Smart Working: come il futuro ci renderà lavoratori intelligenti.

Cosa viene in mente quando si pensa alla parola ” lavoro “? Diciamoci la verità, la maggior parte di noi si figura la classica scrivania sotto la quale dover tenere i piedi dalle 9.00 alle 18.00, o comunque un posto in cui ci si deve recare fisicamente e in cui si deve restare per un periodo  prefissato di tempo.

Il suo opposto (ma è anche molto più di questo) si definisce invece Smart Working.
Ma partiamo dall’inizio: cosa significa Smart Working?

Ringraziando il super smart blog Medium, riportiamo testualmente la definizione che ne dà: ” Lo Smart Working è una pratica che si sta diffondendo sempre di più nelle società che operano nei cosiddetti Knowledge Works, o lavori di ingegno. Cioè tutti quegli ambiti lavorativi (grafica, design, sviluppo software, consulenza) che si basano, prevalentemente, sull’ uso del proprio cervello coadiuvato da strumenti digitali e software e che non hanno necessità, se non saltuariamente, di accedere a strumentazioni fisiche vere e proprie […] “.

Questa nuova (almeno in Italia) forma di lavoro – che dal mese di maggio è ufficialmente regolamentata e tutelata dallo Stato – si regge su alcune caratteristiche:

  • È flessibile: lo smart worker utilizza gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione per lavorare non più solo in ufficio – e nemmeno più solo in casa, perché smart working e telelavoro non sono sinonimi!- ma ovunque ci sia la possibilità di praticare il cloud computing (che, detto in maniera molto povera, sta a significare l’utilizzo di servizi in modalità remota grazie a software e spazi di archiviazione accessibili ovunque, con una semplice connessione Internet. Per chi vuole saperne di più, ecco maggiori info) quindi bar, biblioteche, spazi di coworking e chi più ne ha più ne metta.
    Flessibilità è anche quella oraria: con lo smart working i vincoli di orario perdono un po’ del loro significato, mentre assume molta più importanza il lavorare per un progetto o per un obiettivo.
  • Ha bisogno del supporto di alcune tecnologie: quella del cloud computing, come appena visto, ma anche quella delle mobile business application, applicazioni cioè che consentono di gestire completamente il lavoro, dalla customer relationship management alla logistica, a prescindere dal luogo in cui ci si trova.
    Inoltre, dato che lo smart working vive all’interno della dinamica aziendale e non può prescindere da questa, saranno necessarie tecnologie che consentano la comunicazione e il contatto tra colleghi in maniera costante e praticamente istantanea anche se non ci si trova fisicamente negli stessi luoghi: da qui si comprende quanto sia importante la tecnologia del social computing, cioè della connessione tra individui in rete.

Insomma, lo Smart Working sembra rappresentare il futuro, un futuro che con l’aiuto della tecnologia sta creando un lavoro sempre più agile, snello, connesso, – smart – se si vuole utilizzare l’invidiabile efficacia della sintesi anglosassone. Un lavoro che, pur restando inserito all’interno di una dinamica aziendale, “dona” una libertà abbastanza simile a quella del libero professionista.

Ma il cambiamento che forse non salta agli occhi è sicuramente quello più importante: fatti fuori i vincoli di orario e di presenza in una sede fisica, l’asse portante della definizione di “lavoratore” si sposta dai doveri di tempo e presenza in un dato luogo, a quello di maggiore responsabilità che il lavoratore, grazie alle sue nuove libertà dovrà assumersi, in quanto, ovviamente, la mancanza di “vincoli” non deve impattare sulle performance richieste dall’ azienda.

La direzione intrapresa quindi, sembra proprio quella che renderà i lavoratori più consapevoli e orientati al risultato, piuttosto che al tempo, e anche se questa rivoluzione (perché tale è la portata del cambiamento) non sarà immediata, non dovrà trovarci impreparati, soprattutto chi nel mondo del lavoro dovrà vivere ancora per molti anni.

Dal canto nostro, vi aspettiamo all’Informagiovani, dato che il nostro spazio è utilizzabile anche per lavorare!
Che siate degli smart worker in cerca di un luogo tranquillo o un aspirante libero professionista che ha bisogno di un posto ben attrezzato in cui cercare ispirazione e iniziare a muovere i primi passi, ma anche se fate parte di un gruppo di studio o di persone con in mente un progetto da far decollare, venite a trovarci durante i nostri orari di apertura, perché diventare smart è più facile di quanto sembra!

I tirocini all’estero di giugno

Eccoci qua con qualche buona occasione da cogliere soprattutto per coloro che hanno completato da poco gli studi o hanno in programma di farlo a breve.
Qui di seguito vi segnalo una serie di tirocini all’estero per cui fare domanda nei prossimi giorni, per poter cominciare a settembre e mettere a frutto le conoscenze acquisite con la laurea.
I settori sono molto vari e c’è possibilità per ogni tipo di laurea, da quelle economico- finanziarie a quelle umanistiche.

Cominciamo subito con due tirocini offerti dall’ufficio Eurodesk, la rete di informazione sull’Europa di cui facciamo parte, a Bruxelles!

Per laureati – Web Editor intern per Eurodesk Brussels Link – Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi, a partire da settembre 2017
Requisiti: laurea attinente, forte interesse per le politiche europee per i giovani, conoscenza di graphic design e dell’inglese (in particolare capacità di scrittura), possibilmente con un po’ di esperienza, anche nel volontariato.
E’ previsto un sussidio mensile in base a un contratto redatto secondo la Belgian Convention d’immersion professionelle.
Scadenza per le candidature: 16 luglio

Per laureati – Communication Intern per Eurodesk Brussels Link – Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi, a partire da settembre 2017
Requisiti: laurea attinente, ottima conoscenza dell’inglese, creatività, conoscenza di Adobe InDesign, interesse per le politiche europee per i giovani.possibilmente con un po’ di esperienza nel settore o di volontariato.
E’ previsto un sussidio mensile in base a un contratto redatto secondo la Belgian Convention d’immersion professionelle.
Scadenza per le candidature: 16 luglio

Tirocini per laureati o diplomati presso l’EMSA – European Maritime Safety Agency – Lisbona (Portogallo)
Durata: dai 3 ai 6 mesi, a partire da settembre 2017
L’EMSA offre 9 tirocini nei settori: organizzazione e gestione eventi, legale, informatico, analisi e valutazione.
I requisiti sono lauree o preparazione attinenti, conoscenza della lingua inglese.
Scadenza per le candidature: 30 giugno

Per laureati o laureandi – Marketing trainee presso la Banca Europea degli Investimenti – Lussemburgo
Durata: 5 mesi
Requisiti: studi nel settore economico finanziario, della comunicazione o altri attinenti; conoscenza degli obiettivi dell’agenzia, della terminologia finanziaria; ottima conoscenza dell’inglese
Il tirocinio può prevedere un rimborso.
Scadenza per le candidature: 17 luglio

Per studenti e laureati presso Eurochambres – Policy Department – Bruxelles (Belgio)
Durata: da 3 a 6 mesi a partire da settembre 2017
Requisiti: studi in economia applicata, conoscenza delle istituzioni europee, ottima conoscenza dell’inglese o possibilmente del francese.

Prevista retribuzione più buoni pasto.
Scadenza per le candidature: 7 luglio

Per laureati – Tirocinio settore energia presso l’Organizzazione Europea dei Consumatori . Bruxelles (Belgio)
Durata: 6 mesi a partire da settembre 2017
Requisiti: diploma universitario, conoscenza del funzionamento delle istituzioni europee, buona conoscenza dell’inglese.
Prevista una retribuzione, un biglietto viaggio, trasporti locali.
Scadenza per le candidature: 9 luglio

L’operatore socio sanitario: una figura in divenire

L’operatore socio sanitario, il cui acronimo è O.S.S., è una figura operante nel campo dell’assistenza socio-sanitaria nata a seguito dell’accordo Stato Regioni del 22/02/2001.

Ha sostituito le precedenti figure che si occupavano di assistenza, sia nell’area sanitaria (OTA) che nell’area sociale (OSA) integrando funzioni, compiti e competenze delle due aree.

L’ O.S.S. è un operatore di base preposto ai bisogni fondamentali dei pazienti assistiti (lavarsi, vestirsi, mangiare, dormire, muoversi).

Lavora con persone che vivono in una condizione di disagio sociale o che sono malate.

Può lavorare in ospedale e negli altri servizi sanitari, nei servizi sociali (comunità alloggio, residenze per anziani, centri diurni, ecc.) o a casa della persona.

Collabora, quindi, con altri operatori di differente professionalità, ma che hanno le stesse finalità (medici, psicologi, assistenti sociale, educatori, fisioterapisti, con famiglie degli assistiti e associazioni di volontariato).

Il suo intervento sarà prettamente tecnico in area sanitaria, ove potrà occuparsi in autonomia dell’assistenza di base al paziente e di ulteriori attività solo dietro precise indicazioni dell’infermiere.

Sarà, invece, un intervento relazionale con l’utente nell’area sociale. Non può compiere attività invasive di competenza prettamente medico-infermieristica.

Un aspetto di fondamentale importanza del lavoro di operatore socio sanitario è la sua capacità di relazione umana con la persona che, in situazione di difficoltà, ha anche bisogno di accoglienza, sostegno e comprensione.

Si diventa O.S.S. a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale.

La qualifica si consegue al termine di un percorso formativo della durata complessiva di 1010 ore (tra lezioni in aula, stage ed esame finale) organizzate in maniera differente a seconda dell’Ente che gestisce il corso.

Le materie di studio (550 ore) sono raggruppabili in quattro aree: area socio-culturale, istituzionale e legislativa, area psicologica e sociale, area igienico-sanitaria e area tecnico-operativa.

Lo stage dura 450 ore (120 in ambito sociale e 330 in ambito sanitario), normalmente con impegno a tempo pieno.

Al termine del corso è previsto un esame finale, comprendente una prova scritta, una pratica ed una orale, con il superamento della quale si ottiene l’attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale.

Negli ultimi anni i corsi per O.S.S. sono stati solo a pagamento (autorizzati).

In questi giorni è invece uscito il bando di un corso O.S.S. gratuito, ad occupazione garantita, rivolto a persone disoccupate domiciliate o residenti nelle Marche di età ≥ 17 anni e con obbligo scolastico assolto.

Questo ed altri bandi sono consultabili sul sito dell’Informagiovani di Ancona alla pagina formazione.

L’autovalutazione delle competenze: viaggio tra realtà e immaginazione.

Quante volte abbiamo letto, detto o sentito: “Se non sei tu il primo ad apprezzarti, non pretendere che lo facciano gli altri”?

Mentre questo è vero per alcune persone, altre non hanno bisogno dell’incoraggiamento della frase sopra citata, in quanto sono fin troppo “abili” a percepirsi come super: in sostanza, l’errata valutazione di se stessi e delle proprie competenze è all’ordine del giorno.

Senza andare a disturbare l’ Effetto Dunning-Kruger – una distorsione del pensiero dalle conseguenze talvolta esilaranti che porta a credere di avere conoscenze e abilità delle quali si è invece totalmente privi o quasi – capita spesso di non riuscire a valutare con la necessaria freddezza ed oggettività le proprie competenze (che, ricordiamo, consistono in quell’insieme di conoscenze ed esperienze tali da permettere di svolgere una certa mansione con risultati efficaci. Niente che si possa improvvisare, insomma).

Quando accade che siamo un po’ troppo benevoli con noi stessi la cantonata è dietro l’angolo e se non si è abbastanza pronti a riconoscere i propri limiti per ridimensionarsi e migliorarsi le cose non potranno che peggiorare; paradossalmente (oppure no?) è stato dimostrato proprio dai due psicologi Dunning e Kruger che la non consapevolezza delle proprie voragini è quasi sempre accompagnata da una assoluta sicurezza nell’atteggiamento, solidità e alta valutazione delle proprie competenze.

Altrettanto drammatica è la situazione inversa: quella dell’insicurezza che porta a sottostimare le proprie capacità (soprattutto in relazione agli altri) e che fa sentire non all’altezza di una determinata prova o situazione, fino ad arrivare a dei blocchi che causano una autentica e costante infelicità.

Ma lasciandoci alle spalle questi due estremi, alla maggior parte delle persone capita di oscillare tra momenti di fiducia nelle proprie abilità e altri in cui si ha l’impressione di trovarsi di fronte a delle prove (esami, colloqui) insormontabili.

Quindi come si fa a raggiungere il Nirvana della giusta percezione delle proprie competenze?

Come tutte le cose belle e durature, dietro c’è sempre tanto lavoro da fare: in questo caso, solo lo studio e la relativa pratica fanno sì che alla fine quelle competenze le facciamo nostre sul serio e sappiamo anche valutarne il livello; questo perché solo sapendo come si fa un certo lavoro si è in grado di sapere se lo si sta svolgendo bene o male.

Lo studio e la pratica daranno inoltre il La per un’altra questione fondamentale, che è quella del confronto con gli altri: se si è in grado di tenere sempre occhi e mente aperti, si potrà mettere in moto quel circolo virtuoso (e sottolineiamo virtuoso!) di confronto con i nostri colleghi e aspiranti tali, dai quali possiamo sia imparare come svolgere al meglio una certa mansione, che acquisire gli strumenti per valutarci in relazione a loro.
Insomma, l’unico modo per non perdere il contatto con la realtà e precipitare in uno dei due estremi è quello di stare sempre a contatto con gli altri, soprattutto di chi potrebbe saperne più di noi.

E voi, come valutate le vostre competenze?

Vi aspettiamo all’Informagiovani  per aiutarvi ad acquisire gli strumenti necessari a valutarsi correttamente e per darvi consigli su come arricchire il vostro bagaglio di esperienze, conoscenze, abilità, insomma di competenze necessarie a non farsi trovare mai più (inconsapevolmente) impreparati!

Vacanze estive in treno: scelta ecologica

Le vacanze estive rappresentano il periodo dell’anno più ambito da studenti e lavoratori, che le attendono impazienti per poter godere di un periodo di svago in località di mare, di montagna o in città d’arte.

Molti avranno già programmato con anticipo le loro vacanze, altri invece cercano le offerte last minute.

Diverse le mete, diversi ovviamente i mezzi di trasporto scelti.

C’è chi non vuole rinunciare alla propria autonomia e preferisce viaggiare in auto, camper, moto o anche bici con la libertà di decidere quando e dove fermarsi e magari cambiare anche percorso.

C’è chi invece preferisce rilassarsi e lasciarsi trasportare verso la meta desiderata e quindi sceglie di viaggiare in aereo, nave o treno.

Tra questi poi chi vuole evitare code, a volte lunghissime ed estenuanti soprattutto nei periodi caldi, ai check-in aerei e navali, preferisce il treno.

Viaggiare in treno infatti consente di ammirare i paesaggi ed i luoghi che attraversiamo per arrivare a destinazione, chiacchierare con il compagno di posto e dedicarsi ad attività rilassanti come la lettura di un libro o l’ascolto della musica.

Un mezzo di trasporto decisamente economico ed ecologico, per una vacanza originale estiva lungo gli itinerari turistici in treno, alla scoperta del patrimonio culturale e naturale della nostra splendida Penisola.

Viaggiare in treno è anche conveniente grazie alle tante iniziative che le aziende intendono mettere sui binari.

Trenitalia Regionale, ad esempio, ha ampliato l’offerta ferroviaria e ha previsto sconti e promozioni per chi utilizzerà i treni regionali durate il periodo estivo.

Tante sono le offerte previste: dal PASSXTE, il pass no limit che permette di viaggiare nel weekend per 48 ore ad un prezzo fisso e consentirà di salire su Frecce, Intercity e Regionali in ogni angolo d’Italia, a sconti per i bambini, a gratuità per il trasporto di animali e per il trasporto di una bici pieghevole.

Lunga, inoltre, la lista degli eventi d’arte e degli spettacoli che offrono sconti e promozioni a chi abbandona l’auto per muoversi con il mezzo di trasporto pubblico green per eccellenza.

Tutte le offerte divise per regione sono consultabili a questo link.

Buon viaggio!

Riforma dell’università, lavoro ed Europa

Proprio in questi giorni sono usciti alcuni articoli sui risultati della riforma del sistema universitario avviata quasi 20 anni fa, che ha portato il percorso di molti corsi universitari ad essere articolati in due livelli. Il nuovo sistema, basato su due cicli di studi universitari, prevede la conclusione degli studi dopo 3 anni, e la possibilità di specializzarsi poi con ulteriori 2 anni di studio.

Come per altre iniziative e riforme avviate come membri dell’Unione Europea, il nostro sembra essere un atteggiamento passivo, come se l’avessimo fatto solo perché “ce lo chiede l’Europa”.
Vale la pena di ricordare un paio di cose che ci possono aiutare a capire meglio la situazione ed eventualmente a beneficiare dei cambiamenti avvenuti.

Primo: perché lo abbiamo fatto?
La riforma del sistema universitario rientra nel processo di Bologna, un impegno che gli stati membri, tra cui l’Italia, si sono presi per raggiungere degli obiettivi di occupazione e sviluppo a beneficio di tutti i cittadini europei (avrete sentito parlare degli obiettivi di Europa 2020). In particolare, la riforma di cui parliamo oggi è la progressiva omogeneizzazione dei sistemi di istruzione (che non significa avere corsi identici e perdere la nostra specificità).

Secondo: quali sono i risultati che si vogliono ottenere?
La riforma è stata introdotta per facilitare la mobilità degli studenti in Europa, il riconoscimento degli studi fatti e delle conoscenze acquisite (con il sistema dei crediti), per facilitare l’accesso ai corsi di specializzazione che ci interessano di più e che magari vengono offerti in università di altri paesi.
Questo nuovo sistema inoltre mira a rendere più facile e veloce il riconoscimento dei titoli professionali in un paese diverso da quello in cui si vuole lavorare, magari perché ci sono migliori opportunità nel nostro settore.

Fin qui, tutto chiaro. Come mai allora non tutto è risultato in un sistema universitario efficace e nel miglioramento delle condizioni generali del mercato del lavoro, strettamente legato al livello di educazione dei lavoratori?
I fattori sono sicuramente molti e interagiscono tra loro in modo complesso. Possiamo comunque osservare alcuni dati che ci riguardano e che fanno un po’ di luce sul modo in cui abbiamo messo in pratica questa strategia.

Nonostante siamo tutti membri dell’UE, i governi nazionali restano responsabili dei loro sistemi di istruzione e formazione, e le singole università organizzano i rispettivi programmi di studio in autonomia.

Sulle performance del nostro sistema universitario, come osservato anche negli articoli usciti (se si arriva a leggere dopo la prima frase) pesano alcuni fattori “nostrani”. Per nominarne alcuni: un alto numero di abbandoni e di fuoricorso, tagli ai fondi destinati all’istruzione e alle università, e lo spirito di autoconservazione delle università stesse, cioè la difficoltà nell’elaborare corsi di studio adeguati alla durata triennale e alla competizione internazionale.

A questo panorama si aggiungono altri elementi, che incidono negativamente sulla bilancia della nostra crescita, come il peso marginale ancora riconosciuto alle donne nel mondo del lavoro, nonostante il fatto che si laureino di più e meglio. Aggiungiamo anche una cultura del lavoro ancora molto poco basata su merito e risultati.

Allora, qual è la buona notizia?
La buona notizia è che oggi ci possiamo laureare in 3 anni invece che in 4, e questa laurea equivale a quelle rilasciate in altri paesi. Questo significa che abbiamo accesso a tutte le opportunità per laureati, anche fuori dell’Italia. Inoltre con la laurea triennale abbiamo un titolo valido per iscriverci, senza limitarci all’offerta locale, al corso di specializzazione che preferiamo, che risponde di più alle nostre esigenze formative, e che riteniamo più valido e innovativo.

Domande? Perplessità? Cercherò di rispondervi da qui: europa@informagiovaniancona.com

Giugno: il tempo degli esami

L’agognato mese di giugno che rappresenta per molti la fine della scuola è, però, anche il mese degli esami per gli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Iniziano, infatti, questa settimana gli esami di terza media e la prossima quelli di maturità (21/06/2017 la data di inizio).

Le scuole secondarie di primo grado hanno calendari autonomi ma nella maggior parte degli istituti la partenza ufficiale è scattata ieri con lo scritto di italiano.

L’esame consiste in 3 o 4 prove scritte (in base al numero di lingue straniere studiate) fissate in date differenti dalle varie scuole e nella famigerata e tanto temuta PROVA INVALSI che è fissata a livello nazionale per giovedì 15 giugno.

Gli scritti sono elaborati dalle commissioni mentre la Prova Invalsi che verterà su due discipline (italiano e matematica) sarà uguale su tutto il territorio nazionale.

La prova Invalsi è una prova scritta che ha lo scopo di valutare il livello di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado. I contenuti dei test sono realizzati dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INVALSI).

Il tempo concesso per lo svolgimento di questa prova è di 75 minuti per ciascuna materia; le materie sono italiano e matematica.

Diversi i tempi concessi per lo svolgimento delle altre prove scritte: 4 ore per italiano, 3 ore per ciascuna della altre.

La prova di italiano prevede la scelta tra cinque tracce: lettera ad un amico, relazione di un libro, pagina di diario, tema di attualità, relazione su una gita.

La prova di matematica è una sorta di compito che raccoglie argomenti studiati durante l’ultimo anno di scuola media. Questo test ha lo scopo di valutare le conoscenze acquisite e la capacità di risoluzione di problemi.

La prova di lingua straniera prevede la scelta tra: lettera ad un amico e comprensione del testo.

La prova orale, infine, è un’interrogazione sulle materie studiate durante l’anno scolastico e può durare tra i 15 e i 30 minuti.

L’orale è composto di due momenti: la presentazione della tesina o mappa concettuale preparata dallo studente (circa 5 – 10 minuti) e le domande dei professori che compongono la commissione.

Quest’anno gli Esami di terza si svolgono per l’ultima volta con le modalità attuali. Dal prossimo anno scolastico, infatti, entrerà in vigore quanto previsto dai decreti attuativi della Buona Scuola.

L’esame si baserà, quindi, su tre scritti e un colloquio orale: una prova di italiano, una di matematica, una sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza.

La prova Invalsi, invece, si svolgerà nel corso dell’anno scolastico e non più durante l’Esame.

L’esame di terza media è sicuramente un momento importante per la carriera scolastica degli studenti: passo conclusivo della scuola secondaria di primo grado, al termine di esso i ragazzi saranno proiettati in un nuovo mondo, quello della scuola superiore.

Non ci resta che augurare un caloroso in bocca al lupo ai ragazzi che stanno sostenendo l’esame e ovviamente buone vacanze!

Campo Giovani, un’estate diversa

I giovani studenti si stanno avvicinando alla fine della scuola e stanno pensando a come trascorrere la tanto agognata estate.

Chi pensa di passarla sdraiato su un lettino e chi invece non ha assolutamente voglia di fermarsi, anzi.

La vacanza può essere un’occasione per fare un’esperienza nuova, diversa e arricchente.

Come le esperienze promosse da Campo Giovani.

CampoGiovani è un progetto del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale destinato a ragazzi e ragazze residenti in Italia, di età compresa tra i 14 ed i 22 anni frequentanti istituti scolastici superiori o iscritti ai primi anni del ciclo universitario.

Grazie a questo progetto i giovani possono trascorrere una settimana da protagonisti con la Marina Militare, la Guardia Costiera e la Croce Rossa Italiana, in difesa dell’ambiente, in aiuto alla popolazione, al servizio dell’Italia.

Da giugno a settembre, una settimana per apprendere nozioni utili, fare amicizia, conoscere persone e soddisfare la propria voglia di impegno civile.

Sono previsti vari campi il cui programma varia a seconda dell’ente in cui si svolge il campo.

Nel caso della Marina Militare sono previsti dei “Corsi velici estivi”, rivolti a studenti delle scuole medie superiori, con lo scopo di avvicinare i giovani al mondo della vela, diffondere il rispetto e la conoscenza del mare e della natura, la conoscenza di ritmi, regole e tutti quegli elementi che in questa si fondono.

Nel caso della Guardia Costiera il programma del campo estivo mira a far avvicinare i ragazzi alla tutela del mare, delle nostre coste e dei parchi marini con particolare attenzione alla promozione di comportamenti tesi alla salvaguardia della vita umana, alla protezione dell’ambiente marino e della fauna ittica oltre che alla conoscenza delle regole fondamentali per una navigazione sicura.

Nel caso, infine, della Croce Rossa, l’intento è avvicinare i giovani alle grandi sfide che l’associazione si è posta per cui oltre a percorsi di Primo Soccorso, verranno proposti percorsi di sensibilizzazione su: infezioni sessualmente trasmissibili, educazione alimentare, educazione stradale, cambiamenti climatici, dipendenze patologiche (alcol e droghe), razzismo e xenofobia, Diritto Internazionale Umanitario, Protezione civile e sui processi comunicativi.

Da pochi giorni è uscito il bando della Marina Militare per 300 giovani (anche femmine), desiderosi di trascorrere dieci giorni indimenticabili al timone di una barca a vela, con la guida e i consigli degli istruttori specializzati della Marina.

I corsi sono gratuiti e si tengono presso tre strutture della Marina Militare che possiedono una lunga tradizione nell’arte dell’insegnamento dell’arte marinaresca: l’Accademia Navale a Livorno, la Scuola Sottufficiali a La Maddalena e la Scuola Navale Militare F.Morosini a Venezia.

Le domande sono aperte fino al 16 giugno 2017.

Scelta universitaria: open day

La scelta del corso di laurea e dell’Ateneo in cui studiare non è per niente semplice. Ogni anno tantissimi studenti si trovano davanti a questo bivio: riflettere su cosa seguendo le passioni o le richieste di mercato.

Ancora una volta torniamo a sottolineare quanto l’orientamento sia un momento molto importante da non sottovalutare se si vuole scegliere l’Università che meglio si adatta alle proprie esigenze.

È necessario dedicare un po’ di tempo all’orientamento in modo da riuscire ad individuare il corso migliore per le proprie capacità e per i propri sogni. Infatti il mercato è in continua evoluzione e per quanto si possano fare previsioni, queste sono poco attendibili per sapere cosa sarà più richiesto alla conclusione del percorso di studi, tra “x” anni.

È meglio investire energie per raccogliere il maggior numero di informazioni possibili e attendibili.

Una volta superato l’esame di maturità, chi non ha già effettuato la scelta ha ancora qualche opportunità di orientamento.

Infatti oggi in ogni Ateneo esiste l’ufficio di orientamento che organizza e promuove diverse attività per gli studenti che devono scegliere ed immatricolarsi.

 Un buon modo per risparmiare tempo è partecipare agli Open Day delle Università che sono in programma anche per il periodo estivo.

Gli Open Day , se da un lato sono considerati un’operazione di marketing per le Università, dall’altro se fruttati bene, sono un’ottima opportunità per gli studenti, di chiedere informazioni, entrare in contatto con i docenti, visitare le strutture e confrontarsi con altri studenti.

In queste occasioni è possibile sapere quali sono i corsi a numero chiuso, le scadenze per le iscrizioni, per eventuali borse di studio e sussidi.

Invece di fare un salto nel buio ecco i prossimi appuntamenti da non perdere durante il periodo estivo dedicati a chi sta valutando di iscriverti ad un corso di un ateneo nella regione Marche

L’università Politecnica delle Marche il 19-20-21 luglio organizza: “Guardando al futuro” occasione in cui è possibile anche iscriversi e superare il test di conoscenze, valido per l’immatricolazione a tutti i corsi di laurea ad eccezione di quelli a numero programmato.

L’università di Camerino ha in programma il 20 luglio “Studente per un giorno” e “Porte aperte in Unicam “ nei mesi di luglio ed agosto.

L’università di Macerata organizza gli open day dal 27 luglio al 24 agosto, giornate in cui docenti e tutor saranno a disposizione per la presentazione dei propri corsi di laurea.

Infine l’Università di Urbino promuove alcune attività: incontri individuali e di gruppo, visite guidate ed un servizio di informazione dedicato.

Preparate l’esame di maturità e pianificate la vostra partecipazione agli open day!