2018 Anno europeo del patrimonio culturale

Il 2018 è l’anno che l’Unione europea ha scelto di dedicare al ricco, immenso patrimonio culturale che ci caratterizza.
Ma cosa significa? E per quale motivo viene organizzato e promosso?

Prima di tutto, siamo consapevoli che il patrimonio culturale non è qualcosa di lontano e passato, ma riguarda quello che facciamo ogni giorno?
Il patrimonio culturale non si identifica solo con i monumenti, musei e siti archeologici, ma si esprime anche nella nostra lingua, negli spettacoli e nelle tradizioni orali, nell’abbigliamento, nell’artigianato artistico, nei paesaggi tipici di ogni zona e, naturalmente, nel cibo.
L’obiettivo dell’anno europeo del patrimonio culturale è portare all’attenzione di tutti (cittadini e istituzioni stesse) temi importanti per il futuro degli europei. In pratica, verranno promossi e il finanziati eventi e progetti che celebrano il patrimonio culturale e che coinvolgono le persone nella sua fruizione e conoscenza.

La notizia eccezionale è che, degli undici eventi italiani organizzati per l’anno europeo del patrimonio culturale, ben cinque sono nelle Marche, e uno ad Ancona! Si comincia subito con lo storico Carnevale di Fano e con le celebrazioni per i 150 anni dalla morte del musicista Gioacchino Rossini. A giugno avremo la quarantesima edizione del festival InTeatro ad Ancona, poi il festival internazionale del brodetto e il festival del giornalismo culturale.
La nostra storia, locale e personale, è fatta di musica, ricette che ci tramandiamo, feste tradizionali, manifestazioni dedicate alle varie forme di espressione artistica.

Conoscere e riconoscere tutto quello che contribuisce a definire la nostra identità è fondamentale per poterci confrontare con altre culture, vicine o lontane, capire che ci sono elementi comuni e apprezzare le differenze senza sentirci minacciati dalla diversità.
Celebrare e far conoscere il nostro immenso patrimonio serve a riappropriarcene e a capire quanto sia di vitale importanza salvarlo e preservarlo, per poter continuare a goderne.

Il motto dell’anno è “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”.
Buon anno di scoperta a tutti!

Esame di terza media: le novità dal 2018

L’esame di terza media, come tutti sanno, è la prova che gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado devono affrontare per accedere al primo anno della scuola secondaria di secondo grado.

Ha lo scopo di accertare la preparazione degli alunni, per verificare che abbiano le conoscenze necessarie per passare alla scuola superiore di secondo grado.

Da quest’anno cambiano le modalità di svolgimento dell’esame in tutte scuole italiane.

La novità principale riguarda il Test Invalsi, ossia la prova nazionale standardizzata che ha lo scopo di valutare i livelli di apprendimento in italiano e matematica degli studenti, in modo da formulare i dati generali sull’efficienza del sistema formativo italiano e indicarne le eventuali criticità.

Da quest’anno il test Invalsi viene scorporato dall’esame di terza media ma gli studenti non potranno dirgli completamente addio.

Chi affronterà quest’anno l’esame di terza media sarà più fortunato rispetto ai suoi colleghi più “maturi” perché le prove Invalsi non costituiranno più un’ulteriore prova scritta dell’esame di giugno, ma si svolgerà nel corso dell’anno scolastico: tra il 4 aprile ed il 21 aprile 2018.

Questo nell’ottica di una maggiore coerenza con l’obiettivo finale delle prove: fotografare il livello di competenza dei ragazzi/e per sostenere il miglioramento del sistema scolastico.

La partecipazione sarà requisito per l’accesso all’Esame, ma non inciderà sul voto finale.

Un’altra novità è rappresentata dalla modalità in cui si svolgeranno i test Invalsi: completamente online. Per questo motivo le scuole potranno decidere quando somministrare il test, così da gestire l’utilizzo dei pc.

La riforma investe però anche le prove scritte: cambiano, infatti, le tracce della prova d’italiano, quelle di matematica e di inglese.

La prova di italiano è quella che ha subìto più cambiamenti dalla riforma. Cambiano le tracce dei temi assegnati dalla commissione.

Ci saranno tre tipologie di tracce che potranno essere mescolate tra loro: tipologia A (testo narrativo o descrittivo); tipologia B (testo argomentativo); tipologia C (sintesi e comprensione del testo).

Lo scritto di matematica si pone l’obiettivo di accertare la capacità di rielaborazione e di organizzazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze acquisite.

La prova sarà strutturata con problemi articolati su una o più richieste e quesiti a risposta aperta. Potranno rientrare nelle tracce anche metodi di analisi, organizzazione e rappresentazione dei dati, caratteristici del pensiero computazionale.

Lo scritto di lingua straniera si rifà a parametri europei: gli studenti dovranno dimostrare di aver raggiunto per l’Inglese il livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento e l’A1 per la seconda lingua.

Cambiano le tipologie di tracce con cui gli studenti dovranno confrontarsi: questionario a risposta chiusa o aperta, completamento di un testo, riordino, riscrittura o trasformazione di un testo, elaborazione di un dialogo, elaborazione di una lettera o mail personale, sintesi di un testo.

L’ultima prova dell’esame di terza media è il colloquio, un’interrogazione finale in cui i professori valuteranno la capacità di argomentazione, di risoluzione dei problemi, di pensiero critico e riflessivo e il livello di padronanza delle competenze di cittadinanza e Costituzione.

È forse la prova che spaventa di più gli studenti perché si svolge davanti ai professori che compongono la commissione e inizia con l’esposizione della tesina pluridisciplinare.

Il voto finale viene determinato dalla media fra il voto di ammissione e la media dei voti delle prove scritte e del colloquio.

Non ci resta che augurarvi un in bocca al lupo per il vostro esame!

Perché i ricordi sono utili

Come tutti saprete domani è la giornata della memoria, il giorno nel quale si ricordano le vittime dell’olocausto. Ricordare una cosa del genere ha, secondo me, due importanti significati. Il primo è sicuramente quello di mantenere memoria di un avvenimento, un passaggio storico in questo caso, di cui si condivide universalmente la brutalità e la profonda ferita che ha lasciato nell’umanità. L’altro significato importante è che il ricordo serve, in questi casi, a fissare un punto fermo, a stabilire una verità; non in senso scientifico, ma in senso sociale, politico, umano direi.

In questi casi bisogna fare attenzione anche alle parole che si usano. Quando parlo di una ferita “nell’umanità” non intendo dire la stessa cosa di una ferita “per l’umanità”. L’umanità del primo caso (nell’umanità) è una sensibilità, una spiritualità direi che è singola e condivisibile allo stesso tempo: non vuol dire che tutti la condividono (e infatti, purtroppo, vediamo che non è così), ma che ferisce qualcosa di più delle persone, la loro anima, il loro profondo senso di sentirsi parte di una stessa comunità, dello stesso genere umano. Si tratta di un sentimento profondo e forte al tempo stesso del quale, si auspica, nessuno dovrebbe poter fare a meno. Un sentimento di giustizia. Per questo è frutto di un processo, anche di sofferenza, attraverso il quale poi si arriva a condividere l’efferatezza dell’episodio. L’olocausto, come ahimè altre tragedie umane, dovrebbe sconvolgerci intimamente ogni volta che lo ricordiamo.

L’altra parola sulla quale ritengo importante fare una precisazione è la parola “verità“. Ecco, in tempi in cui il metodo scientifico e tecnico (che non voglio criticare) la fa da padrone, siamo abituati a pensare che sia vero solo ciò che è dimostrabile. In realtà ci sono anche verità che possiamo assumere come tali. Chi crede in una religione questa cosa la sa bene e sa anche quanto queste verità siano difficili da mantenere perché richiedono un continuo sforzo di fiducia (che diventa fede nelle religioni). Non è una fiducia in qualcun altro, ma una fiducia nei valori e nei principi che ci hanno fatto raggiungere quelle verità che assumiamo. Personalmente ho una fiducia immensa nel valore dell’uguaglianza, dell’unità dei popoli e della pace da non temere che la verità sull’olocausto come genocidio e atto criminale possa possa vacillare anche solo un momento.

Ecco, ricordare significa avere a cuore la verità e la giustizia. A questo punto sarà venuto in mente anche a voi che queste due parole, riconducibili alla giornata della memoria, sono le stesse utilizzate anche per ricordare un altro fatto che, forse, muove quelle stesse corde dell’animo umano. Proprio ieri in centinaia di piazze italiane si è ricordato Giulio Regeni con quello stesso spirito, secondo me, che dovrebbe animare i nostri ricordi più forti. Quelli che ci aiutano a migliorare come persone e come umanità.

Assistenti di lingua italiana all’estero 2018

Andiamo spesso all’estero per imparare o perfezionare una lingua straniera, ma avete mai pensato che ci sono anche centinaia di migliaia di persone che studiano proprio l’italiano?
Da ricerche e statistiche degli ultimi anni sembra infatti che l’italiano sia tra le lingue più studiate al mondo (circa la quinta in classifica), grazie al fatto che (ancora) l’Italia è un paese a cui si associano percezioni positive e l’eccellenza in diversi campi, come quello dell’arte, del paesaggio, della cultura, del cibo, del vino e del calcio.

Tra le numerose scuole in cui si studia l’italiano ci sono gli istituti di vario ordine e grado che, in accordo con il governo italiano, accolgono giovani italiani come lettori a supporto degli insegnanti di ruolo. Lo scopo di inviare giovani laureati presso le scuole in cui si insegna la nostra lingua è la promozione e la conoscenza della lingua e della cultura italiana nel mondo, grazie al contributo e alla presenza di suoi “rappresentanti”.
Anche per l’anno 2018/2019, come in passato , è uscito il bando del Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la selezione di questi nostri rappresentanti, gli assistenti di lingua italiana all’estero.

Il bando è aperto a giovani under 30 che si sono laureati dopo il 1 gennaio 2016 e i paesi di destinazione sono Austria, Germania, Spagna Regno Unito, Irlanda, Francia e Belgio. Le tipologie di lauree ammesse per partecipare sono quelle legate al settore umanistico e devono essere specialistiche o magistrali (l’elenco delle numerose lauree ammesse è incluso nel bando).

I posti disponibili, di cui al momento non si sa il numero preciso, sono più di 180 nei paesi di lingua francese, circa 60 per quelli di lingua tedesca, più qualche decina per i paesi di lingua inglese e spagnola.
L’attività di assistente comporta, di solito, un impegno di circa 12 ore settimanali, a fronte di un compenso che varia a seconda del paese e della regione in cui si presta il servizio, ma che è tra gli 800 e 1000 euro.
I paesi ospitanti assicurano per gli assistenti l’assistenza sanitaria, mentre le spese di viaggio e di soggiorno all’estero sono a carico degli assistenti stessi.
Si può fare domanda entro il 4 marzo, online al link dedicato, esprimendo una sola preferenza per il paese e per la regione in cui si vorrebbe andare (le specifiche per ogni paese sono indicate nell’allegato B del bando).

E allora, ve la sentite di portare la nostra bella lingua italiana a spasso per l’Europa? Buon viaggio!

Bonus lavoro giovani 2018

Il bonus assunzioni 2018 è l’incentivo all’occupazione che spetta ai datori di lavoro che nel 2018 assumeranno giovani, donne, lavoratori del Sud, neo diplomati che hanno seguito i percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Queste sono tutte le agevolazioni previste dal Governo per il 2018 come strumenti volti a favorire l’occupazione in Italia.

In questa sede vogliamo trattare più nello specifico solo la misura rivolta al nostro target principale, i giovani.

Il bonus lavoro giovani o bonus occupazione disoccupati 2018 è un nuovo pacchetto di misure volto a favorire l’occupazione dei giovani in Italia, attraverso lo strumento dello sgravio contributivo.

Il nuovo bonus consiste infatti in uno sgravio contributivo della durata massima di 3 anni cui il datore potrà beneficiare se assumerà un giovane disoccupato.

Con il bonus giovani, in pratica, dal 1° gennaio 2018 le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato verseranno solo il 50% contributi INPS obbligatori dovuti per ogni dipendente (con un tetto massimo di sgravio di 3000 euro), qualora il dipendente sia un giovane fino a 35 anni, (soglia di età valida solo per il primo anno di applicazione, poi scende a 29 anni) assunto a tempo indeterminato entro il 31/12/2018.

A CHI SPETTA

Il bonus occupazione 2018 spetta ai giovani:

  • che abbiano un’età massima di 35 anni compiuti; a partire dal 2019, il limite di età per beneficiare del bonus giovani, scende a 29 anni;
  • disoccupati;
  • che non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato;
  • non abbiano mai usufruito di nessuna agevolazione fiscale sull’assunzione.

Dall’altro lato, i datori di lavoro beneficiari del nuovo bonus occupazionale sono tutti i datori di lavoro a prescindere dalla regione in cui è situata la sede.

I datori di lavoro devono rispettare anche altri requisiti e cioè:

  • non devono aver effettuato licenziamenti nel corso dei 6 mesi precedenti;
  • non possono licenziare il giovane assunto prima dei primi 6 mesi;
  • devono essere in regola con il DURC;
  • non possono assumere giovani che hanno già beneficiato di altro bonus assunzione.

Tra i bonus rivolti ai giovani sono stati previsti anche quelli per neo diplomati e quelli per NEET iscritti al Programma Garanzia Giovani.

Solo il tempo dirà se queste misure hanno raggiunto gli obiettivi prefissati.

Iscrizioni on line per la scuola

Ormai da qualche giorno sono iniziate le iscrizioni on line per il primo anno delle scuole primarie, medie e superiori per l’anno scolastico 2018/19.
Le famiglie interessate hanno tempo dal 16 gennaio alle ore 20 del 6 febbraio per collegarsi al sito del Miur: Iscrizioni online e compilare il modello.

Infatti le domande di iscrizione devono obbligatoriamente essere inviate con modalità telematica per tutte le scuole statali di ogni ordine e grado (primaria,medie e superiori), mentre è facoltativo per quelle paritarie.La modalità on line riguarda anche i corsi dei centri di formazione professionale delle Regioni che hanno aderito al sistema (Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto).

Le iscrizioni sono necessarie solo per il primo anno di ogni ordine e grado, per gli anni successivi sono predisposte in automatico dalle segreterie scolastiche a meno che non si decida di cambiare scuola ai propri figli.
È possibile presentare una sola domanda ma nell’iscrizione c’è la facoltà di indicare anche una seconda o terza scuola o centro di formazione professionale a cui indirizzare l’istanza qualora la prima scelta non andasse a buon fine.

La procedura di iscrizione on line prevede due passaggi, prima è necessaria la registrazione on line al sito del MIur per ottenere le credenziali di accesso al servizio, chi ha già un’ identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) non deve rifare la registrazione e può accedere direttamente al servizio iscrizioni.
La registrazione deve essere effettuata dal genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale.

Ottenute le credenziali si passa alla seconda fase di compilazione ed invio domanda di iscrizione, a tal fine è necessario conoscere il codice della scuola o del Centro di Formazione Professionale (CFP) prescelto. Questo codice è disponibile al seguente link: Scuola in Chiaro.
Qui è possibile cercare la scuola di interesse, conoscere tutte le informazioni sugli istituti scolastici disponibili e mettere a confronto l’offerta formativa di più scuole. È quindi un buon punto di partenza anche per orientarsi nella scelta.

Differenti sono le iscrizioni al primo anno della scuola dell’infanzia, dove rimane valida la procedura cartacea. In tal caso la domanda va presentata alla segreteria dell’istituto comprensorio prescelto nelle stesse date.

Le due novità per l’anno 2018/2019 sono relative agli istituti superiori, infatti a settembre entra in vigore il piano nazionale di innovazione degli ordinamenti, con l’avvio sperimentale di cento classi prime di liceo e di istituto tecnico che avranno una durata di quattro anni al posto di cinque. Mentre chi pensa di scegliere un istituto professionale, con la riforma della Buona scuola (legge 107 del 2015) potrà scegliere tra undici indirizzi invece che gli attuali sei e sempre negli istituti professionali aumentano le ore di laboratorio, alternanza scuola-lavoro già dal secondo anno con una didattica ritagliata sulle esigenze produttive del territorio.
Ricordiamo infine che non c’è necessità di affrettarsi con le iscrizioni dato che non c’è alcun diritto di precedenza per le domande che arrivano prima.

Noi operatori Informagiovani siamo sempre a disposizione per chiarimenti e soprattutto per l’orientamento alla scelta.

Tirocini all’estero di gennaio

Ecco le prossime opportunità di mettere in pratica gli studi fatti e di partire per un’esperienza di tirocinio all’estero dopo la laurea. Soprattutto per chi sta per arrivare alla fine del percorso universitario, questo è il momento di pensare al prossimo passo!

Per laureati e studenti – Tirocini alla Corte dei Conti europea – Lussemburgo
Durata: 3, 4, o 5 mesi, a partire da maggio 2018
Requisiti: laureati o studenti che abbiano completato almeno 4 semestri di studio; interessati a una formazione pratica attinente ad uno dei settori d’attività della Corte dei Conti; conoscenza approfondita di una lingua ufficiale dell’Unione Europea e una conoscenza soddisfacente di almeno un’altra lingua ufficiale
Prevista una retribuzione (1120 euro mensili) o meno, a seconda della disponibilità di bilancio.
Scadenza: 31 gennaio

Per laureati – Tirocini presso la Commissione Europea (settore amministrativo) – Bruxelles (Belgio)
Durata: 5 mesi, a partire da ottobre 2018
Requisiti: laurea e ottima conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’UE, una delle quali dovrà essere inglese, francese o tedesco
Retribuzione: è prevista una borsa di circa 1.176 euro mensili e il rimborso delle spese di viaggio. Viene inoltre offerta un’assicurazione sanitaria e per gli incidenti. I tirocinanti disabili riceveranno un supplemento alla borsa.
Scadenza: 31 gennaio

Per laureati – Tirocini presso il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) – Stoccolma (Svezia)
Durata: da 3 a 6 mesi
Requisiti: laurea, ottima conoscenza della lingua inglese
Retribuzione: è previsto un contributo mensile di 1.477 euro netti e un rimborso di viaggio per l’inizio e la fine del tirocinio.
Scadenza: 31 gennaio

Tirocinio come Social Media Specialist presso Blendi smoothies – Dublino (Irlanda)
Durata: 3 mesi di internship part-time (3 giorni a settimana) con successiva possibilità di impiego
Requisiti: competenze grafiche e nel settore della comunicazione sui social network
Retribuzione: prevista una retribuzione di 150 euro alla settimana
Scadenza: 31 gennaio

 

Diventare professionisti delle vacanze

Professionisti delle vacanze, il tradizionale appuntamento dedicato alle opportunità lavorative per la stagione estiva organizzato dall’Informagiovani di Ancona, compie 4 anni.

Risale, infatti, al 2015 la prima edizione del format che nel corso degli anni si è arricchita di contenuti nuovi, a cominciare dal numero di appuntamenti previsti e dal numero di agenzie presenti.

Anche per il 2018 sono previsti due appuntamenti e la presenza di agenzie nuove accanto a quelle ormai “affezionate” con le quali l’Informagiovani collabora da diverso tempo, segno questo di serietà ed affidabilità.

Lo scorso anno abbiamo poi indirizzato il format anche verso le opportunità di lavoro per la stagione invernale, con l’evento Professionisti delle vacanze invernali, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo.

L’Informagiovani è da sempre vicino alle esigenze dei “giovani” e per questo organizza eventi di vario tipo a loro rivolti, con l’obiettivo di orientarli nella scelta degli strumenti utili per trovare una propria strada formativa e lavorativa.

Professionisti delle vacanze è stato pensato proprio in quest’ottica, dal momento che tra le diverse proposte formative e lavorative, l’ambito turistico e delle vacanze organizzate apre numerose possibilità interessanti e diversificate.

In primo luogo, per i ragazzi si tratta di un modo con il quale entrare in contatto con dei potenziali datori di lavoro che svolgeranno infatti le selezioni per la prossima stagione estiva. I ragazzi dovranno quindi cercare di presentarsi al meglio ai selezionatori proponendo loro un efficace curriculum vitae ed affrontando un (per alcuni primo) colloquio di lavoro. Queste esperienze generano di solito ansia e preoccupazione ma avere la possibilità di farlo all’interno di un contesto organizzato e curato da un servizio come l’Informagiovani mette al riparo dalle brutte figure più comuni ma anche dalle brutte sorprese.

L’Informagiovani, infatti, dà la possibilità ai ragazzi di revisionare o scrivere ex novo il proprio curriculum vitae sotto la supervisione gratuita degli operatori, al fine di migliorarlo e renderlo più appetibile.

In secondo luogo, per i ragazzi è l’occasione di poter eventualmente lavorare per un periodo, in Italia o all’estero, e conoscere il mondo del lavoro, sviluppare competenze utili per la propria crescita personale e professionale, mettersi alla prova concretamente con un lavoro regolare e retribuito.

I requisiti richiesti variano ovviamente in base al tipo di ruolo che si vuole ricoprire. Sono, invece, richiesti a tutti la maggiore età (da compiersi entro giugno 2018), la disponibilità a spostarsi e viaggiare, buone doti comunicative, buona capacità di adattamento e non ultima la conoscenza delle lingue straniere.

Inoltre autocontrollo, spirito di collaborazione, capacità organizzative, flessibilità e sensibilità sono tutte caratteristiche richieste ad un futuro animatore ma anche soft skills che il lavoro stesso consentirà di sviluppare e che risulteranno utili non solo in contesti lavorativi ma nella vita in generale.

Gli appuntamenti di Professionisti delle vacanze 2018 sono due: il 6 febbraio e il 15 marzo alle ore 15.00 nella sede dell’Informagiovani di Ancona.

Ad ogni data saranno presenti 3 o 4 agenzie differenti che presenteranno le figure ricercate e le proprie attività e svolgeranno i colloqui di selezione.

Si può partecipare ad una sola o ad entrambe le date.

La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi o contattando l’Informagiovani o compilando il form sul sito al link https://sviluppo.informagiovaniancona.com/professionistivacanze.

Tecnologia attraente

La tecnologia, soprattutto quella digitale, sta giocando un ruolo da vera protagonista della nostra epoca ed è la cosa più attraente con cui abbiamo avuto a che fare negli ultimi anni. Credo che sia un dato che accomuna i presunti “millenials” e chi si è ritrovato ad averne a che fare in età già adulta: per i primi è un’attrazione quasi connaturata, per i secondi un fascino irresistibile accompagnato spesso dalla sorpresa relativa al confronto con il passato (la sensazione è quella del tipo “wow! niente più fila in banca per fare un bonifco!”).

Questa tesi, semplice e banale, è anche supportata da qualche dato. Per esempio quello sulle spese effettuate dagli italiani che sono quelli che spendono maggiormente in Europa per l’acquisto di device tecnologici: siamo i primi (almeno in questo) con una spesa che è doppia rispetto a quella di inglesi e francesi e supera di un terzo quella di spagnoli e tedeschi. Ora, la domanda che mi faccio è: ma tanto “affetto” è ricambiato? Il nostro amore per la tecnologia è corrisposto?

La tecnologia digitale in molti casi ci ha semplificato la vita, ci ha permesso di velocizzare molte attività e raggiungere distanze (anche in senso metaforico) a cui prima non potevamo arrivare. Da un certo punto di vista è stato come mettere il turbo, un’energica spinta alle nostre vite. Alla accelerazioni bisogna però essere preparati e noi non sempre lo siamo stati: siamo diventati un po’ più soli (che non è la solitudine classica, è più un modus vivendi molto autonomo, forse troppo), più distratti (e per questo meno informati nonostante la enorme disponibilità di notizie), più superficiali.

Forse talmente tanto che se ne è accorto anche uno che con la tecnologia è diventato miliardario: Mark Zuckerberg. La notizia di oggi è che, riporto i giornali, “Facebook ci vuole più felici”: Ora, io lo so che questo annuncio è una trovata pubblicitaria, una frase ad effetto (semplice) per garantire l’immagine di un’azienda che vuol dimostrare di avere e sentire una responsabilità sociale. Però se Facebook, siccome “gli utenti che sono attivi sui social network si sentono meglio al termine della loro esperienza online, rispetto a quelli che si limitano a osservare che cosa condividono gli altri“, decide che questa cosa va incoraggiata è perché il nostro livello di disattenzione (che poi è più che altro una certa incapacità di assorbire e comprendere i contenuti) è talmente elevato che rischia di incidere sull’efficacia del social network (e quindi sulla sua redditività). La questione, dal mio punto di vista, è che rischiamo di essere affascinati più dal come le cose accadono, che dalle cose che accadono e dal perché accadono. Del tipo: “che figo, dal mio smartphone posso vedere il video della bomba che esplode”. Ma quella è una bomba! Che esplode! Lo stesso meccanismo che avviene per la diffusione delle bufale (fake news): la velocità e l’enfasi (grande nemica di questi tempi a mio modo di vedere) con cui ci arrivano, bloccano le nostre capacità critiche, la possibilità che avremmo di ragionare prima di diventare noi stessi distributori di stupidaggini.

Non voglio dire che la colpa è della tecnologia, sarebbe talmente banale da essere sbagliato. Ma quell’attrazione che proviamo, ogni tanto, forse dovremmo metterla in discussione e capire se non possiamo diventare, soprattutto, un po’ più consapevoli.

(Photo by rawpixel.com on Unsplash)

Il CV non è un modello

Chi non si è mai confrontato con la scelta del “modello di cv” per candidarsi per un lavoro? E allora, cosa significa che il cv non è un modello?
Basta pensarci un attimo, e tutto diventa chiaro. Se riflettiamo su che cosa è un cv, e soprattutto sullo scopo che deve avere, capiamo subito che confidare in un “modello” spesso non è una strategia vincente.
Il cv è la presentazione del nostro profilo professionale, delle nostre esperienze e capacità, e questo ce lo siamo detto tante volte, anche qui sul nostro blog.
Ma è anche lo strumento attraverso il quale cerchiamo di evidenziare e far risaltare le nostre capacità, i nostri punti di forza, i nostri assi nella manica.
L’obiettivo che cerchiamo di raggiungere non è forse quello di distinguerci? E allora come potremmo farlo, se ci incaselliamo in un modello uguale per tutti, senza rivederlo in nessuna parte e senza adattarlo un po’ a quello che vogliamo dire?
Ecco, questo è quello che intendo quando dico che il cv non è un modello: bisogna fare in modo che la forma del cv contribuisca alla comunicazione del contenuto, che è per ognuno un po’ diverso.
Alcune aree di informazioni , come i contatti personali, sono indispensabili per tutti, ma ci possono essere altre informazioni che non trovano immediatamente un posto nel cv e bisogna trovare un modo per evidenziarle e valorizzarle. Potrei non avere molto da scrivere sotto la categoria “lingue straniere” ma magari ho capacità manuali o artigianali che ho appreso in contesti informali (cioè non a scuola o a seguito di un corso specifico) e allora potrei creare una sezione specifica per indicarle. Oppure posso non avere approfondite competenze informatiche ma ho sviluppato capacità di relazione in esperienze di viaggi e attività di volontariato o di gruppo. Come fare a dare uno spazio adeguato a questi elementi che mi distinguono, mi caratterizzano e spesso possono essere significativamente importanti per il lavoro per cui mi voglio candidare?

Vale la pena di prendere un modello come punto di partenza, ad esempio quelli che vi suggeriamo noi, e poi rivederlo pensando alle cose che vogliamo raccontare di noi al prossimo datore di lavoro a cui ci rivolgiamo (sempre tenendo a mente che cosa gli può interessare).
Aggiungo una nota: se vi viene richiesto un modello specifico, usate quello, in questo modo sarete sicuri di incontrare le preferenze del destinatario. Ad esempio, vi verrà richiesto il modello europeo ogni volta che parteciperete ad una iniziativa (una mobilità all’estero, un corso di formazione o altro) finanziata dall’Unione europea. Quasi sempre anche per la partecipazione a bandi e concorsi nel settore pubblico vi viene richiesto il modello europeo. In questi casi, cercate ugualmente di rendere al meglio il vostro profilo, ma seguendo il form già dato.
Ricordando sempre che un cv deve essere chiaro, leggibile, sintetico e completo, potrete comunque fare in modo che rispecchi la vostra esperienza e personalità, in altre parole, che sia unico, come voi!

Servizio civile: un anno speso bene

Il Servizio Civile Nazionale consiste in un anno nel quale il giovane partecipante svolge un’opera di vera e propria cittadinanza attiva: diventa cioè un cittadino che lavora al servizio dello Stato restituendo allo stesso una parte di quello che riceve contribuendo a costruire una parte della società civile.

Si viene, infatti, impiegati in varie attività di utilità sociale, secondo il progetto per il quale ci si è candidati e si è stati selezionati, che può essere proposto da vari enti.

Indipendentemente dal progetto scelto, il servizio civile nazionale rappresenta un anno dedicato alla formazione e alla crescita professionale.

In diversi casi rappresenta il primo contatto con il mondo del lavoro, e in qualche misura mette già di fronte a delle responsabilità, abituando ad avere impegni ed obblighi nuovi, svezzandosi spesso dall’essere solo figli o studenti.

Per molti giovani, anche laureati, rappresenta inoltre un’alternativa alla disoccupazione.

Infatti il SCN assicura una minima autonomia economica in quanto è previsto un assegno mensile di 433 euro.

Da pochi giorni il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale ha pubblicato due bandi per la selezione di 1.830 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale, nell’ambito delle finalità istituzionali individuate dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Entrambi i bandi sono rivolti all’agricoltura sociale: i progetti riguardano sia il settore dell’educazione e promozione culturale – dai temi alimentari a quelli ambientali e della biodiversità – sia il settore dell’assistenza, per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani nell’agricoltura.

Il primo bando prevede la selezione di 489 volontari di servizio civile che saranno impegnati in 47 progetti, il secondo la selezione di 1341 da impiegare in 150 progetti.

Il secondo bando, però, è rivolto solo ai GIOVANI NEET iscritti al PROGRAMMA GARANZIA GIOVANI.

Per il resto i requisiti generali sono gli stessi e cioè: avere un’età compresa tra 18 e 28 anni, essere cittadini italiani o di uno Stato membro dell’UE regolarmente residenti in Italia o cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia.

Per poter partecipare al bando occorre scegliere il progetto di proprio interesse ed inviare la domanda, secondo le indicazioni contenute nei due bandi, direttamente all’ente che realizza il progetto prescelto.

È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile nazionale in ciascuno dei due bandi.

Complessivamente nei due bandi sono previsti 10 progetti relativamente alle Marche con complessivi 24 posti.

Per sapere quali sono i progetti tra cui scegliere potete consultare la banca dati ufficiale oppure rivolgervi all’Informagiovani dove troverete l’elenco e i bandi dei progetti delle Marche ed operatori pronti a darvi le informazioni essenziali per poter partecipare e ad aiutarvi nella ricerca di qualunque progetto.

Le domande vanno presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 5 febbraio 2018.