatevole sarebbe importante capire che, oltre all’uso, dovremmo averne rispetto come bene universale non solo con riguardo al suo consumo per fini personali, ma anche a come la “gestiamo” pensando all’inquinamento e alle alterazioni che ne compromettono le sue qualità.

Quest’anno la giornata mondiale dell’acqua verrà ricordata in maniera particolare anche ad Ancona, ed in particolare presso il nostro Informagiovani. Multiservizi SPA in collaborazione con Università Politecnica delle Marche e Fosforo, organizza una giornata dedicata alla “sperimentazione” per conoscere meglio questo elemento naturale essenziale per la nostra vita: workshop, giochi, esperienze pratiche e approfondimenti per imparare a trattare bene, rispettare e non sprecare l’acqua.

Nella sala dell’Informagiovani sarà possibile partecipare a tre laboratori, della durata di circa 20 minuti ciascuno: uno sarà dedicato ad una attività didattica sulla presenza delle microplastiche nelle creme e nei prodotti di bellezza che finiscono in acqua quando ci laviamo e sarà a cura del cura del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche. Il secondo ha cme titolo “Il Sommelier dell’Acqua” e aiuterà a riconoscere le proprietà delle varie acque in circolazione: assaporando il gusto dell’acqua saremo capaci di giudicare le varie proprietà (questo laboratorio didattico sarà a cura di Fosforo: la festa della scienza).
Il terzo dei laboratori è “H20 Splash” in cui protagonista con l’acqua sarà la fisica; divertenti incursioni nel mondo del liquido più famoso al mondo con esperimenti e dimostrazioni scientifiche (anche questo a cura di Fosforo: la festa della scienza)

L’ingresso a tutte le iniziative che si svolgeranno presso la sala dell’Informagiovani di Ancona in Piazza Roma (underground) sono libere e gratuite previa prenotazione attraverso uno dei moduli che trovate in questa pagina. Vi aspettiamo!

Questione di opinioni

La tecnologia in generale e quella digitale in particolare ha un difetto (tra gli altri potrebbe dire qualcuno) che è anche un handicap per il suo sviluppo ulteriore (non è mai abbastanza!). Il difetto è questo: essere, tendenzialmente, ripetitiva e ciclica. Mi spiego meglio: le macchine apprendono attraverso un processo matematico, estremamente e rigidamente logico. Uno o zero, positivo o negativo, vero o falso, bianco o nero. E con questo principio poi apprendono tutto il resto (in maniera vertiginosamente veloce).

La questione è che non sempre, per noi umani, una sequenza vero/falso è “educativa”. Per intenderci non è detto che, per esempio, quando sbagliamo, vogliamo la volta successiva cambiare comportamento e viceversa. Faccio un esempio che aiuta anche a capire dove voglio arrivare. Se oggi compro un libro giallo non è detto che vorrò leggere libri gialli per il resto della mia vita solo perché il primo che ho letto mi è piaciuto. Potrei voler cambiare per una serie di motivi (o anche solo uno) che non dipendono dalla verifica logica della precedente esperienza. Anche voi adesso, come me, state pensando a quello che accade con i logaritmi di Amazon? 🙂

Ma la questione è valida anche quando navighiamo senza acquistare nulla, ma semplicemente stiamo leggendo i post sui social network o “googoliamo” alla ricerca di qualcosa che ci interessa. Dall’altra parte una macchina analizza il nostro comportamento cercando poi di prevedere o suggerirci il futuro. Se da una parte questo ci aiuta a trovare più facilmente quello che cerchiamo ed essere vicini agli “amici” che maggiormente apprezziamo, dall’altra limita un po’ troppo il nostro orizzonte. Questa costrizione è stata chiamata bolla: viviamo, cioè, all’interno di un contesto limitato dai logaritmi che studiano il nostro comportamento e che ci costringono sostanzialmente a trovare sempre e soltanto conferma alle nostre opinioni, a rafforzare le nostre convinzioni, inasprire i nostri pregiudizi.

Voi direte che, però, su Facebook è molto presente la polemica, la discussione aspra ed anche il forte contrasto; che, insomma, quella è una specie di piazza in cui ognuno può dire quello che vuole. In realtà però anche il contrasto di opinioni, se mal post, ci fa rimanere nella stessa bolla. “Studi psicologici hanno dimostrato che le persone manifestano un “pregiudizio di conferma”: significa che se hanno un’opinione su una certa tematica, questa loro convinzione sarà rafforzata dalle argomentazioni faziose provenienti da entrambe le parti del dibattitoscrive Tyler Cowen in un interessante articolo riportato da Il Post.

Come facciamo ad uscire da questa bolla? Nello stesso articolo Tyler propone una soluzione: “Bryan Caplan della George Mason University ha elaborato quello che chiama “il test di Turing ideologico”. Il test di Turing originale serve a verificare se le risposte date da un computer sono indistinguibili da quelle di un essere umano. L’obiettivo di un test di Turing ideologico è vedere se siete in grado di scrivere l’argomentazione di un sostenitore di Trump o Clinton, o comunque di un punto di vista contrario al vostro, in un modo che risulti indistinguibile da quello dei loro veri sostenitori.” E voi, sareste in grado si sostenere una posizione a voi contrario per mettere alla prova la vostra capacità critica?

8 marzo donne

Un nuovo 8 marzo

É di nuovo la festa della donna, e un po’ di noia assale tutti al pensiero delle solite frasi, delle solite mimose, delle solite serate organizzate con la scusa di questa ricorrenza.
Noia, ma sempre più anche fastidio, dal momento che negli ultimi anni e mesi sembra di assistere ad un crescendo globale di discriminazioni e violenze (verbali, fisiche e sociali) nei confronti delle donne.

A tutto ciò il mondo femminile sta reagendo, e il 2017 è cominciato con le manifestazioni del 21 gennaio (675 in tutto il mondo, di cui 3 anche in Italia) che hanno preso il via negli USA in risposta ai comportamenti e alle parole sessisti e irrispettosi del nuovo presidente Trump.

Ma non è certo l’ennesimo uomo al potere con idee razziste e modi arroganti l’unico motivo che sta facendo muovere migliaia di donne in tanti paesi: c’è un nuovo femminismo, che ha come obiettivo la promozione delle condizioni sociali e lavorative di tutte le donne, di qualsiasi nazionalità e provenienza. Un movimento internazionale, che presta occhi e orecchie alla condizione delle donne all’interno delle numerose questioni di rilevanza globale che in questo momento tutti gli Stati sono chiamati ad affrontare: dai conflitti e la povertà estrema di alcune aree del mondo e le conseguenti migrazioni, alla tratta di esseri umani, dalle nuove schiavitù alle condizioni di lavoro discriminatorie.

Questo nuovo femminismo si differenzia dal precedente, che proponeva alle donne di auto-promuovere le proprie condizioni di vita facendosi avanti nell’ambito familiare, sociale e lavorativo, ma che non è applicabile a un grandissimo numero di persone che non hanno le risorse personali e gli appoggi adeguati per farlo.
I nuovi movimenti sorti nei vari paesi aspirano al cambiamento in un contesto più ampio e si rivolgono a tutte le forme di violenza contro le donne, chiedono il riconoscimento dei diritti in campo lavorativo e retributivo, nel settore sanitario e riproduttivo (libertà di decidere del proprio corpo, diritto all’aborto), per quanto riguarda l’orientamento sessuale (lotta all’omofobia) e la provenienza (lotta alle politiche migratorie xenofobe).
Sarebbe quindi il momento di guardarsi intorno e cominciare tutti (e tutte) a considerare questo argomento e a vivere l’8 marzo in modo diverso, andando oltre il racconto e l’esposizione delle storie di violenza fisica, come troppo spesso si è fatto, e a volte anche in modi controproducenti alla causa (purtroppo ne abbiamo esempi anche vicini) continuando a diffondere stereotipi senza fondamento nella realtà dei fatti e dei numeri.

Che questo 8 marzo sia solo il primo giorno di una nuova vita di convivenza pacifica e rispettosa dei bisogni, dei diritti e delle libertà di ognuno in quanto essere umano: è un augurio, un sogno realizzabile, ma solamente con il contributo di tutti.

Perché Carnevale

Il Carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica.

È tradizionalmente il periodo che precede la quaresima ed è festeggiato con feste mascherate, sfilate di carri allegorici, danze.

I festeggiamenti consistono spesso in pubbliche sfilate di elementi giocosi e fantasiosi; la caratteristica del carnevale è l’uso del mascheramento.

Esistono varie teorie sull’origine del nome “carnevale”.

C’è chi dice che derivi da car navalis, il rito della nave sacra portata in processione su un carro.

Secondo altri significa carnes levare (“togliere la carne”) o carne vale (“carne, addio”) e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima veniva fatto divieto di consumare carne.

I festeggiamenti nel periodo del Carnevale hanno un’origine molto lontana.

Nei tempi antichi il Carnevale era la grande festa della fecondità della terra, che doveva svegliarsi dopo il sonno invernale e nutrire le mandrie, le greggi e gli esseri umani.

Il Carnevale univa riti di fecondità con l’allegria. Ridere sconfigge la morte e il lutto; secondo antiche tradizioni il riso, le danze e le burle sono collegate alla fertilità della natura e degli uomini.

Testimonianze documentarie farebbero risalire il carnevale già all’VIII secolo d.C. in concomitanza con i saturnali, festività della religione romana in cui ci si lasciava andare ai piaceri del cibo e del corpo.

Durante tutto il periodo dei saturnali si verificava un sovvertimento delle gerarchie e degli ordini sociali che portava allo scambio di ruoli e al camuffamento della propria identità.

Da qui l’uso delle maschere.

I maggiori festeggiamenti avvengono il giovedì grasso e il martedì grasso, ossia l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima.

Ad Ancona il Carnevale è iniziato il 14 febbraio con i tanti eventi di “Aspettando El Carnevalò”.

L’evento conclusivo per la città di Ancona è la tradizionale sfilata in maschera “El Carnevalò” che si terrà domenica 5 marzo.

Evento imperdibile grazie al ricco e affascinante corteo mascherato che invade il cuore della città, con la partecipazione di gruppi da tutta Italia.

Madrine d’eccezione della XX edizione saranno le fatine Winx, le magiche eroine che hanno conquistato le bambine di oltre 150 paesi nel mondo.

Il risparmio è condivisione

Perché risparmiare se quel che consumo costa poco? Ecco, la questione è che il risparmio, soprattutto quello energetico, non è solo una questione che guarda alle proprie tasche. L’idea che risparmiare sia soltanto accumulare un vantaggio per il futuro è frutto di un modo egoistico di vedere il mondo in cui viviamo: non consumo adesso perché così ne ho più per dopo. Quanto meno poco generoso perché, alla fine, son sempre io che consumo. Un’idea migliore di risparmio è quella legata a un mondo in cui le risorse scarseggiavano, anche e soprattutto quelle essenziali come il cibo o l’acqua. I nostri nonni, o bisnonni, consumavano poco perché, oggettivamente, di più non avevano. Un periodo di scarsità li ha però costretti ad adottare una mentalità e un modo di consumare maggiormente rispettoso: avevano maggiore cura e attenzione ai consumi e alle risorse, mi verrebbe quasi da dire maggior rispetto.

La sfida che abbiamo noi oggi è quella di riscoprire un sano risparmio pur avendo a disposizione risorse in abbondanza. Innanzitutto sarebbe il caso di verificare quanto questa abbondanza sia in realtà relativa. Per esempio consumiamo, per farci la doccia, circa 75/80 litri di acqua; 40 litri è invece la quantità minima per soddisfare i bisogni vitali, secondo l’Oms. Questo significa che in una doccia consumiamo l’acqua che potrebbe sostenere una persona per due giorni (e di gente, nel mondo, che non arriva alla quantità minima purtroppo ce n’è!). Poi dovremmo anche considerare che le risorse del pianeta che abitiamo non sono infinite: consumare energia può portare a un conto piuttosto accettabile per noi, ma quello più salato lo paga la terra in termini di inquinamento, consumo di terreno, sfruttamento eccessivo delle risorse.

Per questi motivi ho sempre pensato che una festa del risparmio energetico come “Mi Illumino di meno” sia una testimonianza importante, una presa di coscienza del fatto che dobbiamo recuperare un po’ di rispetto per ciò che abbiamo intorno, anche se questo non ha conseguenze dirette sul nostro portafoglio. Caterpillar, la trasmissione di RadioRai che promuove questa ricorrenza, quest’anno ha lanciato un bel messaggio:

In ogni condivisione c’è un risparmio di energia. Ogni condivisione genera energia. Condividere fa bene.

Leggi cosa puoi condividere su caterpillar.blog.rai.it/milluminodimeno/ 

 

Lo SVE, che cos’è?

Lo SVE, come spesso lo avrete sentito chiamare, sta per Servizio Volontario Europeo, ed è un progetto di mobilità internazionale finanziato dal programma europeo Erasmus+.
Si tratta di un periodo che si può passare all’estero come volontari presso una organizzazione a scelta, durante il quale si è finanziati per le spese fondamentali.
Il periodo di volontariato può durare dai 2 ai 12 mesi, a seconda del progetto che scegliamo, e può essere svolto in una varietà di settori davvero incredibile: dall’inclusione sociale alla protezione dell’ambiente, nel settore giovani o anziani, per il contrasto al cambiamento climatico o al bullismo, nel settore della cultura, della comunicazione o delle nuove tecnologie.
Si può andare a fare un volontariato presso una associazione, o un ente locale, una Onlus o una fondazione, a patto che siano accreditati come enti di accoglienzacioè che siano elencate nel database dedicato. L’accreditamento significa che hanno dimostrato di poter garantire una serie di servizi e uno standard di qualità dell’esperienza per il volontariato che accoglieranno.
Lo SVE impegna il volontario per circa 30 ore a settimana, e non è retribuito. D’altra parte però lo SVE offre una serie di vantaggi che sono ben più di una retribuzione: vitto, alloggio, trasporto locale, parte del viaggio e assicurazione pagati, oltre a supporto linguistico, una persona di riferimento sul posto per qualsiasi necessità, un documento di attestazione finale delle competenze acquisite.
Inoltre ad ogni volontario è riconosciuta una piccola somma mensile, a rimborso di spese accessorie. che varia a seconda del paese. Insomma, siete a posto!

Ma per chi è lo SVE, e come si fa a partecipare?
Lo SVE è rivolto a tutti i giovani tra i 17 e i 30 anni residenti in un paese del programma o in un paese partner, senza distinzione per quanto riguarda il titolo di studio o l’esperienza professionale perché il volontario non va a sostituire un altro lavoratore, ma è inteso come risorsa umana che porta un valore aggiunto all’organizzazione.
Questa caratteristica dello SVE è molto importante, perché di fatto non ci sono molti altri programmi di mobilità finanziati accessibili a giovani che non siano studenti (universitari o di scuola secondaria).

Sono richiesti interesse, spirito di iniziativa e voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi e di “spendersi” nel settore e nel progetto scelto.

Si può accedere ad un progetto SVE rivolgendosi a quello che si definisce ente di invio: si tratta di organizzazioni che hanno sede nel proprio paese di residenza, anch’essi accreditati come gli enti di accoglienza, a cui i giovani interessati possono rivolgersi per poter avviare le necessarie formalità per accedere ai finanziamenti e realizzare il nostro progetto di esperienza all’estero di volontariato.

Ci è sfuggito qualche dettaglio? Qui trovate quasi tutto, ma per domande, dubbi e un sostegno pratico per cominciare a dar forma al vostro progetto, ci trovate all’Informagiovani!

Occhio ai saldi!

Come da tradizione, con gennaio arriva il periodo dei saldi.

I saldi invernali 2017 sono, infatti, partiti in quasi tutte le regioni d’Italia il 5 gennaio, ad eccezione di Sicilia e Basilicata che hanno dato il là alle lunghe passeggiate per le vie dello shopping e alle infinite file ai camerini già lunedì 2.

A variare sarà, invece, la data di chiusura che a seconda delle regioni andrà tra il 15 febbraio ed il 2 aprile; nelle Marche i saldi dureranno fino al primo marzo.

Gli acquirenti dietro le vetrine, iniziano ad agitarsi, vedendo l’affare a portata di mano, pronti ad accaparrarselo prima che se lo freghi qualcun altro.

Occorre stare però con gli occhi aperti e, più che badare alla % di sconto (che comunque non dovrebbe superare l’80%), guardare al prezzo finale e confrontarlo con altri negozi.

Nei giorni che precedono i saldi conviene fare del window watching, vale a dire andare a sbirciare tra le vetrine e segnarsi il prezzo dei beni a cui si è interessati. Così, allo scoccare dell’inizio delle svendite, si potrà verificare l’autenticità dello sconto praticato.

È bene sapere che l’acquisto di prodotti a saldo è regolato dal decreto legislativo n. 24 del 2002 su vendita e garanzia dei beni di consumo – difetto di conformita’ del bene – che va dalla riparazione, sostituzione della merce fino alla risoluzione contrattuale. Dove e’ dimostrabile, si puo’ ravvisare il reato di truffa, regolato dall’articolo 640 del codice penale.

Proprio per evitare questi rischi, le varie associazioni a tutela dei diritti dei consumatori (ADICONSUM, CODACONS, UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI, FEDERCONSUMATORI) hanno stilato un decalogo di regole per acquisti sicuri durante i saldi che si possono riassumere in queste seguenti:

  • confrontare il cartellino del prezzo pieno con quello ribassato;
  • controllare che i capi siano in buone condizioni
  • provare sempre i vestiti
  • evitare di acquistare capi privi di entrambe le etichette (quella di composizione e quella di manutenzione);
  • controllare che la merce in saldo sia quella stagionale;
  • la garanzia vale due anni dall’acquisto e quindi è consigliabile fotocopiare gli scontrini per evitare che sbiadiscano;
  • un negoziante convenzionato con la carta di credito è tenuto ad accettarla sempre.

Tenendo a mente questi utili consigli, i vostri acquisti saranno sicuramente più sicuri!

Mondo nuovo e competenze chiave

Di quali competenze abbiamo bisogno, che cosa dobbiamo sapere, su che cosa dobbiamo essere preparati per cavarcela (e farlo bene) nel mondo in cui viviamo, dove quasi tutto cambia e si rinnova ad ogni ciclo di pochi mesi?
Tra automazione, nuove tecnologie e il boom dell’utilizzo dei social network la realtà quotidiana, e non solo quella del lavoro, è molto cambiata negli ultimi quindici anni.

Comunicazione, informazioni, relazioni, sono campi fondamentali della nostra vita che hanno cambiato dinamiche in pochissimo tempo, segnando una distanza e differenze enormi tra le ultime generazioni e il loro modo di fare tutto: dal viaggio alla ricerca del lavoro, dagli acquisti alle nuove amicizie.
E allora, da dove cominciare? L’UE ha individuato le competenze indispensabili, chiamate competenze chiave, di cui non possiamo fare a meno, quelle che ci permettono di realizzare la nostra personalità, di essere cittadini attivi, sia dal punto di vista sociale che lavorativo (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio).

Eccole, sono otto e forse ad alcune non avevate mai pensato:
comunicazione nella madrelingua
Si tratta della capacità di manifestare e decodificare concetti, idee, sentimenti, avvenimenti, sia in forma parlata che scritta. La diamo tutti per scontato, ma non lo è per niente: tre persone su dieci in Italia non sanno capire quello che leggono nella loro lingua (quello che si dice analfabetismo funzionale)
comunicazione nelle lingue straniere
Lo sappiamo bene, non brilliamo per conoscenza di altre lingue straniere, che invece sono fondamentali non solo per viaggiare e per lo svago, ma per comprendere concetti che fanno parte della nostra vita quotidiana (possiamo condividere o meno questa scelta, ma le nostre stesse istituzioni usano sempre più spesso parole come policy, welfare, stakeholder, voucher, premier e molte altre: ma cosa significano?), per comunicare con persone di altre culture, avere maggiori possibilità sul lavoro (e anche più amici).
competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
Sempre più difficile: come stiamo a capacità di utilizzare il pensiero matematico? Di mettere in relazione dati e numeri? Interpretare percentuali e proporzioni? Ecco, queste competenze ci permettono di capire cose molto semplici ma anche concetti complessi: se l’offerta al supermercato è veramente vantaggiosa, o se la voce che gira sul fatto che siamo invasi dagli stranieri è basata o meno su fatti e numeri (per esempio, ecco un grafico col quale possiamo confrontare la nostra percezione della realtà sull’argomento)
competenza digitale
Non si tratta solo di usare i social media e lo smartphone, ma di farlo in maniera consapevole (ad esempio, sappiamo come gestire i nostri dati e la nostra presenza online?) e in vari ambiti (personale, lavorativo, comunicativo) per sfruttare tutte le possibilità che le nuove tecnologie ci offrono, senza essere “usati” dalle tecnologie stesse.
imparare ad imparare
Gli esami non finiscono mai, sempre più vero. Un mondo che evolve in fretta ci offre tantissimi vantaggi in fatto di innovazione e opportunità, ma richiede anche di imparare, periodicamente, nuove abilità. A scuola si dovrebbero apprendere concetti di base su cui poi costruire altre conoscenze, ma soprattutto un metodo di studio, che poi useremo da soli più avanti, ogni volta che ne avremo necessità.
competenze sociali e civiche
No, il bon ton non c’entra molto. Si tratta di avere capacità comunicative e conoscenze per poter partecipare efficacemente e costruttivamente alla vita sociale e lavorativa. Conoscere le regole del gioco, capire ciò che è accettabile o meno per vivere in armonia in una società composita e multiculturale in cui tutti abbiano il proprio spazio e la propria voce, conoscano i propri doveri e vedano tutelati i propri diritti.
spirito di iniziativa e imprenditorialità
Come faremmo senza? Dal progetto più piccolo (la festa con gli amici) ad una vera e propria impresa (un tirocinio all’estero), è indispensabile saper tradurre le idee in azione. Qui entrano in gioco creatività, innovazione e assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire tempi e risorse per raggiungere i nostri obiettivi.
consapevolezza ed espressione culturale
Non si vive di solo pane e nutella. L’essere umano si esprime e si realizza in una varietà di forme artistiche di cui non possiamo fare a meno. Si tratta di essere consapevoli dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni attraverso un’ampia gamma di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive.

Vi sembrano troppe? Dopo aver capito meglio di cosa si tratta, potreste pensare di poter fare a meno di qualcuna di questa capacità?

corpo europeo di solidarietà

L’Europa investe nei giovani con il Corpo di solidarietà

L’istituzione, da parte della Commissione Europea, del Corpo europeo di solidarietà è l’iniziativa che si rivolge concretamente a due obiettivi fondamentali dell’Unione: la solidarietà tra popoli e cittadini, e la necessità di investire nei giovani e nella loro formazione.

Come si conciliano queste due grandi priorità in un’unica azione?
I giovani tra i 18 e i 30 anni possono candidarsi per far parte del nuovo Corpo europeo di solidarietà e avranno così la possibilità di essere inseriti in un progetto di volontariato o di tirocinio, o di svolgere un lavoro per un periodo da 2 a 12 mesi, nel proprio paese o all’estero.
I partecipanti potranno impegnarsi, a scelta, in un’ampia gamma di attività e settori tipo istruzione, assistenza sanitaria, integrazione sociale, assistenza nella distribuzione di prodotti alimentari, costruzione di strutture di ricovero o simili, accoglienza, assistenza e integrazione di migranti e rifugiati, protezione dell’ambiente e  prevenzione di catastrofi naturali (ma non solo).
In questo modo i giovani interessati avranno l’opportunità di dare un contributo concreto alla società e al cambiamento e al tempo stesso di acquisire un’esperienza pratica e competenze di grande valore per la loro vita personale e lavorativa.

Per partecipare è richiesta la cittadinanza europea o la residenza in uno dei paesi membri e, naturalmente, l’adesione alla missione del corpo di solidarietà, cioè costruire una società più inclusiva e rispondere ai problemi sociali, e ai principi che la ispirano. Sia i partecipanti che le organizzazioni che ne faranno parte hanno  come punto di riferimento i valori e i principi promossi dall’UE, come il rispetto per la dignità e diritti umani, e credono nella promozione di una società giusta ed equa nella quale predominino il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza.
Le attività di volontariato si svolgeranno in modo simile allo SVE – Servizio Volontario Europeo, con viaggio, vitto e alloggio finanziati. Le attività di tirocinio, apprendistato e lavoro saranno invece retribuite secondo la normativa del paese in cui l’attività si svolge.
Ogni giovane partecipante potrà gestire in ogni momento la propria disponibilità a partecipare al corpo di solidarietà, modificando i dati inseriti, e potrà accettare o rifiutare le offerte di collaborazione che gli verranno proposte.
Il corpo di solidarietà, per cui ci si può iscrivere in qualsiasi momento, è partito con i primi progetti a primavera del 2017.

Per maggiori informazioni vedi il sito ufficiale o passa a trovarmi all’Informagiovani!

sociale

Biglietto o abbonamento bus a portata di un click

Quante volte vi sarà capitato di non avere a disposizione l’auto e quindi dover prendere l’autobus ad Ancona e dintorni. Ma prima di partire, all’ultimo minuto, vi siete accorti di non aver acquistato il biglietto o aver finito il carnet comprato qualche tempo fa. Il tempo è poco non potete andare in edicola o tabaccheria, magari non avete i soldi in moneta per acquistare il biglietto una volta saliti sul bus.

Il rischio è di perdere l’autobus o viaggiare incorrendo in una salata multa (speriamo non scegliate l’opzione di viaggiare senza biglietto)!

Da qualche mese tutto questo è possibile evitarlo grazie a Conerobus che ha attivato un nuovo servizioInvia un sms e Sali a bordo”. 

Nell’era digitale per usufruire del servizio non è necessario neanche scaricare una App o iscriversi a un sito internet, basta inviare un SMS al numero 4880883 con testo “ATMA”, scritto sia in maiuscolo che in minuscolo. Dopo pochi istanti si riceve un SMS di risposta. Si sale sul bus facendo attenzione a conservare l’SMS che va esibito in fase di controllo. In tal modo si acquista un biglietto urbano al costo di 1,50€, importo scalato dal conto e/o credito telefonico, a cui si aggiunge sempre il costo dell’ SMS che varia a seconda del proprio operatore telefonico. Il biglietto ha validità 100 minuti dalla ricezione dell’SMS.

Se invece state pianificando il vostro tragitto e non vi è comodo andare in rivendita per acquistare il biglietto, potete ricorrere all’app “MyCicero” scaricabile gratuitamente.

È prevista la possibilità di cercare gli orari e le fermate vicine indicando un indirizzo di partenza e di arrivo. Dall’apposita sezione ‘Trasporto’ – ‘Biglietteria’, oppure direttamente dalla soluzione di viaggio scelta acquistate il biglietto.

Si paga contestualmente all’acquisto con Carta di Credito (circuiti Visa e Mastercard), con Bemoov, Satispay oppure utilizzando un borsellino ricaricabile.

Il biglietto acquistato viene scaricato all’interno dell’app nella sezione Trasporto e va obliterato prima di salire a bordo, premendo il bottone ‘Attiva’ nella app oppure inquadrando il Qrcode presente all’ingresso del bus o al suo interno.

Infine anche chi usufruisce dell’abbonamento può risparmiare tempo comprandolo on line. Infatti è possibile acquistare tutti i tipi di abbonamenti, ordinari e studenti, urbano ed extraurbano di durata da 30 giorni a 360 giorni, dal sito Conerobus.

Se sei uno studente nella procedura d’acquisto dovrai obbligatoriamente compilare anche l’autocertificazione on-line, condizione vincolante al buon fine della transazione. Se sei al tuo primo abbonamento puoi caricare i tuoi dati anagrafici e procedere all’acquisto. Riceverai a casa la tessera, alla quale dovrai inserire la tua foto, unitamente all’abbonamento.

L’abbonamento verrà spedito con posta prioritaria all’indirizzo da te indicato nella tessera entro sette gorni. Durante l’attesa è possibile utilizzare la ricevuta di pagamento on-line, spedita immediatamente all’indirizzo e-mail fornito.

Il pagamento avviene, esclusivamente, con carta di credito (VISA o MASTERCARD) e non sono previsti costi aggiuntivi, spese di spedizione sono a carico della Conerobus S.p.A. Per qualsiasi dubbio o disguido è possibile contattare la Conerobus.

Per viaggiare con serenità bastano veramente pochi click prima di avere a portata di mano un biglietto o abbonamento!

sociale

Referendum costituzionale: modalità per votare

Domenica 4 dicembre si terrà il referendum sulla riforma costituzionale in Italia. Le operazioni di voto per il referendum costituzionale si svolgeranno dalle ore 7 alle ore 23, a seguire lo scrutinio.

In tale occasione gli italiani sono chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della costituzione.

Ricordiamo che per la validità del referendum costituzionale confermativo non è previsto dalla legge un quorum di validità. A differenza che per il referendum abrogativo, non si richiede, che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto. L’esito è valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.

Vediamo nel dettaglio quale il quesito che troveremo stampato sulla scheda:

Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione» approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?

Per poter votare al referendum l’elettore deve presentarsi al seggio con la sua tessera elettorale e con un documento di riconoscimento al fine di essere identificato.

La tessera elettorale è il documento che consente l’esercizio del diritto di voto, questa viene rilasciata al momento dell’iscrizione nelle liste elettorali del Comune.

Per il rilascio delle tessere elettorali, dei duplicati, di una nuova tessera qualora siano esauriti gli spazi, è necessario rivolgersi al personale dell’Ufficio Elettorale, magari qualche giorno prima del referendum, nonostante anche il giorno stesso saranno previste aperture straordinarie.

La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori. Quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti e tutti coloro che prestano servizio al seggio, cioè i componenti dell’Ufficio elettorale di sezione, le Forze dell’ordine e i rappresentanti di partito e di comitato promotore del referendum, designati dai partiti e dai comitati stessi.

Chi non rientra in tali categorie può votare nel seggio di iscrizione elettorale del comune di residenza, usufruendo di agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave (ad esempio tutti gli studenti fuori sede).

Gli elettori residenti all’estero hanno la possibilità di venire a votare in Italia. Anche chi si trovi temporaneamente all’estero (periodo minimo di tre mesi), per motivi di lavoro, studio o cure mediche ha la facoltà esercitare il diritto di voto per corrispondenza nella circoscrizione estero previa espressa opzione. Tutte le casistiche sono consultabili sul sito del Ministero dell’Interno. Ma per il referendum costituzionale del 4 dicembre l’indicazione della scelta doveva pervenire al comune d’iscrizione nelle liste elettorali entro il giorno 8 ottobre 2016 (con possibilità di revoca entro lo stesso termine).

Votare è un diritto, reperire le informazioni utili in tempo, permette di esercitarlo!

Solidarietà con Mani Tese: bastano poche ore

Magari bastasse un sogno, una buona intenzione per fare solidarietà; invece servono anche i fatti, servono soldi.

La forza dell’associazione Mani Tese sta proprio nell’ unire l’altruismo alla capacità di raccogliere denaro e utilizzarlo per progetti concreti.

Torna  “Molto più di un pacchetto regalo”, la campagna natalizia di sensibilizzazione e raccolta fondi rivolta alla clientela delle librerie La Feltrinelli.

L’iniziativa vuole sostenere i progetti di cooperazione internazionale nell’ambito della campagna “I exist” contro le schiavitù moderne.

Verranno supportati il progetto di prevenzione del lavoro minorile e di promozione dei diritti dei lavoratori dell’industria tessile in India, la realizzazione di un centro di accoglienza per bambini e bambine vittime di trafficking in Cambogia e la lotta al traffico di esseri umani attraverso l’istruzione e la salute in Bangladesh.

La campagna di solidarietà “Molto più di un pacchetto regalo” è giunta quest’anno alla sua decima edizione.

Si cercano oltre 5000 persone che abbiano voglia di trascorre un Natale diverso.

Sarà sufficiente dedicare un po’ del proprio tempo nelle librerie La Feltrinelli partner dell’iniziativa dal 3 al 24 dicembre 2016.

Il loro compito sarà quello di confezionare i libri e gli oggetti acquistati per i clienti delle librerie.

Ogni punto vendita avrà uno spazio dedicato a Mani Tese, dove i volontari, armati di carta regalo, scotch e decorazioni natalizie, raccoglieranno le offerte di coloro che si faranno impacchettare i regali acquistati.

Tutti possono partecipare alla campagna in qualità di volontari.

Gli unici requisiti richiesti sono di aver compiuto 16 anni e di poter offrire almeno 4 ore del proprio tempo.

Per diventare volontari occorre compilare il form on line indicando le proprie disponibilità di date e città.

Tra le città interessate c’è, come gli scorsi anni, anche Ancona.

Carta d’identità elettronica, via la carta!

Nella vita quotidiana, molto più spesso del previsto, ci viene richiesta un’attestazione, un riconoscimento della nostra identità, pensiamo alle varie operazioni che ogni giorno svolgiamo: in banca, alle poste, per un acquisto con carta di credito, per viaggiare, ecc…

Il documento d’identità per eccellenza di cui si parla è la carta d’identità, poi esistono documenti di riconoscimento equipollenti come ad esempio: il passaporto e la patente di guida.

Ma che cos’è la carta d’identità? E’ un documento di identità, munito di fotografia, rilasciato dallo Stato tramite i Comuni, su supporto cartaceo, magnetico o informatico, con la finalità di dimostrare l’identità personale del titolare.

Grazie al possesso della carta di identità la persona può circolare liberamente all’interno dello stato italiano e dei paesi membri dell’Unione europea e nei Paesi con cui lo stato italiano ha accordi, motivo per cui ogni persona è tenuta ad avere sempre con sé questo documento.

Dal luglio 2016 il Comune di Ancona ha avviato l’emissione della nuova Carta di Identità Elettronica (CIE) , infatti l’amministrazione è stata selezionata dal Ministero dell’interno, come ente di sperimentazione di questo procedimento.

La carta d’identità elettronica è l’evoluzione della cartacea, ha le dimensioni di una carta di credito, è realizzata in materiale plastico ed è dotata di sofisticati elementi di sicurezza e di un microchip che memorizza i dati del titolare.

La durata varia secondo le fasce d’età di appartenenza: 3 anni per i minori di età inferiore, 5 anni per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni, 10 anni per i maggiorenni

A seguito della sperimentazione sono cambiate le modalità di emissione, vediamo in che modo.

Il cittadino deve recarsi nel Comune di residenza, all’ufficio Servizio Carta d’identità elettronica, munito di una sola foto-tessera, in formato cartaceo od elettronico, su un supporto USB e fornire i propri dati firmando un modulo di riepilogo degli stessi.

In caso di primo rilascio si deve esibire all’operatore Comunale un altro documento di identità in corso di validità. In caso di rinnovo o deterioramento del vecchio documento quest’ultimo deve essere consegnato all’operatore. Inoltre il cittadino ha la facoltà di fornire il consenso o il diniego o astenersi rispetto alla scelta della donazione degli organi. Ai maggiori di dodici anni vengono acquisite anche le impronte digitali.

Il documento viene spedito a domicilio dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, entro sei giorni lavorativi oppure può essere ritirato presso il Comune, ma non viene più rilasciato contestualmente al momento della richiesta.

La nuova CIE costa 22,21 euro, che vanno pagati allo sportello comunale prima di avviare la pratica di rilascio.

Chi è in possesso della carta d’identità cartacea non deve far nulla, i documenti rimangono validi fino alla loro naturale scadenza. Tutte le nuove emissioni sono elettroniche visto che garantiscono standard di sicurezza maggiori rispetto al documento utilizzato fino ad oggi.

Zona di comfort

La zona di comfort

Per trovare lavoro, per realizzare degli obiettivi, oggi è necessario uscire dalla propria “zona di comfort”. Sono quasi certa che anche tu, caro lettore, avrai sentito dire questa frase almeno una volta nella vita. Anzi negli ultimi anni, da quando finalmente ci siamo modernizzati,  i corsi si chiamano workshop, l’immagine personale si chiama brand e ci sentiamo tutti un po’ più internazionali.

I disoccupati purtroppo si chiamano ancora disoccupati, ma è perché si ostinano a non uscire dalla propria zona di confort.  Quella famosa zona, di cui magari avrai sentito parlare all’ultimo workshop sull’empowerment delle skills personali. No, non era un corso in inglese, come hai pensato per tutta la prima ora, era in italiano. Ma tu  hai perso la metà dei contenuti perché ti ostini a non studiare il vocabolario di oggi, a non modernizzarti. Sei ancora nella tua zona di confort. E quindi scommetto che sei tornato a casa con la decisa intenzione di uscire finalmente da quella stramaledetta e confortevole zona in cui sei rimasto seduto per anni. E hai iniziato ad analizzarla. Quella “zona” del tuo quotidiano, in cui non hai lavoro, vivi ancora con i tuoi, sei nella tua confortevole cameretta di quando avevi 12 anni, litighi ogni giorno con tua madre perché questa casa non è un albergo, mangi vegano perché i tuoi sono più alla moda di te e invece della bistecca cucinano veggy burger.

A una prima analisi non ti sembra esattamente una zona di comfort. E ti senti un po’ preso in giro da quel formatore che parlava tutto strano. In effetti, pensi, sei stato abbastanza eroico per sopportare tutto quel “confort” fino ad oggi. Ma non ti scoraggi, accendi il pc ed inizi a navigare alla ricerca delle piattaforme di formazione, di auto promozione, corsi, informazioni: tutto quello che potrebbe portarti fuori da quella “confortevole” zona morta. Lui, il formatore sapiente e trilingue, non sa che anche dentro la più buia delle zone comfort può nascondersi il più grande dei guerrieri, il più spavaldo degli esploratori. Con un sorriso di sfida pensi che sei pronto ad informarti su tutto l’iperuranio, ad esplorare ogni galassia lavorativa, a studiare anche di notte, a tampinare (stalkerare anzi) ogni possibile datore di lavoro con i mezzi più sofisticati… ce la farai. Ma a fare cosa, esattamente??

Improvvisamente, con la testa piena di informazioni prese dal mare di internet, ti guardi allo specchio, con gli occhi sgranati e l’espressione pesantemente sconfortata. Una vocina dentro di te ti dice che quell’uscita dalla zona comfort è molto più sconfortante del previsto. Quella vocina forse non ha tutti i torti, ma se l’ascolti meglio forse ti dirà anche da dove cominciare. Per esempio dal cercare prima dentro di te quali sono i tuoi desideri profondi. A chiederti chi sei e cosa ti fa stare bene, prima di chiederti cosa sia vendibile oggi. A conoscerti meglio e darti fiducia, per poi iniziare a cercare la tua strada fidandoti anche del tuo istinto. Insomma, in poche parole, quella vocina potrebbe dirti come costruire dentro di te una reale zona di comfort, come farla crescere e renderla ogni giorno più forte, riempirla delle tue passioni, delle tue convinzioni, di ciò che è importante e portarla sempre con te. Quella zona sarà un ottimo alleato, con cui potrai esplorare e sperimentare luoghi e attività nuove senza paura.  E se vorrai potrai comunque darle un nome in inglese, che fa sempre scena. Se la custodirai a dovere sarà una zona in cui far crescere tante skill. O, più “banalmente”, l’amore per te stesso e la tua autostima. Un brand a prova di bomba!

eat me 1 ottobre

Eat me

Torna il nostro appuntamento con #atuttoschermo, i film visti da noi. Il film di ottobre, che vi presenteremo già il prossimo sabato 1 ottobre, è il documentario sui disturbii alimentari Eat Me realizzato curato dal centro Heta, realtà di riferimento nel panorama regionale sul tema dell’alimentazione. Per questa occasione abbiamo organizzato un duplice appuntamento.

Alle 17 verranno presentate le attività dell’Associazione per la stagione 2016-17 e la fitta rete di collaborazioni attivate per studiare e affrontare da più versanti e in più ambiti la problematica, ormai epidemica, dei Disturbi del Comportamento Alimentare (ormai 40000 donne colpite nelle sole Marche; ancora solo il 40/50% degli affetti intraprende, in Italia, un percorso terapeutico).

Nelle scorse settimane, il Centro Heta ha stipulato convenzioni e accordi volti a sviluppare progetti di ricerca, prevenzione e cura con soggetti pubblici, come Unicam, Ateneo di spicco nell’ambito delle ricerche biologiche e nutrizionali, e privati come Co.Gi.To., consorzio di cooperative di servizi assistenziali sorto nel 2015, e Happiness Group, circuito marchigiano di fitness club tra i più rilevanti in Italia. In collaborazione con questi diversi attori, con la consulenza dello staff di strutture di eccellenza nella cura dei DCA come Villa Miralago (Varese), l’Associazione intende ampliare le prospettive di intervento e dare consistenza a una vera e propria rete.

Nell’incontro, verranno presentate le iniziative di prossimo avviamento: la proposta avanzata al Tavolo Tecnico Regionale sui DCA dal Centro Heta, in collaborazione con Unicam e Co.Gi.To., per costituire una comunità terapeutica in tempi brevissimi sul territorio regionale, in località Esanatoglia (MC); i progetti di ricerca clinica ed epidemiologica formulati con Unicam e Villa Miralago; la nuova campagna di prevenzione e informazione Eat Me 2016-2017, che anche quest’anno toccherà numerose località e aggiungerà al docufilm omonimo, in ultimazione, altri materiali di spunto ricavati dal lavoro clinico quotidiano svolto a Heta e in altri centri nazionali, e vedrà il lancio di un contest video rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado, con premiazione in occasione della prossima Giornata del Fiocchetto Lilla; la convenzione con Happiness Group e il progetto di elaborazione di protocolli volti a monitorare e accreditare quelle realtà nei cui contesti spesso si ha una maggiore incidenza del disturbo, come palestre, consorzi sportivi, club; le attività di formazione del centro che quest’anno coinvolgeranno enti privati e pubblici e culmineranno in un’occasione di formazione intensiva per operatori nel marzo 2017.

Parteciperanno rappresentanze delle autorità cittadine, e dei partner in collaborazione con Heta: Fanpia Onlus e il Centro Oltre, Cooperativa Co.Gi.To., Unicam, Happiness Group, Tornaconto & C, Fideuram, Idea Psicologia. Modererà Giovanni Iannelli, Direttore Rai Marche
Alle 18 sarà la volta di “Eat Me” il docufilm pensato con l’obiettivo di offrire uno scorcio diretto ma non spettacolarizzato sui disturbi del comportamento alimentare. Un tentativo di abbandonare la retorica del dolore per addentrarsi nelle fitte dinamiche del problema. Una narrazione intima e profonda in cui ciascun protagonista ha potuto raccontarsi e raccontare. Work-in-progress nato seguendo le storie di soggetti sofferenti di un Disturbo del Comportamento Alimentare, giunto ormai vicino alla versione definitiva grazie al successo della campagna crowdfunding terminata lo scorso giugno, in questa occasione verrà presentato arricchito di ultimissimi materiali. Saranno presenti i registi Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti. Il film sarà introdotto da Luca Pierucci, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Marche.

L’ingresso è gratuito, alla fine verrà offerto un buffet e voi siete tutti invitati!

Borsa

BORSE LAVORO OVER 30

La Regione Marche ha approvato l’avviso pubblico per l’assegnazione di 1000 borse lavoro per over 30, di cui 302 destinate alla provincia di Ancona. Con questo bando la regione intende favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo di persone di età compresa tra 30 e 65 anni, disoccupate certificate, residenti nelle Marche, con basso reddito ISEE e a prescindere dal titolo di studio, offrendo loro anche una possibilità di riqualificazione professionale.

Un soggetto che abbia i requisiti sopra descritti e che intende partecipare al bando dovrà cercare un datore di lavoro privato (impresa o ente senza fini di lucro) o uno studio professionale con il quale ideare e concordare un progetto di borsa lavoro da svolgere al suo interno per un periodo di 6 mesi, con un orario minimo di 25 ore settimanali e con una retribuzione di 650,00 euro lordi al mese.

Le borse lavoro in nessun caso configurano un rapporto di lavoro con i soggetti ospitanti.

Come il soggetto ospitato, così anche il soggetto ospitante deve rispondere al requisito della residenza in regione, requisito che si applica alla sede legale od operativa, e ad un’altra serie di requisiti previsti da bando.

Non è così semplice individuare una potenziale azienda ospitante; in questo, però, un aiuto viene fornito dai CIOF (Centri per l’Impiego) i quali pubblicano sul loro sito le disponibilità da parte delle aziende ad accogliere borsisti. Per la provincia di Ancona potete consultare la pagina dedicata alle offerte di lavoro di aziende private.

Un ulteriore aiuto lo potete trovate anche presso l’Informagiovani di Ancona che mette a disposizione degli utenti un apposito book con le offerte relative a questo bando.

Una volta individuata l’azienda ospitante e concordato con essa il progetto di borsa lavoro, il borsista dovrà presentare apposita domanda sia telematicamente attraverso il sistema informatico della regione, SIFORM,sia per raccomandata A/R  ad uno degli indirizzi indicati da bando.

Il termine di presentazione delle domande, inizialmente fissato per il 30/09/2016, è stato prorogato al 24 ottobre 2016.