BeSmart, abbiamo il libro

Avete presente quando alla fine di un gran lavoro, una fatica, un grande impegno tirate un sospiro di sollievo? Ecco ieri pomeriggio un po’ tutta la nostra equipe (chi più e chi meno profondo) ha tirato un profondo e rigenerante sospiro di sollievo. Quel sospiro di sollievo conteneva anche tanta soddisfazione per qualcosa che abbiamo costruito insieme e che rappresenta un bel traguardo per il nostro servizio.

Scrivere un libro, anche se in questo caso forse il termine più adeguato è forse manuale, è un lavoro fatto di tanti pezzi: la visione di insieme che aiuta a focalizzarsi sul messaggio da mandare, l’attenzione ai dettagli che servono a rendere ciò che si legge davvero interessante, la creatività per rendere il tutto anche originale. L’obiettivo di tutto questo, nel nostro caso, non era affatto egoistico.

Abbiamo scritto un manuale delle competenze per i lavori del futuro sostanzialmente per due motivi. Il primo è che, davvero, abbiamo idea che possa essere una risorsa davvero utile per chi sta cercando lavoro e anche per chi, nel mondo del lavoro, cerca di orientarsi al meglio. Non è un trattato sociologico su questioni lavorative, più semplicemente una raccolta di testimonianze, di pratiche che raccontano quelle che abbiamo chiamato smart skill. Sono storie e, come tutte le storie, solitamente lasciano sempre un segno in chi le legge.

Il secondo è che con BeSmart abbiamo organizzato più di un evento durante lo scorso anno a cui hanno partecipato molte persone. Sui social la voce si è diffusa e “Besmart” è diventato conosciuto. Ma per noi era importante riuscire a capitalizzare le esperienze e i racconti raccolti durante queste iniziative perché possano essere contagiose di quante più persone possibile.

Nel libro, chi lo ha avuto ieri in copia omaggio lo sa già, oltre alle storie dei testimonial sulle smart skill ci sono anche altri contenuti bonus: schede di approfondimento, contenuti esclusivi e anche qualche esercizio. Eh sì, per BeSmart è un libro che può aiutare chilo legge anche ad allenarsi. Le smart skill non sono prerogativa di qualcuno in particolare e men che meno le caratteristiche di qualche supereroe. Ognuno di noi può trovare quella che gli è più congeniale e far diventare la propria smart skill la chiave di successo per il proprio lavoro del futuro. Buona lettura!

PS: per avere una copia dle libro e conoscere le prossime iniziative c’è un sito apposito: besmart.informagiovaniancona.com

I Corpi Civili di Pace

I Corpi Civili di Pace sono una iniziativa del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fortemente voluta dalla società civile impegnata sui temi della pace e della nonviolenza.

L’obiettivo dei Corpi Civili di Pace è quello di cercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti attraverso la promozione dei diritti umani, la lotta alle ingiustizie, all’esclusione culturale e educativa e per la difesa dell’ambiente (qui un breve approfondimento storico sulla nascita dei Corpi Civili di Pace, in azione dal 2014).

Ma quali sono le attività che si svolgono come volontari dei Corpi Civili di Pace? Ecco gli ambiti di intervento:

a) sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione;
b) sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale;
c) monitoraggio del rispetto dei diritti umani;
d) attività umanitarie, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti;
e) educazione alla pace;
f) sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali.

La partecipazione è possibile attraverso un bando simile a quello per il Servizio Civile, nel quale si specifica chi può partecipare e come, e soprattutto quali sono i progetti per i quali ci si può candidare come volontari.
L’ultimo bando uscito è del marzo 2019, con il quale sono stati selezionati 130 volontari in totale per 3 progetti in Italia, che hanno impegnato 18 volontari, mentre il resto delle destinazioni erano all’estero, in paesi extraeuropei.

I requisiti minimi per partecipare sono: avere tra i 18 e i 28 anni, un titolo di studio di scuola secondaria e la conoscenza dell’inglese a livello B2 e di un’altra lingua. Nella selezione vengono valutati anche altri titoli di studio superiori, come la laurea o corsi di formazione specifici, e le esperienze già fatte nel settore di cui il progetto scelto si occupa (possono essere esperienze di lavoro, volontariato, servizio civile o altro).

La motivazione è, in questo caso più che mai, un fattore determinante per valutare la possibilità di partecipare: le condizioni in cui si vive saranno molto diverse da quelle a cui siamo abituati, per cui è indispensabile un forte spirito di adattamento.

Il volontariato con i Corpi Civili di Pace ha una durata fissa di 12 mesi, con un impegno di circa 30 ore alla settimana (ma possono essere un po’ di più). La selezione e l’avviamento al progetto avverrà entro la metà di settembre. I volontari ricevono un assegno mensile di 433 euro, e per chi partecipa ad un progetto all’estero è prevista una quota aggiuntiva giornaliera (dai 13 ai 15 euro, a seconda del paese) per ogni giorno di effettivo servizio prestato.

Per tutti i volontari è inoltre prevista una assicurazione contro i rischi collegati alle attività svolte. Per garantire la sicurezza dei volontari, nella formazione che i partecipanti selezionati faranno prima di cominciare è incluso il tema della sicurezza. A tutti i volontari che vanno all’estero è richiesta l’iscrizione al sito www.dovesiamonelmondo.it prima della partenza.

Per i volontari che partono per un paese estero è garantito vitto, alloggio e due viaggi di andata e ritorno, uno dei quali coinciderà con la formazione generale di 3 giorni prevista a dicembre a Roma.

Se hai viaggiato all’estero più volte e hai già partecipato attivamente e per un periodo abbastanza lungo a progetti di volontariato strutturato, questa potrebbe essere una esperienza che fa per te.

Bonus cultura 18enni 2019: riconferme e novità

È stato riconfermato anche per il 2019 il bonus cultura, il contributo di 500€ che il Governo italiano eroga ormai dal 2016 ai 18enni.

Il bonus è un’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo allo scopo di promuovere la cultura tra i giovanissimi.

Il progresso tecnologico sembra infatti aver allontanato, soprattutto i più giovani, dalla voglia di scoprire dal vivo la cultura e l’arte che ci appartiene, perché oggi tutto è diventato semplice: basta un click per cercare tramite un motore di ricerca qualsiasi tipo di opera, un quadro, una scultura o un monumento.

Certamente viviamo in un’epoca in cui è diventato fondamentale accedere ad internet per studiare con più semplicità ma per quanto riguarda la bellezza dell’arte e la cultura probabilmente ci stiamo perdendo tutta la voglia di scoperta, l’emozione di guardare con i propri occhi le meravigliose opere lasciate dai grandi artisti del passato.

La cultura e l’arte spiegano la nostra storia e le nostre radici ed è un enorme peccato non conoscerle dal vivo, ci arricchiscono dentro.

A questo scopo risponde, o almeno dovrebbe, il bonus cultura per i 18enni, spettante ai residenti in Italia nati nel 2000 e ai coetanei stranieri residenti in Italia in regola col permesso di soggiorno.

Il bonus, infatti, può essere usato per acquistare: libri, audiolibri, ebook, biglietti/abbonamenti per concerti, teatro, danza, cinema, musei, monumenti e parchi e biglietti d’ingresso singoli per fiere, festival e circhi e per l’acquisto di musica registrata, nonché di corsi di musica, di teatro o di lingua straniera. Una novità importante visto che, fino a poco tempo fa, il bonus cultura per 18enni valeva solo per i concerti ma non per l’acquisto di musica registrata.

Non è, invece, possibile acquistare col bonus computer, tablet e smartphone.

Per ottenere il bonus occorre prima di tutto richiedere l’identità SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), che permette di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Per ottenerla ci si può rivolgere a uno dei quattro identity provider disponibili (Poste Italiane,TIM, Infocert e Seltie).

Ottenuto lo SPID, dovete registrarvi sul sito dedicato (www.18pp.italia.it) oppure tramite l’applicazione 18app, accedendo con le proprie credenziali SPID.

Il bonus può essere richiesto entro il 30 giugno 2019.  

Dopo essere entrati nell’app potrete finalmente iniziare a generare i buoni fino a 500€ per acquistare quello che vi interessa, online o nei negozi fisici degli esercenti aderenti all’iniziativa, il cui elenco completo è scaricabile a questo link.

Per generare un buono dovete prima informarvi sul prezzo del bene che vi interessa, scegliere la tipologia di esercente (fisico o online) e la tipologia di bene che volete comprare (libro, biglietti per concerti, festival, cinema, musei, monumenti e parchi, teatro e danza) e poi creare un buono dell’importo esatto. Una volta generato il buono potrete salvarlo sul vostro smartphone o stamparlo per presentarlo all’esercente quando acquisterete. Avete tempo fino al 31/12/2019 per spendere il vostro bonus.

Be Smart, arriva il libro: 3 buoni motivi per non mancare alla presentazione

Segnati la data: giovedì 28 marzo alle 18.15 all’Informagiovani di Ancona presenteremo il libro di “Be Smart”.

Se segui la nostra attività, probabilmente conosci già “Be Smart”: è il nome che abbiamo dato al progetto attorno al quale ruotano attività, iniziative e servizi che riguardano le soft skills, le cosiddette “competenze trasversali”.

La prima edizione di Be Smart si è svolta nel 2018 in due sessioni diverse, a giugno e ottobre: abbiamo chiesto a 12 testimonial di raccontare, in 15 minuti, la propria “smart skill”, una competenza “intelligente” che potrà esserci utile per i lavori del futuro.

Ci sembrava importante documentare questi incontri, in modo da non perdere queste testimonianze e fare in modo che anche chi non era fisicamente presente potesse beneficiarne. Per questo motivo, fin da subito, abbiamo pensato a una pubblicazione che raccoglieresse questi contributi. Oggi questo progetto si è concretizzato e “Be Smart” è diventato anche un libro, una guida dedicata a tutti coloro che vogliono imparare a riconoscere i propri talenti e imparare a sfruttarli nel momento giusto.

Ti diamo almeno 3 buoni motivi per non mancare alla presentazione:

1) a tutti i partecipanti verrà consegnata una copia gratuita: il libro di “Be Smart” infatti non è in vendita, e puoi trovarlo al momento solo all’Informagiovani di Ancona;

2) saranno presenti molti tra i testimonial di Be Smart: per chi ha già partecipato ai precedenti incontri sarà quindi un’occasione per ritrovarli, e a maggior ragione per chi non era presente un’occasione unica per conoscerli, rivolgere loro delle domande e chiedere consigli sulle skill in questione;

3) questa presentazione in qualche modo conclude una prima “tappa” del progetto, ma allo stesso tempo ne apre un’altra: cercheremo infatti di immaginare insieme nuove formule e nuove declinazioni per Be Smart, che proveremo a proporre in futuro.

Abbiamo creato un mini-sito per la presentazione, che puoi trovare qua: http://besmart.informagiovaniancona.com, tramite il quale puoi registrarti gratuitamente all’evento (e ti servirà anche per ritirare la tua copia).

Se vuoi darci una mano a promuoverlo, qui trovi anche l’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/521259808696170/

Ci vediamo giovedì 28 all’Informagiovani Ancona. Ti aspettiamo!

Campi di volontariato 2019

Non c’è peggior nemico della noia che ti assale quando ti ritrovi, soprattutto in estate, nei soliti posti, e con scarsa offerta di svago e divertimento: se hai voglia di qualcosa di nuovo, che poi ti lasci il ricordo di una bella esperienza e nuove amicizie, i campi di volontariato sono quello che fa per te!

I campi di volontariato sono attività a favore della comunità o della città ospitante e possono durare 2 o più settimane. Vengono organizzati per gruppi di persone (possono essere da 8 fino a 25 volontari, spesso da diversi paesi), che si incontrano e contribuiscono insieme alla realizzazione di un progetto locale.
Le attività che si svolgono per alcune ore al giorno possono essere in settori diversissimi, e chi partecipa deve scegliere in base ai propri interessi e valori. Ci sono progetti di tutela ambientale, di lavoro manuale e ricostruzione, sociali, culturali, progetti di animazione con i bambini o con i disabili, di promozione della legalità o di supporto all’organizzazione di festival. E’ incredibile quante cose diverse si può scegliere di fare.
Si può decidere di partecipare a un campo in Italia o all’estero, e spesso in questo caso la lingua comune di scambio e comunicazione è l’inglese. Non è richiesto un livello avanzato, basta che si riesca a capirsi sulle questioni quotidiane, soprattutto se ci sono persone che vengono da paesi diversi.

Se ti stai chiedendo “perché dovrei partecipare a un campo di volontariato?” ecco che noi abbiamo almeno cinque buoni motivi da suggerire!

Ci sono campi per maggiorenni, per adulti, per minorenni, per famiglie, per gruppi, le soluzioni sono veramente tante, basta scegliere bene, in base alle proprie esigenze e aspettative, e affidarsi alle organizzazioni che da anni gestiscono campi di qualità.

Per i campi per minorenni, il consiglio è quello di muoversi per tempo, cioè a marzo, per poter avere maggior scelta e tutto il tempo per chiedere informazioni e decidere che fare. I campi per minorenni sono quello che esauriscono posti per primi, essendo molto ricercati.

E i costi? I campi sono generalmente autofinanziati, per questo gli organizzatori chiedono una quota di partecipazione (di solito è circa 120 euro) che copre la maggior parte delle spese: di organizzazione (per gestire l’arrivo, il soggiorno, i pasti, le attività dei volontari e tutto quello che ci sta intorno ci vogliono persone preparate, tempo e impegno!) di vitto e alloggio e di assicurazione.

Se ci pensiamo, è molto poco, considerando che mangeremo e dormiremo per diversi giorni ospitati dalla struttura locale, e che comunque, restando a casa, avremmo comunque delle spese per mangiare e non solo. A carico del volontario rimangono le spese di viaggio per raggiungere il campo, e le piccole spese personali.

I programmi dei campi a cui si può partecipare già a partire dal prossimo mese sono stati pubblicati, è il momento di cominciare a pensare a dove andare e cosa fare!

Le giornate a tutela del nostro patrimonio artistico e culturale

Il prossimo week end torna il tradizionale appuntamento con le GIORNATE FAI di Primavera, week end dedicato al patrimonio culturale italiano, da scoprire e proteggere assieme al FAI.

Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) è una fondazione senza scopo di lucro, nata nel 1975, sul modello del National Trust inglese, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano, attraverso il restauro e l’apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato.

Il FAI promuove l’educazione e la sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell’arte e della natura e l’intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani.

L’Italia è il paese in cui è presente la maggior parte del patrimonio artistico e culturale mondiale, è un territorio ricco di testimonianze e bellezze artistiche e archeologiche. Non vi è provincia e regione che non presenti un museo, un monumento artistico, un’area archeologica da ammirare. Non sono solo le amatissime e note città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia a far rimanere a bocca aperta i turisti ma anche i piccoli borghi sono fonte di attrattiva per i numerosi turisti, i.p. stranieri che ogni anno vengono in Italia.

Nonostante ciò, in Italia c’è pochissimo interesse a conservare e valorizzare questi beni culturali che dovrebbero costituire la prima risorsa economica. Da qui derivano tante situazioni paradossali come il fatto che gli stranieri sono maggiormente a conoscenza del nostro patrimonio culturale rispetto a noi italiani. Forse loro, avendo meno patrimonio culturale, ammirano e apprezzano maggiormente il nostro. Inoltre in Italia in pochi licei si studia la storia dell’arte e poche sono le vere e proprie gite culturali che si effettuano.

In questa direzione si colloca l’attività del FAI che, oltre a censire ogni due anni i cosiddetti Luoghi del Cuore italiani che non devono essere dimenticati, si occupa anche di campagne di promozione territoriale, rendendo accessibili i beni di sua proprietà e mettendo all’opera gli oltre 7000 volontari della fondazione.

Per la 27esima edizione delle Giornate Fai di Primavera saranno aperti al pubblico ben 1100 luoghi d’arte, non sempre accessibili, grazie all’opera dei volontari, degli Apprendisti Ciceroni e delle delegazioni del FAI, con visite a contributo libero.

A questo link potrete ricercare i luoghi d’arte aperti per l’occasione, divisi per regione e province.

Anche nella nostra regione numerosi sono i luoghi che si potranno visitare sotto la guida dei giovani ciceroni delle scuole. Qualche esempio: ad ancona la Sinagoga, il Forte Altavilla, il Mercato delle Erbe, a Senigallia il Palazzo Comunale e il Sacrario ai Caduti, a Sirolo il Castello e tanti altri monumenti e bellezze artistiche che potete cercare qui.

Vi auguriamo un buon week end culturale!

Climate strike (bravi!)

C’è un tema, quello dell’ecologia, che ha attraversato le generazioni. Mi ricordo che la preoccupazione per la salvaguardia del pianeta era già viva quando ho iniziato a frequentare la scuola (e sono nato negli anni ’70). Fu anche un tema che portò al dibattito e alla nascita di un movimento politico a metà degli anni ’80 in Italia che interessò molto i giovani. Come dire, il Global Strike For Future non è una novità assoluta perlomeno nella tematica e nel fatto che sia a cuore soprattutto ai più giovani.

Noi giovani degli anni precedenti non siamo però stati capaci di fare granché: la nostra preoccupazione si tradusse in azioni piuttosto marginali. I tempi (e i modi di comunicare) sono nel frattempo molto cambiati e la passione che solo un giovane (intendo un under 20) può esprimere trova diffusione globale. Così Greta Thunberg è riuscita a far arrivare la sua ostinata e ammirevole proteste dalla strada di fronte al parlamento svedese fino a piccole città come Ancona. E così in tutto il mondo.

Ci sono alcune cose che mi hanno colpito di questa manifestazione. La prima è che un sacco di climatologi, intervistati da più parti, si sono detti positivamente sorpresi dal fatto che il mondo, in qualche modo, abbia ascoltato una sedicenne e non abbia dato retta invece a tecnici ed esperti nella stessa misura negli ultimi anni. Credo che il motivo risieda nel fatto che un adolescente, come Greta, le cose le fa di pancia: scende in piazza, protesta, rompe le scatole come solo chi è giovane sa fare. E questo, soprattutto di questi tempi, funziona.

Ho ascoltato uno spezzone della presentazione che Greta ha fatto durante una Ted Conference ed ha detto una cosa che è la seconda che mi ha colpito di questo movimento: bisogna smettere di sperare e passare all’azione. La speranza, ne sono convinto, su questi temi (e forse anche su altri) è stata il killer principale di qualsiasi tipo di reazione o azione forte e dirompente per cambiare le cose. Soprattutto quando queste ci sembrano più grandi e più forti di noi, tendiamo a sperare che in qualche modo possano cambiare. Beh, questi ragazzi dicono che il tempo della speranza è finito, bisogna passare all’azione.

La terza cosa che mi colpisce è che solo i giovani riescono ancora ad avere spinte ideali e voglia di conquistare qualcosa che vada al di là degli interessi contingenti o particolari. Probabilmente sono gli unici che, davvero, possono migliorare il mondo in cui viviamo. Il problema è che spesso non diamo loro spazio o releghiamo le faccende che li riguardano a capricci o tragedie in base alla gravità della azioni. Personalmente ho sempre tifato per i giovani: per il loro valore come persone, per il loro contributo di idee e anche per la loro capacità di immaginare orizzonti diversi. Ho come il sospetto che anche stavolta, dopo questa bella mattinata a dimostrare quello che vogliono, non sarà dato loro lo spazio che meriterebbero. Spero che se lo prendano. La mia è una speranza, la loro sarà un’azione.

Tirocini all’estero di marzo

Ecco le opportunità per del mese di fare un’esperienza durante o dopo gli studi, con un tirocinio all’estero!

Per studenti e laureati – JRC – Centro Comune di Ricerca della Commissione europea – Ispra (IT), Geel (BE), Karlsrhue (DE)
Durata: fino a 5 mesi
Requisiti: lauree varie, a seconda del settore, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: previsto un contributo mensile
Scadenze varie tra il 29 marzo e il 10 aprile

Per neolaureati – Agenzia Europea per a Sicurezza e la Salute sul Lavoro – Bilbao e Bruxelles
Durata: da 6 a 12 mesi
Requisiti: conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’UE, di cui una deve essere l’inglese, e conoscenze relative al profilo per cui ci si presenta (Resource and Service Centre- Human Resources, Network Secretariat – Liaison Office or Quality, Communication and Promotion, Prevention and Research Unit)
Retribuzione: previsto un contributo di circa 1.176 euro mensili
Scadenza: 22 marzo

Per laureati – Eu External Action Agency – Delegazione EU in Montenegro
Durata: 6 mesi
Requisiti: buona conoscenza di Word ed Excel, ottima conoscenza dell’inglese
Retribuzione: prevista
Scadenza: 20 marzo

Per laureati – Tirocinio in Research & Market Analysis – Banca europea per gli investimenti – Lussemburgo
Durata: 5 mesi con inizio al più presto
Requisiti: laurea in economia o finanza, ottima conoscenza di Excel, buona conoscenza dell’inglese
Retribuzione: prevista
Scadenza: 25 marzo

Per laureati – Mediatore EuropeoStrasburgo o Bruxelles
Durata: da 4 a 11 mesi
Requisiti: laurea in giurisprudenza, buona conoscenza dell’inglese e del francese
Retribuzione: previsto un contributo mensile per la durata di 3 mesi
Scadenza: 31 marzo

Tirocinio per studenti – Software Development Internship, con ESPA – Belfast (Irlanda del Nord)
Durata: 6 mesi
Requisiti: laurea attinente, conoscenza di ASP.NET MVC, C#, SQL Server e JavaScript, buone capacità comunicative, conoscenza dell’inglese a livell B2
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Tirocinio per studenti – Journalism Internship, con ESPA – Belfast (Irlanda del Nord)
Durata: 6 mesi
Requisiti: capacità analitiche, neutralità, capacità di costruire relazioni e curare la reputazione dell’organizzazione ospitante, conoscenza dell’inglese a livello B2
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Per neolaureati – Agency for the Cooperation of Energy Regulators – Lubiana
Durata: 6 mesi con inizio a marzo e settembre di ogni anno
Requisiti: ottima conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua ufficiale dell’UE; laurea attinente al dipartimento scelto per il tirocinio
Retribuzione: prevista una borsa mensile di 500 euro per chi non beneficia di altri finanziamenti; rimborso delle spese di viaggio e trasporti locali
Scadenza: senza scadenza

Per laureati – Comitato economico e sociale europeo – Bruxelles (BE)
Durata: 5 mesi con inizio a metà settembre
Requisiti: lauree varie, a seconda del dipartimento scelto, e buona conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’UE, di cui una deve essere francese o inglese
Retribuzione: 1190 euro circa mensili
Scadenza: 31 marzo

Per laureati – Comitato delle regioni – Bruxelles (BE)
Durata: 5 mesi con inizio a metà settembre
Requisiti: lauree varie, ottima conoscenza di una lingua ufficiale dell’UE, e buona conoscenza di francese o inglese
Retribuzione: 1195 euro circa mensili e rimborso viaggio
Scadenza: 31 marzo

Per studenti e laureati – Consiglio dell’Unione europea – Bruxelles (BE)
Durata: 5 mesi con inizio a settembre
Requisiti:cittadinanza di uno dei paesi membri, buona conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’UE, di cui una deve essere francese o inglese; laurea preferibilmente in giurisprudenza, scienze politiche, relazioni internazionali, economia e simili, ma ci sono posizioni anche nelle risorse umane, traduzione, comunicazione, scienze informatiche, multimedia, biochimica, sanità, energia e altri settori tecnici.
Il Consiglio offre anche la possibilità di svolgere tirocini curricolari non retribuiti della durata di 2-5 mesi
Retribuzione: prevista retribuzione mensile di 1196 euro circa, rimborso dell’indennità di viaggio
Scadenza: 1 aprile

I corsi per imparare la tradizione marchigiana

In un mondo sempre più globalizzato, come quello in cui stiamo vivendo, tramandare le tradizioni è importantissimo, soprattutto in Italia dove ciascun territorio ha peculiarità e identità specifiche.

Anche i prodotti locali sono a volte l’espressione della storia e della cultura di ciascun territorio. Ecco perché i distretti culturali hanno lo scopo di riunire tutto ciò che viene prodotto in un territorio che abbia una valenza di tradizione originale e autonoma.

La storia e le tradizioni sono fondamentali ma vanno viste come opportunità e non come motivo di contrapposizione tra un territorio e l’altro.

In questo senso si colloca il bando della Regione Marche che finanzia ben 48 corsi di formazione nel settore agroalimentare rivolti alle persone disoccupate, volti a formare figure professionali specifiche che tutelino e tramandino l’arte del saper fare degli antichi mestieri marchigiani.

Si tratta di un’iniziativa volta a favorire lo sviluppo del sistema economico locale, supportando l’inserimento occupazionale dei disoccupati, tenendo conto dei fabbisogni formativi espressi dal tessuto produttivo locale.

Le Marche vantano, infatti, una forte tradizione agroalimentare, radicata e di grande qualità: un’eccellenza riconosciuta ormai a livello internazionale, che è anche un importante volano per il turismo.

Le Marche si caratterizzano per un gran numero di piccole aziende, molto spesso a conduzione familiare che, di fronte all’impossibilità di competere sui mercati esteri in termini di riduzione del prezzo, hanno puntato sulla valorizzazione dell’unicità dei propri prodotti.

In totale i corsi finanziati con questo bando regionale sono 48; di questi 30 rilasciano qualifiche o specializzazioni riconosciute e prevedono uno stage pari al 30% delle ore totali, gli altri 18 invece sono corsi di aggiornamento che hanno lo scopo di trasmettere le conoscenze e le competenze necessarie per facilitare l’inserimento lavorativo dei disoccupati nel settore agroalimentare.

Sono richieste figure con competenze tecniche agronomiche, ma anche conoscenze manageriali, di mercato, ambientali e sociali: dall’apicoltore al maestro di bottega enogastronomo, dal coltivatore di piante officinali al maniscalco, dal coltivatore di vigne, tartufi, olivi al produttore di latte e formaggi, senza dimenticare la birra artigianale, la norcineria, la gelateria, la pasta, la floricoltura, i vivai, gli allevamenti e tutte quelle figure in grado di valorizzare le produzioni tipiche marchigiane attraverso un buon marketing e l’organizzazione di eventi e manifestazioni.

Per ciascuna tipologia di figura professionale sono state individuate le sedi di realizzazione dei corsi in tutte le province delle Marche.

Come sempre potete fare riferimento al nostro Informagiovani per ricevere i bandi e la relativa modulistica di domanda di ciascun corso oltre che consultarli on line alla pagina dedicata del nostro sito.

Rigenerare

A partire dal 2005 tutti gli anni in questo periodo si celebra una giornata dedicata al risveglio della coscienza ecologica che ognuno di noi dovrebbe avere (un po’ più sveglia tutti i giorni a dir la verità). Nel 2005 infatti nasceva “M’illumino di meno“, la campagna di sensibilizzazione al risparmio energetico ideata e promossa dalla trasmissione radiofonica Caterpillar in onda su Rai Radio Due.

L’idea al tempo era quella di spegnere le luci in situazioni dove non fossero necessarie e si potesse trovare un metodo alternativo all’energia elettrica per illuminare o per farle senza energia. Il metodo, un po’ giocoso, lasciava spazio alla fantasia ma anche alla riflessione sul fatto che, spesso, più che consumare tendiamo allo spreco (con più facilità se la cosa non compromette il nostro equilibrio e benessere finanziario). M’illumino di meno è un’iniziativa fatta proprio per porre l’accento sul fatto che lo spreco di risorse, indipendentemente da quante ce ne possiamo permettere, è comunque dannoso per l’ambiente in cui viviamo. Sprecare risorse non è rispettoso dell’ambiente e nemmeno delle persone che, magari, a quelle risorse non hanno un facile accesso come noi. e non riguarda solo l’energia elettrica

Il fatto che non paghiamo l’acqua quando facciamo la doccia in piscina o in uno stabilimento balneare, non ci autorizza a comportarci da spreconi lasciando aperti inutilmente i rubinetti senza ritegno. e lo stesso vale con il riscaldamento (o il raffreddamento) in ufficio. Ecco, dovremmo essere tutti più attenti ai nostri comportamenti in modo da lasciare un’impronta ecologica il meno calzata possibile. Avere una coscienza ecologica significa anche qualcosa in più: preoccuparsi anche di come l’energia che utilizziamo è prodotta e cercare di entrare in una dinamica in cui allo spreco di sostituisce il riuso, il riciclo, la riqualificazione. Si chiama economia circolare (contrapposta all’economia lineare).

L’economia circolare è l’economia attraverso la quale passa la salvezza del genere umano sulla Terra: riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, abolire “il fine vita” dei prodotti che realizziamo e utilizziamo, mantenere, recuperare, rigenerare. Quello che accade con il riciclo degli imballaggi per esempio (per i quali in Italia siamo i primi; per una volta, che bello!). Come dicono gli organizzatori e gli ideatori di “M’illumino di meno”, l’economia circolare è “quella di una seconda opportunità. E di una terza e di altre ancora. Senza fine“.

PS: proprio questa settimana anche la rivista Internazionale è uscita con l’articolo di copertina dedicato ai giovani e i temi ambientali. Lo trovate qui.