Outsourced: 9 maggio

Outsourced è un film di John Jeffcoat realizzato negli USA nel 2016. Una commedia romantica sui temi sulla diversità culturale, il viaggio, il problem solving, la crescita personale.

Racconta la storia di un americano Todd Anderson che trascorre le sue giornate a gestire clienti presso un call center di Seattle il quale vende prodotti nuovi in America. Improvvisamente viene trasferito in India dove è stato delocalizzato il Customer Service della società per cui lavora. Qui, si occupa della formazione di un team di giovani indiani alle prese con le richieste dei clienti americani. Il protagonista si calerà con qualche difficoltà in una cultura completamente diversa da quella di appartenenza. Ma dopo un iniziale smarrimento segue una crescita personale e professionale possibile solo attraverso l’immersione totale nella cultura e nella società locali,fino a rendersi conto che anche lui ha molto da imparare dagli indiani e dal loro stile di vita.

Ousourced è una office-comedy interpretata magistralmente da Josh Hamilton ed emblematica dell’esperienza di qualsiasi occidentale alle prese con il mondo del lavoro indiano.

Un film piacevole che getta uno sguardo lucido su due mondi diversi e moltiplica le occasioni per prendersi gioco di entrambi pur nella comprensione sia dell’uno che dell’altro.

Sei curioso? Tu andresti mai a vivere per un po’ in un paese completamente diverso dal tuo?

Il 9 maggio alle ore 18.00 siete tutti invitati a vedere questo film in lingua inglese presso l’Informagiovani.

L’evento, all’Interno della serie #atuttoschermo, viene organizzato in collaborazione con l’Aiesec (association internazional des sciences économiques et commercielles). Un’associazione internazionale di volontariato gestita interamente da giovani, per lo più studenti. Attualmnete si occupa di scambi di volontariato e stage rivolti a ragazzi tra i 18 e i 30 anni. In realtà non si tratta banalmente di scambi, ma di vere e proprie esperienze che Aiesec offre ai partecipanti per accrescere e raggiungere il loro potenziale tramite l’interazione con gli altri. Un viaggio fuori metafora di un viaggio “dentro”.

La sede di Ancona, presso la facoltà di Economia e Commercio, costituisce una realtà storica e attiva da anni, dove come nel film si continua a cambiare la vita di tanti ragazzi che arrivano e che partono, cambiando inevitabilmente anche la propria. Dopo il film seguirà un breve dibattito e presentazione dei relativi progetti.

L’ingresso è gratuito, vi aspettiamo numerosi!

http://www.youtube.com/watch?v=6w23t9r9DTY

Tirocini all’estero, prossime scadenze!

Vediamo quali sono le opportunità nel prossimo futuro per tutti quelli che vogliono svolgere un tirocinio all’estero, per lo più indicato a conclusione di un ciclo di studi universitari, per inserirsi subito nel mondo del lavoro, applicare le conoscenze apprese, vedere come funziona un ambiente di lavoro reale e magari orientarsi per quanto riguarda le scelte future.
I tirocini che vi segnalo oggi sono proposti da istituzioni europee, Nazioni Unite e organizzazioni indipendenti.

Per laureati – Centro Nord-Sud del Consiglio d’Europa – Lisbona (Portogallo)
Durata: dai 3 ai 5 mesi, tra luglio e dicembre
Requisiti: ottima conoscenza di una delle lingue ufficiali del Consiglio d’Europa (inglese e francese), è richiesta la buona conoscenza di un’altra lingua e una buona capacità di scrittura.
Non è prevista una retribuzione, ma il Centro garantisce l’assistenza sanitaria.
Scadenza: 30 aprile

Per laureati – Tirocini per Traduttori presso il Parlamento Europeo – Lussemburgo
Durata: 3 mesi da ottobre
Requisiti: avere una perfetta conoscenza di una delle lingue ufficiali dell’Unione europea o della lingua ufficiale di uno dei paesi candidati e una conoscenza approfondita di altre due lingue ufficiali dell’Unione europea
È prevista una retribuzione di circa € 1252 al mese.
Scadenza: 15 maggio

Per laureati triennali in Giurisprudenza iscritti ad un corso universitario superiore– Tirocini presso l’UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) – Vienna (Austria)
Durata: dai 3 ai 6 mesi
Requisiti: conoscenza di Microsoft Windows e abile utilizzo di strumenti di elaborazione, come il pacchetto Microsoft Office (Word, Excel e PowerPoint); ottima conoscenza della lingua inglese; rispetto dei valori fondamentali quali integrità, professionalità, rispetto per la diversità; orientamento ai risultati e alla responsabilità; pianificazione e organizzazione.
Non è previsto rimborso spese.
Scadenza: non specificata

Per studenti iscritti all’università o tra la laurea triennale e quella magistrale – Global Public Policy Institute – Berlino (Germania)
Durata: 6 settimane di lavoro full-time oppure 10 settimane di lavoro part-time.
Requisiti: Background accademico eccezionale nelle scienze sociali, diritto, storia o affini; ottime capacità analitiche; interesse e familiarità nel settore della governance globale; eccellenza comprovata attraverso buoni voti e/o borse di studio; ottima capacità di scrittura, in particolare in lingua inglese; spirito di squadra.
E’ prevista una borsa di studio di circa € 250 mensili.
Scadenza (a seconda del settore):
– Pace e sicurezza: candidature da luglio 2017
– Ambito umanitario: candidature da ottobre 2017
– Studi sulle potenze globali emergenti: candidature da ottobre 2017
– Diritti umani: candidature da ottobre 2017
– Politiche dei dati e delle tecnologie: candidature da ottobre 2017

Per laureati in giurisprudenza o scienze politiche – Tirocini presso la Corte di Giustizia – Lussemburgo
Durata: fino a 5 mesi, da ottobre.
I tirocini presso l’interpretazione hanno una durata da dieci a dodici settimane.
Requisiti: buona conoscenza della lingua francese.
Scadenza: 30 aprile
Se stai cercando un tirocinio in un settore specifico, in un paese che hai già scelto, e non sai da dove cominciare, scrivimi a europa@informagiovaniancona.com per consigli e link utili.

Corpo europeo di solidarietà, si parte!

Sono già all’opera i primissimi partecipanti al Corpo europeo di solidarietà, creato per coinvolgere i giovani europei in azioni di sostegno, aiuto e collaborazione in situazioni di necessità, e allo stesso tempo con lo scopo di costruire una società più inclusiva, prestare aiuto a persone vulnerabili e rispondere ai problemi sociali attualmente più pressanti.

Ai giovani partecipanti il Corpo europeo di solidarietà offre anche la possibilità di vivere un’esperienza formativa, ispiratrice e arricchente, a contatto con operatori professionisti del settore sociale e in contesti in cui sperimenteranno la possibilità di portare aiuto e fare la differenza.

Abbiamo già parlato di come funziona il Corpo di solidarietà, istituito dalla Commissione Europea a dicembre 2016, ma nel corso degli ultimi mesi sono state definite meglio le modalità di partecipazione delle organizzazioni che possono aderire e contattare gli iscritti e sono state messe a punto le modalità operative dell’iniziativa, per la vera e propria attivazione delle esperienze.

Partendo dalla banca dati del Corpo infatti le organizzazioni accreditate, cioè che hanno aderito alla missione e ai principi del Corpo e che garantiscono attività di qualità, possono contattare i giovani iscritti e proporre loro di partecipare ad un progetto in qualità di volontari, tirocinanti o lavoratori. A marzo sono stati contattati i primi iscritti che stanno già prestando la loro opera dove c’è bisogno.

Ricordo qui che in ogni caso i partecipanti vengono sostenuti economicamente, offrendo loro uno stipendio, un rimborso, vitto e alloggio o altri tipi di agevolazione, in base al tipo di inquadramento all’interno dell’organizzazione promotrice e alle leggi del paese in cui vanno a prestare servizio. Sul sito ufficiale del Corpo di solidarietà ci sono risposte a molte domande, sia per i partecipanti che per le organizzazioni.
Se vuoi partecipare e condividi anche tu i principi e la missione del Corpo… non ti resta che iscriverti!
Potrai definire i periodi in cui saresti disponibile, elencare le tue conoscenze ed esperienze se ne hai, e avere la possibilità di ricevere una proposta di partecipazione a un progetto.

Per rendere tutto più facile e per festeggiare insieme la Settimana Europea della Gioventù 2017, che si festeggia ogni anno dal 1 al 7 maggio, qui all’Informagiovani dedicheremo la mattinata di martedì 2 maggio alle iscrizioni al Corpo di solidarietà: chi volesse aiuto, assistenza, o anche solo informazioni, potrà venire ed utilizzare i pc disponibili al pubblico o la nostra wifi per registrarsi!

Portate entusiasmo e voglia di fare, vi aspetto!

Un’estate al servizio del volontariato

L’estate si sta avvicinando e iniziate a pensare a come trascorrerla? Avete mai pensato di trasformare la “solita” vacanza in un’esperienza umana e sociale irripetibile, un’esperienza di volontariato?

Le vacanze estive, infatti, possono essere un’occasione per viaggiare, conoscere un paese e la sua gente e contribuire alla realizzazione di progetti di utilità sociale, ambientale e di solidarietà internazionale.

Fare volontariato è anche un ottimo modo per uscire dalla routine ed impiegare il tempo in modo utile e produttivo. Senza dimenticare, poi, che ogni piccolo gesto può essere un importante contributo per il mondo intero: oltre a fare del bene a sé stessi e alla persona che lo riceve, si diventa anche esempi per gli altri e questo può rappresentare un passo verso un futuro migliore.

Esistono diverse possibilità di fare volontariato a seconda dei propri interessi e del tempo a disposizione: si può scegliere tra un campo di lavoro umanitario, un campo di volontariato ecologico o di volontariato per i beni culturali.

Partecipare ad un campo lavoro o di volontariato richiede buona volontà e spirito di sacrificio, anche se l’impegno varia in funzione del programma che si sceglie.

A seguire vi segnaliamo alcune opportunità di volontariato in Italia e all’estero; ma ovviamente si tratta di un elenco solo parziale e non esaustivo.

Legambiente organizza campi internazionali in Italia e all’estero che si rivolgono a persone di tutte le età: ce ne sono per under 18, campi per adulti e per “over 50”. Possono avere una durata tra i 10 e i 30 giorni, ma la maggior parte è di 2 settimane. La tematica di base è la tutela dell’ambiente.

WWF organizza campi di volontariato in Italia e all’estero sul tema della difesa della natura.

Lunaria offre la possibilità di scoprire cosa sia realmente il volontariato all’estero con progetti aperti a tutti: giovani e meno giovani. Promuove la pace, la giustizia sociale ed economica, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti di cittadinanza, la democrazia e la partecipazione dal basso, l’inclusione sociale e il dialogo interculturale.

Libera propone campi estivi sui beni confiscati alla mafia per singoli, per gruppi, per minorenni con l’obiettivo di diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.

Se siete interessati a questi temi, all’Informagiovani potete trovare elenchi di associazioni e organizzazioni locali e internazionali, attività e servizi da svolgere, iniziative pensate per chi vuole dedicare tempo ed energie per aiutare gli altri.

La sorpresa non è diventare ricchi

Diventare ricchi può essere un buon obiettivo? L’obiettivo del lavoro è arricchirsi? I titoli dei giornali di questi giorni che esaltano (oltre misura direi) le vincite realizzate con gratta e vinci, lotterie e simili farebbero credere il contrario. Diventare improvvisamente e inaspettatamente ricchi è il sogno (o la chimera) di molti: tanto più se chi vince parte da una condizione di svantaggio (reddito modesto, disoccupazione, marginalità varie).

Non nego che quando affronto seminari con le scuole alla domanda fatta agli studenti “ditemi le 5 cose più importanti per voi del lavoro”, il denaro è sempre al primo posto. E non mi stanco nemmeno di dire che possiamo chiamare lavoro una cosa solo se in cambio riceviamo dei soldi perché ritengo che altri tipo di scambio (lavoro/visibilità, lavoro/esperienza, lavoro/formazione) siano dei surrogati. Ma questo non significa che il denaro sia la questione determinante del nostro lavoro e meno che mai della nostra vita.

Una cosa importante quando ci poniamo un obiettivo, tanto più se questo obiettivo è migliorare la nostra condizione, è costruire in maniera adeguata le nostre aspettative. Se comincio ad allenarmi oggi è impensabile che tra un mese possa diventare un campione olimpico di corsa, nuoto, scherma o qualsiasi altra specialità. E in alcuni casi devo rassegnarmi all’idea che potrò avere grandi soddisfazioni da quello sport ma non ne sarò mai un campione olimpico. Questo penso possa essere comprensibile e accettabile; quelli più bravi ne traggono comunque soddisfazione e felicità. Il motivo è che il sistema fatto di obiettivi-aspettative-risultati deve essere un equilibrio al cui centro ci siamo noi: non quello che pensano gli altri, non quello che detta la moda, non quello che vediamo nella pubblicità.

Ora: perché, invece, tendiamo a pensare che ci possano essere realmente scorciatoie facili per raggiungere un obiettivo come la ricchezza? E, siamo poi sicuri, che con quella raggiungiamo anche la felicità? Per esempio, come spiega questo articolo (in inglese), non è detto che la ricchezza possa essere un obiettivo soddisfacente (molte persone ricche non smettono di lavorare). Non sopporto invece l’idea che possa essere portata a esempio di riscatto sociale la vincita al gratta&vinci di un disoccupato: è una truffa, prima di tutti verso noi stessi se crediamo alla favoletta “del colpo di fortuna”. Non esiste, anche se tutto porterebbe a far credere il contrario. Non possiamo migliorare noi stessi e la nostra condizione se ci affidiamo al caso, se il nostro futuro lo immaginiamo come una sorpresa dell’uovo di Pasqua. La versa sorpresa non è diventare ricchi, ma scoprire di avere costruito con lenostre forze quello che volevamo.

Vi auguriamo una Pasqua piena di sorprese (vere)! Noi torniamo martedì, dopo le feste.

 

Brexit, keep calm and…parliamone

L’esito del referendum del giugno 2016 in UK, che ha preso il nome di Brexit, ha sollecitato molte discussioni sul presente e sul futuro di tutte le persone straniere presenti sul territorio britannico, e sulle limitazioni e possibilità per coloro che vorranno andarci a studiare e lavorare in futuro.

Vale la pena di ricordare che l’esito di un referendum, in Italia come altrove, non è immediatamente operativo, ma va tradotto in leggi e regolamenti integrativi (o sostitutivi) di ciò che esiste già.

Nel caso della Brexit, termine creato dall’unione di Britain ed exit, il referendum ha dato l’avvio a una serie di atti che porteranno, in un tempo relativamente breve, ad un nuovo stato di cose nelle relazioni dell’antica Albione con il resto dell’UE.

L’uscita dall’Unione, anche se nessuno si aspettava che accadesse, è prevista e regolamentata dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. La procedura prevede che dalla data della notifica dello stato membro uscente (nel nostro caso il 29 marzo 2017) passino due anni. In questo periodo di tempo Regno Unito e UE dovranno negoziare un accordo che disciplini le modalità dell’uscita (aggiornamento: la data dell’uscita della Gran Bretagna dall’EU è stata prorogata dal 29 marzo 2019 al 31 ottobre 2019).

In pratica significa che si comincia ora a definire le condizioni che regoleranno i reciproci rapporti. L’accordo dovrà tenere conto di molti aspetti che riguardano le relazioni tra paesi: l’immigrazione, certo, ma anche le questioni commerciali, fiscali, giuridiche.

Per chi si trova già in UK, le condizioni non sono cambiate e si sta già parlando di mantenere immutati i diritti e le condizioni di cui si è goduto finora. Le autorità britanniche hanno dichiarato che intendono garantire il diritto di residenza permanente ai cittadini che siano legalmente residenti prima di una certa data, la cosiddetta cut-off date, che però è stata più volte posticipata.

Ma rimaniamo a quello che nell’immediato ci interessa di più: potremo ancora andare a lavorare o studiare in UK? E quanto sarà difficile? La risposta in generale è sì, solo le modalità potranno essere un po’ diverse e più complesse rispetto a quelle adottate finora. Spesso infatti non ci rendiamo conto di quali vantaggi ci garantisca il fatto di essere parte dell’UE.

Come succede già per altri paesi extra UE, mete di migrazioni da paesi con condizioni economiche svantaggiate, le limitazioni potrebbero essere relative soprattutto all’ingresso per motivi di lavoro. E’ probabile che si prevedano agevolazioni per l’immigrazione di persone qualificate, che conoscono la lingua del paese dove vogliono trasferirsi, piuttosto che per chi non ha specifiche professionalità e va un po’ allo sbaraglio sperando di cavarsela comunque.

Per quanto riguarda andare a studiare in UK invece non dobbiamo dimenticare che la formazione è anche e sempre più una fonte di ricchezza per chi la fornisce, e quindi è difficile che venga realmente ostacolato l’ingresso di studenti. Chiaramente stiamo facendo delle supposizioni di quelli che saranno gli scenari futuri, dato che di certo e deciso non c’è ancora molto.

Per il momento di certo sulla possibilità di studiare in UK c’è che per l’anno accademico 2017/2018 saranno garantiti per tutti gli studenti UE aiuti economici e sussidi come in precedenza. Restano inoltre immutate le possibilità di usufruire di finanziamenti del programma Erasmus+ a cui la Gran Bretagna aderisce indipendentemente dalla Brexit.

Sicuramente rimangono valide le considerazioni che facciamo di solito per chi pensa di andare all’estero per un periodo più o meno lungo. Prima di tutto, prepararsi per tempo e informarsi bene per quanto riguarda i documenti da presentare. Consiglio in particolare di non improvvisare, dato che le regole per l’immigrazione, escluso lo spazio europeo, cambiano anche molto rapidamente.

Se l’argomento vi interessa, vi consiglio queste due risorse ufficiali da seguire: la pagina dedicata alla Brexit dell’Ambasciata d’Italia, e la pagina ufficiale UK sull’immigrazione.

In conclusione, keep calm and good luck everybody!

La Buona Scuola Bis: cambiamenti in vista

Venerdì 7 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato gli otto decreti attuativi della legge sulla Buona Scuola (L. n. 107/2015) che andranno a regime dal 2018.

Una delle novità principali riguarda il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado.

Viene rivoluzionato il vecchio percorso, mandando in soffitta l’abilitazione all’insegnamento (Ssis prima e Tfa poi).

Per diventare docenti nella scuola secondaria di I e II grado, infatti, dopo la laurea occorrerà superare il concorso che consentirà l’accesso al nuovo percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione di docente, denominato «Fit».

Al concorso potranno accedere tutti i laureati, purché abbiano conseguito 24 crediti universitari in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche.

I concorsi avranno cadenza biennale, il primo sarà nel 2018.

Chi lo supererà si inserirà in un percorso triennale immediatamente teorico-pratico (FIT)

Il primo anno sarà finalizzato al conseguimento del diploma di specializzazione.

Il secondo e il terzo anno serviranno per diventare docente, con una parte notevole di “esperienza diretta” in classe.

Il «Fit» è un contratto di lavoro a tutti gli effetti: sarà retribuito (il terzo anno in analogia a una supplenza annuale).

Al termine del «Fit» l’insegnante passa di ruolo: firmerà un incarico triennale, e sarà assegnato all’ambito territoriale presso il quale ha prestato servizio l’ultimo anno.

Per vedere effettivamente in cattedra i nuovi giovani professori bisognerà, però, attendere almeno il 2022.

Infatti il decreto prevede una fase transitoria per stabilizzare i precari abilitati di seconda e quelli di terza fascia con 36 mesi di servizio alle spalle.

Importanti novità sono state introdotte anche su altri temi fondamentali che trovate riportati sul sito del MIUR.

Quelle di più interesse per gli studenti riguardano la valutazione, gli Esami di Stato e le Prove INVALSI.

Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi è requisito per l’ammissione all’Esame, ma non influisce sul voto finale.

Le novità saranno applicate nel 2018 per l’Esame del primo ciclo e nel 2019 per la Maturità.

Il cv è un libretto delle istruzioni

Se c’è un lavoro che non smettiamo mai di fare è quello di aiutare le persone a scrivere al meglio il proprio cv. Questo documento, di cui tutti cominciamo a sentir parlare quando si avvicina l’età per lavorare, pare resistere nonostante la digitalizzazione ne abbia cambiato parecchio la sua funzione.

Il cv rimane, a mio modo di vedere, il documento con il quale ci presentiamo in una maniera completa e, soprattutto tecnica. Mi è venuto in mente che potremmo associarlo, per metafora, a un libretto delle istruzioni. Il cv è il libretto delle istruzioni della nostra sfera professionale: è lì che raccontiamo quali caratteristiche abbiamo, quali funzioni potremmo svolgere e anche, se siamo bravi, a quali bisogni sappiamo rispondere. Se ci fate caso i libretti delle istruzioni hanno tutti la stessa impostazione: c’è un indice, un glossario e quelli meglio redatti hanno spiegazioni semplici, chiare e veloci da leggere. Dentro questa generalizzazione ci sono poi anche casi estremi: i libretti istruzioni di Ikea sono senza istruzioni scritte, mentre se comprate un apparecchio meccanico tedesco il libretto delle istruzioni parte da almeno 300 pagine scritte.

Il nostro cv dovrebbe stare un po’ nel mezzo, senza disdegnare qualche passo nella creatività per attirare l’attenzione e concedendo qualcosa in più di scritto quando si raccontano progetti e attività interessanti. Fin qui il ragionamento non fa una piega. Poi l’altro giorno, dopo averla aiutata nella stesura del cv, parlo con una persona (a dir la verità con un senso pratico molto spicciolo, diciamo così) e mi chiede: ma tutte queste cose chi le legge? Interessano davvero?

Non so voi, ma in effetti personalmente non ho mai dato troppa attenzione ai libretti delle istruzioni. Mio malgrado perché poi mi sono trovato sempre in difficoltà e ci sono dovuto tornare successivamente, sprecando tempo ed energie. Ma questo non credo sia il comportamento più adottato dai datori di lavoro o da chiunque debba scegliere delle persone per ruoli di piccola o grande responsabilità. Le persone non sono un armadio dell’Ikea o una macchina tedesca: le “istruzioni” servono a capire meglio come, quella professionalità, ci può essere davvero utile.

Anche per questo motivo abbiamo scelto di dare il nostro contributo. Nella pagina che abbiamo chiamato “Fai con noi il tuo cv” (https://sviluppo.informagiovaniancona.com/cv) trovate alcuni modelli per il vostro cv: ci sono quelli semplici e quelli più complessi (da fare con apposite applicazioni web). Dateci un occhio e vedete se uno di quelli proposti può essere adatto a fare del vostro libretto delle istruzioni un documento attraente e interessante. In bocca al lupo!

Summer School: viaggiare, imparare, conoscere

Le Summer School, o scuole estive, sono scuole di breve durata organizzate da università, istituti e simili, che propongono un programma di attività formative (ma non solo) su un tema specifico.

Le Summer School sono in genere rivolte a studenti universitari, ma ce ne sono anche per studenti delle scuole secondarie. Per i professionisti la Summer School è perfetta per approfondire un aspetto del loro lavoro, confrontarsi con colleghi di altri paesi o imparare qualcosa di nuovo.

Le Summer School possono essere di tre tipi:

  • corsi specialistici (di solito per gli addetti e professionisti di un settore)
  • corsi di lingua e cultura del paese in cui si svolgono (ce ne sono anche online)
  • corsi teorico-pratici.

Gli argomenti proposti sono molto vari e vanno dalle nuove tecnologie alle lingue straniere, da temi di attualità alla cucina o nuovi territori e culture.

La durata di una Summer School può andare da una a quattro o sei settimane, e vengono offerte anche attività collaterali, come escursioni a luoghi di interesse, giochi, attività sportive o simili.

Partecipare a corso di questo tipo è una occasione unica per utilizzare al meglio una parte del periodo estivo. Si può praticare una lingua straniera, conoscere persone di altre nazionalità interessate alle stesse cose, prendere contatti, fare nuove amicizie, visitare zone e città sconosciute.

Per gli studenti universitari, inoltre, è una ottima opportunità per approfondire con esperti un argomento specifico legato all’ambito di studi. Poi si può conoscere da vicino una università straniera, che magari ci potrebbe interessare per una specializzazione o un master futuro. Alcuni corsi riconoscono anche dei crediti formativi, utili al curriculum di studi.

I costi di partecipazione possono variare molto, a seconda della durata, dell’organizzatore e del programma: ce ne sono anche di gratuiti, basta muoversi per tempo.

Ecco un sito da cui cominciare, scegliendo per esempio il tema o il paese di interesse, e il periodo che vogliamo dedicare a questa esperienza. Ogni portale che raggruppa e promuove le summer school ha una maschera di ricerca che ci permette di cercare per argomento, per durata o impostando altri parametri.

Importante è ricordare che programmare con molto anticipo (a partire da febbraio o marzo) un’attività per l’estate ci permette di scegliere meglio e di cogliere qualche buona occasione!