Cosa può insegnare Sinner a chi non gioca a tennis

Lo ammetto: scrivo da tifoso e appassionato di tennis. Ma ho anche provato a cercare spunti e motivi per cui un fenomeno del tennis (vale anche per altre discipline e forse attività) può essere interessante anche per chi non lo segue.

Non starò qui a dire chi è Jannik Sinner visto che nell’ultimo periodo se ne parla tanto, in tutti i modi e per tutti gli aspetti che lo riguardano. Di spunti forse ce ne sarebbero molti ma per dare un’idea di come da un fenomeno (in questo caso inteso come fatto o evento suscettibile di osservazione, da vocabolario) possiamo trarre consigli e insegnamenti ho scelto tre aspetti che reputo rilevanti.

Persistenza: per costruire risultati serve tempo (e fiducia). Sinner ha scelto di dedicarsi totalmente al tennis a 13 anni e, anche se è vero che è molto giovane, bisogna considerare che per arrivare dove si era prefissato ha dovuto lavorare, con costanza e impegno, per 10 anni. Come spesso ribadisce sono stati anni di impegno, sacrifici, scelte non sempre facili. Ecco, la persistenza è la capacità di cui possiamo dotarci per non arrenderci alle difficoltà e, soprattutto, non aver fretta di raggiungere i risultati, saperli aspettare, confidare nel lavoro fatto (e non nel destino). 

Controllo: essere fautori del proprio destino, qualunque esso sia. Il controllo che Sinner racconta con il suo gioco è di due tipi. Il primo, potrei dire, tecnico: come lui si destreggia con la racchetta, migliorando i propri colpi di volta in volta, così tutti noi abbiamo i nostri “strumenti” di cui dobbiamo imparare ad essere raffinati utilizzatori. Poi il controllo è anche, in qualche modo, del contesto: da Sinner possiamo prendere spunto per gestire le difficoltà, le emozioni, le situazioni mutevoli e impreviste che ci capitano (come si reagisce dopo un errore? e dopo una vittoria?)

Rispetto: il coraggio della gentilezza.Come da più parti è stato rimarcato, Sinner è un “bravo ragazzo”. Quello che superficialmente viene individuato come un aspetto del carattere del tennista, è invece una capacità che aiuta a immergersi in un contesto con facilità, a predisporre l’ambiente in cui entriamo ad accoglierci al meglio. La gentilezza è il miglior ingrediente che facilita l’osmosi tra noi e il mondo. E, al contrario di quello che si potrebbe pensare, serve molto più coraggio (e consapevolezza) per praticarla di quanto se ne trova in chi decide di usare l’aggressività. Chi gioca a tennis lo sa: lo spirito è sempre combattivo, ma i modi sono gentili.

C’è poi un’ultima cosa che mi è venuta in mente mentre scrivevo queste righe. Sarebbe un errore , a mio parere, prendere Sinner come un esempio, tanto più grande (l’errore) farlo diventare un guru. Sinner è uno sportivo che vuole fare bene quello che impara: questo lo possiamo fare tutt*, in ogni campo. La cosa bella del tennis, dello sport in generale, è che rende evidenti ed universali degli esempi che possiamo tutt* seguire. Pure tu che stai leggendo, puoi “giocare” come Sinner, anche senza racchetta.

Soldi facili, perchè sono pericolosi

Stai cercando lavoro e vorresti poter guadagnare qualcosa facilmente? Magari da casa davanti al computer? Se hai ricevuto un messaggio che ti promette questo potresti essere nel mirino di una truffa che si potrebbe rivelare un reato.

Tecnicamente si chiama money-muling (dall’inglese asino, mule e denaro, money) ed è la pratica di chi, spesso senza saperlo, fa riciclaggio di denaro per conto di altri attraverso strumenti e meccanismi digitali.

Si tratta di una prassi che, grazie alla volatilità (in tanti sensi) del digitale, riesce a raccogliere “adepti” per una pratica illegale raccontata come una possibilità di guadagno (extra rispetto ad un lavoro che si ha già oppure come sostituto dello stesso). La pratica è semplice e al tempo stesso ben architettata. L’adescamento avviene attraverso servizi di messaggistica (prevalentemente Telegram) o social media, nei quali a un certo punto compare un nuovo contatto (tendenzialmente rappresentato dalla foto di una bella donna o ragazza) che chiede se sei interessato a un lavoro facile che permette un introito in denaro in breve tempo.

Se accetti di conoscere i particolari, ti verrà spiegato che la cosa è semplice: per ottenere i tuoi soldi basterà effettuare, con periodicità e frequenza, un’azione su un sito web (per es.: mettere un “mi piace” ad una struttura su Booking o cose simili). La persona  che ti contatta può darti da subito una dimostrazione: in cambio di qualche tuo click (non troppi, meno di 10) ti chiede un IBAN in cui far arrivare già i primi euro (tra i 10 e 20). La giustificazione di questo pagamento è, nell’esempio degli alberghi, il fatto che questi hanno bisogno di “like” per poter attirare nuovi clienti e per questo sono disposti a pagare.

Considerando l’ipotesi valida (in realtà, non è vero) decidi di proseguire. A questo punto le cose cambiano perchè verrai dirottato in una chat apposita in cui, insieme ad altri, dovrai compiere azioni simili. Ma cambiano un po’ le cose. I soldi, in proporzione, aumentano anche di parecchio, ma al posto di un semplice “like” devi effettuare una prenotazione che potrai poi vedere rimborsata con una differenza in positivo (guadagno). Per fare questa operazione puoi scegliere di ricevere il denaro in più sul tuo conto oppure, preferibilmente e qualche volta in via obbligatoria, in un conto in criptovalute (molto più difficili da controllare).

A questo punto magari qualcuno può chiedersi se la truffa sta nel fatto che non riceverai i soldi. E invece no. La truffa o, meglio, il reato è proprio nella transizione di denaro: tu paghi una cifra e quei soldi sono “puliti” e ricevi in cambio una cifra più un margine che però sono soldi “sporchi” (guadagnati illecitamente in altro modo). In questo modo chi mette in pratica la truffa a fronte di, poniamo, 100 euro illeciti, può ritrovarsi 90 euro puliti. Per la legge questo è riciclaggio, un reato penalmente perseguibile e tu che hai “guadagnato” sei colpevole. Cioè criminale alla stessa stregua di chi ha architettato il tutto.

Se cerchi “money muling” su internet trovi diversi post e articoli (come questo) che raccontano come evitare questo “raggiro” (in realtà lo sarebbe solo in caso in cui un truffato avesse ridotte capacità cognitive) e rifuggire da facili esche in nome del denaro. Come spesso diciamo, anche nei nostri laboratori, guadagnare denaro è essenziale per costruire un’autonomia. Ma è altrettanto essenziale capire come farlo ed essere consapevoli dei limiti normativi ed etici che questo comporta. Senza farsi distrarre da facili guadagni che, come insegna anche Pinocchio, potrebbero essere molto pericolosi.