Tirocini all’estero di dicembre

La nostra scelta mensile di tirocini all’estero! Magari tra i propositi per il prossimo anno avete pensato di fare una esperienza professionale in un altro paese, ecco alcune proposte.

Per laureati – tirocini presso Eurofund – Belgio e Irlanda
Durata: 6 mesi
Requisiti: laurea attinente al dipartimento scelto (occupazione, politiche sociali, relazioni industriali)
Retribuzione: 1,456 euro mensili
Scadenza: 20 dicembre

Per neolaureati – Internship presso Novartis Pharma – Basilea (CH) Durata: 6 mesi
Requisiti: laurea in farmacia, ingegneria chimica o chimica, conoscenza dell’inglese, esperienza di lavoro in laboratorio
Retribuzione: non specificata
Scadenza: non specificata

Per studenti – KPMG Summer Internship Programme 2020 – Irlanda
Durata: da 3 a 10 settimane
Requisiti: essere studenti di facoltà economiche e finanziarie, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: non prevista
Scadenza: non specificata

Per laureati – Supply Chain Internship presso Dow – Terneuzen (NL) Durata: 5 o 6 mesi
Requisiti: laureati magistrali in economia, ingegneria, settore logistica, buona conoscenza dell’inglese, problem solving, competenze digitali, capacità di lavorare in un ambiente multiculturale
Retribuzione: prevista, insieme a rimborso di viaggio
Scadenza: non specificata

Stage settore ristorazione presso il ristorante del parco Latour-Marliac – Francia del sud Durata: 3 mesi
Requisiti: disponibilità dal 1 giugno al 31 agosto per mansioni di accoglienza clienti, assistenza in sala, preparazione tavoli e pulizie
Retribuzione: 577,50 euro mensili più alloggio condiviso
Scadenza: 15 aprile

Per laureati e studenti – tirocini alla Corte dei Conti europea – Lussemburgo
Durata: dai 3 ai 5 mesi, a partire da maggio 2020
Requisiti: laureati o studenti che abbiano completato almeno 4 semestri di studio; interessati a una formazione pratica attinente ad uno dei settori d’attività della Corte dei Conti; conoscenza approfondita di una lingua ufficiale dell’Unione Europea e una conoscenza soddisfacente di almeno un’altra lingua ufficiale
Prevista una retribuzione (1135 euro mensili) o meno, a seconda della disponibilità di bilancio.
Scadenza: 31 gennaio

Per laureati e studenti – tirocini presso le delegazioni UE nel mondo – Australia, Bangladesh, Azerbaijan
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese o del francese, a seconda della posizione offerta
Retribuzione: prevista per laureati
Scadenza: tra il 12 e il 21 gennaio

Per studenti – programma Vulcanus in Japan presso aziende varie in Giappone
Durata: 12 mesi
Requisiti: essere all’ultimo anno di studi di materie scientifiche o tecniche
Retribuzione: prevista una borsa di studio a copertura dei costi di permanenza e del corso di giapponese
Scadenza: 20 gennaio

WELFARE SPORT: contributi per lo sport dei figli

Welfare sport è il progetto col quale il Comune di Ancona intende valorizzare l’attività sportiva dei ragazzi residenti sul territorio comunale, aiutando le famiglie in difficoltà economiche a sostenere i costi dell’attività sportiva dei propri figli.

Lo sport è importante perché non è solo un semplice passatempo, un’attività ristoratrice, ma anche un mezzo di crescita. Lo sport sano, non quello malato di competizione e di protagonismo, è considerato, infatti, dalla maggioranza dei pedagoghi l’attività educativa per eccellenza, che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere.

Lo sport richiede freschezza mentale, energia, fantasia e allo stesso tempo metodo e raziocinio, insegna al sacrificio e all’impegno, ma soprattutto fa sentire vivi, donando la passione.

E proprio la passione è quello stimolo che permette di andare avanti nonostante i sacrifici e le difficoltà e questo non solo nello sport ma anche nello studio, nel lavoro, nella vita in generale.

Lo sport è una passione di molti, soprattutto giovani, che nel praticare un’attività sportiva trovano uno spazio formativo, di socializzazione e preparazione atletica fondamentale per la crescita.

I benefici dello sport per i ragazzi non si limitano solo ai vantaggi di salute fisica, ma influiscono anche sul piano psicologico e sociale. Misurarsi con i propri limiti ed essere chiamati a portare avanti determinati obiettivi favorisce la capacità di adattamento e aiuta a combattere l’ansia. I successi raggiunti aumentano l’autostima e la consapevolezza di sè, mentre gli insuccessi stimolano a un impegno più profondo nella disciplina.

Inoltre, l’attività fisica, soprattutto se svolta in gruppo, migliora le capacità sociali e di interazione con l’altro.

Lo sport permette ai giovani di imparare un codice di valori importanti, iniziando dal fatto che qualsiasi sport richiede puntualità e dedizione: le lezioni hanno degli orari quindi i bambini/ragazzi impareranno che bisogna rispettare gli impegni presi, essere puntuali e organizzarsi con i compiti e le uscite con gli amici per potere anche andare in palestra o agli allenamenti.

Ogni sport ha poi regole che vanno rispettate, e, oltre all’aspetto della disciplina, dovrebbe anche insegnare i valori della lealtà, della sportività, della competizione corretta, dell’impegno per vedere ricompensati i propri sforzi. Le gare o le partite forgiano il carattere di molti giovani, danno più sicurezza ai ragazzi insicuri e con poca autostima, mentre possono insegnare a rimanere con i piedi per terra invece quelli troppo sicuri di sé.

Perché lo sport sia proficuo per il benessere dei ragazzi è necessario che gli stessi facciano uno sport seguendo i propri interessi e inclinazioni personali, senza eccessive pressioni a essere i numeri uno. Spronare i ragazzi a fare del loro meglio va sempre bene, ma sempre rimanendo nei limiti della sportività, della correttezza e del rispetto dell’individuo.

A fronte di tutti questi aspetti positivi dello sport per la crescita personale dei ragazzi, però, molte famiglie spesso si scontrano con i costi, a volte elevati, degli sport.

Per consentire allora alle famiglie in difficoltà di poter iscrivere i propri figli minori a qualche attività sportiva, il Comune di Ancona concede dei contributi grazie ai quali le famiglie possono avere degli sconti sull’iscrizione alle società sportive per l’anno sportivo 2019/2020.

La domanda va presentata entro il 16 dicembre 2019 secondo le modalità stabilite da bando, consultabili a questo link.

Be Smart (3), ci vediamo il 13 dicembre

Venerdì 13 dicembre torna uno degli appuntamenti di Be Smart il progetto dedicato alle competenze per i lavori del futuro. Sul nostro “palco” saranno protagonisti tre testimonial che racconteranno le loro smart skill in maniera originale e divertente. Nella formula rinnovata e progettata con Warehouse Coworking Factory abbiamo anche aggiunto due ospiti: intervisteremo due professionisti per avere consigli e suggerimenti per la nostra carriera professionale.

Come funziona Be Smart? Be Smart è un insieme di brevi speech incentrati sulle competenze trasversali o, come le abbiamo chiamate noi, sulle smart skill. Per noi le smart skill sono le competenze “intelligenti”, quelle che ci possono aiutare a capire meglio il mondo del lavoro e cogliere le opportunità che ci meritiamo.

Quali smart skill scopriremo il 13 dicembre? “Pensiero strategico” è il nome che abbiamo dato alla smart skill che ci presenterà Sergio Sarnari. Avere un pensiero strategico significa chiarire a se stessi prima che agli altri quali saranno gli sviluppi delle azioni che mettiamo in campo. Negli ambienti lavorativi il pensiero strategico non è solo capacità di leggere in anticipo le conseguenze del proprio operato ma anche, in maniera analoga e contraria, mettere in campo delle azioni per vedere accadere le esatte conseguenze che vorremmo capitassero. Il pensiero strategico è il modo in cui architettiamo il nostro operato per raggiungere i nostri obiettivi. Esattamente come accade in un partita a scacchi. Ed è per questo che a raccontarlo sarà Sergio Sarnari che, oltre ad essere un imprenditore nel mondo digitale (in cui la strategia è un elemento fondamentale), è anche uno scacchista.

Marina Mancini, imprenditrice marchigiana, racconterà attraverso la sua storia una smart skill in contro tendenza: “saper aspettare“. In un mondo che va sempre più veloce ci siamo abituati a fare scelte istantanee, a ragionare sull’immediatezza, a essere sempre pronti. C’è però anche una dimensione diversa: quella dell’attesa. A volte saper aspettare significa avere il coraggio, l’intuizione e forse la saggezza di vedere oltre l’immediato. Saper aspettare significa prendersi il tempo di raccogliere informazioni utili, analizzare e cercare di comprendere circostanze e contesto, raccogliere elementi per poter fare una scelta che sia prima di tutto più consapevole, matura, ragionata. Questo è il modo con il quale Marina gestisce la sua impresa: più attenta alla ponderazione che non all’attrazione di luccicanti e immediati successi

E infine “tenere il ritmo“. Quando teniamo il ritmo che cosa facciamo? Fondamentale questi passaggi: ascoltiamo la musica, cerchiamo di cogliere la cadenza, ci armonizziamo con quella cadenza. Come si applica questa competenza alla vita professionale? Secondo noi sarà importante avere all’interno delle imprese persone che sappiano “tenere il ritmo” in questo senso: da una parte cogliere i bisogni e le aspettative del territorio (nonché in qualche caso anche i trend e le mode) e dall’altro offrire all’impresa i giusti suggerimenti per trovare il “ritmo” che hanno ascoltato. Andrea Celidoni, musicista con la passione per la cucina, ci parlerà di come nella sua vita sia riuscito molte volte a cogliere questo ritmo: non solo come musicista, ma anche come ideatore e organizzatore di eventi, iniziative e attività che hanno spesso trovato ampio consenso.

Ma non finisce qui: tra una smart skill e l’altra ci sarà lo spazio per intervistare due professionisti (e amici dell’Informagiovani) che potranno distribuire preziosi consigli grazie alle loro esperienze. A rispondere alle nostre (e alle vostre se volete) domande ci sarà Cristina Andreoli, esperta di marketing relazionale con una lunga esperienza nel campo dell’internazionalizzazione. Insieme a lei Giovanni Lucarelli, esperto e formatore in creatività e innovazione.

L’aperitivo finale sarà il modo in cui potremo conoscere meglio i relatori, ci saluteremo e, perché no, ci faremo gli auguri. Vi aspettiamo ma… prenotate il vostro posto gratuito!

Il volontariato ti fa ricco!

Qualcuno sostiene che per fare volontariato bisogna partire da una situazione economica molto buona, così da poter dedicare tempo ad altre attività che non siano il lavoro.
Questa osservazione è solo in parte vera, visto che spesso non viene richiesto un grande impegno in termini di tempo, ma una giornata o addirittura poche ore al mese, a volte alcune mezze giornate all’anno. Tutto sta nell’organizzazione del proprio tempo e delle proprie priorità: trovare qualche ora ogni tanto da dedicare a una causa che ci sta a cuore, a una situazione che vogliamo contribuire a migliorare, non è impossibile.

Abbiamo già parlato, tra l’altro, di tutto quello che possiamo guadagnare dall’esperienza di un volontariato: nuove amicizie e nuovi contatti con persone diverse ma con cui condividiamo gli stessi valori; sviluppo delle competenze relazionali e organizzative (sono importantissime anche sul lavoro!) e stare meglio con se stessi, vivere meglio. Poi ci sono i vantaggi legati alla possibilità di viaggiare con un budget minimo, nel caso in cui decidiamo di andare a fare volontariato lontano da casa.

Il volontariato quindi non è solo per chi ha tanto tempo libero e risorse finanziarie, ma per chi vuole davvero diventare più ricco di relazioni, di soddisfazioni e di competenze sociali.

Se da un lato fare volontariato non significa solo mettere a disposizione il proprio tempo, ma anche capacità, dall’altro possiamo ricordare che nell’ambito del terzo settore, cioè delle organizzazioni di volontariato, ONLUS (organizzazioni non lucrative di utilità sociale) e associazioni di promozione sociale , si può anche trovare un vero e proprio lavoro.

Forse non se ne parla abbastanza, ma in generale, per poter davvero essere utili ad una organizzazione, dobbiamo avere qualche competenza, qualcosa, anche semplice, che sappiamo fare, o che conosciamo bene perché ci appassiona, un’attitudine (ad esempio all’ascolto) che possiamo mettere al servizio della causa che scegliamo. Ognuno di noi può mettere del suo nell’attività che svolge come volontariato: c’è chi è più bravo al pubblico, nei mercatini o nelle raccolte fondi, e chi se la cava meglio nel supportare altre persone nelle loro difficoltà, c’è chi preferisce fare da animatore con disabili o anziani e chi ha conoscenze adeguate per curare le pagine social delle associazioni, o le newsletter. Le possibilità sono veramente infinite.

Per chi, oltre a un po’ di tempo e buona volontà, ha una professionalità specifica che vuole mettere in campo al servizio degli altri, ci sono molte occasioni anche di impiego. Coordinatori e manager di progetto, personale sanitario, educatori, amministrativi, addetti alla comunicazione e alle raccolte fondi, logisti e informatici, sono tutte figure necessarie nella gestione e realizzazione di progetti, sia in Italia che all’estero.

Da dove cominciare? Cercando sul web escono fuori migliaia di risultati, ma per facilitarvi la vita segnaliamo qui di seguito alcuni portali in cui sono pubblicate varie opportunità di fare volontariato.

Per cercare qualche opportunità in Italia provate con Italianonprofit e Uidu. Per trovare qualcosa vicino casa, il miglior consiglio è quello di rivolgervi al CSV – Centro Servizi Volontariato più vicino a voi, loro sapranno indirizzarvi ad una associazione che accoglie volontari, a seconda dei vostri interessi. Non esiste ancora una banca dati online di opportunità di volontariato nelle Marche, chissà che non venga presto creata.

Per la ricerca di opportunità di volontariato all’estero (anche finanziate) partite dalla sezione dedicata al volontariato del Portale dei giovani, mentre se cercate opportunità lavorative presso le organizzazioni internazionali, provate Jobs4good e la sezione apposita dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.

Buon volontariato!

Al via gli open day delle scuole

Tra novembre e gennaio ormai da qualche anno si tengono i c.d. OPEN DAY delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Le denominazioni abbondano: chi lo chiama appunto “open day”, chi lo chiama “scuola aperta“, chi ancora “orientamento scolastico in entrata“. Gira e rigira, si tratta della stessa cosa: la scuola apre le porte a genitori e futuri alunni per farsi conoscere e dunque scegliere, in vista dell’anno scolastico successivo.

In occasione degli open day alunni, docenti, personale della scuola sono a disposizione per accogliere genitori, ragazze e ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado che vogliono rendersi conto di persona di cosa offre la scuola, quali corsi si possono frequentare e quali sono i relativi piani di studio oltre che per illustrare le attivita’ integrative e complementari e visitare aule, laboratori, attrezzature, ecc.

In generale gli open day cominciano con una introduzione del dirigente scolastico che presenta la scuola, la sua utenza, l’offerta formativa in generale. Al dirigente scolastico si affiancano, poi, alcuni docenti che illustrano più nel dettaglio programmi e progetti.

In molti casi, la giornata prosegue con la possibilità di visitare la scuola. Se l’open day è tenuto durante una giornata infrasettimanale, i ragazzi possono assistere ad alcune lezioni. Talvolta, infatti, nelle scuole superiori si organizzano open day apposta per i soli futuri studenti, in cui a questi è data la possibilità di partecipare alle lezioni, sedendosi in classe durante spiegazioni ed interrogazioni.

 “Studente per un giorno” è forse la modalità migliore per far capire ai ragazzi la vera sostanza delle lezioni e delle materie caratteristiche di un indirizzo di studi piuttosto che un altro.

Ogni scuola, ovviamente, mira a presentarsi al massimo delle proprie potenzialità cercando di fidelizzare famiglie sempre più attente ed esigenti. È fondamentale perché dalla organizzazione e dai contenuti che si trasmetteranno, i genitori e i loro figli potranno sentirsi accolti,  e questa è l’aspettativa di ogni famiglia.

Più spesso, tuttavia, l’open day è tenuto fuori dall’orario di lezione, nel pomeriggio o il sabato mattina o addirittura la domenica e famiglie e aspiranti alunni possono visitare la scuola, le aule, la palestra, eventuali laboratori e così via.

Per far sì che l’open day non sia uno spreco di tempo, ma un utile strumento per acquisire informazioni e farsi un’idea, consigliamo di non limitare la visita all’open day della sola scuola cui si è interessati ma visitare più scuole in modo da avere termini di paragone.

Tenete presente, comunque, che il giorno dell’open day è il giorno in cui la scuola si fa bella, mostra il suo lato migliore, dunque è bene arrivare con qualche domanda da porre a dirigenti e docenti alla fine dei loro discorsi, altrimenti finirà che racconteranno quello che vogliono e genitori e ragazzi potrebbero avere un’idea molto edulcorata della realtà.

Infine, se ci sono allievi di quella scuola coinvolti nell’organizzazione dell’open day, come ormai succede in tutte le scuole, è meglio cercare di parlarci. Ovviamente qualsiasi scuola avrà scelto alcuni dei suoi allievi migliori per presentarsi, ma, pur tenendo conto di questo, è bene scambiarci due chiacchiere e chiedere loro quali sono i punti di forza e quelli di debolezza della loro scuola

A questi open day è importante, in modo particolare nel caso di scelta di una scuola superiore, che siano presenti non solo o meglio non tanto i genitori ma soprattutto i figli.

La scelta della scuola superiore, infatti, è una scelta importante e impegnativa perché di durata quinquennale e spesso determina la direzione successiva degli studi, o il futuro settore lavorativo.

Con questi piccoli consigli siete pronti per iniziare il giro delle scuole di Ancona, tenendo presente che la scelta deve comunque e sempre partire dal ragazzo/a  e non prescindere dai suoi interessi e aspirazioni.

Se vi può essere di aiuto, all’Informagiovani troverete le informazioni non solo sugli open day delle scuole di Ancona ma anche sull’offerta formativa delle stesse.