Corsi di laurea: numero chiuso o programmato

Qual è la differenza tra corso di laurea a numero chiuso ed accesso programmato nazionale?

Quando scegliete un percorso di laurea universitario vi capita di leggere queste due diciture e magari avere qualche dubbio.

Alcuni studenti del quarto o quinto anno degli istituti superiori contattano gli operatori del servizio Informagiovani per capire meglio di che cosa si tratta e come procedere per iscriversi al corso di laurea di interesse.

Il sistema universitario italiano prevede due cicli di formazione superiore: la laurea triennale (1° ciclo) e la Laurea magistrale (2° ciclo). Esistono, inoltre, le lauree magistrali a ciclo unico di durata di 5 o 6 anni.

Il termine “corso di laurea a numero chiuso” viene utilizzato di solito per indicare quei corsi di laurea per i quali c’è un numero definito di posti disponibili, che però viene stabilito dalla singola università. Nell’autonomia dell’Ateneo rientra la scelta di rendere un corso di laurea a numero chiuso o meno. Questi test d’ingresso sono organizzati dai singoli atenei. Non precludono l’iscrizione al corso di laurea ma permettono di individuare lacune da colmare entro il primo anno di università. In questi anni, seppur dibattuti e con obbiettivi differenti, sono aumentati i corsi di laurea a numero chiuso, con prova selettiva all’ingresso.

Quando si parla di corsi ad “accesso programmato nazionale”, si fa riferimento a corsi di laurea per i quali il numero dei posti disponibili viene stabilito a livello nazionale con un decreto del Ministero dell’Istruzione, che stabilisce la data del test, il numero di domande e la modalità.

I corsi di laurea ad accesso programmato sono: Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria in lingua italiana, Medicina e chirurgia in lingua inglese, Medicina e veterinaria, Architettura, Professioni Sanitarie.

Nel sito del Ministero è disponibile l’elenco delle date delle prove nazionali di ammissione 2020/2021 e potete consultarlo al seguente link.

Inoltre sono disponibili tutte le prove degli anni precedenti in modo tale da poter consultare le modalità ed i contenuti delle prove.

Nei siti dei singoli atenei viene pubblicato ogni anno il bando per l’accesso a questo tipologia di corsi di laurea. A seguire la pagina dove è possibile consultare tutti i bandi per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato previsti dall’Università Politecnica delle Marche per l’anno 2020/2021.

Per maggiori informazioni o aggiornamenti in itinere sulle modalità di accesso ai corsi di laurea promossi dai vari atenei (privati e pubblici), potete contattarci per una ricerca ad hoc approfondita.

Università: sì o no? Orientamento

Gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori  sono concentrati fino a giugno per la preparazione dell’esame di maturità e non solo. Infatti con i professori programmano e partecipano agli open day di orientamento promossi dalle singole università.

Alcuni hanno le idee chiare da tempo, altri sono indecisi tra due o più percorsi universitari, altri non sanno se continuare a studiare o meno.

Scegliere che cosa si vuole fare da grandi, orientarsi dopo il diploma e prendere decisioni consapevoli sul proprio futuro non è di certo un passo facile, una scelta da prendere a cuor leggero.

Alcuni percorsi di studio che gli studenti possono scegliere hanno già una forte vocazione professionale e presuppongono quindi una chiara idea sul tipo di lavoro che si vuole svolgere in futuro.

Ancor prima di reperire informazioni dall’esterno consigliamo agli studenti di riflettere sulle proprie  attitudini e interessi personali. Per individuare il settore verso cui indirizzare la propria formazione è fondamentale esaminare le proprie capacità, capire che cosa si adatta di più alle caratteristiche personali. Inoltre è importante tenere valutare quanta voglia di studiare si ha, perchè intraprendere un percorso universitario significa investire almeno altri tre anni in studio.

Tra i fattori da chiarire mettiamo la visione del lavoro, l’importanza assegnata alla realizzazione professionale, al tempo libero, al guadagno economico.

Per svolgere questa autoanalisi potete svolgere uno dei tanti test attitudinali e di autovalutazione on line a disposizione ma questi non potranno che essere lo spunto, il punto di partenza per sviluppare una riflessione sui valori fondamentali della vostra vita futura.

Dopo aver attuato questo primo step interiore e personale, se intendete proseguire gli studi, dovete scegliere il corso di laurea più adatto districandovi tra le tante offerte didattiche.

A questo punto è essenziale reperire quante più informazioni provenienti da fonte certa, ad esempio partendo dal sito Universitaly del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca dedicato ad accompagnare gli studenti nel percorso di studi.

Non vi affidate alle chiacchiere o al sentito dire, ma reperite informazioni sulle materie, sull’organizzazione del corso di laurea, sul piano di studi, sugli sbocchi professionali. Un grande supporto arriva dai siti delle singole università dove è presente l’ufficio orientamento dedicato alle future matricole.

A tal proposito ogni anno sono tante le attività di orientamento rivolte ai futuri diplomati, in cui potrete incontrare anche noi operatori del Servizio Informagiovani.

Le opportunità non mancano, a voi la volontà di coglierle!

Giovani cacciatori di bufale

Sempre più spesso sentiamo parlare di bufale e di fake news, termini usati indistintamente per indicare una notizia non vera.

Secondo il Vocabolario della Crusca il termine “bufala” deriva dall’espressione “menare per il naso come una bufala”, ovvero portare a spasso l’interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali per l’anello attaccato al naso.

Fake news, in inglese, significa notizia falsa, non una semplice burla ma proprio contenuti fuorvianti, infondati; vengono studiate allo scopo di agire sull’opinione pubblica.

Le fake news sono sempre esistite ma con l’avvento di internet e dei social network è decisamente più facile farle circolare.

Diverse possono essere le motivazioni che spingono a diffondere notizie false.

Man mano che le persone cliccano, ogni clic genera traffico nel sito che ospita la notizia falsa e il traffico di un sito può essere monetizzato. Molti clic  equivalgono a molte visualizzazioni e quindi un bene per gli sponsor che decidono di investire in pubblicità in quel sito.

Altre motivazioni potrebbero essere più pericolose e subdole: diffondere notizie parziali e senza fondamento può pilotare l’opinione pubblica su questioni delicate, di carattere sociale o politico.

Altre volte ancora invece il sistema delle fake news ha lo scopo di realizzare veri e propri attacchi personali.

Quanti di noi sono caduti nelle trappole delle bufale on line? Io credo tanti.

E se è vero che, come diceva Cicerone, esperentia (storia) magistra vitae, dagli errori precedenti impariamo, e quindi abbiamo certo imparato che esistono dei siti che aiutano a fare chiarezza sulle fake news.

Chi non ha mai sentito parlare di Bufale.net? Un portale che mette in evidenza le principali notizie false che girano in internet, nei social network e nelle app di messaggistica istantanea come Whatsapp. Ma ce ne sono anche altri. Per i più curiosi, consiglio di leggere questo articolo di Wired.

Dal momento che le fake news vengono veicolate ormai prevalentemente via internet e via social e visto che i più digitali sono i giovani, perché non insegnare loro come difendersi da tali “minacce”?

Va in questo senso il progetto YouthMythBustyers, finanziato dall’UE , di rafforzamento delle capacità dei giovani leader, che mira a promuovere l’impegno dei giovani e delle persone a rischio di esclusione sociale (NEET) per migliorare il loro pensiero critico e l’alfabetizzazione mediatica.

Il progetto parte dal presupposto reale che la stragrande maggioranza dei giovani di età compresa tra 16 e 29 anni usi giornalmente internet e i social ma pochissimi abbiano le competenze adeguate e ancora di meno dimostrino un pensiero critico durante la ricerca di informazioni on line.

A questo scopo organizza un corso di formazione on line gratuito su Fake News e Hate Speech rivolto ai giovani tra i 15 e i 25 anni sui temi di: alfabetizzazione digitale e la sua importanza, partecipazione attiva digitale e inclusione sociale, pensiero critico: Fake News e Hate Speech.

Il corso, che partirà a settembre 2020, sarà articolato in 7 moduli formativi alla fine dei quali, sotto la guida di formatori, potrete partecipare a delle esercitazioni pratiche per mettere alla prova le vostre capacità di “Cacciatore di Bufale”.

Il lavoro più creativo verrà premiato con un’esperienza presso una rivista online di fact checking.

Per partecipare è necessario compilare la domanda di iscrizione attraverso il form online dedicato entro venerdì 31 luglio 2020.

Ci sto? Affare fatica!

“Ci sto? Affare fatica! Facciamo il bene comune” è un’iniziativa, finanziata dalla Regione Marche e coordinata dal CSV Marche – Centro Servizi per il Volontariato – che segue come edizione regionale il progetto nazionale avviato nel 2016 dalla cooperativa sociale Adelante onlus su diverse zone del Veneto e finanziato da Fondazione Cariverona.

Per la prima volta quest’anno il progetto viene esteso a ben 14 comuni marchigiani, oltre ai soli 3 coinvolti lo scorso anno (Senigallia, Corinaldo e Ostra Vetere): Ancona, Osimo, Jesi, Pesaro, Fano, Pergola, Fossombrone, Porto San Giorgio, Fermo, Ascoli, San Benedetto, Recanati, Macerata, Camerino.

Lo scopo di questo progetto è di riempire di significato l’estate dei giovani cittadini di età compresa tra 16 e 21 anni coinvolgendoli in attività di volontariato nel periodo estivo.

Spesso in estate si registra un generale allentamento dei rapporti e un progressivo attenuarsi degli impegni sociali dei ragazzi, complice anche la chiusura delle scuole, delle associazioni sportive e delle realtà culturali giovanili.

Ci sto affare fatica” punta proprio a creare possibilità d’incontro e d’interazione in un periodo dove il confronto è difficile da trovare.

E’ un percorso che vuole dare vita ad occasioni di socialità di gruppo, puntando sul valore di squadra tra i giovani che vogliono sentirsi parte viva ed integrante della propria comunità.

Il percorso racchiude in sé più temi: lo scambio intergenerazionale; il valore della fatica profusa e il suo riconoscimento; un investimento educativo sul tempo estivo; la dimensione del gruppo, con attività importanti, che mettono al centro le relazioni tra pari, affiancati da adulti; la cura e la tutela dei beni comuni, educando le giovani generazioni a un processo virtuoso di custodia del proprio territorio, fornendo loro l’occasione di sentirsene responsabili.

Un’azione collettiva di cittadinanza attiva per il proprio territorio ancora più importante dal momento che arriva dopo mesi di scuola a distanza e di lockdown, durante i quali i ragazzi avevano perso la socialità.

Investire sul senso di comunità significa investire in un futuro di relazioni tra cittadini e nella solidità del tessuto sociale.

Obiettivo questo fondamentale per dare la possibilità ai giovani di crescere in città e in quartieri dove il vicino non è un conoscente qualunque ma un concittadino con il quale si condivide un senso di identità comune

I giovani partecipanti saranno impegnati una o più settimane, a loro libera scelta, a partire dal 27 luglio e fino al 4 settembre 2020 in svariate attività settimanali di cura del bene comune.

Saranno guidati da un giovane tutor e da un handyman, un volontario adulto capace di trasmettere piccole competenze tecniche/artigianali ai ragazzi che quindi sperimenteranno capacità personali e acquisiranno nuove competenze.

A ciascun partecipante sono consegnati dei “buoni fatica” settimanali del valore di € 50,00 da spendere in abbigliamento, spese alimentari, libri, cartoleria, tempo libero, materiale informatico negli esercizi commerciali convenzionati col progetto.

Anche ai tutor verrà riconosciuto un “buono fatica”, del valore di € 100,00.

Le attività delle squadre si svolgeranno prevalentemente all’aria aperta e nel rispetto delle misure per la sicurezza sanitaria.

Questa esperienza sarà via via raccontata attraverso la pagina fb facebook.com/cistoaffarefatica e il profilo Instagram.

Iscrizioni sul sito www.cistoaffarefatica.it.

Master: le differenti tipologie

Una volta conseguita la laurea gli studenti sono di nuovo di fronte ad una scelta per individuare la strada giusta per il proprio futuro.

Alcuni decidono di entrare nel mondo del lavoro, altri scelgono di continuare gli studi all’estero o in Italia. Una buona parte di laureati continuano gli studi iscrivendosi ad un corso di laurea magistrale, altri valutano l’iscrizione ad un master o ad un corso di perfezionamento. In tal caso la scelta è dettata dalla volontà di acquisire competenze più specifiche e settoriali di quante non siano già state fornite nel corso di laurea, dando la priorità alle attitudini maturate nel corso degli anni e che potrebbero essere decisive nella futura carriera professionale.

Infatti un master è un percorso di perfezionamento che arricchisce la formazione universitaria e non solo e rappresenta un ideale accesso al mondo del lavoro.

Per scegliere un master è fondamentale analizzare le proprie attitudini, conoscenze, competenze, capire i punti di forza e di debolezza in cui voler investire, confrontarsi con le figure professionali incontrate durante il percorso di studi, tenere conto dell’evoluzione del mercato del lavoro e raccogliere quante più informazioni possibili sull’ente promotore, sul piano di studio, sui docenti del master e sui potenziali contatti con le realtà lavorative per lo stage.

Esistono diverse forme e tipi di master: universitari e non, master executive, master post experience, post-laurea delle Business School; master full time, part time, formula week end o master a distanza.

master universitari sono soggetti a disposizioni di legge e sono parte integrante del sistema universitario. Sono suddivisi in due precise tipologie: i master di primo e di secondo livello. Ai primi si accede dopo un corso di laurea triennale ed hanno un approccio multidisciplinare. Mentre per accedere ai master di secondo livello bisogna possedere una laurea specialistica e sono indirizzati a fornire una massima specializzazione.

Entrambi i tipi di master prevedono un periodo di stage obbligatorio. Hanno una durata di almeno un anno e attribuisco almeno 60 crediti formativi universitari. Il titolo conseguito è un titolo post laurea di perfezionamento come riportato anche nel link del Ministero Università e Ricerca. Chi avesse una laurea quadriennali, conseguite prima della riforma, può accedere ad entrambe le tipologie di master universitari.

master non universitari sono organizzati da enti formativi privati, che ne definiscono autonomamente le caratteristiche presupponendo il possesso di una solida preparazione di base. Sono rivolti a laureati o laureandi sia della triennale sia della specialistica.

I master post-experience ed i master executive sono dedicati in modo particolare a chi già lavora ed ha la necessità di affinare e rendere più fruibili competenze già acquisite.

Al fine di sostenere la formazione post laurea la Regione Marche eroga voucher per l’iscrizione a master universitari e corsi di perfezionamento post laurea destinati a giovani disoccupati, inoccupati residenti da almeno 6 mesi in Regione, in possesso di una laurea con età inferiore a 36 anni.

Il contributo concorre alla copertura delle spese sostenute per l’iscrizione al Master come dettagliato nel bando che linkiamo. La domanda va presentata on line, non vengono formulate graduatorie ma sono ammesse a finanziamento le domande che ottengono un punteggio di almeno 60/100, valutate in ordine di arrivo. Tale voucher può essere richiesto fino ad esaurimento fondi e comunque non oltre il 31 dicembre 2020.

Gli studenti interessati a valutare i master dei quattro atenei presenti in Regione possono reperire informazioni e aggiornamenti qui: Università Politecnica delle Marche,  Università di Macerata, Università di Camerino, Università di Urbino

Oggi un master è quasi un must visto che il mercato del lavoro è sempre più competitivo, non sono sufficienti professionalità acquisite solo attraverso l’apprendimento delle conoscenze specifiche, è fondamentale il periodo di stage che può concretizzarsi in una possibilità in più per entrare nell’organico dell’azienda ospitante.

 

Diplomati agli Open day universitari

Conclusi gli esami di maturità i neodiplomati avranno un’estate più o meno di relax, in base alle decisioni prese per il proprio futuro professionale.

Alcuni studenti continuano gli studi iscrivendosi ad un percorso di laurea, molti decidono prima di concludere le scuole superiori, altri attendono per effettuare o perfezionare la scelta.

Chi ha deciso di iscriversi ad un corso di laurea a numero chiuso, dopo una breve pausa, deve necessariamente riprendere gli studi per prepararsi ad affrontare il test di ingresso, le cui date sono stabilite a livello nazionale e disponibili nel sito del Miur.

Alcuni gruppi di studenti diplomandi o diplomati, guidati da tutor delle associazioni studentesche universitarie, hanno approfittato della sala conferenze dell’Informagiovani per prepararsi insieme ad affrontare i test d’ingresso. Chiunque voglia può utilizzare la sala gratuitamente, chiediamo di comunicare il giorno e il numero di persone presenti per organizzare al meglio gli spazi e non sovrapporre le iniziative.

Chi ha scelto di iscriversi ad un percorso di laurea non a numero chiuso, spesso pensa prima alla vacanza estiva, rimandando a dopo ferragosto le incombenze per l’immatricolazione. Suggeriamo comunque di tenere sotto controllo i siti delle università visto che nei mesi estivi escono i bandi per le borse studio, le comunicazioni relative alla possibilità di sostenere, per chi non lo avesse già fatto, il test di conoscenze, obbligatorio per tutti i corsi di laurea ma non vincolante ai fini dell’iscrizione.

Veniamo infine a chi si trova in alto mare con la scelta universitaria, nulla è perduto! Basta informarsi ed approfittare degli open day promossi dalle singole università organizzati anche nei mesi estivi. Sono occasioni da sfruttare per scegliere e reperire quante più informazioni possibili sul percorso di studi futuro.

Ad esempio l’Università Politecnica delle Marche organizza appuntamenti in cui viene presentata l’offerta formativa dell’Ateneo e le modalità di partecipazione al test di verifica delle conoscenze. La partecipazione agli open day (quest’anno on line) è gratuita, ma è richiesta la registrazione partendo dal sito dedicato all’orientamento.

L’Università di Camerino propone gli open day denominati “Studente universitario per un giorno”.

A Macerata l’Università programma vari eventi per far conoscere l’offerta formativa, incontrando docenti e tutor dei vari corsi di laurea. Le proposte sono consultabili on line alla pagina orientamento.

Infine l’Università di Urbino propone eventi e open day on line per la presentazione dell’offerta formativa e le novità.

Per conoscere gli open days delle università, fuori dalla regione Marche, potete contattarci via mail o venire a trovarci all’Infomagiovani dove, con piacere, i nostri operatori saranno in grado di orientarvi per la futura scelta.

Working Holiday in Nuova Zelanda

Le destinazioni più famose per un Working Holiday sono sicuramente Australia e Canada, ma molti giovani stanno riscoprendo la Nuova Zelanda, soprattutto dopo che le sue montagne, valli e isole hanno fatto da sfondo alla saga del Signore degli Anelli (il regista è originario della Nuova Zelanda, e qui ci sono i particolari di dove sono state girate le varie scene).

Anche in Nuova Zelanda il visto per vacanza lavoro si chiama Working Holiday Visa, ed è dedicato ai giovani di vari paesi che vogliono conoscere il paese e lavorare per mantenersi nel frattempo. Essendo la Nuova Zelanda un paese che tiene molto all’equilibrio tra vita privata e lavoro, e in generale alla qualità della vita, è specificato che il visto è pensato soprattutto per chi ha intenzione di fare una vacanza, mentre il lavoro dovrebbe essere una attività secondaria: un ottimo inizio!

Il governo della Nuova Zelanda dedica una pagina ai cittadini di ogni paese, dato che lo stesso visto Working Holiday può avere caratteristiche leggermente diverse a seconda della cittadinanza. Nella pagina dedicata ai giovani di cittadinanza italiana ci sono le prime cose da sapere per chi vuole andare a fare questa esperienza:

  • l’età per richiedere questo visto è tra i 18 e i 30 anni
  • il visto dura 12 mesi
  • con questo visto si può anche studiare o fare un tirocinio, per un massimo di 6 mesi
  • con questo visto si può lavorare, a patto che non si lavori con lo stesso datore di lavoro per più di 3 mesi

La domanda per il Working Holiday Visa si fa online, e il numero di visti che la Nuova Zelanda concede agli italiani è illimitato, a differenza di quanto accade in Canada e Australia.

Ecco cosa serve per fare domanda di visto:

  • avere un passaporto valido (assicurati che abbia una validità di almeno 15 mesi al momento dell’ingresso nel paese)
  •  essere in buona salute
  • avere un “buon carattere” (c’è un test online da fare, per assicurarsi che non siamo attaccabrighe o teste calde ;-D)
  • dimostrare di avere sul conto almeno 4200 dollari neozelandesi, più una somma per comperare il biglietto aereo di ritorno
  • avere una assicurazione medica privata per tutto il periodo della permanenza in Nuova Zelanda
  • non aver ottenuto già un Working Holiday Visa per la Nuova Zelanda

Una volta fatta domanda, i tempi per ottenere una risposta sono di 30 giorni circa.

Il costo per la domanda è di 280 dollari, da pagare online con carta di credito e che non vengono rimborsati nel caso la domanda venga respinta. Una curiosità è che in questa quota è inclusa una piccola tassa per la conservazione dei beni culturali neozelandesi.

Sul sito ufficiale dell’immigrazione c’è anche una pratica guida per facilitare le persone che stanno per trasferirsi in Nuova Zelanda, con indicazioni su come organizzarsi per tutti gli aspetti indispensabili di cui occuparsi, prima dell’arrivo e subito dopo. Lo strumento online crea una check list di cose da fare per prepararti a partire, a seconda della tua situazione specifica e dei tuoi progetti, così da aiutarti a non dimenticare niente. Poi ci sono consigli per tutte le piccole cose indispensabili quando si va in un paese diverso: trovare un dottore, prendere la patente, trovare lavoro, conoscere i tuoi diritti, e tanto altro. C’è anche una sezione dedicata alla cultura locale e alle abitudini di comunicazione e socializzazione, per non farti sentire un pesce fuor d’acqua!

Estate: tempo di vacanze

Cosa vi viene in mente quando parlate di estate? Molto probabilmente le vacanze!

Mai come quest’anno, però, il tema vacanze è appeso a un filo, a causa delle misure restrittive attuate dal Governo per il contenimento della pandemia dovuta al Covid-19 che hanno profondamente colpito il settore del turismo, sia nazionale che internazionale.

Vero è che in queste ultime settimane, man mano che vengono allentate le misure restrittive, assistiamo a una seppur lieve ripresa del desiderio di riprendere a viaggiare. La ripresa, però, dipenderà non solo dalle regole, ma anche da cosa vorremo fare noi.

La stragrande maggioranza delle persone ha deciso, infatti, di optare per la riscoperta del proprio Paese, dicendo addio ai viaggi all’estero.

Anche se sono stati riaperti certi confini, tuttavia, molti viaggiatori sono scoraggiati dall’ipotesi di eventuali quarantene o dalla possibilità che tra il momento della prenotazione e quello del viaggio cambino le cose.

Per questo quest’anno si opterà per un “turismo di prossimità”, ossia vacanze non troppo lontano da casa, e per un turismo “più povero* e “forse anche più breve”, come ha previsto il Touring Club.Perché le persone viaggino, infatti, non basta che qualcuno dia loro il permesso di farlo ma serve anche avere soldi da parte e non aver usato tutte le ferie tra marzo e aprile come invece hanno dovuto fare molti dipendenti sia privati che pubblici.

Al fine di aiutare il settore turistico in Italia, il nostro Governo ha allora predisposto il BONUS VACANZE 2020, una delle misure previste dal Decreto Rilancio a sostegno della famiglia e dei cittadini per la fase 2 dell’emergenza.

Cerchiamo di capire meglio come funziona.

COS’È

Il bonus vacanze o tax credit vacanze consiste in un credito a favore dei nuclei familiari, costituiti anche da una sola persona, che decidono di trascorrere le proprie vacanze presso una struttura ricettiva italiana.

CHI PUÒ RICHIEDERLO

Tutte le famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro. Può essere richiesto da un solo componente per nucleo familiare, indipendentemente dal numero di persone che usufruiscono della vacanza.

Per il calcolo dell’ISEE è necessaria la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU), che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare e ha validità dal momento della presentazione e fino al 31 dicembre successivo.

COME RICHIEDERLO

Può essere richiesto e viene erogato esclusivamente in forma digitale tramite l’app IO, l’applicazione dei servizi pubblici, scaricabile gratuitamente dagli store digitali.

Per ottenerlo è necessario che un componente del nucleo familiare sia in possesso di un’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE 3.0 (Carta d’Identita Elettonica). Al momento della richiesta del bonus, infatti, si dovranno inserire le credenziali SPID e successivamente fornire l’Isee.

Il Bonus attribuito al proprio nucleo familiare sarà identificato da un codice univoco, a cui sarà associato anche un QR code: non occorre stamparlo, ma occorre averlo sempre a disposizione sul proprio smartphone. Andrà comunicato all’albergatore, insieme al proprio codice fiscale, al momento del pagamento del soggiorno direttamente presso la struttura sceglierete di trascorrere le vacanze.

Potete scegliere liberamente se utilizzare il bonus per una vacanza in cui siano presenti tutti i familiari oppure solo alcuni, e non è necessario che sia presente il soggetto che lo ha richiesto.

QUANDO E DOVE SI PUÒ USARE

Potete utilizzare il bonus dal 1 luglio al 31 dicembre 2020 per soggiorni nelle strutture ricettive italiane.

QUANTO VALE

L’importo del bonus varia  secondo la numerosità del nucleo familiare:

  • 500 euro per nucleo composto da tre o più persone
  • 300 euro da due persone
  • 150 euro da una persona

COME SI USA

Il bonus viene erogato esclusivamente in formato digitale e deve essere speso in un’unica soluzione, presso un’unica struttura turistica ricettiva in Italia (albergo, campeggio, villaggio turistico, agriturismo e bed & breakfast).

L’80% del valore del bonus vale come sconto immediato sull’importo dovuto, il restante 20% viene recuperato come detrazione d’imposta nella dichiarazione dei redditi 2021.

Lo sconto applicato come “Bonus vacanze” sarà rimborsato all’albergatore sotto forma di credito d’imposta utilizzabile, senza limiti di importo in compensazione, o cedibile anche a istituti di credito.

Per fruire del bonus vacanze 2020 è necessario che la prenotazione avvenga diretta oppure realizzata tramite agenzie di viaggio e tour operator ma non attraverso le piattaforme online dedicate alle prenotazioni.

Dato che il bonus può essere utilizzato solo nelle strutture ricettive aderenti all’iniziativa, prima di procedere, sinceratevi con i titolari della struttura se questa possibilità sia contemplata, onde evitare spiacevoli situazioni.

Working Holiday in Canada

In Canada il Working Holiday Visa si chiama IEC – International Experience Canada, ed è una esperienza perfetta per chi vuole girare e conoscere questo grande paese.  In Canada il visto è valido per entrare nel paese, spostarsi e lavorare per diversi datori di lavoro in zone diverse, per un periodo di 6 mesi. Un mese prima della scadenza del visto, è possibile chiederne un altro come turisti, che permetterà di restare nel paese per altri 6 mesi (ma senza lavorare).

La richiesta del visto per il WH in Canada segue una procedura un po’ diversa da quella per il corrispondente visto australiano, ed è basata sulle pool of candidates. In pratica il candidato si inserisce in una sorta di lista dalla quale un datore di lavoro canadese può “pescarlo” e invitarlo a fare la vera e propria richiesta per il visto.

L’inserimento nella pool ha una durata predefinita, di solito di un anno. Alla fine dell’anno le pool vengono svuotate e se non si è ricevuto l’invito bisogna fare di nuovo la procedura di iscrizione.

I requisiti di base per partecipare sono la nazionalità e l’età compresa tra 18 e 35 anni. A non tutti i giovani è infatti permesso di ottenere questo tipo di visto, e la differenza è data dalla cittadinanza: per gli italiani è possibile, ecco perché ne stiamo parlando :-). Poi a seconda del tipo di lavoro per cui ci si offre ci possono essere altri requisiti secondari. Anche per il Canada la possibilità di utilizzare questo visto deriva dagli accordi con l’Italia, e il visto che si ottiene è un open work permit.

La procedura, illustrata brevemente qui, comincia con un breve questionario che assegna al candidato un personal reference code. Subito dopo si può procedere alla creazione di un account IRCC – Immigration, Refugees and Citizenship Canada. E’ il momento di caricare informazioni sul proprio profilo, anche professionale, per poter essere scelti da un datore di lavoro interessato (servirà un cv, o resumè).

Quando un datore di lavoro è interessato al nostro profilo, ci arriva una notifica via email, con una lettera allegata: da questo momento il candidato ha 10 giorni per avviare la procedura online della richiesta vera e propria di visto, e 20 giorni per completarla.

L’invito da parte dei datori di lavoro può avvenire secondo un preciso calendario di round of invitation (mandate di inviti), per cui in un anno in genere ci sono due o tre round. Dato che i visti assegnati per paese si esauriscono andando avanti con l’anno, una buona strategia è fare domanda all’inizio dell’anno, per essere pronti al primo round of invitation. Di solito il numero di visti assegnati all’Italia ogni anno è intorno ai mille, e nella pagina del calendario sono indicati i posti disponibili in tempo reale, e quando è previsto il successivo round of invitation.

Una volta accettato l’invito del datore di lavoro, questo ci invia un codice da inserire nella richiesta di visto, necessario a finalizzarla. A questo punto ci verrà richiesto di caricare tutti i documenti necessari (copia del passaporto, fototessera, eventuali esami medici e certificati penali) e di pagare il fee (di solito è il costo del visto e del permesso di lavoro, che si aggira intorno ai 230 dollari canadesi). Attenzione perché questo passaggio va fatto entro 20 giorni, quindi è bene preparare prima i documenti necessari (indicati sul sito).

A questo punto non resta che caricare i propri dati biometrici, secondo le istruzioni date, e attendere che tutta la documentazione venga controllata (ci vorranno fino a 56 giorni). Se tutto andrà bene e se verremo sorteggiati, saremo tra quelli che ricevono la POE – Port of Entry Letter, il documento che va portato con se al momento dell’arrivo in Canada. Solo arrivati sul posto infatti, si riceverà il vero e proprio visto per il Working Holiday.

I documenti che potrebbero essere richiesti durante il procedimento di application o appena arrivati sono diversi, quindi è sempre bene, prima di cominciare e per ogni fase del procedimento, leggere bene tutte le indicazioni, navigando su tutte le pagine relative alle modalità di domanda. Questo perché queste procedure cambiano, anche se di poco, abbastanza spesso. Se volete una panoramica delle domande e delle risposte più comuni, ecco dove trovarle, ordinate per argomento. Il sito offre anche un glossario di tutte le parole e espressioni usate, per maggiore chiarezza.

Sul sito ufficiale dell’immigrazione canadese si suggerisce anche, se si vuole, di utilizzare una RO, Recognized Organization, organizzazioni accreditate di supporto per chi vuole fare una esperienza di lavoro o studio in Canada.