Scuola e lavoro non si vogliono bene

Sentendo la cronaca di questi giorni sul tema dell’alternanza scuola e lavoro mi è tornato alla mente il mio periodo di alternanza. In realtà, quando ero uno studente, l’alternanza non c’era e l’età in cui ho cominciato a “praticare” l’ambiente di lavoro era più tenera di quella in cui lo si fa adesso.

Alla fine della terza media, mio padre ritenne opportuno farmi fare un po’ di pratica: aveva una piccola azienda di commercio di attrezzature e mobili per l’ufficio e il mio primo lavororo fu, me lo ricordo ancora, “creatore di fogli di appunti”. Per un suo senso piuttosto spinto di riciclo della carta (in tempi non sospetti, erano i primi anni ’80) mi diede il compito di ridurre alcuni fogli di carta da pacchi usati, in piccoli fogli per appunti (i post-it all’epoca, almeno in quel contesto, erano un upgrade di lusso). Non era certamente una mansione “di valore” o che potenziava certe mie competenze (forse); e a dir la verità non saprei nemmeno dire di preciso che cosa ho imparato da quella esperienza da un punto di vista tecnico (è evidente che non ho inventato, da lì, uno strumento che potesse competere con post-it).

Ma se quella esperienza la ricordo ancora oggi (e non è un trauma), forse non è stato tempo sprecato e qualcosa dentro di me ha lasciato. Ora, al netto che i figli e le figlie rischiano di mitizzare i padri soprattutto in certi periodi della vita, credo che l’elemento distintivo di quella primordiale esperienza di alternanza scuola-lavoro fosse l’amore, l’affetto e la premura che il mio genitore, datore di lavoro per qualche ora al giorno, metteva nel trattarmi. E intendo nell’accogliermi in quel posto (suo, di cui sentiva responsabilità e orgoglio), nel mostrarmi come comportarmi, nel darmi un compito che potessi, seppur con noia, portare a termine, nell’insegnarmi modi e maniere di gestire impegni, rapporti e relazioni. Forte della giovane età che ci rende decisamente più permeabili e sensibili all’apprendimento, certi concetti (come amava chiamarli mio padre) non me li sono mai dimenticati, come fossero, questi sì, post-it di appunti che mi si sono appiccicati dentro.

Probabilmente è troppo filosofico e magari un po’ hippy parlare di amore in un posto di lavoro. Ma credo che quello che manca all’alternanza scuola lavoro di oggi sia quell’amore. Non sono così ingenuo da pensare che imprenditori e imprenditrici diventino genitori per qualche settimana di adolescenti che, diciamo la verità, professionalmente non prenderebbero in considerazione. Però, credo che le attese e le aspettative per questo periodo di esperienza fuori dalla scuola e dentro le aziende, debbano essere ispirate a quel tipo di cura e affetto. E questo, penso, sia un tema di formazione per chi in azienda si occupa di accogliere i giovani che entrano per scoprire come è fatto il mondo del lavoro.

Scuola e lavoro dovrebbero tornare (o forse cominciare) a volersi bene per rendere la scoperta del mondo del lavoro un percorso meno spigoloso e magari anche più produttivo.

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Affitto! Come scrivere un annuncio

Pochi sanno che, ormai da alcuni anni, l’Informagiovani ha sviluppato anche un servizio di orientamento e supporto per coloro che gestiscono una casa o sono alla ricerca di un alloggio o posto letto.
A questo settore, denominato “autonomia abitativa”, è dedicato il sito: ihomeancona.com, dove è possibile trovare una descrizione delle principali attività, consulenze che offriamo e una bacheca per cerco/offro alloggio.
Quando si cerca un alloggio, così come nel momento in cui si cerca lavoro, è fondamentale prestare molta attenzione alla lettura dell’annuncio in modo da captare più dettagli possibili, rispondere in modo attinente e non perdere tempo in inutili contatti.
Da questo deriva l’importanza di come sono scritti gli annunci, siano essi di lavoro o di affitto.
Un proprietario di un immobile o un coinquilino che decide di pubblicare un’inserzione, utilizzando canali digitali o bacheche fisiche, deve saper scrivere un buon annuncio.
Suggeriamo quindi alcuni degli elementi fondamentali per raggiungere questo obbiettivo.

Il linguaggio
Il linguaggio deve essere chiaro e semplice, con preferenza di frasi brevi, soprattutto on line, oggi il tempo di lettura è sempre meno e la comunicazione viaggia veloce.
L’inserzionista deve individuare i punti di forza che valorizzano la casa e il target a cui rivolgere la locazione, infatti sapendo cosa mettere in risalto e cosa tralasciare, risulta più semplice evitare di scrivere un annuncio troppo generico.

Il titolo
Il titolo è il biglietto da visita, deve attirare l’attenzione e indurre alla lettura, è meglio se contiene parole chiave ad esempio riferite al luogo dove si trova l’immobile o ad una caratteristica univoca dello stesso.

Le foto
Le foto sono fondamentali nell’era digitale, non possono essere improvvisate perché otterrebbero l’effetto contrario. Devono essere scattate in modo da visualizzare la prospettiva migliore della casa/stanza; devono essere chiare, luminose e di buona qualità, in grado di evidenziare i punti di forza o qualche dettaglio. Potrebbe essere utile, se disponibile, includere una planimetria che agevola il lettore a capire la distribuzione degli spazi.

ll testo
ll testo dell’annuncio ha due obiettivi: dare informazioni chiare ed esplicative ed incuriosire il lettore a contattare il proprietario per una prima visita, magari virtuale! Ciò è possibile se il contenuto, dopo una breve descrizione oggettiva e mirata, viene arricchito di dettagli.
Ovvio, non possono mancare informazioni relative a: tipologia casa, zona, target, numero posti letto e bagni, ma poi è necessario indicare servizi o elementi in grado di differenziare l’annuncio e dare spazio all’immaginazione così da essere contattati.

Canone locazione
Molti chiedono se è consigliato indicare il canone di locazione; se consideriamo che oggi molte delle ricerche on line partono dalla fascia di prezzo, noi consigliamo almeno di indicare un range o una cifra magari trattabile, affinché l’annuncio sia almeno preso in considerazione.

Contatti
Infine è sicuramente indispensabile indicare contatti raggiungibili e con tempi di risposta brevi.

Potremmo riportare molti esempi e casistiche ma preferiamo approfondire con i diretti interessati, che ci possono contattare personalmente o tramite: ihomeancona.com, dato che scrivere un annuncio accattivante non è scontato ma di sicuro è il primo passo per trovare gli inquilini ideali.