Che lingua stiamo parlando?

Il nostro rapporto con la lingua è quantomai controverso, soprattutto da qualche tempo a questa parte. Riduciamo da qualche anno la numerosità di vocaboli, sbagliamo sempre più spesso l’utilizzo di alcune proposizioni (accidenti al “piuttosto che” utilizzato come disgiuntivo), incespichiamo sempre più spesso nella scelta dei tempi verbali (congiuntivo o condizionale?).

Insomma, come direbbe Paolo Villaggio interpretando il personaggio di Fantozzi (che peraltro con l’uso distorto dell’italiano ha giocato parecchio), pare siamo immersi in dubbi atroci ogni volta che parliamo, scriviamo o comunque ci esprimiamo in italiano. A questo bisogna aggiungere che ci facciamo troppo spesso condizionare (non so se sia il termine giusto) dall’inglese o, meglio, dal suo utilizzo mescolato ed errato con l’italiano come spiega Annamaria Testa nello speech (ops, ci sono cascato anche io!) che potete vedere anche in fondo a questo articolo.

Qual è il problema di noi italiani con la lingua? Che lingua stiamo parlando? e come, per quello che ci interessa, questa cosa influenza e determina anche le nostre scelte professionali? La risposta a queste domande non è facile. Anche perché, la faccenda si potrebbe affrontare anche da un altro lato come fa Anna Momigliano in questo articolo comparso su Rivista Studio ad aprile scorso: noi italiani, in genere e nella media, conosciamo poco la lingua inglese che preferiamo imparare e praticare con pressapochismo, poca scioltezza e molta improvvisazione (che, a volte, è davvero l’arma vincente). Però capita che molti bandi di lavoro, anche pubblici, richiedano la conoscenza di questa lingua ma capita anche che la scuola dell’obbligo non lo insegni quanto serve. Il fatto che in alcune conferenze, relatori con titoli altisonanti non facciano altro che innondare i propri discorsi con parole come trust, score, shift, book, reputation, dis-trust (solo per citare alcuni termini che ho sentito con le mie orecchie) è dovuto proprio alla mancata conoscenza della lingua. e direi pure della lingua italiana prima ancora di quella inglese.

Come dovremmo comportarci? Scrivo la mia, con la forte convinzione che è solo un’opinione e non una regola o un insegnamento. Non utilizzare le giuste congiunzioni o sbagliare i congiuntivi (oppure sostituirli con tempi verbali più semplici) non ci fa fare una bella figura anche se non ce ne accorgiamo e, ahimè, anche se non sempre se ne accorge chi ci ascolta. Usare l’inglese per sembrare belli e importanti non fa “figo” (chissà, è un neologismo o una bruttura questo termine?) ma solo sciatti, impreparati e, se mi passate il termine, un po’ coatti. Quando ci proponiamo nel mondo del lavoro e dobbiamo o vogliamo raccontare le nostre competenze sarebbe bene che lo facessimo nella lingua più consona a chi ci ascolta o a chi indirizziamo i nostri scritti (che siano mail, lettere motivazionali, relazioni, ecc.): l’italiano con gli italiani, l’inglese con i gli anglosassoni e via discorrendo. Se non siamo sicuri di quel che scriviamo (e, lasciatemelo dire, fatevi venire più dubbi del normale, è conveniente!) possiamo sempre farci aiutare (per esempio, all’Informagiovani, una mano ve la possiamo dare in un paio di lingue almeno).

Il tema poi è ampio e diversificato tanto che ci torneremo anche con la nostra iniziativa BeSmart, nel suo secondo appuntamento del prossimo 26 ottobre (e questa notizia è un’anteprima assoluta!): uno dei temi che affronteremo sarà proprio quello della lingua, perché ci sembra che questa rappresenti una di quelle competenze da curare e valorizzare. La lingua che parliamo (nel senso più ampio di questo termine) non racconta soltanto quello che vogliamo dire quando la utilizziamo, ma parla anche di noi, della nostra storia, della nostra cultura: abbiamone cura!

PS: l’immagine di questo post non ha nulla a che fare (credo) con la lingua, ma ci serve per segnalarvi che questo blog va in vacanza fino alla fine di agosto, buona estate!

Tirocini all’estero di agosto

Con questo caldo?? Eh, sì, anche con questo caldo stiamo qua a proporvi di prendere in considerazione un tirocinio all’estero, anche e soprattutto perché questo è il momento di fare progetti per l’autunno!

Ecco qualche buona opportunità di stage all’estero per studenti e laureati. Buona ricerca e buona estate!

Per studenti o laureati – tirocinio all’ OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – Foca (Bosnia Herzegovina)
Durata: fino a 6 mesi
Requisiti: due anni di studi universitari o laurea in una delle aree di interesse dell’OSCE, ottima conoscenza dell’inglese, di Microsoft Office e piattaforme di videoconferenza. Preferibile esperienza in raccolta fondi e
Retribuzione: previsto un rimborso spese
Scadenza: 5 agosto

Per laureati – tirocini in settori vari presso Commissione Europea – Bruxelles (Belgio), Grange (Irlanda), Lussemburgo (Lussemburgo)
Durata: 5 mesi, con inizio a marzo 2019
Requisiti: laurea e conoscenza di due lingue ufficiali dell’UE
Retribuzione: 1176 euro mensili e rimborso delle spese di viaggio.
Scadenza: 31 agosto

Per laureandi e laureati presso il JRC – Joint Research Centre – sedi varie
Durata: da 3 a 5 mesi
Requisiti: studi relativi al tirocinio richiesto, conoscenza di due lingue ufficiali dell’UE di cui una deve essere inglese, francese o tedesco (livello B2)
Retribuzione: prevista una retribuzione mensile pari al 25% di quella di un dipendente di grado AD5/1 e un rimborso viaggio
Scadenza: scadenze varie tra fine agosto e primi settembre

Per laureati – tirocini presso il Centro Europeo di Lingue Moderne – Graz (Austria)
Durata: 6 mesi
Requisiti: studi e preparazione adeguata ai vari tirocini (settori amministrativo e finanziario, comunicazione web, gestione eventi, ricerca e documentazione), conoscenza di inglese o francese.
Retribuzione: 720 euro mensili
Scadenza: 31 agosto

Per studenti – Graphic Designer Intenship con ESPA presso azienda di Bath (UK)
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese a livello B2, essere studenti di una facoltà attinente, conoscenza di Illustrator, Photoshop e InDesign
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata

Per studenti – Machine Learning & 3D Image Processing Internship con ESPA presso azienda di Belfast (IE)
Durata: 6 mesi
Requisiti: conoscenza dell’inglese a livello B2, essere studenti di una facoltà attinente
Retribuzione: previsto alloggio con utenze pagate e trasporto locale
Scadenza: non indicata